DALLE STRADE BIANCHE ALLE CIME CATALANE È SEMPRE “POGI SHOW”: LO SLOVENO VINCE LA PRIMA TAPPA DI MONTAGNA
Alla Volta a Catalunya 2024 va di scena l’ennesimo show di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), al primo arrivo in salita l’attacco secco che gli consente di conquistare la tappa e passare al comando della classifica generale, restano sole briciole a Mikel Landa (Soudal-QuickStep), arrivato secondo, mentre chiude in terza posizione Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe).
Tappa importante della Volta a Catalunya 2024 con l’arrivo in salita a Vallter, pronti via e va in porto la fuga con dentro Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Kevin Colleoni (Intermarché – Wanty), Samuel Fernández (Caja Rural-Seguros RGA), Álex Jaime (Equipo Kern Pharma), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi). Il gruppetto in avanscoperta riesce in soli 15 chilometri a guadagnare ben 6’30” sul gruppo. Lo scossone da dietro arriva a sorpresa grazie a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che tutto solo scatta portandosi dietro il compagno di squadra Domen Novak, i due immediati ed insoliti inseguitori verranno però ripresi una decina di chilometri dopo. In testa al gruppo si portano Israel – Premier Tech e UAE Team Emirates per cercare di iniziare a recuperare tempo ai fuggitivi che intanto guadagnano ancora arrivando ad avere un vantaggio massimo di 7’, tempo che scende a poco più di 5’ quando si arriva a Girona con il traguardo volante vinto da Isasa. Ai meno 60 chilometri dall’arrivo il gruppo è ancora in netta rimonta portandosi a 3’:20 dai fuggitivi, mentre al successivo sprint intermedio di Olot passa ancora per primo Isasa. Quando la corsa arriva alla salita verso il Col de Coubet inizia a piovere ma nulla scoraggia il grande lavoro degli uomini della UAE Team Emirates che forti dei propri mezzi si portano per la prima volta sotto i 3’ di ritardo dal gruppetto in fuga. A poco meno di 5 chilometri dal GPM è ancora Isasa a rendersi protagonista con un allungo a cui rispondono presente sia Fernández e Janssens, ma poco dopo Isasa si pianta ed i due restano da soli al comando della corsa scollinando con 40” sugli immediati inseguitori e circa 3’ sul gruppo dei migliori. La corsa entra nella fase calda, la discesa resa insidiosa dalla sede stradale bagnata viene affrontata con prudenza sia dalla coppia l comando sia dal gruppo che, una volta in pianura riprende a spingere per annullare la fuga, riassorbendo in pratica tutti gli ex uomini che ve ne facevano parte. La coppia al comando ha soli 2’ di vantaggio, Janssens si prende il terzo ed ultimo sprint intermedio e poco dopo Camprodom Fernández alza bandiera bianca. Resta da affrontare la salita conclusiva verso Vallter, Janssens la inizia con 50” di vantaggio, il gruppo è tirato sempre dagli uomini di Pogacar che è chiaramente intenzionato a vincere la tappa. Ai meno 9 dal traguardo il gruppo riprende Janssens, intanto una caduta a centro gruppo taglia fuori Lorenzo Fortunato, il ritmo sale sempre di più con la formazione emiratina a mettere tutti alla frusta, è il preludio allo scatto di Pogacar che avviene a 6,5 chilometri dall’arrivo a cui nessuno riesce a risponder. Mentre Pogacar in un baleno guadagna circa 1’, da dietro Mikel Landa (Soudal-QuickStep), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Lenny Martinez (Groupama-FDJ) cercano di organizzare un inseguimento a cui poco dopo si uniscono Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Chris Harper (Team Jayco AlUla) e João Almeida (UAE Team Emirates) passivo in fondo al gruppetto. Davanti Pogacar transita sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro con 1’:15”, lo sloveno è scatenato e tutto solo va a prendersi tappa e maglia; al secondo posto chiude Landa a 1’:23”, terzo è Vlasov con un secondo in più, poi Almeida a 1’:38” che stacca tutti gli altri rimasti a sancire la netta superiorità della UAE Team Emirates. La classifica generale rispecchia l’ordine di arrivo con il quarto, Almeida dentro i 2’. Domani terza tappa con ancora montagne e ancora un interessante arrivo in salita a Port Ainè, vistp quanto accaduto oggi non sarà facile contrastare lo strapotere di Tadej Pogacar.
Antonio Scarfone