COPPA AGOSTONI, ANCHE LA CORSA BRIANZOLA FINISCE NEL CARNIERE DI HIRSCHI
È un vero e proprio autunno d’oro quello dello scatenato corridore elvetico, che nel giro di un mese ha fatto incetta di vittorie in semiclassiche italiane. Dopo il GP di Larciano, la Coppa Sabatini e il Memorial Pantani è arrivata la Coppa Agostoni, sempre a firma di Marc Hirschi.
La Coppa Agostoni è una gara di altri tempi, di quelle che una volta scandivano le settimane tra la fine del Tour e le corse importanti di fine stagione, Mondiale e Giro di Lombardia in particolare, e che per questo motivo erano spesso frequentate da campioni desiderosi di arrotondare i loro guadagni e i loro palmares. Ai suoi tempi d’oro, che iniziano negli anni ’60 (esiste dal 1946), questa corsa è stata vinta da tutti i grandi nomi del ciclismo italiano (Gimondi, Bitossi, Moser, Saronni e Bugno) e anche da alcuni stranieri di grande fama, fra cui l’onnipresente Merckx, De Vlaeminck, Ullrich e Jalabert.
Relegata a ottobre dopo il terremoto causato dallo spostamento della Vuelta a fine Agosto, la Coppa Agostoni fa oggi parte di quello che chiamano “trittico lombardo” insieme ad altre due gare che hanno subito la stessa sorte: la Coppa Bernocchi, in programma domani, e la Tre Valli Varesine, che si correrà martedì. La gara odierna si corre come sempre nei dintorni di Lissone, importante città della Brianza: dei suoi 167 chilometri due terzi circa saranno disputati in un circuito di 28 chilometri (da percorrere 4 volte) sulle Prealpi, dove si affronteranno le uniche salite di qualche importanza: il “Sirtori” (1,5 km. al 5,5%), il “Colle Brianza” (quasi 4 km al 6.3%) e il “Lissolo” (2 km al 6,6%), quanto basta per sperare in un esito diverso dalla volata di gruppo, che negli anni ’10 stava diventando abbastanza frequente.
La partenza è data alle ore 12.30, con tempo finalmente sereno ma piuttosto freddo; il favorito è di gran lunga lo svizzero Marc Hirschi (UAE Team Emirates), che nelle ultime settimane ha vinto molte gare in linea di media importanza, fra cui la Classica di San Sebastian, la Coppa Sabatini e il memorial Pantani, e si è piazzato sesto in un Mondiale molto duro e selettivo. Quest’anno vanta 9 vittorie, bilancio che farebbe gola a molti corridori, e certamente spera di fare cifra tonda. A contendergli il successo il compagno di squadra Tim Wellens, recente vincitore del Renewi Tour, il britannico Simon Yates (Team Jayco AlUla), ben piazzato ieri al Giro dell’Emilia, e il nostro Alberto Bettiol (Astana Qazaqstan Team), che dopo un buon avvio di stagione (culminato nella vittoria al Campionato italiano) non è più riuscito a cogliere risultati di rilievo e sta cercando di ritrovare una forma almeno decente.
