MORGADO PROFETA IN PATRIA, IL PORTOGHESE VINCE LA FIGUEIRA CHAMPIONS CLASSIC
Il corridore lusitano vince la terza edizione della corsa di casa. Tra i protagonisti l’italano Filippo Ganna, a lungo in fuga solitaria
Non c’è disciplina sportiva nella quale non si cerchi in tutti i modi possibili, spesso a scapito della salute degli atleti, di aumentare il numero delle gare e di conseguenza i guadagni, diretti e indiretti, di cui godono un po’ tutti coloro che a vario titolo lavorano nell’ambito dello sport professionistico. Il ciclismo non fa certo eccezione e il mese di febbraio, un tempo dedicato agli allenamenti e a sporadiche competizioni di ciclocross, si va riempiendo di nuove gare alle quali anche i migliori corridori non disdegnano di partecipare, anche se solo per allenarsi in vista di quelle più importanti.
È stato così che a febbraio sono gradualmente entrate in calendario dapprima corse in località esotiche, ma che in quel periodo godono di un buon clima (Australia, Sudamerica, penisola arabica), e poi anche nelle zone più calde dell’Europa, in particolare Spagna e Portogallo. La classica portoghese chiamata “Figueira Champions Classic” è arrivata solo alla terza edizione, ma è già riuscita a guadagnarsi un posto nelle UCI ProSeries, il circuito che raccoglie le più importanti corse di seconda fascia del calendario mondiale (tra le quali, per fare un esempio, vi sono le nostre Milano-Torino, il Giro dell’Emilia e il Giro del Veneto). La corsa si è sempre svolta sullo stesso percorso, con partenza e arrivo nella località di Figueira da Foz, importante città marittima e turistica situata sulla costa portoghese a metà strada fra Lisbona e Porto. Il suo percorso che ricorda un po’ un trifoglio, con un primo lobo – a sud di Figueira – lungo circa 50 chilometri, un secondo – ad est – all’incirca sulla medesima distanza e infine un terzo e conclusivo disegnato a Nord della città, lungo 30 chilometri e che viene percorso 3 volte (l’anno scorso 4) per un totale complessivo di 193 chilometri circa. Il “lobo” conclusivo è quello che presenta le salite più impegnative, quelle su cui potrebbe decidersi la corsa: la Rua Parque Forestal (2,1 km all’8%) e la Enforca Cães (0,9 km al 10,3%), strappo breve ma molto duro situato a soli 6 chilometri dal traguardo.
Tra i favoriti, in assenza dei vincitori delle due precedenti edizioni (Casper Pedersen e Remco Evenepoel, entrambi della Soudal Quick Step), vanno segnalati il più forte dei corridori portoghesi, Joao Almeida (UAE Team Emirates – XRG), i francesi Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), il velocista eritreo Birian Girmay (Intermarché – Wanty) e il nostro Filippo Ganna (INEOS Grenadiers). Da non dimenticare due specialisti delle corse in linea come Nelson Powless (EF Education – EasyPost, vincitore di una San Sebastian) e il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso si è messo in luce vincendo diverse corse minori, tra le quali il Giro dell’Appennino.
