I SUOI PICCOLI GRANDI GIRI
Dopo essersi assicurato la Tirreno-Adriatico all’ultimo metro della cronometro, Cadel Evans si ripete anche al Giro di Romandia. La prova contro il tempo di Signal de Bougy se l’aggiudica David Zabriskie, ma l’ex iridato balza al comando della generale e Pinotti, invece, rimane fuori dal podio.
Foto copertina: Evans lanciato verso il Signal de Bougy e verso la maglia di leader del Romandia 2011 (foto AFP)
Non si può certo dire, pur senza stupire come nel suo stile, che la stagione di Cadel Evans sia stata negativa fino a questo momento. Non avrà vinto una classica “Monumento” come successo nel 2010 in cima al muro di Huy e con la maglia iridata cucita addosso, ma in questo 2011 standosene sornione e dando un’accelerata soltanto a Macerata per sfiancare gli avversari, si è già portato a casa due medie corse a tappe: Tirreno-Adriatico e Giro di Romandia. Sarà poco? Sarà tanto? Qualcosa è senz’altro.
Nella quinta tappa elvetica, tutti sapevano che il favorito per balzare in testa alla classifica generale era lui: 4° con 42” di ritardo dal leader Pavel Brutt prima di lanciarsi nei venti chilometri da Aubonne a Signal de Bougy, conoscendo le “non” qualità contro il tempo dell’uomo Katusha, c’era da aspettarsi un epilogo del genere. Unici probabili antagonisti? Tony Martin, Vinokourov e Pinotti, casualmente quelli che adesso sono rispettivamente secondo, terzo e quarto nella generale.
Brutt, generoso dopo la fuga del primo giorno che gli ha consentito di stare in maglia gialla quasi fino a Ginevra, paga 2’25” dal vincitore di tappa David Zabriskie (ma di lui ne parliamo dopo) ma soprattutto più di un minuto sui big che lo scavalcano facendolo retrocedere fino all’ottavo posto.
Evans si è difeso discretamente e dovrà guardarsi da eventuali imboscate nell’ultima tappa di oggi che però dovrebbe sorridere ai velocisti: per lui sarebbe il bis su queste strade dopo il Romandia conquistato nel 2006. L’australiano è riuscito a stringere i denti dal tentativo di assalto di Tony Martin che, però, aveva pagato troppo nella seconda tappa (quella vinta da Cunego) dagli altri “big” e quindi all’ex campione del mondo, nonostante abbia perso 18” nei venti chilometri a cronometro, ne sono rimasti altrettanti alla vigilia dell’ultima tappa. Un po’ piano, ma si sapeva anche questo, è andato Alexandre Vinokourov che, per un solo secondo, ha perso il secondo gradino del podio proprio a discapito di Tony Martin: non siamo al Tour e magari oggi starà tranquillo perché in fondo un secondo o un terzo posto non gli cambia la vita, ma mai dire mai…
Ai piedi del podio ci finisce Marco Pinotti: dall’ingegnere dell’HTC, in una prova del genere, ci si poteva aspettare di più del 14° posto di tappa a 1’03” da Zabriskie e, fra quelli che lo precedono, è riuscito a recuperare qualcosa soltanto a Vinokourov (undici secondi). La top-5 della generale è chiusa dal basco Intxausti a 41” da Evans, mentre come detto Brutt è scivolato in ottava posizione e Damiano Cunego, alla fine oltre il settantesimo posto a 2’09” dall’uomo Garmin-Cervelo, adesso è sedicesimo. Appena meglio ha fatto Ivan Basso (tutta questa gente sta lavorando in ottica Tour de France) chiudendo a 1’53”.
Ma, appunto, Zabriskie. L’americano ha volato in questa frazione, coperta in 27’57” e lanciandosi in una lotta all’ultimo secondo con un Richie Porte che si presenta con le migliori credenziali in vista del Giro d’Italia che parte fra sei giorni: il tasmano della Saxo Bank è arrivato a due soli secondi di distanza da Zabriskie dimostrando una condizione invidiabile e pronto a dare ancora battaglia. E’ vero che, probabilmente, sarà il fido scudiero di Contador al Giro, ma non è detto che qualche sorpresa la possa riservare. Il podio di tappa è completato da un Lieuwe Westra che quando c’è da menare rapportoni non si tira mai indietro che ha chiuso a 14” da Zabriskie, precedendo di quattro secondi un altro specialista come Bradley Wiggins: ma qui stiamo parlando di tutta gente fuori classifica.
Oggi l’epilogo, da Champagne a Ginevra, per velocisti. Vinokourov permettendo.
Saverio Melegari