GIUGNO 2024, PEDALANDO VERSO IL TOUR

giugno 1, 2024
Categoria: Approfondimenti

E’ ora di cominciare a pensare al Tour, ancora più quest’anno che la corsa inizierà alla fine di giugno, con una settimana d’anticipo rispetto al solito a causa delle Olimpiadi. E come il solito all’inizio del mese si correrà la tradizionale “prova generale” della Grande Boucle, quel Giro del Delfinato che al via schiererà molti dei partecipanti al Tour. C’è, però, chi sceglierà di preparare la corsa transalpina al Giro di Svizzera o al coevo Giro della Slovenia, poi spazio ai campionati nazionali, che per l’Italia andranno in scena in Toscana. Ma non è ancora finita perché a giugno si correrà anche il Giro d’Italia riservato agli under23 e, un mese più tardi, anche l’edizione femminile.

Il Giro d’Italia è appena finito, ma è già ora di pensare al Tour. In tanti ci stanno già pensando da tempo e in primis Tadej Pogacar, che quest’anno ha in mente la doppietta con la Corsa Rosa, un’impresa che sulle strade del ciclismo non si vede da ben 26 anni, dalla magica estate di Pantani del 1998. Vincere Giro e Tour nella stessa stagione sembrava oramai un obiettivo quasi irraggiungibile, sfiorato da Chris Froome nel 2018 e che forse solo il corridore sloveno e il danese Jonas Vingegaard potrebbero agguantare. Intanto Pogacar il Giro l’ho ha portato a casa dominandolo dall’inizio alla fine e ora punta dritto verso un Tour che quest’anno scatterà con una settimana d’anticipo rispetto al solito causa Olimpiadi (il primo colpo di pedale sarà dato a Firenze il 29 giugno) e dove troverà come principale sfidante proprio Vingegaard, sempre che lo scandinavo si sia ripreso in pieno dal disastroso incidente accadutogli a inizio aprile al Giro dei Paesi Baschi (e, infatti, al momento è ancora incerta la sua presenza alla Grande Boucle).

