Friday, April 11, 2025

APRILE 2025, S’ODE GIÀ IL ROSEO FRUSCIO DEL GIRO

aprile 7, 2025
Categoria: Approfondimenti, Copertina

Il mese prossimo si correrà il Giro d’Italia ed è arrivato il momento di fare il tagliando e affinare le armi in vista della Corsa Rosa. Aprile presenterà in parallelo alle grandi classiche una serie di brevi ma interessanti corse a tappe che gli annunciati primattori del Giro utilizzeranno per preparare l’assalto alla maglia rosa: dal Giro dei Paesi Baschi d’inizio mese al Giro di Romandia, che terminerà pochi giorni prima del via della Corsa Rosa, c’è davvero l’imbarazzo della scelta…

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Domenica primo giugno conosceremo ufficialmente il nome del vincitore del Giro d’Italia, manca dunque poco più di un mese alla partenza della Corsa Rosa ma già si cominciano a intravedere all’orizzonte i possibili scenari della prossima edizione. Non ci stiamo riferendo al percorso, sul quale i veli sono caduti ufficialmente lo scorso 13 gennaio, ma a quel che potrà accadere sulle strade italiane perché è in aprile che si cominciano a tessere le trame del Giro grazie alla tradizionale sequela di corse a tappe che si alternano alle grandi classiche della “Campagna del Nord” (è in questo periodo che si disputeranno Fiandre e Roubaix, Amstel e Liegi) e che da anni sono divenuto una sorta di punto di passaggio obbligato per quei corridori che ambiscono a far bene al Giro. A dire il vero, la lunga caccia alla maglia rosa è già partita da tempo perché tra febbraio e marzo sono andate in scena corse a tappe che hanno avuto tra i protagonisti uomini da grandi giri e, per chi se le fosse perse, ricordiamo la vittoria di Tadej Pogacar all’UAE Tour, quella di Juan Ayuso alla Tirreno-Adriatico e quella recentissima di Primoz Roglic al Giro di Catalogna. Ma è il mese di aprile quello che proporrà il maggior numero di occasioni di affinare le gambe in vista del “via!” del Giro e la prima che s’incontrerà sarà il Giro dei Paesi Baschi, quest’anno calendarizzato tra il 7 e il 12 aprile, anche se stavolta non dovrebbero essere presenti grandissimi nomi alla partenza, forse a causa della disastrosa edizione 2024, che vide estromessi a causa di una rovinosa caduta tutti e tre i “top competitors” al via, il citato Roglic, Remco Evenepoel e il due volte vincitore del Tour Jonas Vingegaard, il corridore che riportò i maggior danni e sarà costretto ad un lungo stop che pregiudicherà anche le condizioni con le quali si schiererà al via della Grande Boucle. La 64a edizione della corsa iberica si aprirà con una tappa a cronometro più “nutrita” rispetto a quella disputata dodici mesi fa a Irun quando si dovettero percorrere contro il tempo 10 Km, essendone previsti poco più di sedici dal circuito di Vitoria-Gasteiz, un anello che si annuncia veloce poiché l’unico tratto da percorrere in salita misurerà soli 900 metri e presenterà una pendenza media del 2.4% appena. Il giorno successivo si sconfinerà dai Paesi Baschi nell’adiacente comunità autonoma della Navarra, sulle cui strade si correrà la più semplice delle sei tappe previste, quasi 200 Km – si tratterà della frazione più lunga – per andare da Pamplona a Lodosa su di un tracciato movimentato dalla leggera serie di saliscendi che s’incontrerà tra il 110° e il 180° Km di gara, fase che non dovrebbe disturbare più di tanto le formazioni dei velocisti. La prima occasione per rimediare ai danni inferti dalla cronometro sarà offerta dalla terza tappa, quando si tornerà in territorio basco per percorrere i 156 Km della Zarautz – Beasain, frazione infarcita da sette Gran Premi della Montagna, i più interessanti dei quali saranno gli ultimi due, due veri e propri muri: se quello di Gainza (2.3 Km all’11.5%) avrà l’unico difetto nei 37 Km che ancora mancheranno al traguardo, decisamente più interessante sarà quello di Lazkaomendi, i cui 1400 metri al 9.6% (massima del 18%) si concluderanno a soli 6 Km dalla linea d’arrivo. Un finale ancora più tosto sarà proposto l’indomani dalla tappa che dalla stessa Beasain condurrà in quasi 170 Km a Markina-Xemein, dove il traguardo sarà preceduto di 11 km dallo scollinamento dell’Alto de Izua, salita che impegnerà i corridori per 3 Km e mezzo, caratterizzati da una pendenza media del 9.7% falsata da un tratto finale pedalabile: infatti, nei primi 2000 metri si dovrà fare i conti con un’inclinazione media del 13.6%, mentre il picco massimo che si toccherà sarà del 20%. Seguirà la meno impegnativa tra le frazioni collinari disegnate quest’anno, anche se non saranno una passeggiata i 172 Km a continui saliscendi che da Orduña porteranno i corridori fino alla celebre località di Gernika: curiosamente sono stati inseriti nel tracciato 4 GPM ufficiali, tutti dotati di pendenze pedalabili, ma non è stato previsto il traguardo della montagna in vetta alla salita più impegnativa, quella di Zalobante (4.9 Km al 6.2% con 2 Km iniziali al 9.4%), che pure s’incontrerà nel finale di gara, a una ventina di chilometri dalla conclusione. Sarà, infine, la cittadina di Eibar a ospitare l’epilogo della corsa e si tratterà della decima volta consecutiva, quest’anno con un tracciato modificato rispetto a quello visto nelle ultime edizioni e allungato di quasi 16 Km, anche se non ne sono state “minate” le fondamenta e sono così state conservate le tradizionali salite al santuario della Virgen de Arrate (ascesa simbolo della corsa basca, 5 Km al 9.4% con un cuore di 2 Km al 12.9%), all’Alto de Izua (da un versante diverso e meno impegnativo rispetto a quello della terza tappa, 4.1 Km all’8,9%) e da quello di Trabakua, i cui 3.3 Km al 6.8% (con dentello finale di quasi 1000 metri al 9%) costituiranno l’ultimo GPM, piazzato a 18 Km dalla conclusione.

