CASTELFIDARDO – RAVENNA: VAI COL LISCIO DI ROMAGNA
Questa sarà l’ultima occasione per i velocisti in un Giro che, dal giorno successivo, prenderà l’ascensore e poi l’ascensore e poi ancora l’ascensore…. Per gli sprinter oggi si respirerà aria da ultimo giorno di scuola, perché molti di loro a sera faranno le valigie e prenderenno la strada di casa. Impensabile che si facciano sfuggire questo appuntamento, poiché venderanno cara la pelle pur di non lasciare andare in porto i tentativi di fuga al termine di una tappa quasi perfettamente pianeggiante.
Se a ciascuna frazione della corsa rosa si volesse abbinare una colonna sonora, le note che accompagneranno i “girini” nell’affrontare i 171 Km che li condurranno da Castelfidardo a Ravenna saranno, inevitabilmente, quelle delle mazurche, dei valzer e delle polke che hanno fatto la fama del ballo liscio. Un binomio suggerito non solo dal fatto d’arrivare in terra di Romagna ma anche dal profilo della dodicesima frazione della corsa rosa, un “liscio” quasi ininterotto da ballarsi su di una pista larga e comoda. Rarissime le curve, modestissime le due asperità che il tracciato proporrà a notevole distanza da un traguardo che i velocisti si contenderanno con una bramosia tutta particolare. Per loro questa sarà l’ultima possibilità di vittoria poiché da domani e sino alla vigilia della conclusione saranno le montagne a farla da padrone e anche l’ultima frazione, pur totalmente pianeggiante, si negherà loro essendo una prova contro il tempo. Non era mai successo che, in una grande corsa a tappe, si proponesse l’ultima frazione utile agli sprinter così lontano dall’epilogo e questo comporterà un “fuggi fuggi” dei velocisti rimasti in gara per i quali si prospetta un’inutile prosecuzione, sempre che non debbano rimanere in gruppo per svolgere lavoro di gregariato.
Esaurita in poche righe la disanima tecnica del tracciato, passiamo a quella fisica del percorso che debutterà ancora tra i colli marchigiani ma ben presto raggiungerà le rive dell’Adriatico, compagno di viaggio del gruppo per quasi 150 Km. Prima di giungere al mare bisognerà, però, pagare il giornaliero dazio alla salita, affrontando il facile zampellotto di Pinocchio – il popolare burattino non c’entra nulla – che precede la veloce discesa su Ancona. Lambito il capoluogo regionale inizierà un vero e proprio biliardo, lungo quasi 60 Km. Questo lasso di strada, priva di asperità, sarà praticamente un continuo rettifilo, con le curve chiamate a ricoprire il ruolo di comparse secondarie e un solo tratto più tortuoso degli altri, una sorta di chicane allungata che s’incontrerà nell’attraversamento di Fano.
Come in tutti i tratti rivieraschi, sarà un sussegguirsi di località oggi conosciute quasi esclusivamente per i servigi balneari ma che hanno in realtà storie antichissime e che sono ricche di richiami del passato. Il caso più esemplare è, forse, quello di Senigallia, la città nota per la sua “spiaggia di velluto” e che, quando nella seconda metà dell’800 fu tra le prime località italiane a proporsi come luogo di svago e di riposo, erano già trascorsi 2000 anni dalla fondazione ad opera della tribù gallica dei Senoni (era, infatti, la “Sena Gallica” dei romani, così chiamata anche per distinguerla da “Saena Iulia”, l’odierna Siena): questo lasso di tempo ha lasciato le sue tracce, che arrivano fino ai giorni nostri e vanno dall’area archeologica recentemente scoperta alla Rocca Roveresca, dalle diverse chiese (su tutte la cattedrale di San Pietro) al Foro Annonario e ai Portici Ercolani, giù giù fino alla Rotonda a Mare, per molto tempo considerata il luogo che ispirò la quasi omonima canzone vacanziera portata a celebrità da Fred Bongust e in realtà scritta da Franco Migliacci dopo un soggiorno sulle sponde dell’umbro Lago Trasimeno.