Basterà attendere soli sette giorni dalla conclusione del Giro per assistere a una succulenta anteprima del Tour, come il solito offerta dal Giro del Delfinato (2-9 giugno), la cui 76a edizione vedrà al via molti dei corridori che a luglio cercheranno di mettere in difficoltà l’inaffondabile Pogacar. Il piatto forte della corsa transalpina sarà offerto fra le tre tappe d’alta montagna che si affronteranno consecutivamente negli ultimi giorni e la cronometro individuale di quasi 35 Km che gli organizzatori hanno piazzato al quarto giorno di gara, affiancate a due frazioni di media montagna e lasciando ai velocisti solo i “bruscolini”, come quelli della tappa d’apertura che si disputerà in circuito attorno a Saint-Pourçain-sur-Sioule, un anello di 172 Km che concentra le pedalabili difficoltà altimetriche nei primi 45 Km. Subito un arrivo in salita – anche se non ufficiale – sarà proposto al secondo giorno, quando si partirà da Gannat alla volta del Col de la Loge, dove lo striscione del traguardo sarà teso a 1255 metri di quota, percorsa un’ascesa finale che gli organizzatori hanno suddiviso in tre tratti: i primi 7 Km al 5.8% saranno validi come GPM di 2a categoria, i successivi 3.1 Km al 6.1% saranno classificati di 3a categoria, mentre varrà solo per la vittoria di tappa e la classifica generale il passaggio sotto il traguardo, percorso un ultimo tratto caratterizzato da una pendenza media del 2.5%. Un arrivo in salita più tradizionale, pur nella sua semplicità (3.8 Km al 5.2%), si vedrà l’indomani a Les Estables, piccola stazione di sport invernali del Massiccio Centrale dove si giungerà dopo esser partiti da Celles-sur-Durolle e aver affrontato lungo il cammino, ma distante quasi 100 Km dal finale, l’ascesa più difficile di questa tappa, la breve ma arcigna Côte de Saint-Victor-sur-Arlanc, poco più di 3 Km all’8.8% di pendenza media. I favoriti per la vittoria finale in queste prime frazioni non dovrebbero esporsi più di tanto, anche per non sprecare troppe energie in vista della tappa a cronometro del quarto giorno, che si disputerà per 34.4 Km tra Saint-Germain-Laval e Neulise, su di un tracciato che non è liscissimo ma nemmeno complicato e sul quale i passisti non dovrebbero aver problemi a lanciare le loro cilindrate, se si pensa che gli organizzatori sulle tabelle di marcia hanno preconizzato 41 minuti di percorrenza media per i corridori più veloci, che corrispondono a una media oraria poco superiore ai 50 Km/h. Alla prova contro il tempo seguirà una frazione di media montagna che si snoderà tra Amplepuis e Saint-Priest, infarcita di difficoltà altimetriche pedalabili fino a 23 Km dall’arrivo, quando il percorso diventerà pianeggiante. Il gran finale vedrà protagonisti gli scalatori, che avranno dalla loro parte tre impegnati arrivi in salita, una serie inaugurata dalla tappa che scatterà da Hauterives per concludersi a Le Collet d’Allevard, con gli ultimi 11 Km all’8.3% che saranno preceduti di quasi 45 Km dalla scalata a un classico colle del Tour, il Granier (9 Km al 5.5%). Il penultimo giorno andrà in scena un vero e proprio tappone perché si accumuleranno quasi 4500 metri di dislivello (per intenderci, un numero molto simile a quello del tappone del doppio Monte Grappa e inferiore a quello del tappone dolomitico del Brocon) percorrendo i 155 Km della frazione che da Albertville condurrà a Samoëns 1600: quattro le salite in “menù” con il Col de Saisies (9.6 Km al 6.4%) da scalare in partenza, la Côte d’Araches (6.2 Km al 7.4%) e il Col de la Ramaz (14.1 Km al 7%) ad anticipare l’inedita ascesa finale di 10 Km all’8.8%. E non è ancora finita perché ci sarà pane per i denti dei “grimpeurs” anche nella conclusiva tappa disegnata tra Thônes e il Plateau des Glières, altopiano che gli appassionati di ciclismo hanno scoperto grazie ad un arrivo di tappa del Tour de l’Avenir nel 2013 e che è stato esplorato per la prima volta dal professionismo in occasione della tappa di Le Grand-Bornand del Tour 2018, quando Froome forò sullo sterrato sommitale. Stavolta il tratto bianco sarà evitato, anche perché si salirà dal meno impegnativo versante occidentale, che comunque non è una passeggiata, considerata la pendenza media del 7.2% che si registrerà nei 9 Km conclusivi.

