­EUROPEO A MERLIER. L’ITALIA FA LA CORSA MA RESTA A BOCCA ASCIUTTA

settembre 15, 2024
Categoria: Copertina, News

Va ad un corridore di casa l’europeo 2024. Il Belgio, che si presentava con due punte di lusso visto il percorso, lascia all’Italia l’onere di controllare la corsa e di chiudere sull’attacco più pericoloso. Nel finale, i nostri lasciano a desiderare nel preparare lo sprint e Milan resta chiuso, uscendo addirittura dai dieci. Polemiche per la scia prolungata di Merlier dopo una foratura.

Il campionato europeo di ciclismo è una corsa relativamente giovane e sono numerose le perplessità sul senso stesso di una corsa a carattere continentale.
Se in uno sport come il calcio o la pallavolo la presenza di un campionato nazionale che si svolge in un’intera stagione giustifica una rassegna continentale, nel ciclismo, sport in cui le corse professionistiche sono quasi tutte a carattere mondiale, non si sentiva il bisogno di questa invenzione.
Se poi ci si sforza anche per inventare percorsi insipidi cercando di mascherarli con un paio di tratti di pavè per nulla difficili e due strappi di meno di un chilometro con pendenze del 4%, le perplessità aumentano.
Un tracciato per velocisti in una corsa che aspira a diventare una classica importante, vista anche la copertura televisiva degna di un mondiale, è abbastanza deprimente.
Cervellotico pure lo sviluppo, con due circuiti da percorrere poche volte intervallati da tratti in linea con il primo percorso che veniva ripreso nel finale.
Il percorso quindi sorrideva agli sprinter che dovevano semplicemente reggere la distanza, che quando supera i 200 Km è comunque una difficoltà di cui tenere conto, e tenere gli occhi aperti sulle poche insidie presenti.
Come spesso accade, la classe di alcuni corridori riesce, anche se solo in parte, a rimediare alle mancanze degli organizzatori e così abbiamo visto andare in scena tanti attacchi nella fase centrale di corsa con ottimi corridori che, nonostante la loro grandissima classe, non hanno mai avuto seriamente speranze.
Nelle prime fas la corsa è stata caratterizzata dall’attacco di Mathis Le Berre (Francia), Nils Brun (Svizzera), Ivo Oliveira (Portogallo), Felix Ritzinger (Austria) e Jonas Rutsch (Germania)
La presenza di un corridore francese non ha impedito a Remi Cavagna di mettersi in testa al gruppo a tirare in modo per nulla timido, tanto da impedire alla fuga di prendere il largo. Dal canto suo Le Berre, sollecitato dal direttore sportivo, ha iniziato a non collaborare prendendosi gli improperi dei compagni di avventura.
La strategia è stata vista come singolare un po’ da tutti, ma l’impressione è che ci siano state gravi carenze nella preparazione della gara perché, se è vero che in corse come quella di oggi i corridori non sono in comunicazione con i direttori sportivi, è altrettanto vero che certi attacchi e certe strategie dovrebbero essere quasi degli automatismi. E’ impensabile che non fosse stato stabilito che, in caso di attacco nelle prima fasi di gara, Le Berre si sarebbe inserito. La soluzione potrebbe essere anche un’iniziativa personale di Cavagna, che ha declinato l’invito del capitano Christophe Laporte a rallentare l’andatura.
La situazione è rientrata quando è stato Jacopo Mosca a prendere in mano le redini dell’inseguimento e Le Berre che ha ripreso la collaborazione in testa alla corsa.
Intorno ai 115 Km dall’arrivo si forma un gruppetto di contrattaccanti di lusso. Ne fanno parte Mathieu van der Poel, Mike Teunissen (Paesi Bassi), Mads Pedersen, Soren Kragh Andersen (Danimarca), Matteo Trentin (Italia), Jordi Meeus (Belgio), Michal Paluta (Polonia) ed Erik Fetter (Ungheria).