Durante la settimana santa torneranno a riaccendersi i riflettori sull’Italia grazie al Giro d’Abruzzo (15-18 aprile), tornato in calendario lo scorso anno dopo un’assenza che durava dal 2008 e che, come l’edizione disputata dodici mesi fa, si svolgerà nell’arco di quattro giorni, cominciando una nervosa frazione collinare di 151 Km che si correrà tra Scerni e Crecchio, su di un tracciato che ricorda quello di certe tappe marchigiane della Tirreno-Adriatico, prive di particolari muri ma costantemente frastagliate fino alla rampa finale di 800 metri al 6.6%. Due saranno gli arrivi in salita ufficiali, il primo dei quali si affronterà il giorno dopo al termine della seconda tappa, che scatterà da Tocco da Casauria per concludersi dopo 138 Km – si tratterà della frazione più corta – a Penne, dove il traguardo sarà posto al termine di un’ascesa di 3.6 Km al 5.5% di pendenza media preceduta da altri due GPM. Come nel 2024 si correrà al terzo giorno la tappa di montagna, che si annuncia molto meno impegnativa rispetto a quella giunta a Prati di Tivo, vinta dal kazako Aleksej Lutsenko: dopo esser partiti da San Demetrio ne’ Vestini si dovrà pedalare per 160 Km in direzione della principale stazione di sport invernale abruzzese, la nota Roccaraso, dove si giungerà dopo aver affrontato le salite intermedie di Forca Caruso (13.6 Km al 4.5%), di Gioia Vecchio (12.4 Km al 4.8%) e del Colle della Croce (4.5 Km al 4.1%) prima di quella conclusiva verso l’altopiano dell’Aremogna, 16.2 Km al 5.3% con i passaggi più impegnativi nei primi 5 Km (media del 7.6%) e nella rampa finale di 1200 metri al 10%. L’atto finale presenterà nuovamente uno scenario collinare ma dall’orografia un po’ più “rilassata” rispetto a quello della tappa d’apertura e, per questo motivo, non va escluso a priori un arrivo allo sprint nella conclusiva Corropoli – Isola del Gran Sasso, anche se quella che andrà in scena sarà una volata “epurata” da quei velocisti che saranno respinti dai saliscendi di giornata.

