DELFINATO, UNA GARA CHE NON SI SMENTISCE MAI
Impossibile concepire un Delfinato senza le sue montagne e così anche quest’anno la corsa a tappe francese sarà una sorta di “Tour” in miniatura. L’assonanza con la Grande Boucle sarà ancora più evidente nell’edizione 2011, che riproporrà fedelmente una delle principali frazioni del prossimo Tour, la cronometro di Grenoble. Ci sarà anche una frazione di montagna in formato “small”, per riprodurre le condizioni di gara che si verificheranno tra un mese nella tappa dell’Alpe d’Huez, lunga un centinaio di chilometri. Quella sarà, unitamente al precedente arrivo a Collet d’Allevard, la tappa decisiva della corsa, con l’interminabile scalata alla Croix de Fer prima del traguardo in salita a La Toussuire.
Foto copertina: il Col de la Croix de Fer, tetto massimo dell’edizione 2011 del Delfinato (hopeeternal.files.wordpress.com)
Il suo nome è già una garanzia di sicurezza. Infatti, dicesi Delfinato – o Dauphiné, per usare il termine corretto – l’antica regione francese corrispondente agli attuali dipartimenti della Drôme, dell’Isère e delle Hautes-Alpes e, dunque, alla quasi totalità dell’arco alpino compreso sul territorio francese. Così non si corre il rischio, e non si correrà mai, di incappare in “scivoloni” come quelli visti nelle ultime edizioni del Tour de Suisse dove, accogliendo le fame di percorsi non troppo esigenti accusata dal gruppo, si erano approntati percorsi “all’acqua di rose”, con poche montagne e per giunta mal collocate (ma da quest’anno si tornerà su più antiche e appetitose rotte, come vedrete). Vista la natura geografica di queste terre sarebbe stato un autentico “insulto” tracciare un Critérium du Dauphiné cercando di aggirare con cura tutte le montagne, oltre che un’operazione impossibile. Da queste parti, dove ti giri una salita la trovi sempre e volerne fare a meno sarebbe come commettere un atto contro natura, come disegnare una Parigi – Nizza in senso inverso o imbastire il percorso del Lombardia integralmente sulle strade del Piemonte.
Così, pure nel 2011 il Delfinato sarà la solita corsa impegnativa, anche se quest’anno si presenterà con un formato diverso dal solito per la scelta degli organizzatori di “spalmare” le tappe decisive lungo tutta la settimana di gara, alternandole alle due classiche frazioni di trasferimento e alle altrettante prove individuali, ed evitando di concentrarle nelle ultime cinque giornate. In questo modo, i riflettori dell’interesse mediatico saranno accesi e puntati sin dal primo giorno di una competizione che si annuncia molto interessante anche in chiave Tour de France. Da sempre è considerata come una sorta di prova generale della Grande Boucle e quest’anno i corridori vivranno con ancor più partecipazione quest’aspetto non secondario della corsa per la proposta di far disputare la cronometro lunga sullo stesso tracciato che, da lì a un mese e mezzo, ospiterà l’unica prova individuale del Tour.
PROLOGO: SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE (5,4 Km)
Sarà una cronometro breve ma intensa quella che aprirà il Delfinato 2011 sulle strade della vallata della Maurienne, le stesse che tra una settimana accoglieranno l’epilogo della corsa con l’arrivo in salita a La Toussuire. Non veloce, però, e i passisti alla Cancellara dovranno sfruttare al meglio il tratto a loro più congeniale se vorranno conquistare la prima maglia di leader. Non sarà facile – e la media prevista dagli organizzatori, attorno ai 46 Km/h, lo conferma – perché questa tappa proporrà la classica partenza ad handicap, con i primi ottocentro metri in salita verso la Côte de Bonrieux, primo dei 23 GPM previsti quest’anno. Superato quest’ostacolo, che presenta una pendenza media del 5% e una massima dell’11%, l’altimetria diventerà una linea retta ma chi avrà sofferto il primo tratto potrebbe non riuscire a recuperare il distacco patito. Ci potrebbe, dunque, stare un risultato a sorpresa, come quello che i giudici di gara hanno omologato lo scorso 26 aprile a Martigny, quando il portoghese Castroviejo si era imposto nel prologo del Romandie.
1a TAPPA: ALBERTVILLE – SAINT-PIERRE-DE-CHARTREUSE (144 Km)
Subito montagne, dunque, anche se questa prima frazione di salita non può essere certamente definita impegnativa. Con le debite proporzioni, la tappa che si concluderà nel villaggio del celebre monastero della Grande Chartreuse (casa madre dell’ordine certosino) può essere paragonata al recente traguardo del Giro d’Italia al Santuario di Montevergine e non solo per l’accostamento religioso. Pur differenti, le due frazioni hanno simili caratteristiche, quelle che solitamente connotano la prima frazione di montagna di una corsa a tappe, caratterizzata da difficoltà esigue, giuste per provocare la prima selezione senza “affossare” subito corsa e interesse agonistico. Strada facendo dovranno essere superati tre GPM intermedi (due di quarta e uno di terza, la Côte de Montagnole, l’ascesa che caratterizzò il circuito dei mondiali di Chambéry, disputati nel 1989 e vinti da Greg Lemond) mentre il momento chiave sarà rappresentato dall’ascesa finale di 7,4 Km al 4,8%, assolutamente non insormontabile. Di conseguenza, al traguardo i miglior dovrebbero arrivare tutti assieme, come sempre è successo al santuario campano.