Dopo un avvio sonnolento (neanche movimentato dalla consueta fuga dalla lunga distanza) i corridori entrano nel circuito prealpino dopo 24 chilometri di corsa e iniziano a frazionarsi già sulla prima salita, nonostante non parta nessuna fuga. Alla fine del primo giro si ritrovano al comando una trentina di corridori, con i migliori in un secondo gruppetto ad un minuto circa; la UAE, in questa occasione, non può tirare a tutta, dato che nel primo gruppo vi sono due gregari di lusso come il giovane svizzero Jan Christen e il navigato Rafal Majka (quest’ultimo a sua volta reduce dal Giro dell’Emilia) che potrebbero giocarsi la vittoria. La situazione sembra stabilizzarsi, ma nel corso del terzo giro il nostro Filippo Conca, modesto gregario della Q36.5 Pro Cycling Team il cui palmares è praticamente vuoto, si lancia in un’azione solitaria e raggiunge a sua volta un minuto di vantaggio. Verso la fine di questo giro i gruppi si ricongiungono e Conca si ritrova da solo, a cercare gloria effimera in un’azione coraggiosa ma senza speranza: all’inizio del quarto giro, sulla salita di Sirtori, viene raggiunto da cinque corridori usciti dal gruppo. Tra questi ci sono il francese Guillaume Martin (Cofidis), che quest’anno ha corso Tour e Vuelta piazzandosi a ridosso dei primi 10 in entrambe le corse, e l’altro transalpino Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore di una tappa al Giro 2023. Dietro di loro il gruppo si sfilaccia nuovamente, riducendosi a una ventina di corridori, fra i quali stavolta sono presenti molti dei favoriti. Finalmente, sulla salita di Colle Brianza, unica del percorso lunga e impegnativa, si muove Hirschi, che in pochi minuti si riporta sui battistrada: con lui altri 5 corridori, fra cui lo spagnolo Alex Aranburu (Movistar Team), campione nazionale in carica, e il francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ). In discesa l’azione di Hirschi si affievolisce e il gruppo dei migliori si ricompatta. Tra questi sono presenti Majka, Bettiol e il francese Clément Champoussin (Arkéa – B&B Hotels), che meno di un mese fa ha vinto a sorpresa il Giro di Toscana. Dispersi Wellens, Yates, Christen, segnalati a 2 minuti. Sul Lissolo, ultima salita della giornata, ci riprovano Hirschi, Aranburu e Gregoire; con loro anche il giovane francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team). In cima alla salita il loro vantaggio è di 30 secondi: sarà questa l’azione decisiva? A lungo la risposta rimane incerta. Alla fine del circuito, quando il percorso torna a dirigersi verso il traguardo di Lissone, il vantaggio dei quattro è salito ad un minuto sul gruppo principale (ora composto da una ventina di corridori) e, nonostante la loro collaborazione non sia sempre quella ideale, da dietro non riescono più a rientrare. Ma ben presto partono una serie di attacchi e contrattacchi, da parte di corridori che sperano di riportarsi sui battistrada, e il distacco scende a 30 secondi, a volte anche meno. Avvertiti del pericolo, Hirschi e i compagni di fuga iniziano a collaborare seriamente e a 10 chilometri dall’arrivo mantengono una ventina di secondi sui primi inseguitori, tra i quali vi sono Martin, Conca e il nostro Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che al Giro di quest’anno ha vinto la tappa di Sappada. A 6 chilometri il loro vantaggio è sceso a 17 secondi ed ai meno 4, dopo un velleitario scatto di Gregoire che pone fine alla ritrovata collaborazione, sembrano fermarsi: Aranburu ne approfitta con uno scatto più energico di quello del francese, ma anche il suo tentativo fallisce quando mancano 2 chilometri. Gli inseguitori, forse stanchi dopo una rincorsa che dura da 30 chilometri, non sanno sfruttare il momento favorevole e i fuggitivi, che sembravano quasi spacciati, arrivano a giocarsi la vittoria in volata. Gregoire è nuovamente il primo a scattare, ma alla fine è proprio Hirschi, ben più esperto e veloce, a spuntarla nettamente dopo aver preso la sua ruota: e cifra tonda sia! Gregoire è secondo, Lapeira è terzo, Aranburu arriva quarto, un po’ staccato. A 32 secondi il nostro Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels), primo degli italiani, regola il gruppetto degli inseguitori. Conca è nono, Vendrame 11esimo, un discreto Bettiol 15esimo. Arrivano in 70. Unico nome importante fra i ritirati, Jan Christen, che sembra aver perso l’ottima forma mostrata ai mondiali.
Andrea Carta