A Pasquetta non ci sarà spazio per le “scampagnate” perché quel giorno salperà una delle principali corse a tappe preparatorie al Giro d’Italia, quel Tour of the Alps (21-25 aprile) che fino al 2017 era noto come Giro del Trentino e che ha preso questa nuova denominazione da quando al Gruppo Sportivo Alto Garda, fino a quel momento organizzatore unico della competizione, s’è affiancata l’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, portando a un coinvolgimento dell’Austria nel percorso di gara. Non ci sarà in questa competizione spazio per i velocisti e salite saranno previste in tutte e cinque le tappe, cominciando da quella d’apertura che si svolgerà in circuito per 148 Km attorno alle Dolomiti di Brenta, con partenza e arrivo fissate a San Lorenzo Dorsino e le ascese ai passi Campo Carlo Magno (14.5 Km al 6.2%) e Durone (6.6 Km al 7.8%) prima di quella conclusiva che riporterà con inclinazioni pedalabili al “campo base”. Difficilmente chi punterà alla classifica generale mostrerà le proprie carte in questa frazione e probabilmente bisognerà attendere la seconda tappa per vedere per la prima volta in azione i “big”, chiamata alla ribalta dal circuito conclusivo della Mezzolombardo – Vipiteno, che prevede di ripetere due volte la salita di Telves di Sopra (circa 4 Km al 7%). Le tappe d’alta montagna del TOTA 2025 saranno due e la prima di queste si svolgerà tra Vipiteno e San Candido, dove si giungerà dopo aver affrontato uno storico valico del Giro d’Italia, il Passo Furcia (7.7 Km al 7.4%), e una salita al suo debutto, quella di Monte Versciaco (5.9 Km al 7.1%), che si affronterà immediatamente a ridosso del traguardo, verso il quale si pedalerà percorrendo una discesa non meno meritevole di attenzione a causa della sua pendenza (poco meno di 3 Km al 10.5%). A questo punto ci si sposterà nella vicina Austria per la tappa “regina”, che prenderà le mosse da Sillian per terminare a Obertilliach dopo 163 Km, gran parte dei quali si snoderanno ancora in territorio italiano, dove sono previste le salite verso il Lago di Misurina (5 Km al 5.9%), il Passo di Sant’Antonio (8 Km all’8%) e il Passo di Monte Croce Comelico (9.6 Km al 4.4%); una volta rientrati in Tirolo s’incontreranno le difficoltà più rilevanti, l’ascesa di Anras (4.6 Km all’8.5%) e quella conclusiva verso la Kartitscher Sattel (7.6 Km al 6.1%), scavalcata la quale mancheranno solo 7 Km al traguardo. Per la quarta volta nella storia di questa corsa sarà la cittadina di Lienz ad accogliere la tappa conclusiva e non si tratterà di una tradizionale passerella di fine corsa ma di una frazione che potrebbe buttare all’aria la classica per la presenza della doppia ascensione al Bannberg (4.7 Km al 9.6%) e, soprattutto, quella alla località di Stronach, 3 Km con inclinazioni da muro fiammingo (media del 12.3%) che furono determinanti nell’edizione del 2022, terminata a Lienz con un ribaltone al vertice della classifica e il definitivo passaggio di consegne tra lo spagnolo Pello Bilbao e il francese Romain Bardet.

Gli ultimi “pit stop” prima della Corsa Rosa saranno offerti dai giri di Romandia e Turchia, corse che entrambe termineranno il 4 maggio, quindi a soli cinque giorni di distanza dalla partenza del Giro e questo potrebbe far decidere di evitarle a quei corridori che vorranno arrivare “leggeri” all’appuntamento con il Giro. Eppure il Giro di Romandia (29 aprile – 4 maggio), il cui tracciato ancora non si conosce ancora nei dettagli, rappresenta un bel banco di prova per i ciclisti più attrezzati a cronometro perché la corsa elvetica presenterà ben due prove contro il tempo, esattamente lo stesso numero di frazioni che s’incontreranno in Italia. La prima sarà proposta il giorno d’apertura è avrà la forma di un caratteristico prologo da percorrere sulle strade di Saint-Imier. Successivamente ci si sposterà a Münchenstein, comune alle porte di Basilea, per il via della prima frazione in linea, che terminerà a Friburgo, dove probabilmente sarà proposto un finale non troppo dissimile – caratterizzato dal muro del Chemin de Lorette (700 metri al 12.7%) e dalla salita dell’Arconciel (1800 metri al 7.3%) – da quello della tappa vinta lo scorso anno dal francese Dorian Godon, che regolò allo sprint un gruppo composto di una novantina di corridori. Interamente in circuito saranno disegnate la seconda e la terza tappa, “imperniate” attorno ai centri di La Grande Béroche e Cossonay, quindi andrà in scena al penultimo giorno di gara l’unica frazione di montagna, che scatterà da Sion per concludersi presso la stazione di sport invernali di Thyon 2000, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 21 Km al 7.6% che è già stata proposta come sede d’arrivo nel 2021 e nel 2023, in occasione di tappe vinte rispettivamente dal canadese Michael Woods e dal britannico Adam Yates. L’altra cronometro coinciderà con la tappa conclusiva, in programma in quel di Ginevra su di un tracciato che dovrebbe misurare all’incirca una ventina di chilometri, verosimilmente privo d’insidie altimetriche.

