CADONO TUTTI AI SUOI PIEDI
Alla vigilia sembrava dovesse correre in difesa per non perdere troppi secondi. Ed invece Cadel Evans stupisce tutti a Macerata andandosi a prendere una splendida vittoria di tappa che gli consente di rafforzare il suo primato in classifica. Il bocciato di giornata, invece, è Scarponi che ci ha provato in tutti i modi senza però arrivare a qualcosa. Domani si chiude con la crono.
Foto copertina: Evans svetta sul traguardo di Macerata (foto Bettini)
Giro d’Italia 2002, tappa con arrivo a Folgaria-Passo Coe. Un giovane australiano, quel giorno in maglia Rosa, arranca in maniera mai vista nel ciclismo moderno sulle rampe della salita trentina, non proprio irresistibile, perdendo minuti su minuti, facendosi soffiare il simbolo del primato da Paolo Savoldelli e destando una cattiva impressione agli esperti.
A distanza di nove anni, con diversi piazzamenti al Tour ed un Mondiale vinto di mezzo, quell’australiano che risponde al nome di Cadel Evans si riprende la rivincita sul suolo italico. E’ vero che aveva trionfato l’anno scorso a Montalcino ma lì fu più gara da mountain bike che con le bici da corsa.
E così il capitano della BMC si prende la sesta tappa di questa Tirreno, 178 chilometri da Ussita a Macerata, e forse si prende anche una bella fetta di maglia blu che verrà assegnata domani con la crono di San Benedetto del Tronto comunque aperta a tutte le variabili. Ci ha soltanto provato, invece, Michele Scarponi che ha messo alla frusta tutta la squadra, menzioni particolari per Mori e Niemec, ha fatto sfogare un Damiano Cunego ancora superstar, nonostante la foratura ai -24, ha provato a fare la differenza sulla rampa di Borgo San Giuliano ma, nel salire verso il centro storico di Macerata, non è riuscito a trovare lo spunto vincente per riprendere Evans e Visconti chiudendo al terzo posto.
La sintesi della tappa è tutta qui. Prima c’era stato il tentativo di Grabsch (HTC-Columbia) e Bozic (Vacansoleil) ripresi a 16 chilometri dall’arrivo sotto la spinta della Lampre-ISD. I piani dei fucsia si scompaginano leggermente quando Cunego fora e Malori è costretto ad aspettarlo, sprecando ovviamente un po’ di energie. Assalto di Niemec al penultimo passaggio dal Gpm a 500 metri dal traguardo (punte anche al 19% e spettacolo assicurato come già successo anche lo scorso anno) per spianare la strada ad uno Scarponi che vuole anche gli abbuoni del traguardo volante. Solo che i Lampre fanno male i conti ed il marchigiano passa per secondo, prendendosi comunque 2” di abbuono.
L’ultimo giro è all’arma bianca con l’allungo di Velits (HTC) ed una Farnese-Neri pancia a terra per portare in testa un Giovanni Visconti che vuole lasciare il segno in questa Tirreno. Ai meno quattro le redini del gioco passano sulle spalle della BMC per Evans, con Ballan ed Hincapie encomiabili, ma è sulla salita a due chilometri dall’arrivo che inizia a scalpitare Damiano Cunego per spianare la strada al suo capitano: 400 metri a tutti e Scarponi si lancia inseguito da Gilbert e Di Luca ma il gruppo si ricompatta prima di Borgo San Giuliano con Madrazo (Movistar) che mette il naso avanti ma ha possibilità pari a zero. Scarponi apre di nuovo l’acceleratore, Gilbert sembra resistergli ma il belga si pianta e crea il buco; sul marchigiano allora si riporta un bravo Nibali, con Evans e Garzelli. I 250 metri di pianura prima della rampa per entrare nel centro storico di Macerata ricompattano di nuovo il gruppo e l’ultima curva viene presa in testa da Visconti che, per qualche secondo, fa a sportellate con Evans che lo sopravanza ai duecento finali e l’ex campione del mondo diventa imprendibile. Visconti riesce a mantenere la piazza d’onore davanti a Scarponi, Nibali, Basso, Poels (stupisce ogni giorno di più), Garzelli e Gesink.
Nella generale l’australiano prova ad allungare ed adesso ha 9” su Scarponi, 12” su Basso e 15” su Gesink. Sarà una bella lotta nei 9 chilometri di cronometro di domani sulla Riviera delle Palme. Anche se il capitano della BMC parte favorito con Savoldelli che, a distanza di nove anni, se lo vedrà accanto in moto e non più allontanarsi in salita portandogli via il sogno della maglia Rosa. Il bello del ciclismo è anche questo.
Saverio Melegari