SALITE FACILI, TANTA CRONO MA….
marzo 3, 2011
Categoria: Approfondimenti, News
Non c’è più neanche l’arcigno arrivo sul Causse de Mende e, in sua vece, vedremo una lungo cronometro individuale, da affrontarsi su una distanza inusuale per la stagione. Vittoria in tasca per i passisti che si schiereranno al via della 69° Parigi-Nizza? Probabile ma non impossibile. Le salite previste saranno quasi tutte facili ma proposte in maniera massiccia, tanti saliscendi ogni giorno e su percorsi così serrati sarà difficilissimo controllare la corsa e, contemporaneamente, facilissimo cadere vittima d’imboscate o d’improvvise crisi. E poi, la stessa prova contro il tempo presenterà un tracciato “double-face”, con una prima parte scorrevole e un’altra più delicata…. Una Parigi-Nizza che si annuncia indecifrabile, da seguire giorno per giorno.
Foto copertina: uno scorcio del Col de la Mûre, la salita più difficile che sarà affrontata nella Parigi-Nizza. Lassù le pendenze arrivano fino al 12% (doriancyclisme.canalblog.com)
Per maggior informazioni sui percorsi delle tappe e sulla lista partenti vi rimandiano al sito ufficiale della corsa, http://www.letour.fr/indexPNC_fr.html
Iniziata l’anno scorso con la riduzione delle tappe di montagna, è proseguita nel 2011 l’operazione di “restyling” della Parigi-Nizza, attuata quest’anno dagli uomini ASO sbarazzandosi anche delle ascese più impegnative e sostituendole con una lunga cronometro indivuduale e con frazioni più collinose che montagnose ma che, se affrontate col piglio giusto, potrebbero dare alla corsa una condotta più effervescente del previsto. I grandi passisti, dunque, potrebbero non trovare troppo giovamento dai 27 Km della tappa di Aix-en-Provence, tra l’altro non totalmente scorrevoli, anche se saranno loro i naturali favoriti per il successo finale. I corridori più scalatori dovranno invece, coadiuvati dalle eventuali alleanze di corsa, rendere la gara dura nelle frazioni più frastagliate e magari tentare un colpo nel finale della tappa di Vernoux-en-Vivarais, la più impegnativa tra quelle in linea, se vorranno tentare di lasciare il segno e mettere in croce gli avversari meglio attrezzati per le gare contro il tempo. Tra questi ultimi, si segnala la presenza del britannico Bradley Wiggins, dell’australiano Rogers e del tedesco Martin, fresco vincitore della Volta ao Algarve grazie alle prestazioni a cronometro, tutti pronti ad approfittare della mancanza dell’elvetico Cancellara, il re delle cronometro d’inizio XXI secolo, che negli stessi giorni sarà impegnato nella parallela Tirreno-Adriatico.
1a TAPPA: HOUDAN – HOUDAN (154,5 Km)
La prima operazione del maquillage al quale è stata sottoposta la “Course au soleil” ha comportato l’asportazione del classico cronoprologo d’avvio, che sarà sostituito da una tappa in circuito di media distanza. Si correrà attorno alla cittadina di Houdan, comune dell’Île-de-France situato 65 Km a ovest della capitale francese, che oramai da parecchie edizioni non è più luogo di partenza per evitare d’intasarne il traffico. L’atto d’apertura sarà una frazione facile, adatta ai velocisti ai quali sono state riservate le sole prime due giornate di gara. Il tracciato si articolerà su due circuiti, uno di un’ottantina di chilometri da ripetere una sola volta e poi tre tornate più brevi, di circa 25 Km cadauna. Non ci sarà, però, la possibilità di prendere le misure del rettilineo d’arrivo, poiché l’ultimo chilometro sarà totalmente estraneo al tracciato dei circuiti. Grosse difficoltà altimetriche non se ne incontreranno, anche se saranno inevitabili i continui beccheggii della “pianura” francese. L’ostacolo più impegnativo sarà la Côte de Septeuil, modesto GPM di terza categoria che il gruppo dovrà scavalcare a 24 Km dalla partenza, mentre a ravvivare la tappa ci penseranno anche due traguardi volanti. L’ultima partenza in linea della Parigi-Nizza risale al 1996, quando la corsa a tappe francese scattò con una frazione di 178 Km disputata tra Chateauroux e Saint-Amand-Montrond, vinta dal transalpino Frédéric Moncassin.
