UN AGOSTO OLIMPICO
agosto 1, 2024
Categoria: Approfondimenti
All’inizio del mese si disputerà l’attesa gara olimpica di ciclismo su strada, poi i riflettori dei media si sposteranno in direzione del Portogallo, dal quale il 17 agosto prenderà il via il Giro di Spagna. In attesa della corsa iberica altre brevi e interessanti gare a tappe si svolgeranno qua e là per l’Europa, ma si tornerà ancora a parlare di Tour de France con le edizioni riservate a donne e under23.
Arriva il mese di agosto, che quest’anno vedrà le attenzioni degli appassionati di sport catalizzate dalle Olimpiadi di Parigi, inaugurate il 26 luglio e in programma fino all’11 agosto. Per i ciclofili la data più attesa sarà quella di sabato 3 agosto, quando si correrà la corsa su strada elite, 273 Km (158 quelli riservati alle donne, che gareggeranno l’indomani) con partenza e arrivo fissate sul Pont d’Iéna, tra la Tour Eiffel e il Trocadéro. La prima fase del tracciato attraverserà la vallata della Chevreuse, dove si affronterà una serie di facili colline conosciute ai corridori perché spesso sono inserite nel percorso della tappa conclusiva del Tour, prima dell’ingresso nella capitale francese: tra queste nove “côtes” si segnalano quindi alcune ben note come quelle di Saint-Rémy-lès-Chevreuse, di Châteaufort e del Pavé des Gardes, che è la più difficile (gli ultimi 600 metri salgono al 10% medio). Rientrati a Parigi si dovrà affrontare il circuito olimpico vero e proprio, un anello di 19 Km che dovrà essere ripetuto due volte e che si presenta nettamente meno impegnativo rispetto a quelli di Rio di Janeiro e Tokyo, pur non essendo banale. Dovrà, infatti, essere ripetuta per tre volte – una in più rispetto al numero di giri – la salita verso la celebre collina di Montmartre, 1.1 Km al 5.8% pavimentati in porfido e con poco meno di 10 Km da percorrere dopo l’ultimo scollinamento per andare al traguardo.
Come sempre avviene la rassegna olimpica ha provocato un piccolo “terremoto” nel consueto calendario estivo del grande ciclismo, costringendo il Tour a slittare indietro di una settimana e l’Unione Ciclistica Internazionale a spostare tutte le altre corse previste in questo periodo. Tra quelle che rivestono una certa importanza la prima di queste sarà l’Arctic Race of Norway, la cui edizione numero 11 scatterà da Bodø il 4 agosto, il giorno successivo l’assegnazione della medaglia d’oro olimpica, per terminare nella medesima località quattro giorni più tardi, aprendosi con una frazione di 157 Km che terminerà a Rognan, presumibilmente con un arrivo in volata a gruppo non compattissimo per la presenza di un paio di GPM non durissimi negli ultimi 35 Km (a parte un muro di 1 Km all’11%). Imitando il “fratello maggiore” Tour de France (l’organizzatore è lo stesso) il giorno successivo ci sarà il debutto dello sterrato nella corsa norvegese con un settore di strada bianca lungo quasi 6 Km che si dovrà percorrere nel finale della Beiarn – Fauske, tappa di 175 Km altimetricamente non troppo difficile e, infatti, non è esclusa anche su questo traguardo la vittoria di uno sprinter. La classifica verosimilmente si deciderà nella terza e penultima tappa, che scatterà da Tverlandet alla volta di Sulitjelma, dove – dopo 155 Km di gara – l’arrivo sarà in salita sulla “collina di Jakobs”, ascesa di 6.9 Km al 6.2% che presenta le pendenze più difficili nei 2000 metri iniziali (media del 9%). Se non si verificassero grandi distacchi determinante potrebbe anche rivelarsi la conclusiva frazione che da in 156 Km da Glomfjord riporterà i corridori a Bodø, dove l’ultimo traguardo sarà posto in cima a una rampa di 1500 metri al 7%.