Ma non c’è soltanto il Delfinato quale gara preparatoria del Tour e, infatti, alcuni dei “big” che saranno al via della Grande Boucle hanno scelto di schierarsi ai nastri di partenza del Giro di Svizzera (9-18 giugno). Giunta quest’anno all’87a edizione la corsa elvetica proporrà un tracciato ancora più accondiscendente verso gli scalatori rispetto al Delfinato per la presenza di una cronoscalata e di ben quattro tappe di alta montagna, tutte caratterizzate dall’arrivo in salita. Stavolta i bruscolini saranno lasciati ai passisti che prediligono le cronometro piatte come il veloce cronoprologo che aprirà le danze a Vaduz, poco meno di 5 Km resi ancora più filanti dall’abbondanza di rettilinei e dalla penuria di curve (ne sono previste tre a gomito e pochissime altre meno secche). Pure i velocisti avranno ben pochi traguardi a loro disposizione; anzi a ben guardare l’unico alla loro portata dovrebbe essere quello della prima tappa in linea, che dalla capitale del Liechtenstein condurrà a Regensdorf, traguardo che comunque non sarà alla portata di tutti gli sprinter perché 11 Km prima si dovrà scollinare la cima di un’ascesa di 2.2 Km al 7.7% che, inevitabilmente, tarperà le ali a diversi tra i velocisti al via. Fa, invece, gola ai “finisseur” il finale della tappa del giorno successivo, che terminerà a Rüschlikon in vetta a uno strappo di 800 metri al 7.7%, immediatamente preceduto da un dentello simile e da alcune ascese leggermente più lunghe ma non particolarmente difficili. La prima occasione per i “grimpeurs” per dare la scalata al Tour de Suisse sarà offerta il giorno dopo ai 2091 metri del Passo del San Gottardo, anche se i cultori delle grandi salite storceranno il naso alla notizia che al celebre valico si salirà dal versante meno impegnativo e spettacolare, quello di Andermatt, 21 Km al 5.6% con il tratto conclusivo lastricato in pavé. Sulle strade del Canton Ticino si snoderà la quarta tappa, disegnata tra Ambrì e Carì, due località che distano tra loro una quindicina di chilometri, anche se oggi i corridori dovranno percorrerne quasi 150: dopo un primo passaggio dalla sede d’arrivo bisognerà effettuare una lunga escursione priva di difficoltà altimetriche in direzione di Bellinzona per poi fare ritorno a Carì, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 11 chilometri e mezzo caratterizzata da una pendenza media dell’8%. L’indomani si ripartirà da Locarno per inerpicarsi fino ai 2480 metri del Passo della Novena (13.7 Km al 7.0%), il punto più elevato del tracciato che da quest’anno perderà la tradizionale  denominazione di “Cima Ferdy Kubler” e sarà intitolato alla memoria di Gino Mäder, il corridore che lo scorso anno ha perso la vita sulle strade del Tour de Suisse, in seguito ad una drammatica caduta dalla discesa dal Passo dell’Albula: la cima del Novena sarà scavalcata a una sessantina chilometri dal traguardo, previsto a Blatten-Belalp al termine di una salita di 7 Km al 9.3%. Sarà, infine, la località di sport invernali di Villars-sur-Ollon a ospitare il gran finale accogliendo l’arrivo delle ultime due tappe, la prima delle quali sarà un circuito d’alta montagna breve (118 Km) ma intenso, che prevede di salire per ben due volte ai 1772 metri del Col de la Croix (la versione “completa” misura 17 Km e presenta una pendenza media del 7%) prima dell’arrivo in quota a Villars, percorsa un’ascesa finale di 8.6 Km all’8% ben nota ai corridori: affrontata spesso sia al Giro di Svizzera, sia al Giro di Romandia, sarà ripetuta anche ventiquattrore più tardi in occasione della cronoscalata conclusiva, che prenderà le mosse da Aigle, vera e propria capitale del ciclismo essendo la sede dell’Unione Ciclista Internazionale.

Chi preferirà un approccio più soft al Tour potrebbe decidere di schierarsi al via del Giro di Slovenia (12-16 giugno), che quest’anno costituirà l’unica alternativa a Delfinato e Svizzera perché non si disputerà la Route d’Occitanie, la cui 48a edizione è stata rinviata al 2025 a causa della concomitanza del passaggio, nelle stesse zone nelle quali si sarebbe dovuto gareggiare, della torcia olimpica nel suo viaggio verso Parigi, stesso motivo per il quale è stata annullata anche la Mont Ventoux Dénivelé Challenges. La corsa slovena, che si disputerà per la trentesima volta nella storia, scatterà con una tappa destinata ai velocisti che dal primo raduno di partenza di Murska Sobota condurrà al traguardo di Ormož, poi gli sprinter in gara avranno la possibilità di giocarsi la rivincita – e sarà questa per loro l’ultima occasione – il giorno successivo al termine della Žalec – Rogaška Slatina. La frazione più attesa dai tifosi italiani, pur non essendo la più impegnativa, sarà la terza, disegnata dalla capitale Lubiana in direzione di Nova Gorica, attorno alla quale è stato tracciato un lungo circuito che prevede lo sconfinamento in Friuli, dove si affronterà la salita di San Floriano del Collio (2 Km al 7.7% con un muro finale di 500 metri al 10.4%), anche se la principale difficoltà di gara s’incontrerà dopo esser rientrati in territorio sloveno, quando è in programma a una decina di chilometri dal traguardo l’ascesa a Ravnika, ufficialmente 5.7 Km al 5.6%  ma con i primi 3 Km all’8.8%, resi ancora più selettivi dalla sede stradale stretta. Per i corridori in gara questa sarà la vigilia della tappa regina che dopo la partenza da Škofljica avrà come meta la stazione di sport invernali di Krvavec, dove si giungerà al termine di una salita di quasi 12 Km al 7.7% con il veleno nella coda perché l’ultimo chilometro – inedito a differenza del precedente tratto della salita – presenta un’inclinazione media del 12.5%. Un altro muro sarà in programma l’indomani nel finale della conclusiva tappa che da Šentjernej porterà il gruppo al tradizionale approdo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, dove – al posto del classico circuito passerella pianeggiante da ripetere più volte – si dovrà effettuare una sola tornata dell’anello di 16 Km che prevede l’ascesa della collina di Trška, 1500 metri al 10.5% e un picco massimo del 20% che potrebbero creare un po’ di scompiglio se la tappa del giorno prima non avrà chiuso del tutto i giochi di classifica.

