VAN DER POEL E IL RESTO. I VOTI DELLA PARIGI – ROUBAIX
aprile 7, 2024
Categoria: 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti
I promossi e i bocciati della Parigi – Roubaix. Da una parte il dominatore indiscusso Mathieu van der Poel, dall’altra tutti gli altri ciclisti che hanno provato a impensierirlo, se così si può dire…
MATHIEU VAN DER POEL. Vince da favorito nello stesso modo in cui ha vinto il Giro delle Fiandre. Un assolo senza eguali sul pavè per il quale ad ogni pedalata aumentava il vantaggio sugli inseguitori. La sua seconda Parigi – Roubaix di fila è un inno al ciclismo e alle emozioni che offre. VOTO: 9.5
JASPER PHILIPSEN. Secondo l’anno scorso e secondo quest’anno, conferma il suo feeling col pavè e durante tutta la corsa è uno dei più brillanti. Oltre a proteggere Van der Poel, nelle fasi calde della corsa riesce anche a tornare agevolmente nel gruppo di testa dopo un inconveniente meccanico. Dopo l’irresistibile allungo di Van der Poel, fa lavorare Pedersen, Politt e Kung senza dare quasi mai il cambio, come impone la tattica. Vince la volata dei battuti e sale sul podio per la nuova doppietta Alpecin. VOTO: 8.5
MADS PEDERSEN. La forma c’è e lo dimostra per tre quarti di corsa. E’ tra i più brillanti nella Foresta dell’Arenberg e nei tratti in pavè resta attaccato alla ruota di Van der Poel finchè può. Alla fine migliora di una posizione il risultato dello scorso anno salendo sul gradino più basso del podio. VOTO: 8
NILS POLITT. Col passare della corsa si capisce che è lui il capitano dell’UAE Team Emirates. Dopo il terzo posto al Giro delle Fiandre il tedesco conferma di avere un’ottima forma e a un certo punto prende anche l’iniziativa, tant’è vero che resta in avanscoperta con Kung e Vermeersch per una decina di chilometri buoni dello show di Van der Poel. VOTO: 7.5
STEFAN KUNG. Lo svizzero ottiene la terza top five consecutiva (terzo posto nel 2022, quinto posto nel 2023 e nel 2024) e conferma di essere uno dei ciclisti a più agio col pavè. Peccato che ci siano altri un po’ più bravi di lui. VOTO: 7
GIANNI VERMEERSCH. Fondamentale uomo d’ordine nel gruppo per Van der Poel, detta i tempi della corsa spesso e volentieri, contribuendo all’exploit del compagno non dando cambi a Kung e Politt una volta trovatosi in testa. Alla fine chiude in sesta posizione dimostrando di avere anche lui un’ottima gamba. VOTO: 7
LAURENCE PITHIE. A 21 anni corre la Parigi Roubaix come fosse un veterano esperto ed è di grande aiuto a Kung, almeno fino a quella curva verso sinistra nella quale cui cade e dove perde la possibilità di lottare per il podio. Il neozelandese recupera come può e chiude in settima posizione. VOTO: 7
TIMO KIELICH. Altro uomo d’ordine dell’Alpecin Deceuninck. Il ciclista tedesco si vede spesso davanti a tirare il gruppo ed è tra gli artefici della selezione creata prima dell’ingresso nella Foresta dell’Arenberg. VOTO: 6.5
TOM PIDCOCK - Nonostante gli strascichi della caduta avvenuta durante la ricognizione della prima tappa del Giro dei Paesi Baschi, prende coraggiosamente il via da Compiègne e nei primi tratti in pavè sembra a proprio agio. Si perdono le sue tracce dopo il passaggio nella Foresta dell’Arenberg e conclude con un anonimo diciassettesimo posto, ad oltre 6 minuti da Van der Poel. VOTO: 6
CHRISTOPHE LAPORTE . Dopo il forfait dell’ultima ora di Dylan van Baarle, doveva essere il capitano della Visma, ma non si fa mai vedere (se non per una foratura che lo mette fuori gioco quasi subito). Termirerà in venticinquesima posizione. E comunque è il primo ciclista francese all’arrivo. VOTO: 5.5
ANDREA PASQUALON. È Il primo italiano all’arrivo, cinquantesimo a oltre 9 minuti di ritardo da Van der Poel. La segnalazione è dovuta ma si sapeva che i ciclisti italiani oggi non avrebbero avuto molte chance. VOTO: 5
KASPER ASGREEN. La Soudal Quick Step attraversa un momento difficile e Asgreen prova a inventarsi uomo da fuga ma con scarsi risultati. Una volta ripreso, resta nel gruppo di testa fino alla Foresta dell’Arenberg, nella quale alza definitivamente bandiera bianca. VOTO: 5
ALBERTO BETTIOL. Probabilmente era il ciclista italiano con più ambizioni., ma prima della partenza aveva dichiarato di non essere al 100%. Il problema è che la Parigi – Roubaix è una delle corse più massacranti in circolazione e chi non ha una condizione sufficiente rischia di ritirarsi. Proprio come è successo al toscano. VOTO: 4.5
JOSHUA TARLING Viene squalificato per traino irregolare. Il VAR è inflessibile e il giovane inglese perde la possibilità di essere uno degli uomini più pericolosi dell’INEOS Grenadiers. VOTO: 4.
JONATHAN MILAN. Resta l’amaro in bocca per il ventitreenne di Tolmezzo, che si arrende per i postumi di una caduta e si ritira prima dell’imbocco del primo tratto in pavè. Tornerà più forte. SENZA VOTO
Antonio Scarfone