TURGIS ESULTA NELLA TEMUTA TAPPA DEGLI STERRATI. POGACAR CI PROVA, MA RESTA TUTTO INVARIATO

luglio 7, 2024
Categoria: News

L’attesissima e controversa tappa degli sterrati regala tanto spettacolo, ma alla fine si può dire che la montagna (non in senso lettarale) ha partorito il topolino. Ad esultare sul traguardo di Troyes al termine di una fuga nata a circa 150 km dall’arrivo, è stato Anthony Turgis (TotalEnergies) che ha battuto in una volata ristretta Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) e Derek Gee (Israel-Premier Tech). Per il francese, già piazzato in diverse classiche di peso, si tratta della vittoria più importante della carriera. Grande battaglia tra i big della classifica, grazie ai numerosi attacchi messi in opera da Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che però non è riuscito a staccare un tenace Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike). Resta così praticamente immutata la classifica generale che vede lo sloveno in testa con 33″ su Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) ed 1′15″ sul danese vincitore uscente.

La 9a tappa, 199 km con partenza e arrivo nella città di Troyes, proponeva uno scenario del tutto inedito nella storia recente del Tour de France grazie alla presenza, molto criticata da diversi Team Manager, di ben 14 tratti di sterrato tutti concentrati nel dipartimento dell’Aube. Dopo i primi 45 km abbastanza semplici i corridori erano attesi dal 1° sterrato, quello di Bligny-à-Bergères (km 49) al termine del quale il primo gpm (4a cat) di giornata, la Cote de Bergères (km 51,5). Un tratto di saliscendi precedeva il secondo tratto di strada non asfaltata (Baroville) e la successiva Cote. Quindi al km 95 iniziava una sequenza di sterrati caratterizzati da un continuo saliscendi: Haut-Fortes (km 95), Polisy à Celles-sur-Ource (km 105), Loches-sur-Ource à Chacenay (km 118), Plateau de la côte des Bar (km 132), Thieffrain à Magnant (km 141) e Briel-sur-Barse (km 152). Infine, il tratto finale completamente piatto proponeva l’ultima serie di strade bianche: Rue de Paradis (km 165), Fresnoy-Le-Château à Clérey (km 169) Verrières (km 175), Daudes (km 178), Montaulin à Rouilly-Saint-Loup (km 182) e Saint-Parres-aux-Tertres (189). Dal termine dell’ultimo tratto al traguardo mancavano poco meno di 10 chilometri.
Una tappa difficile da interpretare e che lasciava spazio a colpi di scena e imprevisti in grado di mutare la fisionomia della classifica generale.

La frazione è stata contrassegnata sin dai primissimi chilometri da una notevole bagarre, tanti erano i corridori desiderosi di azzeccare la fuga di giornata. Perciò diventa quasi pleonastico snocciolare tutti i vari tentativi che si sono sprecati nei pimi 40 km della tappa. L’azione buona è partita infatti soltanto poco prima del primo tratto di sterrato quando sono evasi dal gruppo 10 corridori: Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Elmar Reinders (Jayco-AlUla), Jasper Stuvyen (Lidl-Trek), Maxim van Gils (Lotto Dstny), Oier Lazkano e Javier Romo (Movistar) ed Anthony Turgis (TotalEnergies). Proprio lungo lo sterrato di Bligny-à-Bergères (km 49) dal gruppo sono evasi anche Alex Aranburu (Movistar Team) e Axel Zingle (Cofidis), poi rientrati sulla testa della corsa pochi chilometri dopo.
Ma la battaglia non era ancora terminata perchè alla spicciolata sono usciti fuori dal gruppo anche i vari Davide Ballerini (Astana), Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), Ben Healy (EF), Arnaud De Lie (Lotto) e Romain Bardet.
Healy e Pidcock hanno rapidamente preso e lasciato sul posto Ballerini, mentre Powless (-135) si rialzava per aspettare il compagno Healy, rientrato sulla testa della corsa insieme a Pidcock un paio di chilometri più tardi.
Dietro invece si era formato un gruppo inseguitore con Bardet, Ballerini, De Lie, Stefan Kung e Clement Russo (Groupama-FDJ), Jake Stewart (Israel-Premier Tech) e Magnus Cort (Uno-X Mobility).

La corsa è però esplosa poco dopo, lungo il secondo sterrato, quello di Baroville (-132). La Visma ha preso in mano la situazione accellerando proprio lungo il tratto a massima pendenza. Il gruppo messo alla frusta si è letteralmente spezzato anche perchè in tanti sono stati costretti a mettere il piede a terra. Tra gli attardati anche Primoz Roglic (Red Bull-Bora-Hansgrohe) che si è ritrovato staccato di circa 30 secondi dal gruppo principale. Nel frattempo il drappello di testa perdeva i primi pezzi (Powless e Reinders).
Il gruppo maglia gialla, ridotto ad appena 25 unità al termine del secondo sterrato, aveva praticamente dimezzato il gap (circa 1′30″) dalla testa della corsa avvicinandosi pericolosamente al drappello dei contrattaccanti, poi ripreso ai -110. Roglic e gli altri big ritardari hanno invece approfittato del tratto successivo allo sterrato per rientrare in gurppo.
Lungo il terzo tratto di sterrato, quello di Chemin des Hautes Forêts (-102), il gruppo è stato nuovamente messo alla frusta, stavolta dagli uomini della UAE. Contemporaneamente Jonas Vingegaard era vittima di una foratura, circostanza che lo ha costretto a farsi dare la bici dal compagno Jan Tratnik, bici che non ha poi più potuto cambiare sino al traguardo.

