FIERA MILANO – MILANO: E POI TURNAN CHI A MILÀN!
Una crono di media lunghezza ma molto impegnativa metterà la parola “fine” al Giro del centocinquantenario dell’Unità. Chi potrà ancora conquistarsi una piazza al sole nella top ten della classifica darà tutto quel che gli è rimasto in questi 26 Km, che si riveleranno una vera e propria croce per gli scalatori a causa dei continui ed interminabili rettilinei pianeggianti che proporrà il tracciato. E’ vero che siamo a fine corsa e le energie residue dovrebbero essere più o meno simili, ma con queste premesse uno scalatore la cui posizione è piuttosto traballante rischierà di uscire dai primi dieci, perdendo un piazzamento di “consolazione” ma comunque prestigioso.
All’ombra della “bela Madunina” “se sta mai coi man in man” e lo dimostra la tenacia con la quale gli amministratori di Milano si sono lanciati all’inseguimento del Giro, figliuol prodigo scappato di casa dopo il pasticciaccio della tappa del 2009 naufragata tra le polemiche e le rotaie del tram.
Così, dopo quasi due anni di nostaglia, la corsa rosa si è convita a tornare sui suoi passi e sulle strade che verso le 3 di notte del 13 maggio 1909 udirono i primi vagiti del Giro, si disputerà la tappa conclusiva che, come nelle ultime edizioni, avrà la forma di una gara contro il tempo. Come in questi precedenti, difficilmente cambierà le carte in tavola – almeno per l’assegnazione della maglia rosa – ma non sarà nemmeno una spettacolare passerella, simile a quelle viste a Roma nel 2009 e a Verona l’anno scorso. Il chilometraggio avrà maggior spessore – si dovranno percorrere 26 Km – e il tracciato, pianeggiante e molto filante sotto l’aspetto planimetrico, sicuramente risulterà indigesto a tutti quegli scalatori che albergano ai piani alti della classifica e la cui posizione di classifica sarà ancora piuttosto traballante, insidiata da quegli avversari più dotati nello specifico esercizio. Dalla loro parte giocherà il livellamento delle energie ma, considerate le caratteristiche complessive dell’ultima tappa, probabilmente fornirà loro un vantaggio esiguo e, di conseguenza, il passivo subito in Piazza Duomo potrebbe essere elevato. Per fare un esempio pratico, nella tappa conclusiva del Giro 2008, 28,5 Km anch’essi piuttosto filanti, Riccò accusò 1’53” da Contador, vale a dire quasi 4 secondi al chilometro.
Si lotterà, dunque, solo per le posizioni di rincalzo, come solitamente avviene nelle crono disputate all’ultimo o al penultimo giorno di una grande corsa a tappe, raramente decise da questa specifica frazione. Lasciando scorrere l’albo d’oro del Giro bisogna tornare al 2000 per vedere un Giro ribaltato contro il tempo all’ultimo momento, quando Garzelli si vestì di rosa al termine della penultima tappa, la cronoscalata del Sestriere: non capitava dalla storica Soave – Verona, frazione conclusiva del Giro del 1984, 42 Km letteralmente frantumati da Francesco Moser, che diede oltre due minuti di distacco alla maglia rosa in carica, il compianto Laurent Fignon. Prima di questi precedenti era accaduto al Giro del 1976, delle cui vicissitudini abbiamo già parlato in occasione delle frazioni terminate al Gardeccia e a San Pellegrino. Ricordate il ruzzolone giù dallo Zambla della maglia rosa De Muynck? La caduta non sembrò lasciare strascichi al momento, poiché il belga finì la tappa nel gruppo di testa, ma si farà sentire l’indomani, nella prima semitappa dell’ultima giornata di gara. Affrontando i 28 Km del circuito di Arcore, infatti, De Muynck patì le botte e si vide scivolar via prima i 25” secondi che lo separavano da Gimondi, poi altri 19”, quelli che decretarono la vittoria finale del campione di Sedrina, la terza della sua carriera e pure la terza della storia per l’inezia dell’ultimo distacco.
Venendo nello specifico della frazione conclusiva del Giro, questa si disputerà tra la nuova fiera di Milano, situata fuori città, e la centralissima Piazza Duomo, collegate da un tracciato di 26 Km avaro di curve, prevalentemente concentrate nei primi 8 Km e nel finale, e quasi completamente costituito da veloci e lunghi rettifili. Si tratta della terza versione del percorso, modificato a poche ore dal via a causa di problemi di viabilità inerenti alla particolare giornata che vivranno i milanesi nell’ultima domenica di maggio, chiamati nelle stesse ore alle urne per decidere chi sarà il loro sindaco.