Se ci fosse qualche corridore che preferirà ultimare la preparazione alla corsa rosa in un clima più caldo potrebbe scegliere di schierarsi al via del Giro di Turchia (27 aprile – 4 maggio), che lo scorso anno ha ritrovato la sua tradizionale collocazione primaverile dopo che nel 2023 era stato costretto a “traslocare” in autunno a causa del terremoto che a febbraio aveva colpito lo stato asiatico. Parecchie saranno le occasioni che la corsa turca offrirà ai velocisti e uno di loro sarà quasi certamente il primo a vestire la maglia di leader della classifica perché si partirà da Adalia con una tappa in circuito di 132 Km del tutto sgombra di salite. Sicuramente ci sarà un cambio al vertice della seconda frazione, per via del percorso di media montagna che caratterizza i 167 Km da percorrere tra Kemer e Kalkan, dove si giungerà dopo aver superato un GPM di 2a categoria (10 Km al 5.2%) piazzato a una sessantina di chilometri dal traguardo, a sua volta collocato al termine di una rampa di 800 metri al 6.1%. Molto più complicata sarà l’altimetria della tappa che da Fethiye condurrà in 176 Km a Marmaris, movimentata da una dozzina di brevi ascese (la più lunga è di 6 Km al 5.2%) non particolarmente difficili ma che renderanno complesse la gestione della corsa e, soprattutto, il controllo a distanza dell’inevitabile fuga di giornata. E tutto questo si affronterà a sole 24 ore dalla tappa regina, lunga soli 115 Km e incattivita da due salite che non sfigurerebbero nel percorso del Giro o del Tour: a una trentina di chilometri dalla partenza da Marmaris già si dovrà fare i conti con una salita di prima categoria (9.3 Km al 6.8%), ma le attenzioni di tutti saranno calamitate verso l’ascesa finale verso Kiran, 9 Km al 9.7% che sono stati considerati dagli organizzatori “hors catégorie”. I velocisti dovrebbero ritornare protagonisti il quinto giorno, anche se la tappa che partirà nuovamente da Marmaris in direzione di Aydın non sarà semplice da gestire per le loro squadre per la presenza di sette salite nei primi 90 Km, di alcuni saliscendi nella seconda parte e di un finale nel quale la strada procede in leggero falsopiano. Se la tappa di Kiran non avrà blindato del tutto la classifica a definirla ci penserà la sesta tappa, che scatterà da Kuşadası per terminare a Selçuk, dove l’arrivo sarà posto presso il santuario della Casa di Maria, luogo secondo la tradizione la Madonna si trasferì dopo la morte di Cristo in croce: per arrivarci si dovrà affrontare una salita di 5.6 Km al 7.4% che rappresenta un classico approdo per il Giro di Turchia, proposto in diverse occasioni negli ultimi anni e dove nel 2017 colse il successo l’italiano Diego Ulissi. Dal punto di vista altimetrico non dovrebbero, invece, presentare particolari insidie le rimanenti due tappe, che termineranno rispettivamente a Çeşme e Smirne con probabili arrivi allo sprint, ma si tratterà comunque di frazioni da non sottovalutare essendo per ampi tratti disegnare lungo le rive del Mar Egeo e l’eventuale compagnia del vento potrebbe letteralmente scardinare la struttura della classifica.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Itzulia Basque Country

https://itzulia.eus/en/itzulia/

Giro d’Abruzzo

www.ilgirodabruzzo.it/

Tour of the Alps

www.tourofthealps.eu/it

Tour de Romandie

https://www.tourderomandie.ch/en/

Giro di Turchia

www.tourofturkiye.org.tr/en

La località austriaca di Bannberg, sulla cui doppia ascesa è imperniata la tappa conclusiva del Tour of  The Alps (Google Street View)

La località austriaca di Bannberg, sulla cui doppia ascesa è imperniata la tappa conclusiva del Tour of The Alps (Google Street View)

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