2a TAPPA: MONTFORT L’AMAURY – AMILLY (199 Km)
La seconda ed ultima frazione adatta gli sprinter – anche se i più resistenti tra loro forse riusciranno a sparare qualche freccia anche nel finale della terza – si disputerà tra i centri che per ultimi hanno tenuto a balia la Parigi-Nizza, accogliendo i prologhi delle ultime tre edizioni (nel 2008 e nel 2009 il primo, l’anno scorso il secondo). In mezzo si svolgerà una tappa ancora più piatta di quella che l’ha preceduta, nel corso della quale l’unica concessione alla pianura sarà costituita da un tratto in discesa di circa 2 Km che sarà superato a una ventina di chilometri dalla conclusione. Stavolta l’arrivo sarà “secco”, senza nessun circuito, mentre il percorso della frazione procederà quasi costantemente in direzione sud, aggirando ad occidente la movimentata vallata della Chevreuse, il cui attraversamento era fino a qualche anno fa uno dei momenti irrinunciabili della tappa conclusiva del Tour de France, durante il quale si affrontavano gli ultimi GPM prima di planare nella “Ville Lumière” e affrontare il circuito degli Champs-Élysées.
3a TAPPA: COSNE-COURS-SUR-LOIRE – NUITS-SAINT-GEORGES (202 Km)
Questa sarà la prima delle cinque frazioni in linea che, da chi punta alla classifica e non è troppo attrezzato per le cronometro, dovranno essere utilizzate per tentare di sovvertire un pronostico che parrebbe scontato. Le occasioni in queste giornate non mancheranno, anche se questa di Nuits-Saint-Georges pare la meno adatta ad imbastire simili tentativi, nonostante un colle di seconda categoria piazzato a 23 Km dal traguardo. A questo proposito va fatto notare che, rispetto al Tour de France, alla Parigi-Nizza manca la 4a categoria e tutte le altre ascese sono sovente “surclassate” di almeno un grado. È proprio il caso del momento chiave di questa frazione, poiché appare chiaro che, con i suoi 5,1 Km al 5,3%, la Côte de Bécoup è stata “beaucoup” – molto, in francese, perdonateci il gioco di parole – sopravvalutata dagli organizzatori. Certamente si scatenerà la bagarre, perché i punti del GPM faranno gola a molti, e in quel particolare frangente, a non moltissimi chilometri dalla meta, potrebbe saltare per aria il lavoro delle squadre dei velocisti, già messo a dura prova dai chilometri precedenti, privi di traguardi della montagna ma non certo pianeggianti. Ci sarà inevitabilmente un po’ di selezione da dietro – la salita è si facile, ma presenta comunque uno strappo al 14% – ma, a meno di sorprese, a rimaner staccati saranno quei velocisti che patiscono le ascese affrontate a tutta, in particolar modo se inserite nei finali. Più difficile che qualcuno riesca ad involarsi da solo, ma non avrà vita facile anche chi dovrà recuperare un eventuale distacco, poiché dopo lo striscione non s’inizierà subito a scendere, rimanendo a saltabeccare in quota per quasi 4 Km.
Per chi ce l’avrà fatta a rimanere davanti, poi, ci sarà un’ultima insidia, che avrà la forma di una stretta curva a gomito piazzata a 300 metri dalla fettuccia del traguardo.
