ALLORA SAI SEMPRE VINCERE!
Nella seconda frazione in linea del Giro di Romandia, il successo va ad uno strepitoso Damiano Cunego che sull’erta finale di Romont stacca tutti e vince per distacco la volata su Evans e Vinokourov. Il leader Brutt resiste, perde 1’20” ma è sempre in testa alla generale.
Foto copertina: Cunego esulta sul traguardo di Romont (foto AFP)
Parliamoci chiaro: una vittoria in una frazione del Giro di Romandia non potrà certo cancellare di botto la deludente “Settimana Santa” nelle Ardenne di Damiano Cunego, ma andare a prendersi una vittoria fa sempre bene. Se poi arriva il giorno seguente ad una tappa dove in salita aveva già dimostrato di essere il più veloce e nello sprint finale si mette dietro un iridato come Cadel Evans ed un fenomeno come Vinokourov, allora il successo del capitano della Lampre-Isd a Romont assume ancora maggiore significato.
Una frazione, questa seconda del Romandia, nemmeno fin troppo lunga, ma piena di colpi a sorpresa e di scatti. I primi a provarci, agevolati da un percorso che non è da tappa alpina ma dove ci sono salitele e strappetti a non finire, sono Seeldrayers, Rolland, Gusev e Perez ma il gruppo li tiene sott’occhio e al 70° chilometro sono di nuovo tutti uniti.
A fare la differenza ci pensa la discesa di Esmonts con Kern che riesce nell’allungo seguito quasi subito da Bouet: i due trovano l’accordo, dietro Katusha e Lampre non si spremono più di tanto per inseguire, ed a cinquanta dalla fine trovano il massimo vantaggio con 2’55”. Un po’ di caldo ed una condizione non ottimale costano la fuga alla coppia al comando che viene ripresa ai meno venti dalla fine e, sulla salita del Gibioux, si scatena la bagarre quando il gruppo capisce che la maglia gialla Pavel Brutt, come ampiamente prevedibile, va in difficoltà sulle prime rampe insidiose. Il primo a metterlo alla prova, allora, è Tony Martin inseguito da Szmyd ed in cima alla salita il leader della generale, scortato da Karpets, ha già 48” di ritardo ma, dalla sua, ha 16 chilometri di pianura che gli consentono di rientrare.
Negli ultimi sette chilometri, a ripetizione, ci provano un po’ tutti da Cioni a Danielson, passando per Txurruka ed anche Cunego. Ed è proprio Cioni, assieme a Rui Costa, Millar e Cherel a dare la sensazione che ai meno quattro la tappa si possa decidere, soprattutto quando lo scozzese della Garmin saluta la compagnia e prova ad involarsi verso Romont. Ma l’erta finale respinge quasi tutti, in modo che il gruppetto con i più forti possa rientrare su Millar e quando, una volta di nuovo insieme, è Cadel Evans a forzare il ritmo non sembrano esserci chance per gli altri.
Ma, nonostante un Vinokourov generoso come al solito, il più in forma è il Piccolo Principe che si alza sui pedali come ai bei tempi, recupera qualche metro di svantaggio e salta proprio nel finale Evans staccandolo addirittura di 2” nello sprint conclusivo e cogliendo il secondo successo stagionale dopo la tappa “liberatoria” al Giro di Sardegna. Sul gradino più basso del podio Vinokourov che apre la strada al gruppetto che ha chiuso a 2” dal capitano della Lampre con il quarto posto di Rui Costa, il nono di Menchov ed il 17° di Marco Pinotti, mentre Basso chiude a 30” e va decisamente peggio al leader Pavel Brutt che lascia per strada 1’20” nei confronti di Damiano Cunego. Per sua fortuna, però, sull’arrivo di Leysin ne aveva guadagnati ancora di più e per un altro giorno la maglia di leader rimane in casa Katusha, con il russo che adesso ha 38” di vantaggio sull’uomo di Cerro Veronese, 42” su Evans e Vinokourov che precedono Gorka Verdugo a chiudere la top-5.
Domani terza tappa con arrivo a Neuchatel dopo una nuova giornata sulle montagne russe. Per ora Cunego ha detto che lui e la squadra sono contenti così, ma a questo punto visto che tanto il Giro d’Italia lo guarderà in televisione perché tirarsi indietro: la Lampre lo deve aiutare per provare a vincere questo Giro di Romandia che, visto l’attuale stato di forma, può davvero essere alla sua portata.
Saverio Melegari