GIRO DI POLONIA: IL RITORNO DI BALLAN

agosto 8, 2009
Categoria: News

Il Campione del Mondo trova finalmente il successo in maglia iridata, conquistando tappa e maglia nella 5a frazione, e conservando la leadership sino alla conclusione. 2° lo spagnolo Moreno, 3° Boasson Hagen, vincitore di due tappe. Successi parizali anche per Bozic, Greipel e i nostri Guarnieri e Furlan. Poco convincente il percorso, con ben 5 tappe su velocisti su 7 complessive; non molte, pertanto, le indicazioni sui corridori in preparazione per la Vuelta, tra cui Ivan Basso.

.: foto di copertina tratta dal sito ufficiale della corsa (www.tourdepologne.pl)

Sette tappe per un chilometraggio complessivo di 1262 km, partenza da Varsavia e conclusione a Cracovia, nessuna cronometro, tanto spazio per i velocisti e due tappe, la 5a e la 6a, per modificare sensibilmente la classifica: questo il menù scelto dagli organizzatori per il Giro di Polonia 2009, corsa eletta da molti, Ivan Basso in cima, come preparazione ideale per la Vuelta, che prenderà via da Assen il 29 agosto. Volendo azzardare un paragone extraciclistico, la lista di partenza assomiglia a quella di un buon meeting di atletica di inizio stagione: lotto di partecipanti più che buono, ma in condizioni di forma tutte da verificare. Oltre a Basso, hanno infatti scelto il Giro di Polonia per preparare una Vuelta da capitani Valjavec, Cobo e, azzardiamo, il beniamino di casa Sylvester Szmyd, il cui eccellente Giro d’Italia potrebbe portarlo ad ambire a qualcosa di più di un ruolo da gregario di lusso del nostro varesino. Eccellente soprattutto il parterre dei velocisti, comprendente Rojas, Furlan, Gasparotto, Gavazzi, Davis, Lorenzetto, Brown, Hutarovich, Forster, Greipel e Goss. Prestigiose, e, alla luce del percorso, significative anche in ottica successo finale, le presenze di Hoste, Nuyens, Boasson Hagen, Albasini, Gilbert e, soprattutto, del campione del mondo Alessandro Ballan, uscito bene da un Tour comunque piuttosto opaco. Assente il vincitore della passata edizione, Jens Voigt, a causa della tremenda caduta nella discesa del Piccolo San Bernardo alla Grande Boucle.
La prima tappa, costituita da nove giri di un facile circuito di 12 km a Varsavia, ha subito proposto il primo nome nuovo: Borut Bozic, 28enne sloveno della Vacansoleil, campione nazionale 2008. Lo sprinter della Vacansoleil, al terzo successo stagionale dopo le due tappe consecutive a Giro del Belgio, ha preceduto sul traguardo della capitale niente meno che Andre Greipel, vincitore della tappa di Locarno dello scorso Giro d’Italia, nonché ex apripista di Mark Cavendish. Terzo e primo degli italiani il 5° classificato dell’edizione 2008, Francesco Gavazzi, partito con il piede giusto per un nuovo bel piazzamento in classifica generale.
Il successo di tappa ha portato in dote a Bozic anche la prima maglia di leader della corsa, maglia che è rimasta sulle spalle dello sloveno anche dopo la seconda frazione, 219 km da Serock a Bialystock. Un traguardo che sembra avere qualcosa di magico per Angelo Furlan, quest’anno trionfatore a Digione al Delfinato, che lo scorso anno tornò a vincere proprio nel capoluogo del voivodato di Podlachia una corsa di prestigio internazionale, quattro anni dopo la Coppa Bernocchi 2004. Dodici mesi fa era la 3a tappa, quest’anno la 2a, ma la sostanza è rimasta identica: Furlan ha vinto nettamente, precedendo con apparente facilità il 23enne belga Jurgen Roelandts e l’argentino Haedo, issandosi così al 2° posto in classifica generale, a pari merito con Bozic, rimasto leader in virtù di un 17° posto che gli ha lasciato 4 lunghezze su Furlan nella classifica a punti.
Da un atleta che con la vittoria ha ritrovato finalmente un buon feeling, e che sembra averne uno particolare con il Giro di Polonia, ad uno che mai aveva alzato le braccia prima. La Bielsk Podlaski – Lublin, altra corposa iniezione di pianura (225 km con appena qualche dente nel finale, su cui nemmeno l’Olaf Pollack dei tempi d’oro sarebbe riuscito a staccarsi), è stata infatti teatro della prima vittoria da professionista di Jacopo Guarnieri, non ancora 22ennne sprinter della Liquigas, che al GP Costa degli Etruschi era stato beffato dal solo Alessandro Petacchi. Dopo una tappa dal copione già scritto, con lunga fuga riassorbita poco prima dei -10, quando già si percorreva il circuito per le vie della città tristemente nota come centro di raccolta per lo sterminio di massa nazista durante la Seconda Guerra Mondiale (200 sopravvissuti su una comunità ebraica di 34.000), il Team Columbia ha preso in mano la situazione, impostando un treno non dissimile da quello che ha fruttato a Cavendish sei vittorie all’ultimo Tour. Cannonball e il pur buon Greipel non sono però esattamente intercambiabili, e così Guranieri, con autorità stupefacente per un neo-pro, si è infilato tra il tedesco e il rimontante Allan Davis, battendoli di una bicicletta. A completare l’eccellente giornata del pedale azzurro ci ha pensato un Danilo Napolitano finalmente in posizioni che gli competono, 4°, che ha compensato la non-volata di Angelo Furlan. Per via del gioco degli abbuoni, la maglia è passata sulle spalle di Greipel, il cui tempo coincideva però con quello dello stesso Guarnieri, di Bozic e di Furlan.
