GILBERT, UN CAMPIONE CHE VINCE ANCHE QUANDO VA IN BIANCO
Il belga conquista la Montepaschi Strade Bianche grazie ad una sparata all’ultimo chilometro, bruciando Alessandro Ballan, 2°, Damiano Cunego, 3°, e gli altri componenti del drappello di una ventina di uomini giunto a giocarsi la gara all’ultimo chilometro. 4° posto per il sorprendente sloveno Jure Kocjan. Al di sotto delle attese la prova di Fabian Cancellara, mai davvero protagonista in una gara che ha avuto in Van Avermaet e O’Grady i suoi principali animatori.
Foto copertina: Philippe Gilbert taglia a braccia alzate il traguardo di Piazza del Campo (foto Roberto Bettini)
Forse tra un mese saremo totalmente smentiti dall’ennesima prova di forza sulle pietre di Fiandre e Roubaix, ma, se la Strade Bianche 2011 può essere considerata un test affidabile in vista della campagna delle classiche di primavera che si aprirà fra poche settimane, potrebbe non essere utopia immaginare per quest’anno contese più aperte rispetto a dodici mesi fa, quando Fabian Cancellara divorò la concorrenza tanto in casa di Tom Boonen quanto nell’Inferno del Nord. Lo svizzero, grande favorito della vigilia, ha infatti deluso nella corsa che lo vide trionfatore tre anni fa, quando la grande prova sugli sterrati toscani fu il preludio ad un’inarrestabile serie di successi durata per tutto il mese di marzo, proseguita con la Tirreno – Adriatico e conclusasi con l’assolo sanremese. Mai davvero protagonista, mai all’attacco, fuori dalla lotta – se di lotta si può parlare – per il successo nell’ultimo chilometro, quando un gruppetto assai più folto di quanto preventivato si è presentato compatto a giocarsi una delle poche classiche davvero senza cloni nel calendario. Un elemento di speranza per Boonen, Hushovd, Ballan, Pozzato e compagnia, benché l’imbarazzante superiorità dimostrata nell’aprile scorso dall’elvetico obblighi comunque a considerarlo tuttora il naturale favorito sul pavé.
La forma non ancora ottimale di Cancellara non ha comunque privato l’Eroica di un vincitore di assoluto prestigio, giacché lo spazio bianco nell’albo d’oro che si pensava potesse essere colmato dal nome del bernese ospiterà invece quello di Philippe Gilbert, che, a poche settimane dalla Sanremo, pare avere tutta l’intenzione di riprendere nel 2011 da dove aveva lasciato nel 2010, con il trionfo in solitaria al Lombardia. A dispetto di quanto ci eravamo abituati a vedere negli ultimi mesi della passata stagione, questa volta il vallone ha scelto una condotta di gara piuttosto accorta, nascondendosi in sostanza fino al triangolo rosso, quando, sull’ultima rampa di giornata, ha innescato una progressione che neppure un Alessandro Ballan che lascia ben sperare in chiave pavé e soprattutto un Damiano Cunego straordinariamente pimpante sono stati in grado di fronteggiare. I due italiani si sono dovuti accontentare di chiudere ad una manciata di metri dal vincitore, con il campione del mondo di Varese 2008 ad imporsi nel duello veneto per la piazza d’onore, mentre il resto del gruppetto di testa, ulteriormente distanziato, è stato regolato dal sorprendente Jure Kocjan, 26enne sloveno del Team Type 1, quest’anno già 2° al Gran Premio dell’Insubria.
Il numero insolitamente cospicuo di atleti giunti a giocarsi il successo agli ultimi 1000 metri non deve comunque trarre in inganno circa il tasso di combattività della gara. La battaglia, avviata da De Marchi e Posthuma già nei chilometri iniziali, si è fatta calda sin dal chilometro 43, allorché un gruppo di dieci atleti (Ermeti, Rocchetti, Kohler, Brandle, Ricci Bitti, Longo Borghini, Velits, Peterson, Van Avermaet e O’Grady) è evaso, costruendo, in compagnia di Hansen e Sinkewitz, ricongiuntisi in un secondo momento, un margine giunto anche attorno alla soglia dei 3’. E quando il plotone è parso poter ricucire con relativo agio, riportandosi in pochi chilometri attorno al minuto di distacco, i due maggiori calibri presenti fra i battistrada, O’Grady e Van Avermaet, hanno lanciato un contrattacco che pareva destinato a vita brevissima, e che si è invece protratto fino a 12 km dalla linea bianca, quando i due si sono arresi al ritorno del drappello di venti di cui si è già più volte detto.
Un drappello nel quale Damiano Cunego si è segnalato quale atleta più attivo, confermando le incoraggianti prestazioni del Giro di Sardegna, ma non riuscendo poi a contrastare nel finale lo strapotere di un Gilbert che già si candida come possibile principe delle Ardenne (e di Sanremo) 2011. Per avere un’idea più precisa di cosa potrebbe attenderci alla Sanremo, e più avanti in Belgio e Olanda, basterà attendere una decina di giorni, quando Tirreno – Adriatco e Parigi – Nizza avranno fornito informazioni utili sulle condizioni di tutti o quasi i possibili protagonisti.
Matteo Novarini