FINALMENTE VAN DEN BROECK

giugno 6, 2011
Categoria: News

Dopo una carriera fin qui costellata di piazzamenti il talentuoso belga conquista il suo primo successo da professionista scattando all’inizio della salita di Saint-Pierre-de-Chartreuse e resistendo al ritorno di Rodriguez, Evans e Vinokourov, che conquista la maglia gialla. In ritardo Samuel Sanchez, Gesink e Basso.

Foto copertina: Van Den Broek non stava più nella camicia… pardon… nella pelle dalla felicità (foto Bettini)

Archiviato il breve prologo di Saint Jean de Maurienne il Giro del Delfinato è entrato subito nel vivo con l’arrivo in salita di Saint-Pierre-de-Chartreuse, il primo dei quattro che caratterizzano questa durissima edizione della corsa francese. La tappa, 144 km con partenza da Albertville e tre gran premi della montagna di modesta entità prima dell’ascesa finale, è vissuta sulla fuga di Duque (Cofidis), Jerome (Europcar) e Vandousselaere (Omega Pharma) ma la Rabobank del leader Boom ha sempre controllato la situazione andando a riprendere i fuggitivi ai piedi della salita finale di 7,4 km su cui si è accesa la corsa.
Lungo le prime rampe la BMC di Evans ha preso il comando delle operazioni ma dopo poche centinaia di metri Siutsou (HTC) ha rotto gli indugi e alla sua ruota si sono portati dapprima Van den Broeck (Omega Pharma) e poi Voeckler (Europcar); i tre davanti hanno tenuto un ritmo sostenutissimo e il gruppo inseguitore, in testa al quale si è portato il neo-campione statunitense Busche (Radioshack), si è disintegrato con Basso (Liquigas), che prosegue senza forzare il suo avvicinamento al Tour de France, e Tony Martin (HTC) tra i primi a staccarsi e Boom, Morabito (BMC) e Karpets (Katusha) che poco dopo hanno anch’essi perso contatto.
Una nuova accelerazione di Van den Broeck ha provocato il cedimento di Siutsou mentre Voeckler ha resistito e ha contrattaccato sul tratto più duro; sembrava che il campione di Francia potesse involarsi verso la nona vittoria stagionale ma sul falsopiano successivo la sua azione si è spenta ed è stato ripreso dal gruppo, mentre il belga è riuscito a rilanciare l’azione: intanto il forcing di Busche ha ridotto il plotone a una quindicina di unità facendo staccare tra gli altri anche Samuel Sanchez (Euskaltel), Gesink (Rabobank) e Coppel (Saur-Sojasun).
A 4 km dal traguardo Busche si è fatto da parte e il gruppo ha rallentato sensibilmente consentendo a Van den Broeck di guadagnare 20” e a Kern (Europcar) e Chris Soerensen (Saxo Bank) di avvantaggiarsi di qualche decina di metri; in seguito Uran (Sky) si è portato al comando raggiungendo il francese e il danese ma non il belga, che ha resistito anche alla sparata finale di Joaquin Rodriguez (Katusha) e si è imposto con 6” sullo spagnolo, che ancora una volta non è riuscito a centrare il successo sfuggitogli al Giro e 7” su Evans (BMC), Vinokourov (Astana), un finalmente pimpante Roche (AG2R) e uno strepitoso Boasson Hagen (Sky); bene anche i giovanissimi Pinot (FDJ) e Ruijgh (Vacansoleil) 7° e 8° a 13” mentre Voeckler ha chiuso 9° a 15” davanti al campione uscente Brajkovic (Radioshack) e a Wiggins (Sky) che potrà giocarsi le sue carte nella cronometro di Grenoble. Tra gli altri Luis Leon Sanchez (Rabobank) e Siutsou hanno chiuso 15° e 16° a 25”, Daniel Martin (Garmin) 25° a 54”, Coppel e Samuel Sanchez, che comunque anche in passato non è mai stato brillante al Delfinato per poi fare molto bene al Tour, 33° e 38° a 58” e Gesink, che rispetto all’anno scorso in cui diede spettacolo al Giro di Svizzera sembra aver scelto un avvicinamento più tranquillo alla Grande Boucle, 48° a 1′31” appena dietro a Bellotti (Liquigas), 44° a 1′24” e primo degli italiani: Boom ha chiuso invece 82° a 2′27”, Tony Martin 93° a 2′40” e Basso 117° a 3′09”.
In classifica generale Vinokourov è il nuovo leader con 5” su Van den Broeck, 7” su Evans, 11” su Wiggins, 13” su Boasson Hagen, che sarebbe probabilmente in maglia gialla se non avesse trovato maltempo nel prologo, 17” su Roche, 20” su Brajkovic e 23” su Rodriguez. La seconda tappa, 179 km da Voiron a Lione, è dedicata ai velocisti (strappo finale permettendo) e tra questi spiccano Farrar (Garmin), Vaitkus (Astana), Degenkolb (HTC), Hinault (AG2R), i fratelli Haedo (Saxo Bank) e Bole (Lampre).

Marco Salonna

Commenta la notizia