IELLA A TUTTO TONDO, GIOISCE ARRIAGADA
Solo la iella poteva frapporsi tra Tondo e la vittoria finale e, lungo la discesa finale, è arrivata, sotto la forma di una caduta che ha dato il via libera ad Arriagada che, superando anche Serpa, si è vestito della maglia di leader. La tappa è stata invece vinta dal colombiano Rubiano, a coronamento di una lunga fuga.
Foto copertina: Arriagada all’attacco nel finale (foto Luis Barbosa)
Una lunga fuga lasciata andare dal mattino, un Rubiano in grandissimo spolvero involato verso il traguardo inseguito, a una manciata di secondi, dallo spagnolo Piedra e dal resto degli attaccanti che, poco a poco, venivano riassorbiti dal gruppo.
Era una tappa difficile altimetricamente ma tranquilla, con Tondo che controllava tutto da vero leader, senza patemi, quando ormai tutti i pericoli (le salite) erano alle spalle.
Ecco, il tempo verbale vi avrà messo la pulce nell’orecchio. Era, si perchè proprio quando sembrava tutto finito ecco che l’unico, terribile, avversario che può toglierti qualcosa colpisce puntualmente quando ormai credi di avercela fatta: la Iella. Una caduta lungo la discesa dal Cerro el Amago, dovuta ad un momentaneo mancamento dell’atleta, eventi di quelli che non si vedono proprio tutti i giorni durante una gara ciclista. Il caldo, il rilassamento dopo aver tenuto su tutti anche dopo l’ultima salita, la difficile asperità appena messa alle spalle, insomma un po’ di tutto ci si è messo perchè colui che ormai era l’indiscusso leader ci lasciasse 15 minuti belli e buoni sui primi della classifica.
La caduta, chiamiamola così, di Tondo ha dato via libera ai diretti avversari, ma soprattutto ha messo il turbo ad un Arriagada che in un baleno ha staccato tutto il plotoncino, compreso l’avversario Serpa, e s’è involato verso il traguardo, giungendo alle spalle di Piedra, secondo ed ultimo “residuato bellico” della fuga del mattino.
Lo scossone dato dal cileno alla classifica finale può definirsi decisivo, con Arriagada in testa, Serpa a 38″ Moyano e l’italiano Eros Capecchi a 1′51″. Il corridore della Liquigas avrebbe potuto essere terzo a 1′31″, se non si fosse messo in scia alle ammiraglie per rientrare dopo una caduta, ritrovandosi sul groppone 20″ secondi di penalizzazione. Un modo, neanche troppo celato, di inserire sul podio un giovane argentino, visto che generalmente dopo una caduta per certe cose si chiude un occhio, soprattutto se avvenuta su di un tratto di strada allagato e dopo aver dovuto guadare pure un torrentello.
Andrea Mastrangelo