BRUTT MA VINCENTE A LEYSIN, IL GRUPPO SI SVEGLIA TARDI
Secondo successo stagionale per il russo della Katusha che approfitta del troppo spazio lasciato dal plotone e sull’ascesa finale stacca i compagni di fuga Kvachuk, Samoilau e Bobridge e ipoteca il Giro di Romandia conquistando la maglia gialla di leader con oltre 2′ di vantaggio su tutti gli uomini di classifica regolati da un brillante Cunego. Bene in ottica Giro d’Italia Pinotti e Menchov, in ritardo Basso e Kreuziger
Foto copertina: Brutt solo al traguardo di Leysin (foto AFP)
Secondo successo stagionale per il russo della Katusha che approfitta del troppo spazio lasciato dal plotone e sull’ascesa finale stacca i compagni di fuga Kvachuk, Samoilau e Bobridge e ipoteca il Giro di Romandia conquistando la maglia gialla di leader con oltre 2′ di vantaggio su tutti gli uomini di classifica regolati da un brillante Cunego. Bene in ottica Giro d’Italia Pinotti e Menchov, in ritardo Basso e Kreuziger
La seconda tappa, la più dura di questo Giro di Romandia con l’arrivo in salita a Leysin dove si erano imposti nel 2006 Contador e nel 2002 Zuelle, è stata caratterizzata dal maltempo che ha causato diverse cadute, la più grave delle quali quella di Daniele Bennati che ha subito una frattura della clavicola destra e sarà dunque costretto a saltare il Giro d’Italia. Al km 6 è nata la fuga che ha caratterizzato la tappa con l’australiano Bobridge (Garmin), l’ucraino Kvachuk (Lampre), il russo Brutt (Katusha) e il bielorusso Samoilau (Movistar) che hanno guadagnato fino a 12′ rispetto a un gruppo tirato senza troppa convinzione dalla BMC di Evans e Morabito, recentemente 4° al Giro del Trentino, dall’Astana di Vinokourov e Kreuziger e dalla Liquigas di Basso e Szmyd mentre erano assenti dalle prime posizioni gli Euskaltel della maglia gialla Castroviejo. In vetta al Col du Pillon, ascesa non durissima anche se contrassegnata come GPM di 1a categoria che terminava a 22 km dalla conclusione, il vantaggio dei 4 battistrada, tra cui Bobridge iniziava a dare segni di cedimento, era ancora di 5′ ed è apparso evidente che non sarebbero più stati ripresi viste le qualità in salita di Samoilau, spesso nei 10 in tappe di montagna del Giro, e dello stesso Brutt molto cresciuto in questa stagione.
All’inizio della salita finale verso Leysin proprio Samoilau, fin lì rimasto a lungo sulle ruote, ha tentato quella che sembrava l’azione decisiva ma è stato raggiunto e superato dapprima da Brutt che si è involato verso il successo e nel finale anche da Kvachuk, giunto al traguardo 2° a 56” con il bielorusso 3° a 1′15” e Bobridge 4° a 1′23”. Dietro si accendeva finalmente la battaglia tra i big dapprima con un timido tentativo di Gerdemann (Leopard) e poi con il forcing della BMC che ha lanciato Morabito cui hanno risposto brillantemente Intxausti (Movistar) e Cunego che ha tentato anche di andarsene in prima persona. Non c’è stata in ogni caso grande selezione e al traguardo si è presentato un gruppetto di 21 corridori regolato dal corridore di Cerro Veronese che nel finale ha guadagnato qualche metro sugli altri chiudendo 5° a 1′59” con Intxausti 6° a 2′01”, un Evans inatteso a questi livelli al suo rientro 7° a 2′03” e il britannico Froome 8° a 2′05” insieme ad altri atleti tra cui il campione uscente Spilak (Lampre), Vinokourov, Morabito, Zaugg (Leopard), Brajkovic (Radioshack), Gadret (AG2R) e i ritrovati Pinotti (HTC) e Menchov (Geox) che lanciano segnali importanti in vista del Giro dopo aver deluso nel prologo. Per quanto riguarda gli altri uomini di classifica Cioni (Sky) ha chiuso 26° a 2′17”, Gerdemann 30° a 2′36” in compagnia di Martin (HTC) e Kashechkin (Lampre), Castroviejo e Possoni (Sky) 39° e 40° a 2′47”, un Basso comunque già annunciato in non buone condizioni di forma 47° a 3′03”, Zubeldia (Radioshack) 49° a 3′07”, Porte (Saxo Bank) 57° a 3′28”, Karpets (Katusha) 65° a 3′38” e Kreuziger (Astana), che probabilmente ha scelto di non forzare per via del maltempo, addirittura 79° a 5′31” in un gruppetto di cui facevano parte anche Wiggins (Sky) e Roche (AG2R): la notizia peggiore per il ceco è però il ritiro del compagno Kiserlovski che soffre ancora per i postumi di una caduta alla Parigi-Nizza e sarà probabilmente costretto a saltare anche il Giro d’Italia.