Questo gruppo non ha spazio a causa della reazione del plotone ma, da qui in avanti, è un continuo di scatti e controscatti con Van der Poel particolarmente attivo.
Nel corso di questa girandola di attacchi Tim Merlier (Belgio) fora e per riportarsi in gruppo sfrutta per molti chilometri la scia dell’ammiraglia. Ovviamente in tali situazioni si cerca di chiudere un occhio in favore del corridore sfortunato ma, in questo caso, l’impressione è che i giudici gli occhi li abbiano chiusi entrambi, perché la scia è stata davvero molto prolungata e forse il fatto che si trattasse di un corridore di casa (e per giunta uno dei favoriti) ha giocato a favore del belga.
Poco prima dei meno 80 Km al traguardo Van der Poel ci riprova e stavolta il tentativo, seguito da Trentin e Bjerg, riesce a mettere un gap di una ventina di secondi, costringendo altre squadre a tirare. La situazione provoca una frattura in gruppo e davanti rimagono Van der Poel, Pascal Eenkhoorn, Mike Teunissen e Danny Van Poppel (Paesi Bassi), Hugo Page (Francia), Laurenz Rex, Jonas Rickaert e Edward Theuns (Belgio), Kasper Asgreen, Mikkel Bjerg e Pedersen (Danimarca), Mirco Maestri, Jacopo Mosca e Matteo Trentin (Italia), Stian Fredheim e Alexander Kristoff (Norvegia), Jannik Steimle (Germania), Rui Oliveira (Portogallo), Oded Kogut (Israele), Madis Mihkels e Norman Vahtra (Estonia).
Dopo una fase molto concitata di attacchi in gruppo il ricongiugimento avviene a poco più di 60 Km all’arrivo.
Van der Poel non ne ha abbastanza e mette in scena altri due tentativi: il primo con Laporte e Davide Ballerini viene annullato in breve, mentre il secondo è molto ben assortito con Pedersen, Laporte, Arthur Kluckers (Lussemburgo) e Jonas Rutsch (Germania) sembra più deciso, costringendo la nazionale italiana ad un gran lavoro. L’intelligenza è stata nel ricucire pian piano un gap che era arrivato a toccare i 30 secondi: il ricongiugimento avviene ai -25 con la nazionale italiana che resta in testa.
Negli ultimi chilometri è sempre l’Italia a controllare la corsa, annullando anche i tentativi di attacchi come quello abbastanza poderoso quanto effimero di Asgreen. Il plotoncino azzurro con Trentin, Ballerini e Simone Consonni arriva fino agli ultimi 500 metri, quando si gettano nella mischia altre squadre e Milan rimane chiuso nella mischia. L’errore è abbastanza grave in quanto il treno dell’Italia era saldamente in testa al gruppo e farsi tagliare fuori da quella posizione è certamente qualcosa che bisognava evitare.
Perfetti sono stati i belgi che, invece, si sono risparmiati per tutta la corsa e hanno solo pensato a tenere coperti i capitani.
Merlier ha mostrato uno spunto ottimo e si è rivelato in condizioni migliori rispetto al connazionale Jasper Philipsen, rimasto giù dal podio in quanto bruciato al fotofinish per il terzo posto da Madis Mihkels (Estonia), mentre secondi si è classificato Olav Kooij (Paesi Bassi).
Massimo risultato con il minimo sforzo per il Belgio, mentre situazione diametralmente opposta per gli italiani, ai quali va dato atto di aver messo generosità sulla strada anche se è mancata l’organizzazione degli ultimi due uomini nel finale.
La stagione volge al termine con gli ultimi due grandi appuntamenti del mondiale e del Giro di Lombardia, nei quali rivedremo il protagonista assoluto di questa stagione Tadej Pogacar col numero sulla schiena.

Benedetto Ciccarone

Tim Merlier vince il volata il campionato europeo (foto Luc Claessen/Getty Images)

Tim Merlier vince il volata il campionato europeo (foto Luc Claessen/Getty Images)

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