4a TAPPA: CRÊCHES-SUR-SAÔNE – BELLEVILLE (191 Km)
Ricordate l’imboscata del Giro 2010 sulla strada per l’Aquila? Ecco, questa frazione pare l’ideale per far rivivere anche in questa stagione una giornata similare e per dare una sterzata ad una Parigi – Nizza che, senza azioni a sorpresa, finirebbe dritta dritta e senza troppi sforzi nel carniere di un bel passista. Le due tappe sono dissimili, poiché quella della corsa rosa proponeva al suo interno ampi tratti nei quali respirare, mentre saranno ridottissimi tra un colle e l’altro – alla fine se ne affronteranno una decina – di questa frazione che collegherà tra loro due località distanti appena 17 Km. La fantasia degli organizzatori ha decuplicato questa distanza con un percorso ad arco che attraverserà i celebri vigneti del Beaujolais e potrà per davvero inebriare la “corsa verso il sole” e farle perdere la testa. Sulla carta nessuno dei sette gran premi previsti – non tutte le salite saranno “gratificate” – appare insormontabile, ma sarà proprio la continuità delle difficoltà a rappresentare un asso nella manica da giocare per chi vorrà osare. A 17 Km dal via già ci sarà un colle classificato di 2a categoria, il Grand-Vent, ma arriverà troppo presto e tentare in quel punto vorrà dire rischiare una disfatta. Meglio attendere il Col du Joncin che, oltre ad essere il più impegnativo, è meglio collocato nel percorso, esattamente a metà tappa. È il luogo ideale per orchestrare un attacco a più voci (il tentativo di un uomo solo potrà anche decollare, ma avrà ben poche possibilità di atterrare sugli allori), anche perché il colle successivo, terzo ed ultimo GPM di 2a categoria, è il Fût d’Avenas, ascesa più facile e soprattutto già nota ad una parte del gruppo e dunque oramai quasi priva di “misteri”. In tempi recenti, infatti, la si è vista nei tracciati di questa gara nel 2006 e del 2008 e al Tour de France nel 2002, affrontata a cronometro nella frazione Regnié-Durette – Mâcon, vinta Lance Armstrong. Nelle due precedenti tappe della Parigi-Nizza si arriva come stavolta a Belleville e in entrambi i casi si finì allo sprint. I percorsi erano, però, nettamente meno impegnativi e non proponevano più difficoltà dopo il Fût d’Avenas, piazzato a una ventina di chilometri dal traguardo. Quest’anno i chilometri da affrontare saranno 45, spezzati dall’ultimo GPM di giornata, il Col de Fontmartin, e da altri saliscendi. Completeranno l’opera, ad aggiungere bagarre a baggare, i due traguardi volanti, strategicamente piazzati il primo ai piedi dello Joncin e il secondo a ridosso del finale, tra il Fontmartin e il traguardo. Sprint appetitosi perché ciascuno recherà in dote 3, 2 ed un secondo (a seconda dell’ordine di passaggio), in aggiunta a quelli più succulenti previsti all’arrivo e che premieranno il primo con un abbuono di 10”, mentre ai piazzati toccherano 6″ e 4”.
5a TAPPA: SAINT-SYMPHORIEN-SUR-COISE – VERNOUX-EN-VIVARAIS (191 Km)
A parte la cronometro individuale di domani, sarà questa la tappa “regina” della 69a edizione della Parigi-Nizza, quella nella quale i corridori più “grimpeur” del gruppo dovranno dare la stoccata principale anche se, per forza di cose, non decisiva. Si pedalerà sulla stessa distanza percorsa il giorno prima, affrontando altri sette GPM tra i centri di Saint-Symphorien-sur-Coise e Vernoux-en-Vivarais, debuttanti assoluti nel campo delle corse professionistiche. Attraversando la catena dei Monts du Lyonnais s’incontreranno due colli di 1a categoria, commistione tra vecchio e nuovo. È una vecchia conoscenza del gruppo il primo di questi passi, la Croix de Chaubouret, che vanta ben 10 passaggi della Grande Boucle tra il 1977 e il 1999. Piazzato com’è a 54 Km dalla partenza, sarà poco usufruibile da chi punterà al risultato massimo e passerà il testimone al nuovo che avanza, l’inedito Col de la Mûre. Visto sulla carta pare più impegnativo dell’ascesa al Causse de Mende, sulla quale due volte svettò vittorioso Alberto Contador, vincitore uscente della “Course au soleil”. Nella realtà la Mûre è assai meno ripida (10,1% contro 8,3%), ma distribuisce la sua pendenza su di una distanza di quasi 8 Km, più del doppio rispetto a Mende, da affrontarsi lungo una strada dipartimentale larga ma non larghissima. L’unica sostanziale differenza rispetto al finale della tappa montana della scorsa edizione riguarderà il traguardo, che non sarà in cima all’ascesa ma 9 Km più avanti. Fortunatamente per chi in quel momento si troverà all’attacco, questo finale non agevolerà più di tanto chi dovrà inseguire poiché, una volta terminata la discesa della Mûre si tornerà a puntare verso l’alto, con un ultimo tratto di circa quattro pedalabili chilometri che si concluderà all’interno del chilometro conclusivo. Un autentico “tourbillon” finale per un’altra tappa denotata dalla scarsità di tratti scorrevoli.