Si fosse gareggiato sull’anello originario, i “girini” avrebbero trovano sotto le ruote un percorso ancora più scorrevole, più lungo di 5 Km e ancor meno tortuoso.
Scesi dalla rampa di lancio, nel tratto iniziale si girerà in tondo attorno al “Polo Fieramilano Rho/Pero”, area progettata dall’architetto italo-lituano Massimiliano Fuksas e inaugurata nel 2005 anche con un traguardo volante nel corso della Albese con Cassano – Milano, ultima frazione del secondo Giro conquistato da Paolo Savoldelli. Successivamente si attravererà la periferia di Rho per poi tornare in direzione della fiera e quindi infilarsi sulla direttrice del Sempione, la strada che Napoleone fece aprire nel 1800 per collegare Milano a Parigi, passando per la Confederazione Elvetica e l’omonimo passo alpino. Imboccatala, inizierà il primo dei grandi rettifili di giornata che, tolte rotatorie e qualche lieve flesso, si protarrà per quasi 4,5 Km, i più veloci anche perché in quei frangenti la strada non è realmente pianeggiante ma procede per qualche centinaia di metri in lievissima discesa. In questo tratto si sfiorerà il centro di Pero e poi, entrati nel territorio municipale di Milano, si giungerà nel quartiere di Musocco, un tempo isolato rispetto al resto della città. Proprio di fronte ai cancelli del Cimitero Maggiore inizierà, staccato dal precedente da 200 metri di strada, il secondo rettilineo, 4700 metri spezzati dal flesso di Piazza Firenze nei due viali Certosa e Sempione. Il primo, il più lungo dei due, attraversa il quartiere di Garegnano, sfiorando il complesso dal quale prende il nome e che fu visitato dal Petrarca nel 1357 e poi, nell’ottocento, da Lord Byron, rimasto colpito dagli stupendi affreschi che ne adornano la chiesa, opera di Daniele Crespi, da lui elogiato in una lettera dove lo definì “pittore che sa far parlare i morti”. Lungo questo viale si transiterà sul luogo dove, presso la scomparsa Trattoria Isolino, alle 15.25 del 30 maggio 1909 si concluse l’ultima tappa del primo Giro d’Italia, vinta dal romano Dario Beni, che già si era imposto nella frazione d’apertura, la Milano – Bologna. Nel successivo tratto sarà ricalcalto il finale di quella storica frazione che, su decisione della giuria, fu percorso fuori gara per evitare i problemi patiti nelle precedenti frazioni a causa della folla strabocchevole, col gruppo scortato da uno squadrone a cavallo di Lancieri di Novara.
Per un curioso scherzo del destino la prima edizione della storia finì a breve distanza dalle pendici di una montagna, la più vicina a Milano, che in quel 1909 però ancora non esisteva: verrà a formarsi nell’immediato secondo dopoguerra a seguito dell’accumulo delle macerie rimosse e oggi è divenuto un’area verde gettonata dagli sportsmen milanesi, dai podisti ai ciclisti, passando anche per gli appassionati di sci. A quest’ultimo proposito, ricordiamo che nel 1984 vi fu organizzato lo Slalom Parallelo del Monte Stella, la prima gara conquistata da Alberto Tomba, mentre per il ciclismo su quest’altura furono organizzate diverse gare, anche internazionali, di ciclocross.
Si comincerà a respirare aria di “casa” e di fine corsa quando i corridori imboccheranno, uno per volta, l’infilata di Corso Sempione, qualche anno fa definiti gli “Champs-Élysées” milanesi per aver ospitato il circuito della tappa conclusiva del Giro dal 1990 al 2002. Il paragone è puramente sportivo, nulla a che spartire con la celebre avenue parigina, anche se questa è una delle strade più conosciute di Milano, per la quale costituì per lungo tempo una sorta di porta d’accesso. All’epoca della sua apertura qua c’erano ancora campagne a perdita d’occhio, oggi sostituite da una teoria d’edifici moderni tra i quali alcuni carichi di storia, pur recente. Si ricordano in particolare, il glorioso velodromo Vigorelli, la storica sede della RAI – che gli attuali vertici meditano di trasferire e trasformare in un museo – e la vecchia area della Fiera Campionaria che, con tutto il quartiere circostante, sarà riqualificata dal progetto CityLife, la cui realizzazione, iniziata nel 2007, dovrebbe concludersi nel 2015, anno nel quale Milano accoglierà l’Expo e in previsione del quale la carreggiata centrale di Corso Sempione si trasformerà in un giardino, se sarà accolta la proposta dell’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira.
