POGACAR RIPRENDE DA DOVE AVEVA LASCIATO

luglio 2, 2024
Categoria: News

Dopo il test sul San Luca per saggiare le condizioni degli altri, Pogacar affonda il colpo sul Galibier, mettendo alla frusta il gruppo grazie all’azione di una squadra fortissima, con uomini che possono anche puntare al podio, e scattando nell’ultimo chilometro. Nel corso della discesa riesce ad incrementare il vantaggio anche nei confronti di Vingegaard, che aveva tentato di resistere ad una sparata violenta che poi si è rivelata fatale.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) aveva vinto l’ultima tappa di montagna del Giro d’Italia ed oggi è andato a prendersi anche la prima tappa alpina del Tour de France, piazzata molto presto nel percorso di quest’anno che, dopo le tappe italiane, è tornato in terra francese.
Il suo più diretto avversario Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) è apparso in condizione, ha provato a resistere il più possibile ma, come si era visto anche lo scorso anno, lo sloveno ha una punta di velocità decisamente più elevata del danese. In discesa Pogacar ha preso grossi rischi, lanciandosi a tutta velocità, sfruttando l’intera sede stradale nelle curve e andando a far la barba al ciglio dei precipizi su una strada priva di protezioni laterali.
Nella seconda parte della discesa, meno tecnica, il nuovo leader della generale ha continuato a spingere a più non posso e questo gli ha permesso di guadagnare sino a 35 secondi su Vingegaard, che è poi stato ripreso da Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers), Juan Ayuso (INEOS Grenadiers), Primoz Roglic (Red Bull-BORA-hansgrohe) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step).
Le tappe di montagna che arrivano così presto riservano spesso sorprese e, in effetti, quando la UAE ha iniziato a tirare con i suoi assi Adam Yates, Joao Almeida e Ayuso, abbiamo assistito alle crisi di diversi uomini che in montagna vanno molto forte, ad iniziare dalla ormai ex maglia gialla Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) – arrivato al traguardo con un ritardo di 5 minuti – e per proseguire con Simon Yates (Team Jayco-AlUla), che l’anno scorso ha sfiorato il podio finale e oggi è uscito di classifica.
Ottimo, invece, è stato Mikel Landa (Soudal Quick-Step), che nonostante l’età ha tenuto benissimo ed è arrivato al traguardo con una cinquantina di secondi di ritardo dal vincitore insieme ad Almeida, che già al Giro di Svizzera aveva mostrato una condizione invidiabile.
Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Adam Yates, Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) e Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), tutti corridori che avevano sinora mostrato ottime cose, sono arrivati con un ritardo di 2′41″.
Roglic è arrivato con il gruppetto dei migliori alle spalle del capoclassifica, ma è sembrato in difficoltà quando gli UAE stavano producendo il massimo sforzo, anche se poi, con la consueta caparbietà che lo contraddistingue, è riuscito a salvarsi, rientrando e mantenendosi nel gruppetto dei migliori sino all’arrrivo.
Allo stato attuale Pogacar ha già un buon vantaggio in generale: 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard, mentre a 1′10″ c’è il suo compagno di squadra Ayuso.
La strategia di Pogacar potrebbe essere quella di tentare di guadagnare il più possibile in questa prima fase, sfruttando magari anche la tappa degli sterrati, per poi cercare di stare tranquillo grazie ad una squadra fortissima che potrebbe essere in grado di supportarlo anche in caso di attacchi da lontano.
La condizione di forma di Vingegaard, ultimo vincitore della Grande Boucle, non può lasciare tranquillo lo sloveno perché, se è vero che – senza aver corso per 3 mesi – il danese potrebbe accusare la terza settimana, è anche vero il contrario, nel senso che l’organismo del Vingegaard potrebbe anche reagire, guadagnando in condizione proprio mettendo chilometri nella gambe a ritmo gara.
Una squadra forte come la UAE a questo Tour potrebbe essere fondamentale per la nuova maglia gialla.
Ora c’è un po’ di respiro ma attenzione, perché tra pochi giorni andrà in scena una lunga cronometro che potrebbe rimescolare le carte.
Il percorso è favorevole a Evenepoel, che potrebbe recuperare qualcosa a Pogacar, anche se lo sloveno al Giro è riuscito a viaggiare sui tempi di un cronoman di razza come Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) anche in una lunga cronometro tutta piatta come è stata quella di Desenzano. Evenepoel poi, anche se oggi si è mostrato forte in salita, non sembra comunque in grado di competere con Pogacar e Vingegaard per la vittoria finale.
Invece, sarà interessante vedere il confronto tra i due maggiori pretendenti. L’anno scorso la sfida fu vinta nettamente da Vingegaard, che diede oltre un minuto a Pogacar, ma quest’anno il capitano della UAE è migliorato molto nella specialità e non è detto che in una prova in cui si corre da soli al massimo sforzo Vingagaard non accusi una condizione non perfetta.