6a TAPPA: ROGNES – AIX-EN-PROVENCE (cronometro individuale – 27 Km)
Tel chi el babau, la tappa che condizionerà l’intera condotta di gara e che toglierà il sonno a tutti, anche ai diretti interessati, i passisti, chiamati ad esibirsi su di un palcoscenico insolito per la stagione. Di frazioni a cronometro ne sono già state affrontate dieci nei primi tre mesi del 2011, ma erano da anni che a marzo non si gareggiava contro il tempo su distanze così rilevanti. Scorrendo gli annali delle due corse di preparazione alla Milano-Sanremo, si incontrano i 20 Km della crono di Servigliano affrontati alla Tirreno-Adriatico del 2002 e poi i 28 Km della Magione – Castiglione del Lago del 1995, sempre alla “corsa dei due mari”, mentre per la Parigi-Nizza occorre scavare ancora più a fondo nel tempo e arrivare fino al 1968, quando si disputò la tappa Marcigny – Charlieu sulla distanza di 40 Km. 43 anni dopo questo precedente – una cronometro a squadre vinta dalla Faema, la formazione di Merckx – la corsa transalpina tornerà a dotarsi di una lunga frazione individuale significativa, che non sarà però un lungo tappeto rosso per i passisti. La prima metà gara lo sarà di sicuro, scorrevole e veloce anche perché in quel tratto la strada procederà inizialmente in discesa per poi lasciare il passo alla pianura. Giunti nel centro di Le Puy-Sainte-Réparade, sede della stazione di rilevamento dei tempi intermedi, la situazione cambierà diametralmente poiché si andrà ad affrontare la côte de la Cride. Sarebbe una salita d’ordinaria amministrazione se contemplata all’interno di una tappa in linea, ma in questa particolare situazione potrà anche ribaltare i risultati appena comunicati dai cronometristi, se non si sarà al 100% della condizione o si sarà speso troppo prima, tratti in inganno dall’abbrivio veloce di questa crono. La Cride, infatti, è una difficoltà variegata e, pur non essendo mai dura, si esibirà nei suoi 5,3 Km (il 18% del chilometraggio complessivo della crono) in frequenti variazioni delle pendenze, evoluzioni attestate tra una media del 4,1% e un picco del 12%, raggiunto a quasi mezzo chilometro da uno scollinamento che non sarà valido per l’assegnazione della classifica degli scalatori. Passato questo tratto impegnativo, la crono riprenderà più scorrevoli binari negli ultimi 7 Km, tracciati in lievissima discesa.
Sull’esito di questa frazione potrebbero pesare gli sforzi profusi nell’impegnativa tappa affrontata il giorno precedente. Ricordate la crisi che colse Contador nell’edizione del 2009?