Si parte puntualmente alle 12.30 locali (13.30 in Italia). Il cielo è nuvoloso ma non piove, la temperatura è mite, sui 14 gradi. Quasi subito parte la fuga di giornata, con dentro nove corridori, tutti spagnoli o portoghesi, nessuno dei quali è mai salito sul podio di una corsa importante: il più quotato sembrerebbe il portoghese Rafael Reis (Anicolor/Tien 21), campione nazionale a cronometro nel 2022. Il gruppo sonnecchia e la corsa si snoda senza sussulti fra le colline dell’entroterra sino alle 16 del pomeriggio (ora italiana) quando, una volta percorsi i primi due “lobi”, inizia il primo dei tre giri conclusivi. Il vantaggio dei fuggitivi non è stratosferico come avviene sempre in questi casi: si parla di soli 4 minuti, probabilmente più per demerito dei nove, nessuno dei quali pensa davvero di poter vincere la corsa, che per merito degli inseguitori. Già al primo passaggio sulla Rua Parque Forestal, una collina panoramica alta 210 metri sul livello del mare, il loro vantaggio si dimezza. Intanto il cielo si è rasserenato e la temperatura è rimasta intorno ai 14 gradi, anche 15, quasi ideale per chi voglia tentare lo sforzo di una fuga da lontano. Sulla seconda asperità, la Enforca Cães, è proprio Reis a passare per primo, mentre il gruppo continua a mantenersi a circa due minuti di distanza. La diretta televisiva inizia alla fine del primo giro, in un momento in cui il gruppo procede tranquillo e i fuggitivi, che intanto sono scesi ad otto, tornano a guadagnare, raggiungendo i tre minuti di vantaggio. Quando i corridori si accorgono di essere in diretta la musica cambia all’improvviso e, prima ancora che inizi la salita della Rua Parque Forestal il gruppo si allunga e dimezza lo svantaggio. Già a metà salita i fuggitivi vengono ripresi e in cima il gruppo passa sfilacciato, ma ancora abbastanza compatto (conta in tutto una cinquantina di corridori). Nei chilometri seguenti si mettono in luce prima Alaphilippe, poi Ganna: alla fine è proprio il passista italiano a guadagnare in discesa un vantaggio non banale. Col passare dei chilometri il gruppo, che pure insegue con notevole convinzione, non sembra recuperare, anzi. In vista della Enforca Cães si muovono il danese Michael Valgren (EF Education – EasyPost, una Amstel e un giro di Toscana fra le sue non poche vittorie) e l’eritreo Natnael Tesfatsion (Movistar Team), campione nazionale in carica; tuttavia, in cima alla salita Ganna mantiene 20 secondi di vantaggio. Più lontano il resto del gruppo, ormai ridotto a trenta, forse quaranta unità. Sul lungo tratto in pianura, lungo il mare, con cui termina il secondo giro i due inseguitori vengono ripresi, mentre l’italiano, che riesce a esprimere tutta la sua potenza, porta a 30 secondi il suo vantaggio, poi 35, infine 40 ai piedi della Rua Parque Forestal. Sulla salita, notoriamente il suo punto debole, Ganna si gioca la vittoria. E questa sfuma: affaticato e appesantito, l’italiano cede nel tratto più duro, dove la pendenza arriva al 16%, e viene passato con facilità dai primi inseguitori. È il giovane portoghese António Morgado (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso ha vinto il Giro di Romagna ed è stato campione nazionale a cronometro, a passare per primo in cima alla salita, con una manciata di secondi sul resto del gruppo, ormai ridotto a venti corridori. La discesa gli è favorevole e, come già aveva fatto Ganna nel giro precedente, Morgado porta a 30 secondi il suo vantaggio. In cima all’ultima salita, la terza ascesa all’Enforca Cães, il suo vantaggio è sempre di una trentina di secondi su ciò che resta del gruppo: ma negli ultimi 6 chilometri lo sforzo si fa sentire e dietro iniziano a tirare sul serio. Inesorabilmente il vantaggio scende, dapprima a 20 secondi al termine della discesa e poi, nel lungomare che sembra interminabile e sotto un sole che va tramontando come le sue forze, cala progressivamente sino a 13 secondi, quando arriva lo striscione dell’ultimo chilometro. Le forze abbandonano il giovane portoghese, da dietro lanciano persino lo sprint… ma alla fine, quando il più vicino degli inseguitori si trova a soli 30 metri, la linea del traguardo trasforma la sua sofferenza in una delle più importanti vittorie della sua carriera. Vince lo sprint per il secondo posto il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), terzo il ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek). Girmay è sesto, Alaphilippe ottavo. Primo degli italiani Lorenzo Rota (Intermarché – Wanty), decimo. Filippo Ganna, che alla fine ha perso anche le ruote del gruppo principale, è solo ventinovesimo.
Andrea Carta

Il portoghese Morgado vince la terza edizione della Figueira Champions Classic (foto Figueira Champions Classic)