ANCHE HAEDO SA FARE IL FENOMENO

marzo 12, 2011
Categoria: News

Dopo il terzo posto di Indicatore, Juan Jose Haedo fa sorridere l’argentina e Bjarne Riis cogliendo una delle vittorie più importanti della sua carriera. Il velocista della Saxo Bank sfrutta involontariamente il lavoro di Hushovd per Farrar e vince abbastanza facile a Perugia. Un successo che lo fa balzare al secondo posto della generale, dietro l’americano.

Foto copertina: Haedo primo a Perugia (foto Bettini)

“Don’t cry for me Argentina, it’s my time!”. Sono queste le note che suonano dentro il corpo di Juan Jose Haedo dopo aver centrato il successo di tappa nella terza frazione della Tirreno-Adriatico versione 2011. Un’altra tappa strana e movimentata, resa ancora più interessante dalla salitella per arrivare nel centro storico di Perugia che è servita da trampolino di lancio per tutti quelli che volevano provare a non arrivare in volata. Ma è stata altrettanto interessante grazie al super-lavoro del campione del mondo Thor Hushovd per il compagno Farrar: vedremo se fra sette giorni in quel di Sanremo le parti saranno sempre le stesse, si invertiranno oppure ognuno farà corsa per conto suo.
Dando quel po’ di risalto che si merita il fuggitivo della prima ora, Daniel Sesma, davanti dalle prime battute fino ai -30 dalla fine (la tappa misurava 189 chilometri), il racconto non può che iniziare dai cinque chilometri che portavano i corridori dal primo passaggio dalla parte bassa di Perugia fino al centro storico. Unico Gpm di giornata, unica possibilità di sparigliare un po’ le carte: ed allora ecco Boom e Wegmann a menare le danze fin da subito, inseguiti immediatamente dalla truppa Farnese-Neri con Failli in prima battuta ed il tricolore Visconti in seconda. Trenate che hanno spappolato il gruppo e mandato in apprensione Farrar e Cavendish (per l’inglese due indizi fanno una prova? E per l’americano il segno che alla Sanremo non può stare davanti lasciando il posto a Hushovd? Lo scopriremo solo vivendo…). Ecco allora la Lampre con Niemec pronta a ricucire, ma la battaglia è proseguita anche in discesa con ancora Visconti, Madrazo (vincitore del Gpm), Nuyens e Txurruka (uno dei più indemoniati).
Ma ai meno dodici dal traguardo i fuochi d’artificio “alla perugina” erano già finiti ed il gruppo tornava compatto pronto a giocarsi tutto quanto in volata. E quando hanno preso il comando della situazione i bianco-neri della Garmin-Cervelo sembrava già tutto pronto per il Farrar-bis (nel frattempo ripresosi dalla piccola crisi in salita). In difficoltà, invece, la Saxo Bank a causa di una caduta di Cancellara che ha bloccato temporaneamente i suoi compagni. Ma, una volta rientrati, gli scandinavi, per così dire, si sono subito fiondati in testa al gruppo, pronti a scompaginare i piani degli americani.
Fatto sta che, in questa situazione di empasse, si entra negli ultimi 500 metri con Hushovd in testa, come successo ad Indicatore, ma con qualche variante in più. La prima è che l’ultima curva l’iridato l’ha presa talmente veloce che gli si sono messi alle calcagna soltanto in sei, creando il buco. La seconda, ben più grave per la sua squadra, è che il ritmo era talmente forsennato che persino lo stesso Farrar ha avuto difficoltà a rimanere a ruota del compagno di squadra. E così, oltre ai due Garmin, in testa ci si sono trovati anche Renshaw (visto che Cav sembra ancora in vacanza), Haedo, Petacchi che però aveva già fatto una mini-volata per rientrare ed un furbo Daniel Oss. Farrar è partito ai 200 metri consapevole che sia il trentino della Liquigas e l’uomo HTC non l’avrebbero ripreso. Ma aveva fatto i conti senza l’oste argentino Haedo che rimonta e lo salta proprio negli ultimi cinquanta metri, mentre dietro Oss riesce a resistere anche alla risalita di Petacchi e conquista un bel piazzamento sul podio di giornata. Giù dagli scalini “Ale-jet” davanti a Renshaw ed un Robbie McEwen che quando c’è da fare a spallate trova sempre il modo di farsi valere. Chiudono la top-10 Mondory, Boasson Hagen, Sieberg ed Hushovd.
Ma l’Haedo che ci è piaciuto di più è quello a parole (“dobbiamo dimostrare che non siamo una squadra finita senza il blocco Leopard o Contador-dipendenti”, il sangue caliente scorre nelle vene). E, per almeno qualche ora, l’argentino si issa al secondo posto nella generale distanziato di 5” dallo stesso Farrar, mentre Boom scivola al terzo posto con 6” ed a 8” c’è il resto del blocco Rabobank.
Da domani, però, non si scherza più. Quarta tappa, 240 chilometri da Narni a Chieti con un Gpm nella prima parte di tappa, un altro a venti chilometri dall’arrivo ed il finale tutto con il naso all’insù sul viale che dalla ripidissima strada delle Tricalle (pendenze fino al 19%) porta alla città. Lì capiremo se il capitano Rabobank, al secolo Robert Gesink, giocherà all’attacco per far capire agli altri che possono anche riposarsi e rimanere lontani in classifica, oppure rimarrà sulla difensiva.

Saverio Melegari

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