Ai -90 è stato direttamente Pogacar ad allungare dal gruppo maglia gialla. Su di lui si è immediatamente riportato Remco Evenepoel e la coppia della Visma formata da Christophe Laporte e Matteo Jorgenson, che però non hanno ovviamente collaborato consentendo il pronto rientro del loro capitano Vingegaard. Una altro importante attacco è arrivato ai -77, stavolta ad opera di Remco Evenepoel. Pogacar ha temporeggiato solo qualche secondo prima di lanciarsi all’inseguimento del belga con il solito Vingegaard a ruota. I vicintori degli ultimi 4 Tour de France si sono rapidamente riportati sul belga e nel giro di pochi chilometri il formidabile terzetto ha addirittura ripreso i battistrada (nel frattempo rimasti in 10 dopo le defezioni di Veermersch e Lazkano). Vingegaard però, evidentemente anche a causa della bici non della giusta taglia, non ha fornito collaborazione e così, rapidamente i primi tre della graduatoria si sono rialzati, lasciando gli altri 10 battistrada in testa alla gara. Pogacar, Evenepoel e Vingegaard sono così stati ripresi da quel che restava del gruppo dei big, consentendo a Roglic per la seconda volta nel corso della tappa di salvarsi.

Ai -57, lungo il settore di Thieffrain à Magnant, Evenepoel è stato vittima di un salto di catena, che lo ha costretto a rincorrere per qualche chilometro prima di rinvenire sulla testa del gruppo maglia gialla. Poco dopo (-50) Vlasov si è arruotato con un altro corridore finendo in un fosso. Il russo si è rapidamente rialzato, seppur portando con se diverse escoriazioni (al gluteo e alla coscia destra oltre che sul collo).
A quel punto, una volta usciti da una sequenza di sterrati e strappi, il gruppo si è leggermente rilassato, consentendo ai fuggitivi di riportare il gap a circa 2′. Come coseguenze di tale atteggiamento, dal plotone che si era rimpolpato, sono tornati gli scatti: ai -42 Michael Matthews (Jayco-AlUla) ha accelerato portando con se un redivivo David Gaudu (Groupama-FDJ). Alla suddetta coppia un pò per volta si sono uniti altri nomi altisonanti, quali il campione del mondo Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), la maglia verde Biniam Girmay (Intermarchè-Wanty) e poi Rui Costa (EF), Jakob Fuglsang (Free Palestine) e Rasmus Tiller (Uno-X). I 7 contrattaccanti si sono così lanciati all’inseguimento degli 8 battistrada superstiti (Pidcock, Stuyven, Healy, Gee, Aranburu, Romo, Lutsenko e Turgis), portando lo svantaggio a circa 1′.

La battaglia nel gruppo maglia gialla però non era ancora finita perchè ai -22 Pogacar ha nuovamente attaccato. Jorgenson e Laporte hanno reagito prontamente, riportando Vingegaard su Pogacar, mentre dietro il gruppo si disintegrava. Non contento, lo sloveno ha nuovamente riaccellerato poco dopo con Jorgenson ruota. Poco dietro Laporte trainava Vingegaard, poi aspettato anche da Jorgenson che lo ha riportato su Pogacar per l’ennesima volta. Di lì a poco (-18) è rientrato anche il quartetto formto da Laporte, Evenepoel e dai due UAE Juan Ayuso e Joao Almeida.
Nel frattempo nel gruppo di testa erano iniziate le scaramucce, mentre il gruppo di Girmay e Van der Poel non riusciva a recuperare altro terreno, galleggiando ad un distacco compreso tra i 45 e i 60 secondi.
Ai -11, dal gruppo di testa è invece partito in contropiede Stuyven. Il fiammingo ha subito guadagnato 10″ sugli altri 7 fuggitivi che però non hanno mollato la presa. Contemporanemente l’indomito Pogacar provava altri 2 allunghi, anche stavolta prontamente rintuzzati dai Visma con un Vingegaard bravissimo a non perdere le ruote dello sloveno. A questo punto gli animi nel gruppo dei big si sono definitivamente calmati.

Davanti continuava il braccio di ferro tra Stuyven e i 7 ex compagni di fuga che ai -3 avevano ancora 10″ di ritardo da recuperare. Le accelerazioni di Healy e Gee hanno però ricucito il gap e il belga è stato ripreso poco dopo lo striscione dell’ultimo chilometro. Healy ha provato nuovamente ad accelerare, ma ha così finito per tirare la volata agli altri fuggitivi. Lo sprint è stato lanciato da Aranburu alla cui ruota si era però collocato Anthony Turgis che è uscito al centro della sede stradale non lasciando scampo agli avversari. Il francese ha nettamente battuto Pidcock, Gee e Aranburu. Dietro di loro staccati di 2″ sono giunti i generosi Healy e Lutsenko. Poco più dietro Romo (a 12″) e Stuven (a 18″). Il gruppo inseguitore, giunto ad 1′17″ è stato regolato da Girmay che ha così portato a casa altri preziosissimi punti per la maglia verde, sempre più salda sulle sue spalle (ben 96 punti di vantaggio su Jasper Philipsen). 10a posizione per Matthews davanti ad un Van der Poel evidentemente non al meglio.

Resta sostanzialmente invariata la classific generale che vede Pogacar in testa con 33″ su Evenepoel, 1′15″ su Vingegaard e 1′36″ su Roglic. Seguono Ayuso a 2′16″, Almeida a 2′17″ e Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) a 2′31″. Completano la top ten Mike Landa (Soudal-Quick Step) a 3′35″, Derek Gee a 4′02″ e Matteo Jorgenson a 4′03″.

Domani è in programma la prima giornata di riposo, che farà da vigilia ad una serie di tappe potenzialmente non così decisive.

Pierpaolo Gnisci

Turgis esulta a Troys (fonte: GettyImages)

Turgis esulta a Troys (fonte: GettyImages)

Commenta la notizia