POGACAR E NON SOLO. LE PAGELLE DEL GIRO 2024
maggio 28, 2024
Categoria: Approfondimenti
Pubblichiamo come di consueto al termine del Giro d’Italia le pagelle dei ciclisti che hanno brillato o deluso di più. Migliore senza dubbio Pogacar mentre tra i peggiori non possiamo non nominare Romain Bardet.
TADEJ POGACAR. Una dimostrazione di classe e di potenza che raramente si era vista nelle ultime edizioni del Giro d’Italia. Oltre alla vittoria della maglia rosa e della maglia azzurra, sei tappe vinte, piazzamenti un po’ ovunque, show nelle tappe più dure ma anche momenti di generosità (vedi borracce e gadget vari dispensati a piene mani ai piccoli tifosi alla partenza, all’arrivo e anche durante le tappe). L’unico piccolissimo appunto è il non aver indossato la maglia rosa nella prima tappa ma aver dovuto “attendere” fino alla seconda. Un fuoriclasse del ciclismo e dello sport in generale che aspettiamo di rivedere al Tour de France, dove partirà nuovamente con i gradi di strafavorito. VOTO: 9.5
GERAINT THOMAS. A 38 anni compiuti proprio durante il Giro 2024 mostra di essere ancora competitivo pur non riuscendo a bissare il secondo posto dello scorso anno. Il gallese è terzo e come Pogacar affronterà il Tour, probabilmente con gli stessi risultati del Giro, potendo mettere nel mirino al massimo uno dei gradini più bassi del podio finale. VOTO: 8
ANTONIO TIBERI. Il ventiduenne laziale è la speranza italiana per i GT e dopo un ottimo Tour of the Alps conferma di meritarsi i gradi di capitano alla Bahrain Victorious. Nonostante l’incidente meccanico nella seconda tappa che gli fa perdere terreno sui primi, non si perde d’animo e, grazie anche alle due ottime cronometro (per lui due sesti posti), risale la classifica generale fino al quinto posto. Vince meritatamente la classifica della maglia bianca e lo aspettiamo fin da ora al Giro 2025, nel quale dovrà confermarsi e, perchè no, migliorare il piazzamento di quest’anno. VOTO: 8
RAFAL MAJKA. E’ sempre stato l’ultimo ad allungare il gruppo dei big e a fare il forcing decisivo che mette Pogacar in rampa di lancio. Uno dei migliori gregari in circolazione che, ricordiamolo, prima di lavorare per il ciclista sloveno è stato anche lui capitano alla Tinkoff e alla BORA Hansgrohe. VOTO: 8
JULIAN ALAPHILIPPE. Vince la tappa di Fano e va spesso in fuga, rilanciando diverse volte l’azione come al suo solito. Il due volte campione del mondo a 32 anni può ancora dire la sua. VOTO: 8
JONATHAN MILAN. Per larghi tratti ha dato l’impressione di essere il più forte velocista in circolazione e merita la seconda maglia ciclamino consecutiva. Alla distanza, però, ha pagato qualcosa contro Merlier. VOTO: 8
DOMENICO POZZOVIVO. Dopo 19 anni sulla bici, Roma gli tributa il giusto omaggio con un commovente applauso della folla al primo passaggio sul traguardo. VOTO: 8
DANIEL FELIPE MARTINEZ. Va bene il secondo posto per il ciclista colombiano, ma un guizzo, un sussulto, un moto d’orgoglio per mettere in difficoltà Pogacar? Niente di niente…Il primo degli umani, giunto comunque a quasi 10 minuti di ritardo dal fenomeno sloveno, si accontenta della piazza d’onore con qualche piazzamento per la seconda posizione. VOTO: 7.5
BEN O’CONNOR . L’australiano non sembra mai in grado di poter aspirare alle posizioni del podio. Spesso accusa la fatica e deve ringraziare la sua squadra d alcuni preziosi compagni come Valentin Paret-Peintre e Alex Baudin, che rinunciano alle fughe per stargli vicino e proteggerlo in salita. Alla fine ottiene un quarto posto tutto sommato discreto. VOTO: 7.5
