GIRO DI TOSCANA, VITTORIA DEL FRANCESE CHAMPOUSSIN

settembre 11, 2024
Categoria: News

Il francese Clément Champoussin vince la 96a edizione della corsa brena. Secondo l’australiano Storer, terzo il connazionale Jegat. L’intramontabile Pozzovivo è il migliore degli italiani

Scorrendo Wikipedia si potrebbe quasi pensare che un tempo il Giro di Toscana fosse quasi al livello delle Monumento, sia per la sua longevità (è nata oltre un secolo fa), sia per un albo d’oro nel quale compaiono Girardengo (2 vittorie), Binda (2), Guerra, Bartali (5, record), Coppi, Magni (2), Bitossi, Moser (4), Baronchelli (2), Fondriest, Nibali e molti stranieri di alto livello come Altig e De Vlaeminck; anche negli ultimi due anni la vittoria è andata a due “pesi medi” come Hirschi e Sivakov. I più anziani ricorderanno anche che un tempo si poteva leggere su alcuni libri di testo per le scuole medie, tra i saggi di letteratura italiana, l’appassionante resoconto dell’edizione 1953, famosa per essere stata l’ultima vittoria importante nella carriera di Gino Bartali, resoconto oltretutto scritto dallo stesso “Ginettaccio”.
Quelli, purtroppo, erano altri tempi, con percorsi di 245 chilometri ben più selettivi. Quest’anno i chilometri erano 183, e in apparenza molti di meno in quanto la corsa si svolge interamente intorno a Pontedera, con
un primo breve circuito nelle fasi iniziali, e un lungo circuito finale di ben 56 chilometri, ideato al fine di far scalare due volte l’unica salita importante della giornata: il monte Serra (613 metri), circa 8 chilometri al 7% su cui potrebbero decidersi le sorti della corsa. Ma gli italiani al via oggi non hanno un Bartali in gara e i loro migliori esponenti sono probabilmente il non più giovane Diego Ulissi (UAE Team Emirates) – otto tappe vinte al Giro e qualche corsa in linea di prestigio (tra le quali la Grand Prix Cycliste de Montréal e la Milano-Torino) – e l’eterno (ormai quasi 42enne) Domenico Pozzovivo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè),ottimo nei Grandi Giri ma scarso nelle corse in linea. Tra gli stranieri si fanno notare i nomi del kazako Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) e del giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates), a luglio vincitore del Giro dell’Appennino.
Si parte alle 11.30, con un tempo ottimo e finalmente non troppo caldo, sperando che le due salite al Monte Serra bastino ad evitare la volatona finale. Neanche i siti di scommesse si azzardano a pronosticare una gara tristemente disertata da tutti i corridori più forti del ranking mondiale, Parte, comunque, dopo un po’ di confusione iniziale, la solita fuga dei soliti ignoti, sei corridori di cui il migliore è forse l’italiano Matteo Spreafico (Mg.K Vis – Colors for Peace), che nel 2018 riuscì a vincere un Giro del Venezuela. Pare improbabile che qualcuno di costoro possa arrivare e, infatti, nonostante un vantaggio che nel giro di 20 chilometri raggiunge
i 7 minuti, il gruppo reagisce al passaggio a Pontedera, quando inizia il primo dei due lunghi giri conclusivi e già durante la prima salita recupera quasi tutto lo svantaggio. Quando il giro termina, al nuovo passaggio a Pontedera, i fuggitivi vengono ripresi e il gruppo procede con relativa tranquillità sino all’attacco del Monte
Serra. La tranquillità dura poco: la strada è stretta e dopo neanche due chilometri si verifica una incredibile caduta in salita – pensavamo di averle viste tutte, e invece… – con diversi corridori che vengono letteralmente sbattuti contro il muro che delimita la sede stradale. Il gruppo si assottiglia e ne approfitta il colombiano Esteban Chaves (EF Education – EasyPost) – non proprio l’ultimo arrivato (ha vinto addirittura un Lombardia nel 2016, anche se da molti anni è sparito dai riflettori), per far partire un’azione che ai bei tempi (i suoi) sarebbe stata forse decisiva. Ma quei tempi sono passati e alcuni corridori, tra i quali il nostro Pozzovivo, il francese Clement Champoussin (Arkéa – B&B Hotels) e l’australiano Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), tutti gregari di belle speranze, finiscono per raggiungerlo. Dietro di loro il gruppo si sfalda completamente e un
secondo gruppetto, che comprende il nostro Ulissi, tenta invano di riportarsi sul primo, anche se un paio di corridori, col passare dei chilometri e con l’arrivo dei falsopiani, se ne staccano e finiscono per riuscirci. In vista della cima della salita, sul tratto più duro con pendenze superiori al 10%, partono Champoussin e Storer; Pozzovivo cerca di restare con loro, ma cede subito e viene riassorbito dagli inseguitori. I due battistrada fanno sul serio e negli 8 chilometri di discesa, spesso stretta e difficile, portano a 35 secondi il loro vantaggio sui corridori alle loro spalle, che continuano a frazionarsi e a rimescolarsi. A 20 chilometri dall’arrivo, all’inizio del tratto di pianura che riporta al traguardo di Pontedera, la situazione si stabilizza, con Champoussin (che è transitato primo in cima al Monte Serra) e Storer che si danno cambi regolari e gli inseguitori che – nonostante siano diventati una decina (fra loro sia Ulissi, sia Pozzovivo) – si guardano un po’ troppo spesso. L’impazienza è cattiva consigliera e alla fine il gruppetto si fraziona, con Pozzovivo e il tedesco Ben Zwiehoff (Red Bull – BORA – hansgrohe) – poi raggiunti dal francese Jordan Jegat (TotalEnergies) e dall’altro tedesco Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) – che a forza di scatti riducono un po’ il distacco, sino ad arrivare a 20 secondi all’ultimo chilometro. Ma ormai è tardi e i due fuggitivi smettono di collaborare solo a 500 metri dall’arrivo: quasi subito Storer si distrare un attimo e il furbo Champoussin ne approfitta per lanciare la volata e vincere senza difficoltà: il francese, la cui vittoria di maggior prestigio in carriera era stata una tappa alla Vuelta del 2021, può scrivere il suo nome accanto a quelli di Binda, Bartali, Coppi eccetera. Storer, anche
lui vincitore di tappa alla Vuelta (e anche lui nel 2021), è secondo. A 17 secondi è terzo Jegat, che in carriera non ha vinto nulla; sesto ed ultimo del quartetto inseguitore arriva Pozzovivo, primo degli italiani.
Gli altri arrivano un po’ per volta, con Ulissi – secondo degli italiani – all’ottavo posto e oltre metà gruppo ritirato (incluso Christen). Chaves è 16esimo, i due Davide (Piganzoli e Formolo), tra i pochi corridori non del tutto sconosciuti, si piazzano 17esimo e 28esimo. Lutsenko arriva 68esimo, fra gli ultimi.
Corsa da dimenticare, vinta da un corridore di secondo piano? Forse. Ci sarà sempre qualcuno che preferirà una corsa come quella odierna a una dominata dal Pogacar o dal Van der Poel di turno. A qualcuno piacciono i
grandi campioni e le grandi imprese, a qualcun altro le corse incerte sino all’ultimo, e poco importa chi le vince. Finché dura ce ne sarà per tutti i gusti.

Andrea Carta

Champoussin regola in volata Storer sul traguardo di Pontedera

Champoussin regola in volata Storer sul traguardo di Pontedera

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