PETACCHI NON C’E'…. PISTA A VIVIANI
La mancanza di Alessandro Petacchi ha reso più spettacolare e incerto l’esito del GP Costa degli Etruschi, classica di inizio stagione riservata ai sprinter. E le leve più giovani della volata non hanno tradito le attese, impegnandosi in una spettacolare volata che ha premiato Elia Viviani, ventiduenne veronese che viene dalla pista. Ha avuto ragione degli italiani Ferrari e Favilli e del “bambino d’oro” della Liquigas Sagan, atteso alla stagione della conferma dopo uno sfolgorante avvio nel 2010.
Foto copertina: Viviani primo a Donoratico (foto Bettini)
Il re delle ultime sei edizioni e in assoluto ancora dominatore delle volate made in italy, Alessandro Petacchi, aveva abdicato prima. Quando il gatto non c’è i topi ballano si diceva e, in effetti, una classifica piena di giovani è la migliore alternativa che potevamo aspettarci quando il trentaseienne Ale jet lascia loro spazio. Già si cercano nuove frecce veloci che possano prendere il posto dello spezzino e la vittoria del Donoratico fa gola a tutti. Il tracciato, cambiato rispetto alle ultime edizioni, si presenta ondulato nella prima parte di gara e non sconvolge il risultato finale, ma condiziona lo svolgimento della gara, facendo fuori qualcuno.
Classica fuga iniziale con Margutti, Fioretti, l’austriaco Brandle e il francese Cherel. Il gruppo li lascia sfogare, tenendoli a bagnomaria. La furia della Liquigas, sempre più uno squadrone, li inghiotte senza pietà lasciando il solo Brandle, che ci crede e non molla ma è aspirato a 2 km dall’arrivo. A questo punto Elia Viviani, grazie ad un treno tutto per lui fa una volata regale concedendo solo le spalle agli avversari e un commento entusiasta subito dopo il trionfo: “E pensare che a me piace improvvisare. Volate di gruppo, volate ristrette, stavolta il treno, altrimenti c’è da morire di noia. Adesso di nuovo valigie e aeroporto, destinazione Mumbai, India, per due corse in linea, quindi a Manchester, Inghilterra, per la pista“. Il bresciano Roberto Ferrari, giunto secondo, recrimina: ” E’andata male, e invece ai 500 metri ero messo bene. Davanti Viviani, alla sua ruota Napolitano, alla sua ruota io. Quando Viviani è partito, ed è partito bene, pensavo che Napolitano lo seguisse, invece ha indugiato. Io l’ho guardato. E la volata è finita lì, perché da quel momento ce la siamo giocata solo per il secondo posto. Avrei dovuto partire prima. Non dico che avrei vinto, ma almeno ci avrei provato. Comunque, così, a occhio, Viviani è proprio forte. Adesso punto al Laigueglia: potrebbe anche non sembrare adatto a me, però non si sa mai“. Elia Favilli, toscano di Cecina della Farnese Vini, correva in casa e forse proprio lo stimolo lo ha portato a cogliere un incredibile terzo posto. Incredibile soprattutto perché a un chilometro e mezzo dal traguardo si era trovato nelle retrovie con 25 (se non 30) uomini davanti, tutti agguerriti nel preparare la volata:” Meno male che c’è stato De Negri a pilotarmi davanti, più che una volata è stata una progressione, si vede che mi è servito fare da apripista a Guardini per le sue cinque vittorie in Malesia“. Quarto posto per Peter Sagan, sempre della Liquigas, e quinto per Baggio della De Rosa- Flaminia. Manuel Belletti, settimo, racconta: “Ero dietro a Ferrari, quando ai 500 metri dall’arrivo Richeze mi ha buttato fuori. Ho perso sei o sette posizioni, la velocità era altissima, e più di tanto non potevo rimontare“. Il siciliano Danilo Napolitano giunge nono e racconta la sua volata con le polveri bagnate: “Ho battezzato la ruota giusta, ma al momento giusto avevo le gambe sbagliate. Mi sono sentito vuoto, forse mi sono speso troppo prima sulle salite, forse ho pagato troppo i due giorni di dissenteria durante la settimana, non so darmi un’altra spiegazione. Viviani sembra avere grandi qualità, e tra strada e pista non si ferma mai, è un anno che è in condizione“. Fra i dieci anche Francesco Gavazzi e De Maria. Che dire, il gatto non c’era e i topi, soprattutto quelli italiani, hanno ballato bene. Vedremo nel prosieguo della stagione chi avrà maggiore continuità di rendimento e potrà ambire a risultati di prestigio.
Domenico Occhipinti