In classifica generale Brutt comanda con 1′ su Kvachuk, 1′22” su Samoilau, 1′31” su Bobridge, 2′04” su Vinokourov e Verdugo (Euskaltel), 2′06” su Evans, 2′08” su Morabito e Cunego e 2′09” su Intxausti, Zaugg e Weening (Rabobank). La seconda tappa, 171,8 km da Romont a Romont con il Col de Gibioux a 16 km dalla conclusione e l’ultimo km in salita con una pendenza del 7%, dovrebbe vedere nuovamente gli uomini di classifica darsi battaglia e un Cunego con buone chances di centrare il terzo successo stagionale.
La seconda tappa, la più dura di questo Giro di Romandia con l’arrivo in salita a Leysin dove si erano imposti nel 2006 Contador e nel 2002 Zuelle, è stata caratterizzata dal maltempo che ha causato diverse cadute, la più grave delle quali quella di Daniele Bennati che ha subito una frattura della clavicola destra e sarà dunque costretto a saltare il Giro d’Italia. Al km 6 è nata la fuga che ha caratterizzato la tappa con l’australiano Bobridge (Garmin), l’ucraino Kvachuk (Lampre), il russo Brutt (Katusha) e il bielorusso Samoilau (Movistar) che hanno guadagnato fino a 12′ rispetto a un gruppo tirato senza troppa convinzione dalla BMC di Evans e Morabito, recentemente 4° al Giro del Trentino, dall’Astana di Vinokourov e Kreuziger e dalla Liquigas di Basso e Szmyd mentre erano assenti dalle prime posizioni gli Euskaltel della maglia gialla Castroviejo. In vetta al Col du Pillon, ascesa non durissima anche se contrassegnata come GPM di 1a categoria che terminava a 22 km dalla conclusione, il vantaggio dei 4 battistrada, tra cui Bobridge iniziava a dare segni di cedimento, era ancora di 5′ ed è apparso evidente che non sarebbero più stati ripresi viste le qualità in salita di Samoilau, spesso nei 10 in tappe di montagna del Giro, e dello stesso Brutt molto cresciuto in questa stagione.
All’inizio della salita finale verso Leysin proprio Samoilau, fin lì rimasto a lungo sulle ruote, ha tentato quella che sembrava l’azione decisiva ma è stato raggiunto e superato dapprima da Brutt che si è involato verso il successo e nel finale anche da Kvachuk, giunto al traguardo 2° a 56” con il bielorusso 3° a 1′15” e Bobridge 4° a 1′23”. Dietro si accendeva finalmente la battaglia tra i big dapprima con un timido tentativo di Gerdemann (Leopard) e poi con il forcing della BMC che ha lanciato Morabito cui hanno risposto brillantemente Intxausti (Movistar) e Cunego che ha tentato anche di andarsene in prima persona. Non c’è stata in ogni caso grande selezione e al traguardo si è presentato un gruppetto di 21 corridori regolato dal corridore di Cerro Veronese che nel finale ha guadagnato qualche metro sugli altri chiudendo 5° a 1′59” con Intxausti 6° a 2′01”, un Evans inatteso a questi livelli al suo rientro 7° a 2′03” e il britannico Froome 8° a 2′05” insieme ad altri atleti tra cui il campione uscente Spilak (Lampre), Vinokourov, Morabito, Zaugg (Leopard), Brajkovic (Radioshack), Gadret (AG2R) e i ritrovati Pinotti (HTC) e Menchov (Geox) che lanciano segnali importanti in vista del Giro dopo aver deluso nel prologo. Per quanto riguarda gli altri uomini di classifica Cioni (Sky) ha chiuso 26° a 2′17”, Gerdemann 30° a 2′36” in compagnia di Martin (HTC) e Kashechkin (Lampre), Castroviejo e Possoni (Sky) 39° e 40° a 2′47”, un Basso comunque già annunciato in non buone condizioni di forma 47° a 3′03”, Zubeldia (Radioshack) 49° a 3′07”, Porte (Saxo Bank) 57° a 3′28”, Karpets (Katusha) 65° a 3′38” e Kreuziger (Astana), che probabilmente ha scelto di non forzare per via del maltempo, addirittura 79° a 5′31” in un gruppetto di cui facevano parte anche Wiggins (Sky) e Roche (AG2R): la notizia peggiore per il ceco è però il ritiro del compagno Kiserlovski che soffre ancora per i postumi di una caduta alla Parigi-Nizza e sarà probabilmente costretto a saltare anche il Giro d’Italia.
In classifica generale Brutt comanda con 1′ su Kvachuk, 1′22” su Samoilau, 1′31” su Bobridge, 2′04” su Vinokourov e Verdugo (Euskaltel), 2′06” su Evans, 2′08” su Morabito e Cunego e 2′09” su Intxausti, Zaugg e Weening (Rabobank). La seconda tappa, 171,8 km da Romont a Romont con il Col de Gibioux a 16 km dalla conclusione e l’ultimo km in salita con una pendenza del 7%, dovrebbe vedere nuovamente gli uomini di classifica darsi battaglia e un Cunego con buone chances di centrare il terzo successo stagionale.
Marco Salonna