RE REMCO: ILLUMINISMO CICLISTICO A PARIGI, IL BELGA VINCE LA PROVA OLIMPICA SU STRADA

agosto 3, 2024
Categoria: News

Forse era scritto in qualche angolo del cielo, lo sapevano gli angeli che attutirono la caduta di Remco Evenepoel in quel maledetto Giro di Lombardia, quegli angeli stessi forse avevavo fatto un patto celeste con il belga e lui oggi, dopo l’oro a crono, ha mantenuto la parola di farli divertire a loro come a noi appassionati di ciclismo: vincere l’oro anche nella prova su strada, come nessuno mai aveva fatto. L’unico a resistere alla fiammata di Remco, dopo il secondo giro nel circuito olimpico, è stato Valentin Madouas (Francia) ma che a lungo andare ha perso le ruote del belga riuscendo però a chiudere secondo e dare la medaglia d’argento alla Francia, in terza posizione ha chiuso un altro francese venuto fuori alla distanza ovvero Christophe Laporte bravo a regolare un gruppetto di immediati inseguitori, medaglia di bronzo e francesi che hanno ben figurato a casa propria.

La cronaca della prova olimpica su strada inizia con il via dato da Peter Sagan, è presto, sono le 11 del mattino ed i chilometri da percorrere sono 272, la prima fuga va via con Eric Manzibayo (Rwanda), Thanakhan Chaiyasombat (Thailandia), Christopher Rougier-Lagane (Mauritius), Charles Kagimu (Uganda) e Achraf Ed Doghmy (Marocco). Il gruppo lascia fare ed il loro vantaggio arriva a toccare i 15 minuti dopo 80 km di corsa, in testa al gruppo si alternano le maglie arancioni dei Paesi Bassi, quelle del Belgio e della Danimarca e timidamente quelle dell’Italia. Poco prima della Cote de Mesnuls, è l’irlandese Ryan Mullen a promuovere un contrattacco che porta via anche Georgios Bouglas (Grecia), Gleb Syritsa (atleti neutrali indipendenti) ed Elia Viviani in “allenamento” per la prove su pista, questi atlerti andranno dopo qualche chilometro a raggiungere la testa della corsa. Il gruppo intanto inizia a rosicchiare tempo prezioso e grazie soprattutto a Tiesj Benoot (Belgio), Dan Hoole (Paesi Bassi), Michael Mørkøv e Mikkel Bjerg (Danimarca) i fuggitivi sono segnali a circa 8’. La gara si accende a 105 Km dalla conclusione lungo l’ascesa della Cote de Senlisse (1.7 km al 4.6%), qui è Valentin Madouas a far capire a tutti le intenzioni bellicose della Francia, al francese rispondono sia Ben Healy (Irlnda) sia Alexey Lutsenko (Kazakistan) proprio questi due vanno via da soli e impiegano circa 20 chilometri a riportarsi sulla tesa della corsa, siamo a 75 dall’arrivo, che intanto ha perso sia Elia Viviani sia Gleb Syritsa. Prima di arrivare nel circuito finale la fuga si riduce ai soli Lutsenko e Healy, mentre dietro in gruppo la Côte du Pavé des Gardesa vede il primo scatto di Remco Evenepoel (Belgio) che rompe gli indugi e si muove due volte in prima persona. Al belga rispondono Matteo Jorgenson (Sati Uniti), Mads Pedersen (Danimarca) e Alberto Bettiol (Italia). Nei 18 chilometri in linea conclusivi prima del circuito intorno a Parigi la coppia di testa guadahna qualche secondo portandosi a 1.12” dal gruppo da cui si sganciano Nils Politt (Germania), Madouas (Francia), Michael Woods (Canada), Stefan Küng (Svizzera) Marco Haller (Austria), Fred Wright (Gran Bretagna) e Jambaljamts Sainbayar (Mongolia). Sul primo passaggio verso lo strappo principe del circuito, quello di Montmartre, Healy e Lutsenko lo affrontano con 18″ sugli immediati inseguitori e 1′05″ sul gruppo, l’irlandese stacca il kazako e resta da solo al comando della corsa. Il gruppo appena inizia lo strappo è fatto esplodere dallo scatto, attesissimo, di Mathieu van der Poel a cui il solo Wout Van Aert riesce a resistergli. I due non sono però da soli, perché poco dopo lo scollinamento rientrano Matteo Jorgenson (Stati Uniti), Julian Alaphilippe (Francia) e Toms Skujins (Lettonia), ma il gruppo è la e le carte si rimescolano tornano quindi compatto. Da segnalare una fortura di Pedersen (Danimarca) costretto ad inseguire rientrerà poco dopo ma con un dispendio di energie preziose. Una volta che il gruppo dei migliori torna compatto è ancora Remco Evenepoel a partire, in una fase di corsa relativamente tranquilla, sembra un déjà vu del mondiale di Wollongong con il belga che, in pianura, spinge la sua bicicletta e guadagna secondi preziosi. Dietro cerca di mettere una pezza Dylan van Baarle, ma l’impressione è che sia troppo tardi, infatti Remco va a riprendere gli immediati inseguitori di Healy si mette in testa e li riporta tutti sotto l’irlandese. Al secondo passaggio di Montmartre il fresco campione olimpico a cronometro piazza uno scatto a cui resiste il solo Madouas. I due al comando della corsa conservano un vantaggio di 43”, quando il gruppo passa da Montmartre Mathieu van der Poel scatta nuovamente ed ancora Wout Van Aert si francobolla alla sua ruota, ma questa volta in funzione di stopper, mettendo di fatto nel sacco l’olandese. Davanti infatti Remco guadagna ancora secondi preziosi e se prima era solo una impressione questa volta è quasi certezza che il belga, insieme al francese, sono irrangiungibili per tutti. Madouas è attaccato con le ultime energie alle ruote del belga che le perde in uno strappetto prima del terzo ed ultimo passaggio da Montmartre, Evenepoel vi arriva tutto solo tra due ali di folla, presenza del pubblico che è una cornice fantastica. Allo scollinamento il vantaggio del belga è di oltr 1’, Madouas finisce subito a 33” ed a questo punto deve preoccuparsi del possibile arrivo di qualcuno da ciò che resta del gruppetto dei migliori. Ultimo sussulto ai meno 4 dalla conclusione, cambio bici per Remco a causa di un problema meccanico, quando intanto il vantaggio era ddi 1’:20” sul francese e di 1’:50” sul gruppetto dei migliori. L’arrivo in solitaria con la Torre Eiffel sullo sfondo, braccia al cielo e sguardo a quegli angeli contenti di vederlo vestirsi d’oro. Al secondo posto come detto in apertura Madouas per l’argento, terzo Laporte per il bronzo. Chapeau Remco!

Antonio Scarfone

Commenta la notizia