ATTACCO A 80 KM DALL’ARRIVO E POGACAR CONCEDE IL BIS
La modifica del percorso, che ha portato il settore di Monte Sante Marie a 80 km dall’arrivo rispetto ai tradizionali 50, non ha modificato i piani tattici del campione sloveno che ha attaccato nel tratto sterrato più difficile, come aveva fatto nel 2022. Una progressione impressionante che ha subito scavato un grosso solco, poi la mancanza di accordo dietro ha consentito a Pogacar di arrivare al traguardo con un vantaggio enorme.
“La classica del nord più a sud d’Europa”, “la sesta monumento”: sono vari gli appellativi con cui viene definita questa classica giovane ma entrata prepotentemente nel cuore degli appassionati per la sua bellezza, il suo fascino antico, la sua durezza e soprattutto per la sua spettacolarità .
Negli ultimi anni abbiamo sempre assistito a grandi imprese, ad azioni partite molto distante dal traguardo ma quello che è andato in scena quest’oggi rasenta l’inverosimile.
Proprio per avvicinare questa corsa alle monumento gli organizzatori hanno aumentato il chilometraggio, portandolo oltre i 200 Km aggiungendo un circuito finale che ha portato gli atleti e percorrere per due volte i duri settori di Colle Pinzuto e delle Tolfe.
Per effetto di questa modifica il durissimo ed interminabile settore di Monte Sante Marie non si trovava più a 50 km dall’arrivo, come nelle passate edizioni, bensì ad 80, una distanza considerata da tutti i commentatori come palesemente eccessiva perché si potesse pensare ad un attacco solitario.
L’ipotesi più probabile era un forcing con i gregari per fare la selezione e ridurre il gruppo, per poi provare l’affondo decisivo più avanti.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha invece portato l’attacco decisivo nello stesso settore in cui aveva attaccato due anni fa, con la differenza che questa volta la distanza dal traguardo appariva davvero eccessiva. Si veniva di un lungo tratto disputato sotto la pioggia battente, caratterizzato da qualche attacco tenuto sotto controllo e rintuzzato dalla UAE. Proprio nei primi momenti di asciutto, sul settore di Monte Sante Marie, Tim Wellens ha iniziato ad aumentare il ritmo. L’attesa è stata breve e ai -81 Pogacar dalla testa del gruppo ha dato un’accelerata decisa che non ha consentito a nessuno possibilità di replica.
Ha provato ad inseguire Maxim Van Gils (Lotto Dstny), ma lo sloveno oggi era su un altro livello e all’uscita del settore di Monte Sante Marie aveva già un vantaggio di due minuti ed è stato subito chiaro che, nonostante i moltissimi chilometri da percorrere, sarebbe andato al traguardo.
La situazione degli inseguitori è poi rapidamente peggiorata a causa della mancanza totale di accordo in gruppo. Dopo un tratto in cui Thymen Arensman (INEOS Grenadiers) ha provato a tirare per il suo capitano Thomas Pidcock, vincitore uscente, nessuno ha voluto fornire un fattivo aiuto, con la conseguenza che la velocità è calata e, per lunghissimi chilometri, si è andati avanti a scatti con Wellens che faceva un ottimo lavoro di stopper, saltando sulle ruote di tutti coloro che provavano ad allungare.
In una simile situazione il vantaggio del battistrada è continuato a salire, mentre nel gruppo inseguitore ci si organizzava per il podio.
L’unico che ha provaqto ripetutamente a scuotere il gruppo era Ben Healy (EF Education – EasyPost), che ha accelerato ripetutamente senza però mettere sulla strada quel quid pluris per riuscire ad evadere, per nulla aiutato dagli altri componenti del gruppo
Al primo passaggio sulle arcigne pendenze del settore delle Tolfe Van Gils riprova ad uscire dal gruppo, quando il gap è ormai vicino ai 4 minuti. Il tentativo stavolta va a buon fine e il belga rimane per molti chilometri da solo all’inseguimento, riuscendo a tenere il distacco da Pogacar poco al di sopra dei 3 minuti, mentre dal gruppo evade Toms Skujins. Il portacolori della Lidl-Trek si avvicina progressivamente a Van Gils, ma il belga prosegue la sua marcia e il ricongiungimento tra i due avviene poco prima del cartello dei meno venti.
Al secondo passaggio dal settore di Colle Pinzuto Pidcock prova ad attaccare e riesce a distanziare il gruppo, ma per il podio è troppo tardi poichè i distacchi rimangono più o meno uguali.
Nel finale Pogacar decide di assaporare l’impresa e rallenta notevolmente, alzando la bicicletta con le braccia subito dopo aver tagliato il traguardo.
Per le posizioni d’onore la battaglia va in scena sulla strappo di Via Santa Caterina, dove Skujins riesce a staccare Val Gils. Pidcock mantiene la quarta posizione mentre dietro il gruppetto esplode ed i corridori arrivano uno alla volta.
Il tentativo su Monte Sante Marie sembrava da incoscienti, ma Pogacar ha dimostrato di essere su un altro livello, perché è riuscito a dare due minuti a tutti in meno di 10 Km.
Negli 80 km corsi in solitaria non ha avuto nessun problema a gestire la situazione ed è riuscito a portare a termine una delle più lunghe fughe solitarie nella storia delle classiche, seconda solo a quella di Coppi nella Milano Sanremo del 1947, quando il Campionissimo attaccò da solo sul Turchino a quasi 150 Km dalla conclusione.
Van Gils e Skujins hanno il merito di essere stati gli unici a voler provare ad attaccare con decisione, nonostante la situazione per la vittoria fosse compromessa e anche loro hanno comunque allungato ad una certa distanza dall’arrivo, vedendo i loro sforzi ed il loro coraggio premiati con il podio.
La sensazione è che in gruppo mancassero le energie, mentre le squadre più strutturate, la Ineos e la Visma, non sembravano intenzionate ad organizzarsi per un inseguimento, anche se nel finale Pidcock ha dimostrato di aver qualcosa in più rispetto agli altri componenti del gruppo e ha forse il rimpianto di aver perso l’attimo e di essersi mosso in ritardo.
Resta il fatto che la superiorità di Pogacar è stata talmente netta da portare a pensare che, se il livello è questo, lo sloveno non avrà difficoltà ad ammazzare il Giro d’Italia con estrema facilità .
Ovviamente alla Corsa Rosa mancano ancora più di 2 mesi e la condizione degli avversari potrà migliorare, tuttavia non si può non notare come sia Pogacar, sia Vingegaard siano già al debutto di gran lunga superiori agli avversari.
Anche quest’anno la Strade Bianche non ha tradito le aspettative e al di là della tradizione, che sicuramente non è quella delle monumento, questa corsa ha regalato uno spettacolo che difficilmente si riesce a vedere nelle corse ciclistiche moderne.
Benedetto Ciccarone