Infine, una settimana dopo la fine del Giro di Svizzera e sette giorni prima del “via” del Tour de France andranno in scena in quasi tutte le nazioni i campionati nazionali, che per l’Italia si svolgeranno domenica 23 giugno tra Firenze e Sesto Fiorentino, su di un tracciato di 235 Km che rappresenterà anche la quarta edizione della Per Sempre Alfredo, la corsa dedicata all’ex corridore e commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini, solitamente in programma a marzo il giorno successivo la Milano-Sanremo. Infatti, il circuito finale ricalcherà quell’edizione 2023 e così a decidere le sorti della maglia tricolore, attualmente indossata da Simone Velasco, sarà la salita di Collina (3.6 Km al 6.1% con un muretto finale di 800 metri al 10.6%), che dovrà essere ripetuta quattro volte. Tra il 19 e il 20 del mese, invece, a Grosseto saranno assegnati i titoli a cronometro per tutte le categorie.

Conclusa la panoramica sulle principali corse professionistiche del mese torniamo ora a parlare di Giro d’Italia perché nei prossimi due mesi si disputeranno anche le edizioni cadette della Corsa Rosa, quelle destinate a giovani e donne e che quest’anno saranno entrambe organizzate da RCS Sport, il ramo della “Gazzetta dello Sport” che allestisce anche il Giro dei professionisti e che già nel 2023 aveva ricevuto dalla federazione il mandato di organizzare la corsa Under23, ribattezzata nell’occasione Giro Next Gen (letteralmente “Giro della Prossima Generazione”). La 47a edizione della corsa, che in passato è stata chiamata anche Giro Baby e Girobio, si correrà tra il 9 e il 16 giugno, in parallelo al Giro di Svizzera, e si aprirà ad Aosta con l’unica prova contro il tempo inserita nel tracciato, una cronometro individuale di 8.8 Km che prevede a metà percorso la salita di Beauregard (1200 metri al 6.1% con strappo iniziale di 300 metri al 9%). Interamente sulle strade valdostane si correrà anche la prima tappa in linea, ma non s’incontreranno grandi salite nei 107 Km da percorrere tra Aymavilles e Saint-Vincent, attorno alla quale è stato disegnato un circuito di una dozzina scarsa di chilometri che prevede di affrontare la pedalabile ascesa di Champ de Vigne. Gli scalatori dovranno attendere il terzo giorno quando, dopo la partenza da Verrès, ci si sposterà in Piemonte per l’arrivo sul Pian della Mussa (1761 metri), spettacolare altopiano al quale si giungerà dopo aver percorso un’ascesa lunga oltre 20 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5.9%, traguardo che in futuro (magari già nel 2026) potrebbe essere proposto anche al Giro dei “grandi”. I velocisti avranno a disposizione due traguardi, inseriti consecutivamente nel tracciato che ora proporrà una poco ondulata tappa che da Pertusio condurrà a Borgomanero, seguita da una più snella frazione che avrà come protagonista il settore della Pianura Padana da percorrere tra Bergamo e Cremona. Pur non salendo in alta quota, l’indomani si tornerà a pedalare in salita per un’altra tappa ideale alle doti gli scalatori, che scatterà da Borgo Virgilio in direzione di Fosse, dove il traguardo sarà posto poco sotto i mille metri sul livello del mare, ma al termine di un’ascesa di 8.5 Km all’8.6% di pendenza media, la più impegnativa di questa edizione. In quota sarà anche la conclusione della successiva tappa che prenderà il via da Montegrotto Terme per raggiungere Zocca (762 metri), il centro dell’appennino emiliano principalmente noto per aver dato i natali a Vasco Rossi, anche se non è per nulla “spericolata” la salita che si dovrà percorrere per andare al traguardo (10.7 Km al 4.8%). Più interessante ai fini della classifica, se le salite non avranno provocato grandi divari, potrebbe rivelarsi la conclusiva tappa che da Cesena condurrà alla vicina Forlimpopoli, dove sono previste quattro tornate di un circuito che avrà il suo momento clou nella breve ascesa di Bertinoro (1.9 Km al 7.2%).