Altra tappa e, alla vigilia delle prime montagne, altri 239 km dal profilo non molto dissimile da quello di un tavolo da biliardo. Quello che doveva essere semplicemente il quarto sprint consecutivo si è però rivelato quanto meno “pepato”, sia pure in maniera non propriamente sportiva. La caotica volata di Rzeszow (fortunatamente per iscritto non siamo chiamati ad azzardare pronunce) è stata animata dapprima da Weylandt, mezzo filibustiere dello sprint, non di rado protagonista di azioni “spregiudicate”, per essere diplomatici, che ha provato a scombinare i piani della Columbia quando Boasson Hagen era in procinto di lanciare il capoclassifica Greipel. Provando a lanciare Davis (con successo, peraltro), il belga ha finito però per posticipare ai 250 metri la messa in moto del poderoso motore del norvegese, che ha a quel punto pensato di giocare le proprie carte.
L’idea del vincitore della Gand – Wevelgem di mettersi in proprio non ha però entusiasmato il velocista designato della Columbia, che a 80 metri dal traguardo ha perso la testa, e, non trovando spazio per passare, se lo è ricavato da solo, spostando a mano il fastidioso Davis. Inseguito dagli improperi dell’australiano della Quick Step, Greipel ha tentato una furiosa rimonta su compagno di squadra, fallita per un pugno di centimetri. Il 2° posto sarebbe comunque stato utile al tedesco per rafforzare la propria leadership, ma i giudici, con una decisione non proprio sorprendente, hanno declassato il manesco Greipel all’ultimo posto del plotone, privandolo del piazzamento (ma quelli che ha accumulato finora sono comunque sufficienti a consacrarlo ad Hector Cuper del Giro di Polonia 2009) e soprattutto della maglia di capoclassifica, passata sulle spalle dell’altro regolarista Roelandts (ma le ambizioni di partenza erano molto diverse), promosso dalla giuria al 2° posto di tappa, e dunque nuovo leader con 6’’ su Greipel, Boasson, Furlan, Bozic e Guarnieri.
Finalmente, alla 5a tappa, è giunto il momento delle montagne. Nulla a che vedere con il Mortirolo o il Gaibier, ma il circuito comprendente le salite di Jakubik e Koplcowa, l’ultima delle quali a 4 km dal traguardo di Krynica Zdroj, rappresentava comunque un motivo per essere ottimisti circa lo spettacolo cui avremmo potuto assistere. Ad offrirlo, questo spettacolo, è stato forse l’atleta che da italiani, ad un mese e mezzo dal Mondiale, più attendevamo: Alessandro Ballan, capace di sbriciolare il gruppo ad una decina di chilometri dal traguardo, con un’accelerazione cui il solo Szmyd è riuscito a resistere. Per Reda, Weening, Moreno e Rutkiewicz è stata invece necessaria la discesa per ritrovare le ruote del duo di testa, mentre il resto del gruppo ha potuto al più contenere il distacco ad una quindicina di secondi (27 per Ivan Basso). Lo sprint non ha avuto storia, con il Campione del Mondo che ha divorato gli avversari senza nemmeno alzarsi sui pedali, andando così a cogliere il primo successo dopo i magici 3 km finali del 28 settembre 2008. L’abbuono e il vantaggio guadagnato sulla strada hanno permesso al veneto di dover piacevolmente rinunciare a vestire d’arcobaleno, sostituendo la tenuta iridata con quella di capoclassifica, con 4’’ su Moreno e 6’’ su Weening.
Venerdì 7 agosto doveva essere la giornata del tappone, con qualcosa come 10 GPM da affrontare. Nella sostanza, Zakopane continuerà ad essere conosciuta per le gare della Coppa del Mondo di salto con gli sci che ospita annualmente che non come teatro di un grande spettacolo ciclistico. Le tante salite in programma, sconosciute a quasi tutti e pertanto da molti sopravvalutate alla vigilia, hanno infatti prodotto una selezione risibile, malgrado un tentativo molto interessante sin dalle prime difficoltà, comprendente Rutkiewicz, che ha determinato un’andatura sostenuta per tutta la giornata. Sull’ultima vetta di giornata sono poi stati Lastras e lo stesso Rutkiewicz a provarci, ma le modeste pendenze hanno consentito loro soltanto di scremare il drappello buono, sul traguardo composto da 19 unità. Superata per l’ultima volta l’ascesa di Murzasichle, posta ai -8, i migliori sono planati su Zakopane come da queste parti erano soliti veder fare dal trampolino ad Adam Malysz, beniamino del pubblico polacco e secondo nella storia per vittorie in Coppa del Mondo. Il presunto tappone si è così mestamente concluso con uno sprint a 20 uomini, il cui vincitore, data la presenza nel drappello di Boasson Hagen, non era neppure particolarmente incerto. Il norvegese non ha infatti avuto difficoltà a bissare il successo di due giorni prima, issandosi al 3° posto in classifica generale, a 1’’ da Moreno, 2°, e 11’’ da un eccellente Alessandro Ballan, capace di chiudere subito alle spalle del corridore della Columbia.
L’unico pericolo per l’iridato, prima di poter gioire per il successo finale, era dunque rappresentato dagli abbuoni, che, cosa che a nostro giudizio mai dovrebbe accadere in una corsa di più di 3-4 giorni, minacciavano di decidere la corsa in favore di Boasson Hagen. Il norvegese si è però dovuto rendere conto dell’impossibilità di ribaltare la corsa già ben prima del traguardo, quando ha dovuto dire addio ai secondi di abbuono previsti ai traguardi volanti. Ballan ha così potuto guardare con tranquillità agli ultimi chilometri di questo Giro di Polonia, in cui la Columbia, rassegnata, ha scelto di puntare alla vittoria di tappa con Andre Greipel, peraltro riuscito, a Cracovia, a coronare l’inseguimento ad un successo parziale che pareva stregato.

