DEVASTANTE HORNER A SAN JOSE’
Il 39enne statunitense della Radioshack, sulla carta luogotenente del tre volte vincitore del Giro di California Leipheimer, fa il vuoto sulla Sierra Road, infligge 1′15” di distacco al suo capitano giunto 3° dietro a un ottimo Andy Schleck e ipoteca la vittoria finale.
Foto copertina: Horner all’attacco sulla salita finale (Mark Johnson/www.ironstring.com)
La quarta tappa del Giro di California, 131,6 km da Livermore a San Josè con gli ultimi 5,6 km in salita al 9,4% di pendenza media, era indubbiamente la più dura di quest’edizione insieme a quella di Mount Baldy che verrà affrontata nel penultimo giorno e non ha deluso le attese. La fuga di giornata è stata portata avanti dal campione del mondo Hushovd (Garmin) insieme a Boom (Rabobank), Pedersen (Leopard), Bertogliati (Team Type 1), Routley (Spidertech), Jacques-Maynes e Vennell (Bissell Cycling), Loutit (Jelly Belly), Anthony (Kelly Benefit) e Stemper (Kenda) che hanno scollinato in testa sulle prime tre ascese di giornata.
La corsa si è accesa lungo le rampe di Mount Hamilton, 6,8 km all’8,4%, quando la Radioshack ha imposto con Busche, Muravyev e Zubeldia un ritmo molto sostenuto andando a riprendere tutti i fuggitivi, con Vennell ultimo ad arrendersi, e riducendo a una trentina di unità il gruppo dei migliori, del quale in vetta non facevano più parte tra gli altri Phinney (BMC), la maglia gialla Henderson (Sky) e tutti gli altri velocisti ma anche uomini più attrezzati per la salita come Wegelius (UnitedHealtCare) e soprattutto Fuglsang (Leopard). Lungo la successiva discesa sono scattati Hesjedal (Garmin) e Martens (Rabobank) che sono rimasti al comando fino all’inizio della salita finale con circa 50” di vantaggio sul gruppo guidato sempre dagli uomini della Radioshack.
Sulle prime rampe della Sierra Road Hesjedal è rimasto solo al comando mentre dietro, una volta esauritosi il lavoro dei compagni di squadra, Horner ha accelerato a poco più 4 km dal traguardo con il solo Leipheimer in grado di rimanergli a ruota mentre al loro inseguimento rimanevano Van Garderen (HTC), Danielson (Garmin), un già brillante Andy Schleck (Leopard) e il redivivo Sutherland (UnitedHealtCare) che dopo un avvio di carriera molto promettente nella Rabobank aveva abbandonato il ciclismo europeo per andare a correre negli Stati Uniti; qualche centinaio di metri dopo però neppure Leipheimer è riuscito a reggere il ritmo di Horner che si è involato verso il traguardo di San Josè mentre il suo compagno veniva riassorbito dal gruppetto degli inseguitori insieme a Hesjedal, che era stato nel frattempo raggiunto, e più indietro inseguivano Gerdemann (Leopard), Ten Dam (Rabobank), Vandevelde (Garmin) e Morabito (BMC).
Horner ha continuato ad aumentare il vantaggio fino al traguardo imponendosi con 1′15” su Andy Schleck, scattato nel finale per regolare allo sprint Sutherland e Leipheimer; ottima la prova di squadra della Garmin con Danielson 5° a 1′22”, Vandevelde 6° a 1′29”, Hesjedal che malgrado la lunga fuga ha tenuto bene terminando 7° a 1′36” e Talansky e Daniel Martin 9° e 11° a 1′50” in compagnia di Gerdemann (Leopard); 8° a 1′45” è giunto invece Ten Dam mentre hanno perso terreno nel finale Van Garderen e Morabito rispettivamente 12° e 13° a 2′05” e 2′27”. Ottima prova su un percorso non adatto ai suoi mezzi per Sagan (Liquigas) 16° a 2′50” mentre il nostro Caruso (Liquigas) è giunto 18° a 3′04”; distacchi pesanti invece per il già citato Fuglsang, 54° a 12′27”, e per il terzo dell’ultima Vuelta Peter Velits (HTC), 42° a 8′14”.
In classifica generale Horner comanda con 1′15” su Leipheimer, 1′22” su Danielson, 1′29” su Vandevelde e 1′30” su Sutherland e Andy Schleck che pagano i 15” persi nella prima frazione a Sacramento. La quinta tappa, 223,6 km da Seaside a Paso Robles, presenta un percorso frastagliato apparentemente più adatto a una fuga da lontano che a un arrivo allo sprint ma l’attenzione si sposta già sulla sesta, una crono pianeggiante di 24 km da Solvang a Solvang.
Marco Salonna