7a TAPPA: BRIGNOLES – BIOT / SOPHIA ANTIPOLIS (215 Km)
Se avete risposto in maniera negativa alla domanda sopra formulata, vi rinfreschiamo subito la memoria, ricordandovi quel che accadde il 14 marzo di due anni fa, viaggiando tra Manosque e Fayence nella settima frazione della Parigi – Nizza. Il giorno prima Contador si era stabilmente insediato in cima alla classifica dopo la netta vittoria conseguita sulla Montagne de Lure e sembrava che oramai nulla potesse contrastare il bis dello spagnolo, già vincitore nel 2007. Invece, sole ventiquattrore più tardi patì le continue accellerazioni degli avversari su di tracciato ispido come una grattuggia e negli ultimi 4 Km andò in cotta totale, lasciando per strada ben 2′53″ e consegnando la maglia, oramai definitivamente, allo spagnolo Luis León Sánchez.
Quanto successo nel 2009 è un avvertimento poiché anche il tracciato della frazione che si concluderà al parco tecnologico Sophia Antipolis potrebbe suggerire quel copione. Se qualcuno avrà esegerato nella crono e dovesse accusarne oggi le conseguenze, certamente sarà attaccato e potrebbe nuovamente venirme fuori una tappa con epilogo a sorpresa. Il tracciato è più impegnativo rispetto alla frazione di Fayence, che si manteneva sotto i mille metri di quota, mentre stavolta ci si dovrà arrampicare fino ai 1041 metri del Col du Ferrier, colle classificato di 1a categoria come la precedente Côte de Cabris. Le due ascese saranno scavalcate nella fase centrale della gara, preceduta e seguita da due settori nei quali saranno, invece, gli incessanti saliscendi a farla da padrone. Dunque, un’altra frazione che non riserverà momenti di tregua e che si concluderà con un frastagliato circuito di 18 Km. Da ripetere due volte, quest’anello presenta un’orografia che ricorda gli arrivi a Torricella Sicura, per nove anni consecutivi sede di tappa alla Tirreno-Adriatico. In alcuni casi la tappa teramana presentava un profilo molto simile a quello della frazione di Biot e, a dimostrazione dello spessore tecnico di questi tipi di tracciato, in quelle occasioni s’imporranno sempre corridori di valore (due volte Di Luca e Petito, una lo spagnolo Igor Gonzalez de Galdeano).
8a TAPPA: NIZZA – NIZZA (124 Km)
Dopo il colpo di bisturi in partenza, che si è portato via il prologo, eccone un altro dal tracciato della tappa conclusiva, un circuito di media montagna che è divenuto un classico delle ultime edizioni: via i 1068 metri del Col de Porte. Non si affronteranno più i 7,2 Km al 7,2% del passo delle Alpi Marittime, rivelatosi inutile a causa dell’infelice collocazione a quasi 70 Km dal traguardo. Si è preferito concentrarsi sulle ultime due ascese – più modeste ma che si erano rivelate le più interessanti ai fini della gara – accompagnandole ad altre tre asperità simili, che sostituiranno il Porte nelle fasi iniziali e che avranno il compito di rendere più frizzante la frazione conclusiva, una giornata che potrebbe anche cambiare le carte in tavola, come successo nel 2007 (a spese del nostro Davide Rebellin) e come rischiò di ripetersi l’anno scorso, quando la Parigi-Nizza si risolse in una lotta al filo dei secondi tra Contador e Valverde. Giudici della corsa, se la situazione di classifica lo permetterà, saranno dunque l’arrampicata verso La Turbie e poi il successivo Col d’Èze, l’ascesa simbolo di questa corsa, che ospitò l’arrivo della tappa conclusiva dal 1969 al 1995, sovente sotto la forma di una cronoscalata. Da quindici anni a questa parte si è scelto di far tornare la corsa nella città titolare, dove quest’anno si assisterà ad altra novità perché il rettilineo d’arrivo non sarà più quello solito sulla Promenade des Anglais, per la scelta di avvicinare la cima del Col d’Èze di circa mezzo chilometro, arrivando dunque sul Quai des États-Unis, il primo storico traguardo di questa corsa, proposto dall’edizione del debutto (1933) fino al 1968.
Mauro Facoltosi