CASTELRAIMONDO, GILBERT SUL FILO DI LANA
Finale emozionante nella cittadina marchigiana con i fuggitivi Malacarne e Amador ripresi a 200 metri dall’arrivo e il belga che la spunta in volata davanti a Poels e Cunego. Evans strappa la maglia azzurra a Gesink in una classifica cortissima che vede i primi 5 nello spazio di 5” quando mancano due tappe alla conclusione della Tirreno-Adriatico.
Foto copertina: Gilbert primo a Castelraimondo (foto Bettini)
Immediato riscatto di Philippe Gilbert. Il fuoriclasse vallone, che a Chieti era stato costretto alla resa dall’azione di Scarponi, conquista una vittoria che sembrava inverosimile a poche centinaia di metri dal traguardo quando Malacarne (Quick Step) e Amador (Movistar), ultimi superstiti di una lunghissima fuga, avevano ancora 10” di vantaggio: nel finale ai due battistrada sono mancate le gambe e nel falsopiano verso il traguardo di Castelraimondo sono stati raggiunti prima da Poels (Vacansoleil) e poi da Gilbert che l’ha spuntata davanti all’olandese e a un ancora brillante Cunego (Lampre). L’australiano Evans (BMC) conquista la maglia azzurra di leader a discapito di Gesink (Rabobank), andato in difficoltà sullo strappo di Gagliole a 6 km dal traguardo.
Dopo quella di Chieti era in programma un’altra maratona, 244 km dal capoluogo abruzzese a Castelraimondo resi durissimi dal maltempo, che per la prima volta ha accompagnato i corridori dall’inizio della Tirreno-Adriatico, oltre che dalle diverse salite a partire dal Sassotetto, 14 km al 7,6% di pendenza media, da superare a 85 km dalla conclusione. Dopo soli 7 km è partita la fuga a 5 che ha caratterizzato tutta la tappa con il costaricano Amador (Movistar), il tedesco Wegmann (Leopard), l’australiano Hayman (Sky), l’olandese Mouris (Vacansoleil) e il veneto Malacarne (Quick Step), che hanno guadagnato un vantaggio massimo di 11′ finchè gli uomini di Lampre, BMC e Farnese Vini non hanno rilevato quelli della Rabobank in testa al gruppo: in vetta al Sassotetto il vantaggio dei fuggitivi, rimasti in 4 per il cedimento di Mouris, si era ridotto a 6′ su un plotone di una sessantina di unità di cui non facevano più parte tra gli altri Cancellara (Leopard), Hushovd (Garmin) e Pozzato (Katusha).
Nei km successivi il gruppo faticava a recuperare per via dello sfaldamento delle squadre che inseguivano e aumentavano dunque le chances dei fuggitivi, che al primo passaggio sul traguardo di Castelraimondo a 26 km dal traguardo avevano ancora 3′05” di vantaggio: sullo strappo di Castel Santa Maria davanti sono rimasti i soli Malacarne e Amador che però invece di collaborare hanno continuato per una decina di km a scattarsi in faccia perdendo secondi che alla fine si riveleranno fatali nei confronti del gruppo, dal quale nel frattempo avevano perso contatto anche Bennati e Andy Schleck (Leopard), Freire (Rabobank) e Rodriguez (Katusha).
La battaglia tra i big si è accesa sull’ultimo strappo di giornata, quello di Gagliole, 800 metri con punte al 14%, a 6 km dalla conclusione: a fare la differenza è stato un sempre più brillante Di Luca (Katusha) con a ruota Scarponi e Cunego, sui quali si sono portati sulla successiva discesa dapprima Evans e Poels, poi Nibali (Liquigas), Lovkvist (Sky) e Gilbert e infine Basso (Liquigas), Pinotti (HTC) e Machado (Radioshack) mentre la maglia azzurra Gesink, andato in difficoltà lungo l’ascesa in compagnia del campione italiano Visconti (Farnese Vini) falliva di un soffio l’aggancio.
Il gruppetto dei migliori non ha trovato un grande accordo e prima Nibali e poi Scarponi e Pinotti hanno tentato l’allungo ma in ogni caso il distacco da Malacarne e Amador si è ridotto a 10” a 1 km dall’arrivo: sembrava che i due potessero comunque giocarsi la vittoria ma i 237 km di fuga e il finale in leggera ascesa ha tagliato loro le gambe e a 200 metri sono stati raggiunti da Poels, incapace però a sua volta di resistere al guizzo finale di Gilbert che lo ha superato negli ultimi 20 metri è si è imposto davanti all’olandese e a Cunego, apparso il più forte di giornata ma partito in ritardo al momento dello sprint. 4° ha chiuso Di Luca subito davanti agli sfortunati Amador e Malacarne e 7° a 2” Machado che ha regolato nell’ordine Scarponi, Lovkvist, Nibali, Basso, Evans e Pinotti mentre Visconti e Gesink hanno accusato un ritardo di 17”. Più indietro tra gli altri Garzelli a 27”, Flecha e un comunque positivo Gatto a 37” e Nocentini e Ballan a 1′06”. Da segnalare infine i ritiri di Paolini (Katusha) e Boasson Hagen (Sky) che già avevano accusato un forte ritardo nella tappa di Chieti.
La lotta per la vittoria finale è ancora apertissima con Evans nuovo leader con 2” su Basso, 3 su Cunego, 5 su Scarponi e Gesink, 12 su Nibali e 23 su Gilbert. La sesta tappa, 178 km da Ussita a Macerata anch’essa con tantissimi strappi e gli ultimi 3 km tutti all’insù con punte del 18%, potrà nuovamente rimescolare le carte in attesa della crono conclusiva di San Benedetto del Tronto.
Marco Salonna