Quasi al termine del corso si uscirà dal viale per infilarsi sulla strada che compie il periplo del Parco Sempione, la più grande tra le aree verdi che s’incontrano nel centro di Milano, realizzato dopo il 1888 sul luogo dove si estende la vasta piazza d’armi, già da tempo decaduta nel suo ruolo militare, utilizzata come ippodromo e per il passeggio dei “meneghini” (il tipico soprannome dei milanesi deriva dal nome di una maschera della Commedia dell’arte, tradizionalmente identificata con il capoluogo lombardo).
Dopo una sorta di “giro di boa” di fronte al principale accesso al Castello Sforzesco – quella torre del Filarete che oggi ha conservato solo il nome e la forma datagli dall’architetto fiorentino che la innalzò nel 1452, fedelmente ricostruita nel 1905 colmando il vuoto che era venuto a crearsi appena 70 anni dopo la sua erezione in seguito ad un’esplosione – si tornerà per un breve tratto a costeggiare il parco, laddove si affacciano l’Acquario e l’Arena Civica (dal 2002 intitolata a Gianni Brera), il primo stadio milanese, che svolse questa funzione a partire dal 18 agosto 1807 e che non ha mai perso le sue prerogative, nemmeno dopo la costruzione del più capiente Stadio San Siro: oggi questo impianto, che accolse anche l’arrivo della passerella finale del primo Giro d’Italia, è sede delle gare interne del club “Amatori Rugby Milano 2008 Società Sportiva Dilettantistica”, la società più titolata d’Italia, dall’alto dei 18 campionati nazionali conquistati, ai quali va aggiunta anche un’affermazione nella Coppa Italia.
Lasciatosi alle spalle il parco, i “girini” punteranno verso il luogo dove si trovava Porta Volta, uno degli storici varchi d’accesso alla città, quasi tutte scomparse così come gran parte della cinta muraria nella quale si aprivano. Là giunti inizierà un altro tratto velocissimo, quasi 2000 metri di strada spezzati in due rettilinei da un flesso che s’incontrerà all’altezza dell’ottocentesca Porta Nuova, poco prima di giungere in Piazza della Repubblica e poi sui bastioni di Porta Venezia. Al termine di questo viale si finirà di “orbitare” attorno al centro di Milano, svoltando bruscamente a destra e puntando con decisione verso il cuore della metropoli. Seguendo in senso opposto il viale che ha accolto l’approdo del Giro tra il 2004 e il 2007 si giungerà in Piazza San Babila, sulla quale prospetta l’omonima chiesa, eretta tra il IV e il IX secolo sul luogo dove si trovava un precedente edificio chiamato “Concilio dei Santi” perché vi furono sepolti i primi cristiani di Milano e che aveva, a sua volta, occupato il posto di un tempio pagano dedicato al sole. Successivamente si giungerà all’informe slargo conosciuto come il “Verziere” perché un tempo ospitava il principale mercato ortofrutticolo, che era stato qui traslocato prima da Piazza Duomo e poi dall’adiacente Piazza Fontana, tragicamente famosa per l’attentato che vi fu perpetrato il 12 dicembre 1969.
Fin qui ancora filante, all’imbocco del chilometro conclusivo il percorso si farà piuttosto spezzato, con brevi tratti diritti raccordati da otto curve, quasi tutte ad angolo retto. Un finale tutto spigoli, insomma, come quelli dello svettante campanile di San Gottardo in Corte, la chiesa voluta dai Visconti accanto al loro palazzo e che rappresenterà la penultima pagina artistica del Giro 2011 prima dell’ingresso in Piazza Duomo. Sul suo lastriscato scorreranno le ruote negli ultimi 500 metri, lanciati a tutta verso il capolinea del Giro 2011.
Un finale inciso nella pietra, povero materiale sul quale s’è costruita la “ricca” Italia.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: la Madonnina del Duomo di Milano (italianowithjodina.com)