E’ SEMPLICEMENTE IL PIU’ FORTE
Nel primo giorno del trittico “santo” di questo Giro, Alberto Contador infligge un’altra bella botta sul morale degli avversari, arrivando quasi solo in cima al Grossglockner. Quel quasi è tutto per Jose Rujano che, dopo l’Etna, ritrova quella vittoria che lo fa tornare nell’olimpo degli scalatori.
Foto copertina: Contador solo al comando… a breve Rujano lo raggiungerà (foto Bettini)
Fa quasi tenerezza ascoltare la voce di Vincenzo Nibali pochi secondi dopo il traguardo. Ha un tono ed uno sguardo di un bambino che vorrebbe dire: “uffa, non mi riesce!”.
Non riesce a lui, così come a tutti gli altri, stare dietro a questo fenomeno che risponde al nome di Alberto Contador che, dopo una corsa in difesa e sfruttando il lavoro degli uomini dell’Euskaltel-Euskadi per Igor Anton, piazza il colpo decisivo ai meno otto dal traguardo e soltanto quello scricciolo di Jose Rujano (48 chilogrammi stamattina alla partenza, Cassani docet) al momento è sul suo stesso pianeta. Tutti gli altri molti gradini più in basso.
Tappa non troppo lunga, 167 chilometri, per l’unico sconfinamento all’estero di questo Giro con l’arrivo in Austria. Se ne vanno in 16: Lastras, l’ex rosa Weening, Kiserlovski, Sarmiento, Valls, Vicioso, Lewis, Losada, Nordhaug, Hoogerland, Noè, Nocentini, Kristoff, Meyer, Spezialetti e Samoilau. Quindi si tratta di un gruppetto ben fornito di gente che in salita ci sa andare, anche se in cima alla salita di Monte Croce Carnico sono in sei che allungano per prendersi il primo posto del Gpm e Lastras addirittura attacca scriteriatamente ad inizio discesa ma viene ripreso quasi subito. Gruppo tirato dagli uomini Saxo Bank ed anche un po’ di Euskaltel, in cima passano a 5’10”, in fondo alla discesa sono 4’25”.
Situazione che rimane tranquilla fino alla salita dell’Iselsbergpass quando davanti scatta Kiserlovski (Astana) con il gruppo che viaggia a 3’15” a cinquanta chilometri all’arrivo. Peggiora il tempo e già nella discesa iniziano a trovare asfalto bagnato.
Kiserlovski rimane solo davanti, buona andatura ma il gruppo tirato dai baschi recupera forte ed all’inizio della salita finale ha solo 2’35”, sfruttando al meglio un falsopiano di una decina di chilometri che taglia definitivamente le gambe al croato dell’Astana.
Durante l’ascesa peggiorano le condizioni meteorologiche e Kiserlovski non ne ha davvero più ed allora Sarmiento va al comando, seguito da Losada, Weening e Nordhaug con l’olandese che riprende il colombiano e provano ad andare avanti insieme, ma non hanno chance.
Il gruppo non sta a guardare ma viene su forte sulla spinta di baschi che vogliono portare Anton a lottarsi qualcosa di importante in questa giornata e Nieve spinge a fondo. Davanti l’ex leader della generale Weening non ce la fa più e dal gruppo esce Rujano con la reazione di Anton seguito subito da Contador.
Ai meno 10 ecco l’attacco di Scarponi ma subito si vede che la sua azione non è fluida come nei tempi migliori, tant’è che inizialmente Contador non reagisce e rimane nella scia di Masciarelli (che tira per Kreuziger). Appena ripreso il capitano della Lampre, ecco ancora Rujano mettere fuori il naso seguito da Scarponi, Contador e Nibali, mentre tutti gli altri iniziano già a picchettare.
Ma, ai meno otto e nel tratto più duro della salita, ecco il momento decisivo: la maglia rosa si muove in prima persona e diventa irresistibile per tutti. Nibali rimbalza subito, Scarponi dopo cento metri, mentre Rujano riesce a rientrare sullo spagnolo.
I due se ne vanno e li rivedranno solo dopo il traguardo, mentre dietro si forma un gruppetto con Scarponi, Nibali, Anton, Kreuziger, Arroyo e Menchov che cercano di limitare i danni. Quando la salita dura finisce, dietro si rallenta l’andatura e qualcuno riesce a rientrare, tant’è che in contropiede partono i due uomini dell’AG2R-La Mondiale, Dupont e Gadret, ai meno cinque dalla vetta austriaca e soltanto ai meno due prova ad uscire anche Anton.
La coppia in testa, invece, non dà segni di cedimento anche perché, rispetto all’Etna, Rujano riesce a fornire qualche cambio a Contador che, da leader e persona intelligente qual è, ai meno quattrocento metri fa il gesto eloquente con la mano per far passare il colombiano: tappa a Rujano, maglia sempre più rosa per “El Pistolero”. Bravo Gadret a non mollare mai ed a chiudere ad 1’27” dallo scalatore dell’Androni, mentre subito dietro ci sono il suo compagno Dupont, Igor Anton ed il gruppetto con quella poca d’Italia che lotta per il vertice ad 1’36” da Contador e, fra i “big”, si rivede davanti anche Denis Menchov.
In classifica generale, adesso lo spagnolo di Pinto ha 3’09” su Vincenzo Nibali, mentre tutti gli altri sono vicinissimi fra loro, visto che Scarponi ha sette secondi di ritardo dallo “Squalo dello Stretto”, Arroyo che è quarto ne ha nove dal capitano della Lampre e Kreuziger, a sua volta, ne ha altri quattro in più rispetto all’uomo Movistar.
Attenzione, però, a questo punto anche a Rujano: il suo Giro e le sue salite sono appena iniziate ed è vero che per il momento è fuori dalla top-10 ma Carrara, decimo a 4’30” da Contador, non è così lontano.
Domani tappa numero 14, la più devastante di questo Giro: da Lienz alla vetta del Monte Zoncolan con la novità del Crostis, duro in salita e molto complicato in discesa, prima dello stadio naturale friulano sui monti. Sarà spettacolo e, vedremo se sarà ancora solo e soltanto Contador e Rujano contro tutti.
Saverio Melegari