Nella sua inarrestabile risalita dello stivale il gruppo giungerà poi a quella che è stata definita la “Berlino dell’Adriatico”, soprannome dovuto alla frammentazione nei territori di tre differenti comuni (Fano, Mondolfo e San Costanzo) della località balneare di Marotta, il cui nome reale richiama secondo alcuni storici la pesante sconfitta (“Mala rupta”) patita dai cartaginesi nella battaglia che decise la Seconda Guerra Punica, combattuta nella vicina valle del Metauro. In ringraziamento agli dei per il successo i romani eressero un tempio dedicato alla fortuna, il “Fanum Fortunae” attorno al quale si sviluppò la città di Fano, trasformata in colonia dall’imperatore Augusto per la sua posizione strategica ed oggi conosciuta per il suo carnevale, festeggiato per la prima volta nel 1347 e per questo considerato il più antico d’Italia.
Giunti a Pesaro, il tracciato della statale adriatica si internerà brevemente per aggirare il frastagliato promontorio di Gabicce, percorso da una tortuosa strada panoramica sulla quale si disputarono due frazioni della corsa rosa, una tappa in circuito nel 1977 vinta dall’allora campione del mondo in carica Freddy Maertens e una cronometro nel 1989 conquistata dallo specialista polacco Lech Piasecki. Rimanendo sulla statale, si aproccerà ora la facilissima ascesa della Siligata, irrilevante asperità fortemente incardinata alla storia della corsa rosa. Si tratta, infatti, della prima salita affrontata al Giro d’Italia, inserita nel tracciato della seconda frazione del Giro del 1909, Bologna – Chieti, conquistata da Giovanni Cuniolo. 102 anni fa si salì dal versante che i “girini” del 2011 percorreranno in discesa, procedendo verso il litorale romagnolo. Riprenderà così la successione di celebrate località balneare, più ravvicinate rispetto a quelle attraversate nelle Marche e quasi saldate l’una con l’altra in una sorta di “conurbazione del divertimento”. Si comincerà da Cattolica, poi il gruppo sfilerà sui lungomare di Misano Adriatico e Riccione, la “Vicus Popilius” dei Romani, dotatasi naturalmente tra ‘500 e ‘600 del suo apprezzato litorale, che all’epoca non si sapeva come sfruttare e che fu addirittura utilizzato come risaia. Si giungerà quindi a Rimini, che non è soltanto il principale centro della riviera romagnola ma anche una città carica di storia, grazie alla sua posizione strategica al capolinea di tre storiche vie consolari, l’Emilia, la Flaminia e la Popilia (oggi conosciuta come “Strada Romea”). Tanti i monumenti che le varie epoche hanno lasciato, anche se i corridori vedranno solo quello più conosciuto e recente, quando transiteranno sotto le finestre del Grand Hotel di felliniana memoria, costruito in stile liberty nel 1908, l’anno precedente la nascita del Giro.
A questo punto il gruppo lascerà nuovamente la statale per seguitare sulla litoranea, in un nuovo caleidoscopio di colori, se la stagione già permetterà di allestire sulla spiagga i colorati ombrelloni. Lambito il frequentato parco dell’”Italia in Miniatura” (da non confondere con “Minitalia”, che si trova in provincia di Bergamo), prima di lasciare il riminese si giungerà nella località balneare doppia di Bellaria-Igea Marina, sviluppatasi all’inizio del secolo scorso attorno all’originaria borgata di pescatori di Bellaria e ad un costruendo villaggio vacanze, che fu intitolato a Igea, dea dell’igiene e della salute. Si toccherà in seguito San Mauro a Mare, emanazione turistica del paese natale di Giovanni Pascoli, per poi respirare ancora una volta l’aria di casa Pantani. Dopo la tappa vinta dodici mesi fa da Manuel Belletti il Giro tornerà, infatti, in quel di Cesenatico, giusto il tempo di una toccata e fuga per poi proseguire a spront battuto verso Cervia ed entrare quindi nel ravennate. All’ombra delle otto perle UNESCO che impreziosiscono quella che fu, per una settantina d’anni, la capitale dell’Impero Romano d’Occidente, gli sprinter si contenderanno l’ultimo traguardo mentre all’orizzone acustico già s’odranno i gravi rintocchi del Grande Campanaro….
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico della Siligata (122 m). Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è attraversato dalla SS 16 “Adriatica” tra Cattabrighe (Pesaro) e il bivio per Gradara. Coincide con l’omonima località.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: Ravenna, basilica di Sant’Apollinare in Classe (www.casesf.com)