Ballan festeggia la vittoria nel Giro di Polonia (www.tvn24.pl)

Ballan festeggia la vittoria nel Giro di Polonia (www.tvn24.pl)


Ballan è così diventato il terzo italiano nella storia a vincere il Giro della Polonia, dopo Locatelli (1949) e Fondriest (1994). Più della vittoria, ciò che è stato importante per il veneto è stato però il definitivo ritorno ad altissimi livelli, preannunciato dall’azione della tappa di Aubenas dell’ultimo Tour, e reso evidente in terra polacca. Con ancora Amburgo, Parigi – Tours, Giro di Lombardia, Vuelta e, soprattutto, Campionato del Mondo, un Ballan in queste condizioni ha ancora tutto il tempo di salvare una stagione in maglia iridata partita nel peggiore dei modi. Considerate le squalifiche di Rebellin e Di Luca, e con un Cunego che alla luce dei risultati del 2009 dà poche garanzie in ottica Mendrisio, Alessandro può anche aspirare legittimamente ad un ruolo da capitano in occasione della prova iridata,magari con una funzione non troppo dissimile da quella di Varese 2008 (ossia quella di attaccare ripetutamente per rendere la corsa selettiva, con Cunego, più veloce, coperto).
Paradossalmente, malgrado la maggiore distanza dalla corsa polacca, è proprio in prospettiva Mondiale che la gara appena conclusasi ha fornito indicazioni importanti, più che in ottica Vuelta (d’altro canto, con un percorso del genere, Basso, Szmyd, Valjavec & co. hanno avuto davvero poche opportunità di mostrare la loro condizione). Si è capito che, come detto, il Campione del Mondo potrebbe fare il bis, che Boasson Hagen potrebbe essere un cliente pericoloso anche a Mendrisio (e guai a portarlo in volata), che Bruseghin, spesso preziosissimo per Ballan, malgrado un numero di giorni di gara nelle gambe spaventoso, potrebbe essere una locomotiva importante anche in Svizzera. Non è molto, probabilmente; ma per fornire qualche indicazione in più, sarebbe magari stato utile non dedicare 5 tappe su 7 ai velocisti.

Matteo Novarini

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