CORT METTE LA CILIEGINA SULLA TORTA, VINCE ULTIMA TAPPA E CLASSIFICA FINALE IN NORVEGIA

agosto 7, 2024
Categoria: News

Il leader della classifica generale si impone nell’ultima tappa: così Magnus Cort mette in bacheca l’11a edizione dell’Arctic Race of Norway, prima danese a vincere la corsa scandinava

Sono le 16.40 quando parte l’ultima tappa dell’Arctic Race, caratterizzata da un percorso un po’ diverso rispetto a quello delle precedenti frazioni. La partenza viene data a Glomfjord, un paese situato in riva a un fiordo non lontano dal mare aperto, dopo di che si percorrono strade costiere districandosi in mezzo ad altri fiordi sino a raggiungere l’ormai familiare ponte di Saltstraumen e poi rientrare a Bodø, dove un breve circuito verrà percorso due volte per poi vedere la tappa concludersi di fronte a un resort turistico situato appena sopra la città e che verrà raggiunto con una rampa breve (un chilometro o poco più) ma impegnativa (quasi un centinaio di metri di salita): tutto questo potrebbe bastare per decidere l’esito di una corsa che sinora si è retta sugli abbuoni e che vede i primi due classificati divisi da un solo secondo, e i primi 23 raccolti in soli 18 secondi (tra questi ci sono gli italiani Scaroni, Pozzovivo, Brambilla e Martinelli). A rendere le cose ancora più intriganti il fatto che oggi ci saranno piccoli abbuoni (da 3 secondi) anche su tre sprint intermedi (due nel circuito finale): basterà a rendere la tappa frizzante e movimentata? Ad ogni modo in maglia gialla è il danese Magnus Cort, professionista navigato senza grandi vittorie in carriera ma che vanta successi di tappa in ciascuno dei Grandi Giri; ad un secondo di distanza c’+ il vincitore di ieri, il belga Kamiel Bonneu, che dopo l’arrivo ha dedicato la vittoria al nonno, di cui aveva appreso la morte in mattinata. Nessun altro corridore, di quelli davvero conosciuti, sembra in lizza per la vittoria finale, tranne forse il solo Andreas Leknessund, che parte con 22 secondi di ritardo da Cort; ma correndo per la stessa squadra è improbabile che provi ad attaccarlo.
La tappa inizia nel solito modo, con una fuga che prende il largo poco dopo la partenza e il gruppo che segue sonnolento, già a 4 minuti dopo 40 chilometri. Nessun nome noto tra i fuggitivi, anche se va notata la presenza del nostro giovanissimo (neanche ventenne) neoprofessionista Alessandro Perracchione; il primo traguardo con abbuoni, dopo 21 chilometri, è vinto dal danese Jonas Gregaard, onesto gregario (nomen omen) della Lotto che non ha praticamente vinto nulla in carriera; peraltro è il solo, tra i fuggitivi, che avendo meno di un minuto di ritardo da Cort potrebbe covare qualche ambizione. Verso il 50esimo chilometro si passa la prima salita, Skauvoll (2 chilometri al 6%): Gregaard vince anche questo traguardo, dato che Joannink, ormai matematicamente sicuro della maglia a pois, non è tra i fuggitivi. All’80esimo chilometro si sale sull’Ertenvag Summit (3,6 chilometri al 4,5%), una collina a picco sul mare che vale qualcosa in più di una semplice “côte”; stavolta a vincere lo sprint è il giovane neozelandese Logan Currie. Il gruppo è sempre a 4 minuti, secondo un copione visto e rivisto in tutte le tappe. Passato il ponte di Saltstraumen e giunti nei pressi di Bodø, i fuggitivi iniziano a venire rimontati dal gruppo, copione già visto anche questo. Gregaard torna a farsi vedere, vincendo entrambi gli sprint intermedi (in tutto 6 secondi di abbuono) nei due giri del circuito cittadino. Con il gruppo a un solo minuto i corridori compiono l’ultimo mezzo giro, quello che li porta ai piedi della rampa finale; quando questa inizia il vantaggio è sceso a 30 secondi e dietro è Cort in persona a tirare, dato che la sua maglia gialla, come si era già notato prima, rischia di finire sulle spalle di Gregaard. Costui viene informato e cerca di lasciarsi dietro il resto dei fuggitivi quando mancano 800 metri al traguardo, ma invano. Cort è un passista di ben altra levatura e il suo ritmo è tale che il gruppo si frantuma e non riesce più a tenerlo; da solo Cort riprende Gregaard quando mancano 200 metri, prosegue sullo slancio e infine va a vincere. La tappa è sua, la classifica finale è sua, forse non la vittoria di maggior prestigio nel suo palmares, ma probabilmente quella che gli darà maggior piacere. Cort è danese, ma un tempo danesi e norvegesi (e svedesi) erano un solo popolo e per lui è come avere vinto in casa. I suoi rivali restano a debita distanza: Bonneu perde 12 secondi sulla rampa finale (scendendo al sesto posto nella generale), Gregaard, demoralizzato, ben 27. Per il gioco degli abbuoni il secondo della tappa odierna, il francese Champoussin (vincitore di una tappa alla Vuelta nel 2021), è secondo anche nella generale; terzo l’americano Vermaercke, giunto terzo nella tappa di ieri e vincitore della classifica dei giovani. Con la vittoria di oggi Cort porta a casa anche la classifica a punti, mentre quella degli scalatori va, come previsto, a Jelle Joannink. Primi degli italiani Scaroni e Brambilla, al 12esimo posto ex aequo; solo 49esimo Kristoff, che aveva iniziato alla grande la corsa vincendo in volata le prime due tappe; tra gli ultimi, a 24 minuti, c’è il sempre più sconsolato fantasma di Chris Froome. Sulla Norvegia è ancora giorno, come sempre da queste parti in questo periodo, ma prima o poi il sole tramonterà anche su questa 11esima edizione dell’Arctic Race of Norway.

Andrea Carta

La vittoria di Magnus Cort nellultima tappa

La vittoria di Magnus Cort nell'ultima tappa

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