Il 17 agosto prenderà il via il Giro di Spagna e una dozzina di giorni prima andrà in scena quella che da sempre è una delle corse d’avvicinamento più gettonate tra i corridori che ambiscono alla conquista della prestigiosa maglia rossa. Stiamo parlando della Vuelta a Burgos, che quest’anno si correrà tra il 5 e il 9 agosto con alcune novità in cartellone mentre rimane confermato l’immancabile arrivo della prima tappa a Burgos, alla quale si giungerà dopo esser partiti da Vilviestre del Pinar e aver percorso 168 Km caratterizzati da dislivelli poco sensibili per la gioia dei velocisti, che ringraziano l’organizzazione di aver rimosso dal tracciato la breve salita verso il castello, in cima alla quale era previsto il traguardo fino a un paio di anni fa. Spettacolare sarà il luogo presso il quale terminerà la seconda tappa, che da Villasana de Mena porterà il gruppo fino al complesso di Ojo Guareña, il sistema di grotte più grande di Spagna, esteso per oltre 100 Km: di chilometri la tappa ne proporrà 161, con le fasi salienti concentrate nel finale, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 1.2 Km al 5.8% che fa gola ai “puncheurs” ma anche agli sprinter più resistenti, resa selettiva anche dalla sede stradale ristretta. Le prime novità riguarderanno l’immancabile tappa regina con arrivo in salita alle Lagunas de Neila, solitamente prevista all’ultimo giorno e quest’anno anticipata alla terza tappa, che scatterà da Gumiel de Izán e proporrà – seconda novità – una doppia ascensione finale, la prima volta fermandosi ai quasi 1600 metri dell’Alto de Rozavientos (10 Km al 4.7%) e la seconda proseguendo fino ai 1730 metri del traguardo, dopo una salita conclusiva di 11 Km al 5.5%, leggermente meno impegnativa rispetto alle edizioni più recenti perché si è scelto di evitare il tratto finale accorciando la salita di quasi un chilometro e mezzo. Dopo queste ci sarà un’altra novità, anche se sarebbe più giusto parlare di “grande ritorno” perché a distanza da 10 anni dall’ultima volta si tornerà ad affrontare una cronometro individuale, disegnata tra Santa María del Campo e Pampliega su di un tracciato totalmente pianeggiante di quasi 20 Km. Sarà con tutta probabilità la frazione decisiva della corsa iberica, che si concluderà il giorno successivo così come era partita: sarà ancora affaire per i velocisti la conclusiva tappa che da Frías porterà a Treviño, exclave della Provincia di Burgos interamente circondata dalla Comunità autonoma dei Paesi Baschi.
In un concatenarsi di eventi a due ruote il giorno successivo la conclusione della Vuelta a Burgos si correrà l’unica corsa in linea spagnola inserita nel calendario World Tour, la Classica di San Sebastián, quest’anno meno “classica” del solito perché l’Olimpiade l’ha costretta a rinunciare alla tradizionale collocazione in calendario a fine luglio, quando si disputa normalmente una settimana dopo la fine del Tour. Nell’occasione la corsa basca si è rifatta il “look” nel finale, introducendo a ridosso del traguardo il muro di Pilotegi (2 Km al 10.6% con gli ultimi mille metri al 14.5%), che si affronterà dopo le immancabili ascese agli “alti” di Jaikzibel (8 Km al 5.5%) e di Erlaitz (3.8 Km al 10.7%).
Il trasloco più rilevante per causa di forza maggiore sarà quello subito dal Giro di Polonia che, come accaduto anche in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, andrà a incastrarsi con la partenza della Vuelta, sovrapponendosi a essa nelle ultime due giornate di gara. Giunta nel 2024 all’81a edizione la corsa polacca si disputerà quest’anno tra il 12 e il 18 agosto e proporrà per prime le tappe più impegnative, cominciando da quella d’apertura che scatterà da Breslavia per raggiungere la località di sport invernali di Karpacz, dove l’arrivo sarà posto al termine di una salita di 3.7 Km metri al 6.9% che riserva le inclinazioni più forti nel tratto iniziale di 1.6 Km al 9.5%, ribattezzato dai cicloamatori del posto con il soprannome di “muro del pianto”. Il giorno successivo si farà il bis perché la stessa salita costituirà anche il finale della seconda tappa, una cronometro individuale di 15 Km e rotti che prenderà le mosse di Mysłakowice con un tratto iniziale di circa 8 Km pianeggiante o in lieve falsopiano. La terza sarà la tappa maggiormente dotata in metri di dislivello, più di 3000 distribuiti lungo le 12 ascese che si dovranno affrontare tra il raduno di partenza di Wałbrzych e Duszniki-Zdrój, dove l’arrivo sarà posto in cima a un muro di 400 metri al 12.4%. Si tratta, quelli di Karpacz e di Duszniki-Zdrój, di traguardi non certo inediti per la corsa polacca, già