La corsa femminile, da quest’anno Giro d’Italia Women, si disputerà invece a luglio, tra il 7 e il 14 del mese, nello stesso periodo nel quale sarà in corso di svolgimento la settimana centrale del Tour de France maschile e, come quella giovanile, si aprirà con una cronometro che potrebbe essere molto impattante in classifica perché si snoderà sulla distanza di 14.6 Km: tanto misurerà la prova disegnate sulle filanti strade di Brescia, con l’unica difficoltà altimetrica rappresentata dalla pedalabile ascesa verso il castello (800 metri al 5.2%). Nelle stesse zone dove il mese scorso si è svolta la crono di Desenzano del Giro d’Italia si dipanerà la prima tappa in linea che scatterà da Sirmione per terminare con un presumibile volatone a Volta Mantovana. Come al Giro degli Under23 il terzo giorno sarà consacrato all’arrivo in quota, anche se la strada che condurrà al borgo di Toano (10 Km al 5.2%), al quale si giungerà dopo esser partiti da Sabbioneta, non è per nulla paragonabile a quella diretta a Pian della Mussa. Il giorno successivo tra Imola e Urbino si disputerà una movimentata frazione collinare che prevede l’attraversamento della Repubblica di San Marino, con la salita alla piccola capitale (5.4 Km al 6.9%) prima di entrare in territorio marchigiano, dove s’incontreranno le ascese consecutive di Monte Altavelio (3.4 Km al 7.4%) e di Monte Osteriaccia (3.1 Km al 6.3%). Ci sarà nuovamente spazio per le velociste sul traguardo della successiva Frontone – Foligno, per poi tornare a immergersi nelle colline durante la tappa che partirà da San Benedetto del Tronto alla volta di Chieti, secondo arrivo in salita di questa edizione (5.2 Km al 5.4%, dei quali i primi 3.5 Km al 7.3%). A questo punto si correrà l’unica frazione di alta montagna, modellata su quella della doppia scalata al Monte Grappa vista all’ultimo Giro d’Italia. La tappa, che partirà da Lanciano, sarà imperniata attorno alla salita del Blockhaus, anche se le donne saliranno da un versante meno impegnativo rispetto a quella dal quale sono arrivati i “girini” nel 2017 e nel 2022: l’ascesa da Lettomanoppello non sarà comunque facile perché sono previsti quasi 18 Km al 7.8%, mentre alla prima scalata si percorreranno solo i primi 12 Km (media dell’8.4%) fermandosi ai 1311 metri di Passo Lanciano (traguardo di tappa a 1663 metri). L’indomani calerà il sipario sul Giro femminile con la conclusiva frazione che da Pescara condurrà le atlete rimaste in gara all’Aquila, tappa di media montagna nella quale si andranno a ricalcare gli ultimi 74 dell’ultima giornata del Giro d’Abruzzo affrontato ad aprile e vinta dal francese d’origine russa Pavel Sivakov: come in quella tappa si dovranno affrontare le lunghe ma pedalabili salite della Forca di Penne (21 Km al 3.3%) e di Castel del Monte (13.4 Km al 4.7%) prima dei due strappi finali, con il traguardo posto in cima all’ultimo (mille metri al 7%).

Mauro Facoltosi

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en/

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch/en/

Tour of Slovenia

https://tourofslovenia.si/en

Giro Next Gen

www.gironextgen.it/

Giro d’Italia Women

www.giroditaliawomen.it/

Tour de France

www.letour.fr/en/

La stazione di sport invernali di Le Collet dAllevard, sede darrivo della terzultima tappa del Delfinato (www.lecollet.com)

La stazione di sport invernali di Le Collet d'Allevard, sede d'arrivo della terzultima tappa del Delfinato (www.lecollet.com)

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