KRISTOFF SORVOLA LO STERRATO E VINCE ANCHE LA SECONDA TAPPA

agosto 5, 2024
Categoria: News

Bis di Alexandre Kristoff nella seconda frazione dell’Arctic Race of Norway. Lo sterrato e una piccola salitella nel finale non impedisco l’arrivo allo sprint, dove il capoclassifica ribadisce la sua supremanzia alla vigilia della tappa più impegnativa

Pronti, partiti, via la fuga! Inizia alla grande la seconda tappa dell’Arctic Race, la più lunga con i suoi 175
chilometri e con 4 GPM da superare. A dirla tutta solo il primo è un GPM vero, di quelli che non
sfigurerebbero al Tour: sono quasi 9 chilometri al 7%, si arriva a 637 metri di quota e la fuga è partita
subito proprio perché questa cima prestigiosa (chiamata Beiarfjellet, a chi interessa) fa gola a molti. E
infatti, chi rivediamo a sprintare sul GPM? Quello stesso Jelle Joannink che non si trova (non ancora) su
Wikipedia, ma che evidentemente ha fiutato l’occasione della vita per vincere qualcosa. Ignoti gli altri tre
compagni di fuga.
Consolidata la maglia a pois… cioè, la maglia di miglior scalatore… cioè, insomma, meglio chiamarla maglia a
pois, perché nessuno saprebbe come chiamare la maglia “pavone” di questa particolare classifica: verde
chiarissimo con tanti occhi di pavone sui due lati (una volta era solo verde, gli occhi di pavone sono
un’aggiunta recente). Basta vederne una foto per capire come mai Joannink ci tenga tanto. Insomma,
consolidata la maglia i fuggitivi si organizzano e prendono il largo. Il gruppo riposa, mentre lentamente
torna in direzione di Bodø – la località dove si era arrivati ieri – salendo su e giù dalle colline scavate dai fiordi, e supera dapprima il secondoGPM (che nelle Fiandre sarebbe chiamato “côte”: 3 chilometri al 7%), e poco dopo il ponte di Saltstraumen, già percorso ieri in senso opposto. Dicono che nelle acque sottostanti si formi un gorgo simile al leggendario Maelstroem, ma chi lo dice non ha mai visto le piene dei nostri torrenti, che di vittime ne fanno sul serio.
Passato il ponte il percorso della tappa aggira a nord il gigantesco fiordo di Skjerstad (uno dei più grandi
della Norvegia, ieri aggirato a Sud) in direzione di Fauske, dove ci sarà l’arrivo di tappa dopo un tratto di sterrato e un breve circuito. Il vantaggio dei fuggitivi, salito fino a 4 minuti, cala tra un pascolo verde e
un’antica chiesa in legno (questi particolari edifici, patrimonio Unesco, risalgono agli anni 1100-1200,
quando i Vichinghi si convertirono). La terza côte – Seljeasnes – è a 48 chilometri dall’arrivo e i fuggitivi
iniziano a battagliare. Risultato: Joannink è solo secondo e in cima passa per primo il francese Simon
Pellaud, modesto gregario con un luminoso futuro ormai alle spalle, che decide di proseguire da solo
cercando quella che sarebbe la sola vittoria prestigiosa della sua carriera. Il quarto ed ultimo GPM – il Rodas
- è suo, poi il gruppo inizia a fare sul serio e a 8 chilometri dal traguardo, dopo il stratto sterrato, Pellaud è
ripreso. Il resto, direbbero tanti, è storia (già vista): la Uno-X, specialmente con Magnus Cort, tira la volata ad Alexander Kristoff, che la vince; secondo è Van Asbroeck (ieri terzo), terzo è proprio Cort. I primi due comandano anche la classifica generale, con Kristoff che vanta 10 secondi di vantaggio grazie agli abbuoni alla vigilia della frazione più impegnativa, che prevede l’arrivo in salita sulla Jakobsbakken (7 Km al 6,2% con i primo 2 Km al 9%). Non pervenuti i soliti noti; Froome, tanto per farsi ancora del male, riesce ad arrivare a 5 minuti.

Andrea Carta

Kristoff vince anche la seconda tappa della corsa di casa (www.nieuwsblad.be)

Kristoff vince anche la seconda tappa della corsa di casa (www.nieuwsblad.be)

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