TOUR DE FRANCE 2024 – LE PAGELLE

luglio 23, 2024
Categoria: Approfondimenti

Le pagelle del Tour de France appena concluso

TADEJ POGACAR. Il nuovo cannibale del ciclismo domina il Tour 2024 lasciando le briciole agli avversari. Una dimostrazione di classe e potenza che si riassume nelle sei vittorie di tappa conquistate dal fenomeno sloveno tra Pirenei e Alpi. Entra con merito nel club dei ciclisti che hanno fatto la doppietta Giro – Tour nello stesso anno. Il prossimo passo sarà la tripletta Giro-Tour-Vuelta?. VOTO: 9.5

JONAS VINGEGAARD. Fa quello che può per contrastare Pogacar e vince anche l’11° tappa di Le Lioran davanti allo sloveno, forse illudendo se stesso e gli appassionati di ciclismo che avrebbe potuto competere per la vittoria finale. Ma alla fine il ritardo di preparazione dovuto alla caduta al Giro dei Paesi Baschi si fa sentire, pur concludendo in crescendo ed ottenendo con merito il secondo posto finale. VOTO: 8.5

REMCO EVENEPOEL. Alla partenza da Firenze non lo si era mai visto così magro e soprattutto convinto di poter ambire al podio finale. Fa vedere le cose migliori nella prima metà del Tour, raggiungendo il punto più alto con la vittoria nella cronometro individuale di Gevrey-Chambertin, salvo poi mantenersi a galla nelle tappe pirenaiche ed alpine. La brillantezza viene meno nel finale e alla fine oltre 9 minuti di ritardo da Pogacar si fanno sentire, anche se mantiene la terza posizione. VOTO: 8

JOAO ALMEIDA. Tra i gregari più preziosi di Pogacar, si ritaglia un suo spazio non mollando mai nelle tappe più impegnative, dopo essere stato spesso e volentieri l’ultimo uomo per lo sloveno. Alla fine termina in quarta posizione ma ci resta il dubbio che senza Pogacar sarebbe arrivato abbastanza comodamente nei primi tre. VOTO: 8

BINIAM GIRMAY. È il primo africano di colore a vincere la maglia verde al Tour de France. Mostra una tenacia e una convinzione davvero esemplari che lo portano a vincere tre tappe e altrettante top five, lui che inizialmente sembrava dovesse tirare le volate al compagno di squadra Gerben Thijssen. La caduta nel finale della sedicesima tappa poteva minare le sue certezze ma con grande abnegazione riesce a ribaltare le sorti a suo favore negli ultimi traguardi volanti. VOTO: 8

MARK CAVENDISH. Con la vittoria nella quinta tappa supera Eddy Merckx nel computo totale delle vittorie di tappa al Tour. Chapeau! VOTO: 8

MIKEL LANDA. Lavora per Evenepoel e anche lui non affonda del tutto nelle retrovie della classifica generale, concludendo in quinta posizione, pur con oltre 20 minuti di ritardo da Pogacar. VOTO: 7.5

RICHARD CARAPAZ. Sfrutta le sue doti di scalatore e vince l’insidiosa diciassettesima tappa con arrivo a SuperDévoluy, dopo aver addirittura indossato la maglia gialla al termine della terza tappa. Capisce che può inserirsi nella lotta per la maglia a pois e nelle tappe conclusive sulle Alpi è sempre protagonista tra fughe e scollinamenti sui GPM. Vince la maglia di leader degli scalatori nonostante Pogacar provi a insidiarlo nelle ultime tappe. VOTO: 7.5

ADAM YATES. Si sacrifica con abnegazione e dedizione alla causa di Pogacar risultando, forse al pari di Almeida, un valido gregario. Le sue accelerazioni in testa al gruppo selezionano il gruppo dei favoriti e la top ten finale è il giusto premio per un ciclista che avrebbe potuto tranquillamente fare corsa a sé. VOTO: 7

ROMAIN BARDET. La prima maglia gialla è sua grazie al bell’attacco in coppia col compagno di squadra Frank van den Broek. Una bella soddisfazione per un ciclista che si avvia sul viale del tramonto avendo dichiarato alla vigilia che sarebbe stato il suo ultimo Tour. VOTO: 7

BEN HEALY. Attaccare (quasi) sempre e comunque. Questo il motto del ciclista irlandese, protagonista spesso e volentieri nelle prime posizioni del gruppo. Siamo sicuri che prima o poi al Tour una tappa la vincerà. VOTO: 7

ANTHONY TURGIS, KEVIN VAUQUELIN. Danno alla Francia, dopo Bardet, altre due vittorie di tappa. VOTO: 7

DYLAN GROENEWEGEN. Vince in volata a Digione ottenendo complessivamente la sesta vittoria al Tour de France. VOTO: 7

VICTOR CAMPENAERTS. Va in fuga nella diciottesima tappa e vince in una volata ristretta davati a Vercher e Kwiatkowski, consegnando al Belgio la quarta vittoria di tappa al Tour 2024. VOTO: 7

JASPER PHILIPSEN. Una prima settimana da dimenticare lo esclude praticamente dalla lotta per la maglia verde, nonostante una seconda parte di Tour in crescendo condita da tre vittorie di tappa. Fatale, probabilmente, il declassamento nella tappa di Digione per avere chiuso Wout Van Aert contro le transenne. VOTO: 6

WOUT VAN AERT. Nonostante l’impegno e l’obiettivo dichiarato di vincere almeno una tappa, riesce a ottenere soltanto due secondi posti e cinque top ten. Lavora quando deve per Vingegaard, ma nel complesso non è apparso brillantissimo, avendo dovuto fare anche lui i conti con un lungo recupero dopo la brutta caduta alla Dwars door Vlaanderen. VOTO: 6

PRIMOZ ROGLIC. Alla vigilia del Tour sembrava la minaccia più grande per Pogacar ma non ha mai dato la sensazione di esserlo concretamente. La caduta – per colpe non sue – e il ritiro al termine della 12a tappa mettono fine ad un Tour a cui non possiamo dare la sufficienza. Lo aspettiamo alla Vuelta per una pronta reazione. VOTO: 5.5

GIULIO CICCONE. Sulla carta era e si conferma l’italiano più forte al Tour 2024. Due quinti posti nell’undicesima e nella quattordicesima tappa non bastano comunque a fargli raggiungere la sufficienza, anche perchè fallisce la top ten finale. VOTO: 5.5

CARLOS RODRIGUEZ. Il capitano designato dell’INEOS dopo un ottimo Giro di Romandia e un buon Criterium del Delfinato stecca il Tour senza se e senza ma, risultando impalpabile, quasi apatico, alle dinamiche di corsa. Mai un attacco, mai uno scatto, mai un sussulto. Il settimo posto finale sembra addirittura generoso per un ciclista dal quale ci si aspettava sinceramente qualcosa in più. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL. Sfoggia la maglia di campione italiano recentemente conquistata ma non riesce mai a incidere o a essere protagonista più di tanto, nonostante i proclami iniziali. Non fa meglio di un decimo posto nella tappa inaugurale da Firenze a Rimini, poi nel prosieguo del Tour si perde nell’anonimato fino al ritiro nella quattordicesima tappa. VOTO: 5

Antonio Scarfone

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