GIULIO PELLIZZARI. Dopo Tiberi, è il giovane italiano che si è messo più in luce nelle tappe mosse e soprattutto nelle fughe sulle Alpi. Secondo sul Monte Pana, battuto soltanto da Pogacar, e primo a scollinare sul primo passaggio sul Monte Grappa nella ventesima tappa, la più dura del Giro 2024. Il ventunenne ciclista marchigiano ha posto le basi per una carriera prestigiosa. VOTO: 7.5
TIM MERLIER. Il velocista belga inizia male ma conclude bene; praticamente compie il contrario di Milan, al quale contende lo stesso numero di tappe vinte, tre. VOTO: 7.5
GEORG STEINHAUSER. Le precarie condizioni di salute nella prima settimana lo tengono fuori dalla contesa, ma non si perde d’animo e dopo aver ripreso la condizione è autore di una delle più belle vittorie al Giro 2024 nella tappa della doppia scalata al Passo Brocon. Il ventiduenne tedesco, figlio d’arte, potrà avere un brillante futuro nelle corse a tappe. VOTO: 7.5
JHONATAN NARVAEZ Con la vittoria nella prima tappa l’ecuadoriano impedisce a Pogacar di indossare la maglia rosa. Si distingue sia nelle fughe, sia come gregario per l’INEOS, facendo spesso il ritmo in salita. VOTO: 7
FILIPPO GANNA. Oltre al compito di gregariato per Thomas, gli obiettivi dichiarati di Filippo erano le due cronometro. A Perugia si deve arrendere a Pogacar, troppo più forte negli ultimi 6 km in costante ascesa, mentre a Desenzano del Garda fa valere le sue doti da cronoman e vince nettamente. VOTO: 7
ANDREA VENDRAME. Dopo Milan e Ganna è l’altro ciclista italiano a vincere una tappa. Lo fa nella diciannovesima, con una fuga dove sembrava in un primo momento in difficoltà , ma con grande abnegazione è riuscito successivamente a prevalere. VOTO: 7
THYMEN ARENSMAN. Doveva essere l’alternativa a Thomas nelle fila dell’INEOS Grenadiers, ma il suo inizio non è dei migliori visto che nella prima settimana è l’ombra di se stesso e inizia a migliorare soltanto nella cronometro di Perugia, dove ottiene un ottimo quarto posto. Sulle grandi montagne cerca di arrabattarsi come può, senza comunque mai dare l’impressione di brillare. Il sesto posto finale lascia in generale qualche perplessità . VOTO: 6.5
EINER RUBIO. Curioso il caso del corridore colombiano. Lo vediamo brillare nelle prime due tappe e nelle ultime due di montagna. In mezzo l’anonimato totale, aggravato dagli svariati minuti persi nelle due prove a cronometro. Il sudamericano chiude in settima posizione ma nella Movistar, dopo l’era Valverde, bisognerà chiedersi se ci sia qualche ciclista buono per le corse a tappe. VOTO: 6.5
NAIRO QUINTANA.. Gli anni passano ma diamo comunque la sufficienza al vincitore del Giro 2014, che a 34 anni cerca comunque di limitare i danni, sfavorito anche dall’aumento dei chilometri a cronometro. Sfiora la vittoria sul Mottolino dopo una fuga ben organizzata, ma si deve arrendere allo strapotere di Pogacar. VOTO: 6
CIAN UIJTDEBROEKS Nella prima settimana ha dato l’impressione di essere il più serio candidato alla maglia bianca, ma è costretto al ritiro per problemi di salute prima dell’undicesima tappa. VOTO: 6
JAN HIRT. Così anonimo il suo giro che ormai non lo riconosceremmo neanche in faccia se ci passasse accanto. Il ceco conclude in ottava posizione ma poteva benissimo essere l’ottantesima per quanto visto sulla strada. VOTO: 5.5
MICHAEL STORER. Doveva essere uno dei più attivi ciclisti da fuga e invece non ci va quasi mai, restando attaccato al treno dei big fino all’inevitabile declino nella terza settimana. Alla fine è decimo in classifica generale ad oltre 21 minuti di ritardo da Pogacar. Sarà per la prossima volta. VOTO: 5
ROMAIN BARDET. Insufficienza piena per il capitano del Team DSM-Firmenich PostNL. Crolla subito nella prima settimana e non bastano il secondo posto di Bocca della Selva ed il quarto del Mottolino. Che il Giro sia stato di preparazione per il Tour de France, che disputerà come Pogacar e Thomas? Vedremo… VOTO: 4
Antonio Scarfone