LA ROUTE DE DION
Un’azione di forza nel finale e da sette si sono ridotti in due. Sotto i colpi del francese Dion hanno ceduto tutti gli attaccanti e nulla ha potuto nemmeno l’unico ardimentoso rimasto agganciato all’uomo di testa: è stato il transalpino ad imporsi nella 16a edizione della “piccola” corsa francese, gara immersa tra i più blasonati impegni della “settimana santa” del ciclismo.
Foto copertina: l’arrivo del francese Dion sul traguardo di Vitrè (foto Fabrice Lambert)
Anche se l’attenzione è rivolta alla cosiddetta “settimana santa” del ciclismo, si pedala anche altrove, con starting list che, purtroppo per gli appassionati, non sono di primo piano.
Nulla toglie, però, agli sforzi degli organizzatori e alla fatica dei protagonisti.
Oggi, per esempio, nei dintorni di Vitré (Francia) si è disputata la 16a edizione della Route Adélie de Vitré, gara che in passato è stata conquistata anche dall’italiano Daniele Contrini e da corridori di primo pian come il francese Laurent Brochard.
La starting list non comprendeva le cosiddette stelle di prima grandezza, ma presentava comunque alcuni interessanti interpreti dello sport del pedale e qualche reduce del Critérium International.
La conclusione della giornata ciclistica ha visto la vittoria di Renaud Dion (Bretagne Schuller) che ha avuto la meglio nel duello a due con Gianni Meersman (FDJ), presentatisi insieme sulla linea d’arrivo.
Il terzo posto del podio è stato occupato da Steven Tronet (Roubaix Lille Métropole), giunto dopo 3” dai primi e con un margine di 2” su un terzetto formato da Nicolas Vogondy (Cofidis), Guillaume Levarlet (Saur Sojasun) e Mathieu Drujon (Big Mat Auber 93).
La prova francese si snodava su un percoso di poco inferiore ai 200 Km, strutturato su due circuiti, Il primo di 21,1 km da ripetere 6 volte e il secondo di 8,9 Km da ripetere 10 volte.
In questa arena, con il numeroso pubblico transalpino a contatto dei protagonisti, i primi ad avere l’onore della cronaca sono stati Oleg Chuzhda (Caja Rural), Johan Chaves Rubio (Colombia es Pasion), Evaldas Siskevicius (La Pomme Marseille), Martial Roman (Atlas Personal) et Morten Knudsen (Team Differdange), capaci di involarsi dopo pochi chilometri e di guadagnare fino a un massimo di 7’ prima di vedersi risucchiati da un gruppo di contrattaccanti formato da Julien Loubet (AG2R), Cyril Bessy (Saur), Julien Fouchard (Cofidis), Laszlo Bodrogi (Type 1), Gianni Meersman (FDJ), Tony Hurel (Europcar), Johan Mombaerts (Big Mat), Julien Antomarchi (La Pomme Marseille) e Wilco Kelderman (Rabobank).
Dopo questo congiungimento e il grosso del plotone ancora a tiro dei fuggitivi, la corsa è continuata su questa falsariga con il gruppetto in testa che ora aumentava e ora diminuiva arrivando nelle fasi finali forte di 7 unità: Renaud Dion (Bretagne Schuller), Guillaume Levarlet e Jean-Marc Marino (Saur Sojasun), Nicolas Vogondy (Cofidis), Gianni Meersman (FDJ), Mathieu Drujon (Big Mat Auber 93), Steven Tronet (Roubaix Lille Métropole).
Questo drappello si è disgregato sotto l’azione del vincitore, autore di una prova di forza negli ultimissimi chilometri e capace anche di recuperare sul gruppo di testa quando mancavano poco più di 45km al termine.
Mario Prato