2a TAPPA: VOIRON – LIONE (179 Km)
In questo Delfinato “a strati” al prologo e alla prima tappa di montagna succederà la prima delle due frazioni di trasferimento, quelle che fino allo scorso anno si disputavano nei primi giorni di gara e che erano ideali palestre per dare sfogo alle velleità dei velocisti. Sarà così anche nel 2011? Quasi sicuramente a Mâcon, dove si farà tappa dopodomani, più difficile – ma non improbabile – che accada a Lione. Gli organizzatori, infatti, hanno deciso di porre il traguardo della seconda tappa non nel centro della terza città di Francia per estensione dopo Marsiglia e Parigi, ma nel quartiere della Croix-Rousse, dopo aver affrontato la montée des Esses. Senza quel dentello finale lo sprint a ranghi compatti sarebbe stato cosa praticamente certa perché prima dell’ingresso in Lione il tracciato proporrà solo lievi ondulazioni che, nei casi “peggiori”, avranno l’aspetto di GPM di 4a categoria, la più bassa possibile. Invece, quei 1400 metri finali al 4,8% (il traguardo sarà posto proprio in vetta) finiranno per tarpare le ali a parecchi velocisti e magari anche per permettere d’involarsi al Gilbert della situazione e a tutti quei finisseur capaci di sfruttare a proprio vantaggio i tratti più ripidi (fino al 13%) o gli inevitabili rallentamenti che avverranno in testa alla corsa, poiché l’ultima ascesa è anche tortuosa, caratterizzata com’è da quattro tornanti e da un rettilineo d’arrivo piuttosto breve.
3a TAPPA: GRENOBLE – GRENOBLE (cronometro individuale – 42,5 Km)
Eccola qua la tappa più attesa dell’edizione 2011. La interpreterà al massimo chi punta al successo finale – è vero che ci sono le montagne, ma 42 chilometri e rotti sono tanti e dunque, meritano di non essere sottostimati – e la scruterà con attenzione chi si sarà schierato al via col solo intento di prepararsi al meglio per il Tour senza badare troppo al risultato finale. Alla prossima edizione della Grande Boucle, infatti, l’unica tappa contro il tempo individuale si disputerà su questo identico tracciato e, chi punterà alla maglia gialla, dovrà imparare a memoria tutti i 42500 metri di questa frazione che, comunque, potrebbe anche non dir nulla ai fini della classifica, poiché sarà affrontata dopo tutte le montagne e alla vigilia della passerella di Parigi. Mai dire mai, però, nel mondo del ciclismo (la batosta subita da Fignon nel 1989 risuona ancora oggi), mai dare nulla per scontato, in particolar modo in una corsa esigente come il Tour, che affronterà la crono di Grenoble il 23 luglio. Scendendo nel dettaglio questa frazione, che è stata definita come uno dei grandi eventi dell’anno ciclistico 2011 dall’ex corridore francese Bernard Thévenet (direttore di corsa dal 2010, da quando l’organizzazione del Delfinato è stata presa in carico da ASO), presenterà un percorso misto nel quale si alterneranno tratti filanti ad altri più tortuosi, sia nella planimetria, sia nell’altimetria. Quest’ultima segnala due morbide ascese, una in partenza e l’altra verso metà tappa, che inevitabilmente influiranno sul risultato finale, se si pensa che anche per questa frazione è stata prevista una velocità massima di circa 46 Km/h, mentre di norma nelle cronometro individuali si viaggia sopra ai 50 orari.
4a TAPPA: LA MOTTE-SERVOLEX – MÂCON (173,5 Km)
Con l’inserimento dell’ascesa degli “Esses” nel finale di Lione, rimarrà solo un traguardo tarato sulle misure dei velocisti e sarà quello della quarta frazione, l’ultima facile prima che le montagne tornino a spuntare sulle altimetrie del Critérium du Dauphiné. A dire il vero, oggi ci sarà un’asperità di 2a categoria da scavalcare, ma non farà paura a nessuno il Col du Chat poiché, a soli 13 Km dalla partenza, tornerà utile solo per l’assegnazione dei punti della classifica del GPM e per dare il “la” a uno dei soliti tentativi a lunga gittata che si vedono il giorno dopo una tappa importante, quando è concessa la libera uscita a quei corridori il cui ritardo si è fatto oramai irrecuperabile. Pian piano, poi, il gruppo rinverrà sulla testa della corsa, aiutato dalla fisionomia del resto della frazione, che proporrà modeste elevazioni sino a 64 Km dall’arrivo e poi un piattone quasi continuo, situazione di gara piuttosto rara sulle strade di Francia.