Venendo alla cronaca della tappa, nelle prima fasi della corsa si è assistito a una girandola di scatti e controscatti con corridori anche importanti come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), ma i tentativi naufragano anche perché il gruppo è piuttosto nervoso e non lascia spazio.
Il tentativo buono si forma dopo diversi chilometri con un gruppo di 17 uomini che riesce ad evadere. Ricevono l’autorizzazione del gruppo il citato Van Der Poel, Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Julien Bernard (Lidl-Trek), Bruno Armirail (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), David Gaudu (Groupama-FDJ), Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Stephen Williams (Israel-Premier Tech), Oier Lazkano (Movistar Team), Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Cristián Rodríguez (Arkéa-B&B Hotels), Kobe Goossens (Intermarché-Wanty), Warren Barguil (Team dsm-firmenich PostNL), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Odd Christian Eiking (Uno-X Mobility), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies).
Sulle salite verso Sestriere e il Monginevro non succede nulla di particolare, se non che il gruppo si mostra intenzionato a non lasciare troppo spazio alla fuga che non riesce mai ad andare oltre i 3 minuti di vantaggio.
Nei primi chilometri verso il Col du Lautaret (la prima parte più facile del Galibier) Nils Politt e Tim Wellens della UAE Team Emirates iniziano ad inseguire seriamente, riducendo il gap, mentre davanti salta l’accordo e iniziano a scattarsi in faccia.
Dopo diversi tentativi è Lazkano che riesce a staccare i fuggitivi, ma anche il suo destino è segnato perché Marc Soler (UAE Team Emirates) imprime una bella accelerata.
Ai – 6 dal GPM tutti i fuggitivi vengono ripresi, mentre il ritmo degli UAE inizia a mandare il difficoltà corridori importanti come Simon Yates e Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), che era indicato da numerosi commentatori come uno dei favoriti per via dell’arrivo al termine di una discesa tecnica, sulla quale il portacolori Ineos aveva già mostrato le sue doti funamboliche al Tour di due anni fa.
La selezione si fa più spietata quando si porta in testa Almeida; cedono Enric Mas (Movistar Team), Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL), Aleksandr Vlasov (Red Bull-BORA-hansgrohe) e soprattutto la maglia gialla Carapaz, che pure è un ottimo scalatore abituato a pedalare a grandi altitudini.
Quando passa in testa Ayuso, anche Ciccone e Bernal cedono e pure Adam Yates, terzo lo scorso anno e recente vincitore al Giro di Svizzera, va inaspettatamente in difficoltà.
Poco dopo lo striscione che indica un chilometro al GPM Pogacar parte con una sparata tremenda, quando nel gruppo ci sono solo Vingegaard, Roglic, Rodriguez, Evenepoel, Landa, Almeida e Ayuso.
Vingegaard resiste per qualche metro ma la punta di velocità di Pogacar è superiore e il danese adotta la stessa tecnica dell’anno scorso, andando a tutta ma senza pretendere di stare incollato al rivale, cercando di perdere il meno possibile, e scollina con 10 secondi di ritardo. Pogacar puntava certamente all’abbuono al GPM ma, visto il vantaggio, ha tirato dritto e ha fatto la discesa a tutta.
Evenepoel gestisce molto bene l’ultimo chilometro e riesce a distanziare di 10 secondi Roglic, Rodriguez e Ayuso, che però lo riprendono e per qualche chilometro lo staccano nella parte tecnica della discesa.
Davanti Vingegaard cerca di non perdere troppo ma Pogacar, forte discesista, prosegue prendendosi enormi rischi e anche nel tratto finale meno pendente continua a spingere sui pedali.
Al traguardo Vingegaard arriva dietro a Evenepoel, Ayuso e Roglic con 37 secondi da Pogacar, che si prende tappa e maglia.
Per via degli abbuoni, lo sloveno vanta ora una riserva di 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard.
Ora gli uomini di classifica potranno tirare il fiato grazie a due tappe per velocisti prima dell’altra prova cruciale, quella contro il tempo che andrà in scena venerdì.

Benedetto Ciccarone

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

Commenta la notizia