proposti nella scorsa edizione quando le tappe che vi terminarono furono rispettivamente conquistate dallo sloveno Matej Mohorič – che poi s’imporrà in classifica – e del corridore di casa Rafał Majka. Nei successivi due giorni saliranno sul palcoscenico i velocisti, per i quali sono state “confezionate” la tappa che da Kudowa-Zdrój condurrà a Prudnik e poi quella disegnata in circuito attorno a Katowice, dove sarà proposto un finale inedito e nettamente meno pericoloso rispetto a quello adottato fino al 2020 , il rettilineo d’arrivo in leggera discesa che è stato “bandito” dall’UCI dopo la rovinosa caduta dell’olandese Fabio Jakobsen. Ci sarà a questo punto il ritorno a Bukowina Tatrzańska, la località termale che è stata arrivo di tappa fisso per dodici edizioni consecutive, dal 2010 al 2021, e che tornerà a ospitare il traguardo di una frazione, tappa che scatterà da Wadowice, paese natale di Papa Giovanni Paolo II, e che ha in programma nel finale un giro del tradizionale circuito di 45 Km che prevede la salita di Sciana Bukowina (4.8 Km al 5.7%) subito prima di quella di 2.2 Km al 6.8% che si conclude a 1.5 Km dall’arrivo. Per decretare ufficialmente il nome del vincitore assoluto mancherà ora solo la tappa conclusiva, classica passerella di fine corsa che dalla celebre miniera di sale di Wieliczka, patrimonio UNESCO, porterà i corridori dopo una prima parte vallonata sul pianeggiante circuito finale di Cracovia, come da tradizione disegnato attorno al parco Błonia.
La vigilia di Ferragosto e pure a ridosso del “via” della Vuelta è collocato il Giro di Danimarca, una delle poche corse del mese a non esser stata ricollocata in calendario poiché andrà in “onda” nello stesso periodo nel quale era stata trasmessa l’edizione 2023, vinta dal corridore di casa Mads Pedersen grazie alla vittoria nella crono conclusiva. Quest’anno la prova contro il tempo individuale non ci sarà, sostituita da una cronosquadre di quasi 14 Km – una novità assoluta per la corsa danese – che si disputerà il 14 agosto, primo giorno di gara, su di un circuito totalmente pianeggiante disegnato sulle strade di Holstebro. Ringkøbing sarà il giorno successivo sede di partenza della tappa regina del Giro, che avrà in serbo 2000 metri di dislivello e la strada più ripida della Danimarca (Christian Winthers Vej, 400 metri al 14% con un picco al 25%) prima di giungere sul tradizionale circuito di Vejle, 11 Km da ripetere tre volte con il cosiddetto “muro del mulino a vento” (300 metri al 12.7%) da scavalcare in corrispondenza dello striscione dell’ultimo chilometro. La prima occasione per i velocisti arriverà sul traguardo della terza tappa, anche se il circuito finale della Kolding – Haderslev sicuramente metterà fuori gioco alcuni tra gli sprinter in gara per via della rampa di un chilometro al 4%, che porta fin sulla linea d’arrivo e che dovrà essere ripetuta 4 volte negli ultimi 23 Km. Decisamente più snelle e tarate sulle misure degli sprinter saranno le rimanenti due frazioni, la penultima con partenza da Store Heddinge e traguardo a Holbæk, mentre quella conclusiva vedrà i corridori partire dalla storica cittadina di Roskilde in direzione di Gladsaxe.
Partita la Vuelta – che quest’anno scatterà dal Portogallo – in contemporanea alla prima settimana del Giro di Spagna si disputerà il Giro di Germania (21 – 25 agosto), la cui 39a edizione presenta un tracciato non particolarmente difficile, inaugurato da un breve cronoprologo nella cittadina bavarese di Schweinfurt. Da qui si ripartirà il giorno dopo per raggiungere Heilbronn, dove si dovrebbe assistere a un arrivo allo sprint con il gruppo “setacciato” dalla salita di Jäerhaus (1600 metri al 7.5%) che si scavalcherà a 12 Km dall’arrivo. Più movimentata sarà il tracciato della frazione che terminerà a Schwäbisch Gmünd, caratterizzata da diversi saliscendi e in particolare proprio a ridosso del traguardo – alla linea d’arrivo mancheranno a quel punto soli 1500 metri – si dovrà affrontare uno strappo di 1.5 Km al 5.3% (con gli ultimi 300 metri al 10%) in vetta al quale gli organizzatori hanno stabilito di piazzare un traguardo volante che fornirà abbuoni validi per la classifica generale. Si disputerà ora la tappa più lunga, che prevede 212 Km per raggiungere il traguardo di Villingen-Schwenningen, palcoscenico per i velocisti considerata la quasi totale mancanza di difficoltà negli ultimi 40 Km. La conclusione allo sprint sembra molto probabile anche per la tappa finale da Annweiler am Trifels a Saarbrücken, anche se le collinette che s’incontreranno negli ultimi chilometri potrebbero garantire una leggera selezione.
