SVENTOLA IL TRICOLORE, MA IN SENSO CONTRARIO
Incandescente finale di 17° tappa al Giro d’Italia con Giovanni Visconti che alza un paio di volte le mani per farsi spazio nei confronti di Diego Ulissi: alla fine il campione italiano passa, vince sulla strada la frazione ma la giuria lo declassa al terzo posto. Nella generale non succede nulla di nuovo, se non la risalita di Sivtsov al quinti posto.
Foto copertina: volata ai quattro venti tra Visconti ed Ulissi (foto Bettini)
Non sappiamo se festeggiare la prima vittoria “di peso” nella carriera da professionista di Diego Ulissi, se accogliere con piacevole soddisfazione la terza vittoria italiana a questo Giro dopo quelle di Petacchi e Gatto oppure parlare della squalifica di Giovanni Visconti.
Partiamo da qui: il declassamento ci sta tutto ed è anche giusto che sia toccato solo a lui e non anche ad Ulissi, visto che comunque il livornese ha cambiato impercettibilmente la propria traiettoria ed il capitano della Farnese-Neri voleva passare laddove di posto non ce n’era. E’ stato un suo errore di valutazione ad inizio volata, così come poi l’errore l’ha commesso con la testa andando a smanacciare il due volte iridato juniores della Lampre che, oltretutto, ha mantenuto anche il sangue freddo di non replicare alle spinte, sennò addio vittoria.
“Sarebbe stato giusto che la vittoria fosse finita a Lastras” ha dichiarato Visconti a mente fredda ed onestamente non possiamo dargli torto al siciliano, perché lo spagnolo della Movistar si è dannato l’anima in questa fuga per cercare una vittoria importante, soprattutto nella ripida discesa dall’Aprica verso Tirano. Ma la vittoria se la meritava anche Giovanni Visconti che sulle rampe del Tonale, assieme a Sivtsov, ha mantenuto alto il ritmo del plotoncino di sedici in testa, altrimenti il forcing della Liquigas per rintuzzare l’enorme divario che li separava dall’uomo HTC avrebbe stravolto di nuovo la corsa.
Un po’ di cronaca: 230km da Feltre a Tirano con partenza a tutta per tentare la fuga che va via con dentro Sivtsov (HTC-Columbia) che vuole provare a recuperare in classifica e viaggia a più di 10 minuti, soprattutto dopo che la Saxo Bank molla gli ormeggi. E così, ci deve pensare la Liquigas che va davanti per contenere e recuperare il divario in quanto l’uomo HTC poteva risalire fino alla terza posizione in classifica, andando a scalzare dal podio proprio Nibali.
La fuga inizia il Tonale con 6’30” sul gruppo e il plotoncino davanti con sedici uomini con Visconti e Giordani (Farnese-Neri) che lavora egregiamente per il suo capitano in pianura prima di staccarsi, Ulissi (Lampre-ISD), Bakelandts (Omega Pharma-Lotto), Frank (BMC), Dupont e Gastauer (AG2R-La Mondiale), Taborre (Acqua&Sapone), Kiserlovski (Astana), Lastras (Movistar), Losada e Vorganov (Katusha), Engels (Quick-Step), Hernandez (Saxo Bank), Le Mevel (Garmin-Cervelo).
Oltre a Giordani, si stacca anche l’uomo Quick Step mentre davanti sono i soli Visconti e Sivtsov a tirare senza ottenere troppa collaborazione. Fra la discesa del Tonale ed un po’ di pianura diminuisce la rimonta della Liquigas che tiene la fuga a 3’40” diventando così meno pericolosa per il capitano dei biancoverdi.
Ma in testa l’accordo è inesistente e così, quasi nel tratto finale della salita verso l’Aprica, allungano in cinque: Lastras, Visconti, Frank, Bakelandts e Ulissi, ma poco dopo rientrano tutti. Nemmeno la discesa, pur affrontata dallo spagnolo della Movistar ad andatura sostenuta, riesce a far selezione nonostante dai 16 di partenza oramai siano rimasti in dieci.
Gli ultimi sei chilometri sono di pianura e Lastras prova ancora ad attaccare ai meno cinque ma chiude Taborre. L’azione decisiva arriva ai tremila metri dal traguardo con l’allungo di Bakelandts, chiuso da Ulissi e arrivano subito anche Lastras e Visconti, con dietro il solo Sivtsov che tiene alta l’andatura per guadagnare quanto più possibile nella generale. Si arriva così al lungo rettilineo di Tirano con le braccia alzate di Visconti non per festeggiare la vittoria ma per provare a spostare, con le cattive, Diego Ulissi di traiettoria. Il capitano della Farnese-Neri riuscirà a mettere il naso davanti ma, la giuria in diretta tv, lo squalifica aprendo al successo dell’uomo Lampre-ISD che riesce a tenere a bada la “remuntada” di Lastras. Appena dopo la linea del traguardo, il campione italiano è una furia. “Ho urlato dieci volte ad Ulissi ma mi ha buttato sulle transenne e non potevo evitarlo. Purtroppo era qualcosa da non fare, per di più per mano di un giovane che si è atteggiato in maniera sbagliata per tutto il giorno nel gruppetto”.
Da quel momento in poi, inizia un’altra gara: quella delle parole. Il primo ad andarci giù pesante è il ds della Farnese-Neri, Luca Scinto: “ha visto male il presidente di giuria” e la giornata-no per la squadra di San Baronto si chiude con l’incidente in macchina dello stesso Scinto. Poi tocca ad Ulissi dare la sua versione e quando fa l’ammissione di colpa alle verità di Visconti del suo comportamento (“è vero, ho fatto un po’ il furbetto durante la tappa”) scrosciano gli applausi per il corridore livornese.
Alla fine stretta di mano fra i due “protagonisti” di giornata e ci è sembrata un po’ meno fredda di quella fra Pisapia e la Moratti a Milano ma, si sa, che oramai conta soprattutto darsi la mano piuttosto che spiegarsi. Fa più audience, evidentemente.
Seppur nel modo meno nitido possibile, comunque, possiamo dire che oggi è nata la stella di Diego Ulissi. O meglio, il campioncino “Made in Livorno” si è riconfermato anche fra i professionisti dopo le grandi affermazioni da dilettante. Ha 22 anni, c’è tempo per crescere. E magari per vedere Giovanni Visconti che lo batte lealmente e di sole gambe nella prossima occasione di tete-a-tete.
Saverio Melegari