5a TAPPA: PARC DES OISEAUX (VILLARS-LES-DOMBES) – LES GETS (210 Km)
Le montagne tornano protagonista del Delfinato nelle ultime tre frazioni, anche se la tappa che si concluderà a Les Gets, stazione invernale dell’Alta Savoia (e, dunque, uno sconfinamento, se lo intendiamo sotto precisi limiti storici), potrebbe non dire molto sul piano della classifica generale. La frazione più lunga di questa edizione, infatti, può essere considerata sullo stesso livello di quella che, quattro giorni prima, avrà condotto il gruppo a Saint-Pierre-de-Chartreuse. Il tracciato è, infatti, di media montagna, con due colli di 2a categoria (sarebbero stati interessanti i 5,5 Km al 7% del Mont des Princes, se questo fosse stato vicino al traguardo e non a 100 Km da esso) da superare a notevole distanza dall’arrivo e quest’ultimo posto in vetta a un’ascesa lunga quasi 12 Km ma praticamente sempre pedalabile. Un altro finale in stile Montevergine, insomma, poco adatto alle azioni dei grimpeur puri che, invece, avranno decisazione più spazio nelle due rimanenti tappe.
6a TAPPA: LES GETS – LE COLLET D’ALLEVARD (192,5 Km)
È una tappa che non sfigurerebbe anche nel percorso del Tour de France quella che collegherà le due stazioni invernali alpine, un’autentica cavalcata che debutterà dopo soli 10 Km dal via con la facilissima côte di Châtillon-sur-Cluses e le cui difficoltà assumeranno sempre maggior consistenza con l’approssimarsi del traguardo. Si passerà per i pedalabili colli dell’Aravis e di Tamiè, passaggi conosciuti anche per i transiti della Grande Boucle, poi si arriverà alle ultime due impegnative salite, il Grand Cucheron e il Collet d’Allevard. La prima è pure già conosciuta dal gruppo, che l’ha affrontata anche al Criterium dell’anno scorso (tappa dell’Alpe d’Huez, vinta da Contador) e presenta 16,2 Km al 5%, con i passaggi più impegnativi negli ultimi 5000 metri, inclinati all’8,7%. Dell’8,4%, ma calcolata su una distanza di 11,2 Km, è invece la media dell’ascesa finale, asperità praticamente inedita per il gruppo, considerato che il Tour non l’hai mai scalata e il Delfinato ci ha fatto scalo l’ultima volta 17 anni fa. Ci sono le premesse per la vittoria di un grimpeur di razza ed anche per un’appassionante lotta al vertice, sempre che la crono di tre giorni prima non abbia annicchilito gli scalatori presenti in gruppo.
7a TAPPA: PONTCHARRA – LA TOUSSUIRE (117,5 Km)
Nelle intenzioni degli organizzatori anche questa frazione sarà una prova generale del Tour de France, pur non essendo sul percorso della massima corsa a tappe francese le due ascese che si dovranno affrontare quest’oggi. Si è voluto, invece, riprodurre una distanza molto simile a quello della tappa che terminerà sull’Alpe d’Huez e che misurerà poco più di 100 Km. In tappe di simile fattura può accadere di tutto e il contrario di tutti. Molti, tra gli appassionati, sono i detrattori di percorsi così confezionati, nonostante la storia del ciclismo sia ricca di episodi narranti ribaltoni accusati in tappe di montagne corte e magari caratterizzate da partenze pianeggianti (ricordate Montecampione al Giro del 1982?), come sarà nel caso della frazione della Toussuire, che non proporrà alcuna difficoltà nei primi 50 Km. Spesso molti corridori necessitano di partenze tranquille per “carburare”, più facili a verificarsi quando si corre il “tappone” su distanze “fiume”, e invece stavolta occorrerà essere già a tutta sin dai primi chilometri, che potrebbero essere interpretati a gran velocità, sia per la breve distanza che si prospetta di percorrere, sia per la già segnalata presenza della pianura. Si corre così il rischio di arrivare con la lingua di fuori ai piedi della Croix de Fer, “moloch” che condurrà il gruppo a 2067 metri di quota dopo aver superato ben 22 Km di ascesa, molto discontinui per il continuo alternarsi di tratti impegnativi e ad altri pedalabili. Potrà, dunque, tornare a verificarsi una situazione simile a quello della citata tappa del Giro di 31 anni fa, che vide soccombere il nostro Contini sotto i colpi di Hinault. Allora si doveva affrontare una sola ascesa, stavolta ci sarà anche l’ascesa finale verso la stazione di sport invernali scoperta ciclisticamente al Delfinato del 2006, un mese prima dell’approdo del Tour de France (traguardi conquistati rispettivamente dallo spagnolo Iban Mayo e dal danese Mickael Rasmussen). Sono 14,4 Km al 5,9%, quindi non proprio duri, ma dopo una settimana intensissima, come da sempre accade al Delfinato, potrebbero rivelarsi un vero e proprio Mortirolo.
Mauro Facoltosi