Alla fine del mese è quindi in programma il Renewi Tour (28 agosto – 1 settembre), la corsa che dallo scorso anno abbiamo imparato a conoscere con questo nome dopo che dal 2005 al 2016 era stata chiamata Eneco Tour e successivamente prima BinckBank Tour (2017-2020) e poi Benelux Tour (2021-2022). Nata dalle ceneri del Giro dei Paesi Bassi, disputato per l’ultima volta nel 2004, la corsa ha esteso il suo raggio d’azione al vicino Belgio, che nel corso degli anni è divenuto predominante, al punto che nell’edizione 2024 l’Olanda sarà coinvolta soltanto come sede di partenza di una delle cinque frazioni. A ridosso del confine con i Paesi Bassi si disputerà tra Riemst e Bilzen la tappa d’apertura, il cui disegno ricalca in parte quello della frazione conclusiva della scorsa edizione, prevalentemente pianeggiante ma con l’intrusione di alcune modestissime collinette che non dovrebbero impedire l’arrivo di massa. Ci si sposterà quindi nel centro di Tessenderlo, nei cui dintorni si snoderà la prima delle due tappe chiave, una cronometro individuale di circa 15 Km nella quale i passisti non avranno grossi problemi nel lanciare le loro cilindrate, favorita dalla presenza di lunghi rettifili e da un tracciato scorrevole, pur non essendo piattissimo. Il giorno dopo si viaggerà in totale pianura da Blankenberge alla volta di Ardooie – traguardo classico di questa corsa, che lo propone ininterrottamente dal 2008 – e priva di difficoltà altimetriche si presenterà anche la penultima tappa, che da Oostburg porterà il gruppo ad Aalter. Da Menen, infine, scatterà la frazione conclusiva, la più impegnativa e spettacolare perché si arriverà a Geraardsbergen, il centro delle Fiandre dove si trova il mitico Muro di Grammont (1 Km al 9.2% con punte di pendenza fino al 20%), che nel finale dovrà essere ripetuto ben tre volte.
Ma il mese di agosto per l’appassionato di ciclismo non si esaurisce con queste gare poiché quest’anno eccezionalmente si disputeranno nel corso dello stesso mese anche i due Tour de France “cadetti”, quello femminile e quello riservato agli Under23, la categoria che fino a parecchie stagioni fa era definita con il nome di “dilettanti”.
In ordine d’apparizione per primo s’incontrerà il Tour de France Femmes (12-18 agosto), tornato in calendario nel 2022 a quasi 30 anni dalla precedente edizione e che normalmente viene organizzato a fine luglio, subito dopo la conclusione della Grande Boucle professionisti. A imitazione di quest’ultima anche il Tour femminile nel 2024 scatterà dall’estero, non dall’Italia ma dai Paesi Bassi, dove la città di Rotterdam ospiterà la partenza della prima tappa che terminerà a L’Aia dopo 123 Km totalmente pianeggianti. Sarà previsto un doppio appuntamento il giorno successivo, con una frazione mattutina 70 Km, lisci come l’olio, che da Dordrecht ricondurrà le cicliste a Rotterdam, sulle cui strada il pomeriggio si disputerà l’unica cronometro inserita nel percorso, una brevissima prova contro il tempo lunga poco più di 6 Km. Sulle rotte delle grandi classiche del nord si svolgerà la terza tappa, che da Valkenburg porterà in 123 Km a Liegi andando a ripercorrere in partenza alcuni tratti dell’Amstel Gold Race (con la salita simbolo del Cauberg) e quindi il finale della Liegi-Bastogne-Liegi, della quale si affronteranno le due salite più rappresentative e difficili, le “côtes” della Redoute (1.6 Km al 9.4%) e della Roche-aux-Faucons (1.3 Km all’11%). Da Bastogne scatterà l’indomani che introdurrà la corsa in Francia, dove si arriverà ad Amnéville al termine di un tracciato vallonato che dovrebbe comunque favorire le velociste, sempre che lo sprint di gruppo non sia anticipato dalla sparata finale di qualche atleta ispirata dalla rampa di 600 metri al 5.5% che terminerà a 800 metri dal traguardo. La frazione di media montagna disegnata tra Remiremont e Morteau, 159 Km e 5 colli non particolarmente difficili, farà da antipasto alle ultime due tappe, entrambe disegnate sulle Alpi, la prima delle quali scatterà da Champagnole per terminare ai quasi 1300 metri della Montée du Chinaillon, sopra la stazione di sport invernali di Le Grand-Bornand, percorso il tratto iniziale (7 Km al 5.5%) della celebre salita del Col de la Colombière. Ancor più difficili e mitici sono i quasi 14 Km all’8.1% che condurranno all’Alpe d’Huez, quest’anno selezionata per ospitare l’arrivo della tappa regina, che vedrà le cicliste affrontare un’altra salita monumento del Tour, quella che porterà fino a quasi 2000 metri del Col du Glandon (19.7 Km al 7.2%).
Anche il Tour de l’Avenir (18-24 agosto) visiterà l’Italia, come compiuto a luglio dai professionisti, ma in senso inverso perché sulle strade della nostra nazione si disputerà il gran finale con un arrivo in salita davvero molto spettacolare e d’altri tempi. A dare il “la” alla corsa destinata agli under23 sarà un tradizionale prologo che – come nel caso della corsa femminile – costituirà l’unica cronometro prevista, 7 Km da percorrere sulle pianeggianti e filanti strade di Sarrebourg. In un’edizione della corsa che non dovrebbe proporre tappe destinate ai velocisti, dopo la prova d’apertura si ripartirà dalla stessa Sarrebourg alla volta di Ronchamp, dove si giungerà dopo aver affrontato negli ultimi 60 Km tre ascese non particolarmente difficili e che potrebbero al massimo consentire a qualche sprinter particolarmente resistente di rimanere a “galla”. Partita da Mouchard la terza frazione terminerà sull’altopiano del Plateau d’Hauteville, dove il traguardo sarà collocato a 800 metri sul livello del mare, dopo un tratto finale di 12 Km in quota al quale si giungerà attraverso la salita di Corlier (8.4 Km al 5.2%). Nelle ultime 4 giornate si affronteranno le tappe decisive, cominciando con la frazione disegnata tra Peisey-Vallandry e La Rosière, un vero e proprio concentrato d’alta montagna con tre salite consecutive nei soli 71 Km del percorso: dopo la partenza in discesa s’incontreranno prima i 9 Km al 6.3% della Côte des Chapelles, poi la salita che condurrà alla stazione di sport invernali di Les Arcs 1800 (12.8 Km al 7.5%) e infine l’ascesa verso la località sede d’arrivo (18 Km al 5.7%), che coincide con il tratto iniziale del Piccolo San Bernardo. L’interminabile ascesa ai 2770 metri del Col de l’Iseran (46 Km al 4.2%, con gli ultimi 15 Km al 6%) caratterizzerà la parte iniziale della quarta tappa, che si concluderà con l’arrivo in salita presso la stazione di sport invernali di Les Karellis (12.5 Km al 7.8%), dalla quale si ripartirà in direzione dell’Italia, dove l’arrivo della penultima frazione sarà previsto a Condove dopo aver valicato la catena alpina ai 2008 metri del Passo del Moncenisio (9.8 Km al 7%), collocato però troppo distante dal traguardo perché possa rivelarsi decisivo. Tutto il contrario di quel che potrà accadere nella frazione conclusiva perché, dopo la partenza da Bobbio Pellice si dovrà pedalare verso il temutissimo Colle delle Finestre (2176 metri), che sarà affrontato per la quinta volta nella storia, ma finora non si era mai presa la decisione di porre lassù il traguardo di una tappa. La salita sarà affrontata dal versante più difficile, 16.5 Km al 9,2% con gli ultimi otto su strada sterrata, e i “rumors” annunciano che si tratterebbe di un test, di una vera e propria “prova generale” in vista di un arrivo di tappa del “fratello maggiore”: il Tour de France!
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Paris 2024
https://olympics.com/en/paris-2024/sports/cycling-road
Arctic Race of Norway
www.arctic-race-of-norway.com/en/
Vuelta a Burgos
Donostia San Sebastian Klasikoa
Tour de Pologne
PostNord Tour of Denmark
https://postnorddanmarkrundt.dk/
Vuelta a España
Lidl Deutschland Tour
www.deutschland-tour.com/en/home
Renewi Tour
Tour de France Femmes avec Zwift
Tour de l’Avenir