MARZO 2024, C’ERA UNA VOLTA LA SANREMO
marzo 1, 2024
Categoria: Approfondimenti
Marzo non è più soltanto il mese della Sanremo. Un tempo la Classicissima era l’unico, vero e proprio faro d’inizio primavera, ma da alcuni anni gare come la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza sono riuscite a ritagliarsi una fisionomia ben distinta, riuscendo ad attirare ai nastri di partenza anche i grandi nomi delle corse a tappe, corridori in grado di vincere un Giro o un Tour.
C’era una volta la Sanremo… e c’è ancora, beninteso. Ma la “Classicissima” da tempo non è più il faro del mese di marzo, quando c’era un prima e un dopo la Sanremo. In particolare le due corse a tappe che la anticipano, la Parigi-Nizza e la Tirreno-Adriatico, erano principalmente viste come gare preparatorie della Milano-Sanremo, poi tutto è cambiato nel 2005, quando Angelo Zomegnan ha lasciato il ruolo di vicedirettore della Gazzetta dello Sport per assumere quello di responsabile di RCS Sport, l’ufficio della “Rosea” che si occupa di organizzare il Giro d’Italia e le altre corse di proprietà del quotidiano, tra le quali per l’appunto la Tirreno-Adriatico. Deciso ha ridurre su tutti i fronti il divario che separava il Giro dal Tour, Zomegnan ha dato una decisa sterzata verso l’alto ai percorsi, riuscendo a trasformare la “Corsa dei due mari” da mera gara preparatoria alla Sanremo a una corsa in grado di attirare anche i grandi campioni. Inserendo salite, muri e cronometro ne ha fatto un vero e proprio Giro d’Italia concentrato in sette giorni e la scelta ha pagato in senso positivo, perché negli anni successivi la Tirreno ha spesso sfoggiato starting list migliori della Parigi-Nizza e lo testimoniano le vittorie di corridori del calibro di Evans, Nibali, Contador, Quintana e Pogacar. E non è venuta meno la sua vocazione di gara preparatoria alla Sanremo, perché in questo stesso periodo i corridori che hanno vinto la Sanremo in molte occasioni avevano scelto di disputare proprio la Tirreno.
Gli organizzatori della Parigi-Nizza, che come i nostri sono gli stessi del Tour de France, inizialmente sono stati a guardare scettici e si sono dati una mossa soltanto negli ultimi anni, adottando le stesse scelte italiane e i risultati pure qui si sono visti perché, talvolta, nelle edizioni più recenti è stata la corsa francese a presentare un campo partenti superiore.
Anche quest’anno, dunque, si rinnoverà la sfida nella sfida tra le due competizioni, che a partire dal 2022 si disputano in perfetto parallelo. Entrambe le gare si concluderanno domenica 10 marzo, mentre avrà una durata maggiore di un giorno – come avviene dal 2001 – la Parigi-Nizza (3-10 marzo), la cui 82a edizione scatterà da Les Mureaux, cittadina situata 40 Km a ovest della capitale francese, con una prima tappa in circuito di 158 Km che non dovrebbe sfuggire ai velocisti nonostante la presenza di alcune colline a ridosso del traguardo, difficoltà che daranno comunque una scremata al plotone. La seconda frazione sarà la più semplice dal punto di vista altimetrico essendo quasi del tutto pianeggianti i 179 Km che da Thoiry condurranno a Montargis, anche se l’attraversamento delle lande a sudovest di Parigi potrebbe presentare sgradite sorprese in caso di forte vento, un’eventualità non rara a marzo in quelle zone, dove spesso è capitato che alcuni tra i favoriti si trovassero estromessi dai giochi per la vittoria finale a causa dei famigerati “ventagli”, le rotture del gruppo a causa delle quali si possono perdere parecchi minuti. Reinserita nel percorso lo scorso anno dopo un lungo “stop”, anche nel 2024 la cronometro a squadre si disputerà il terzo giorno, quando si dovranno percorrere 27 Km in circuito attorno a Auxerre, pedalando su di un tracciato caratterizzato da tre brevi e pedalabili tratti in salita, il primo 2.2 Km al 4.3% da superare a 6 Km dal via, il secondo di 2.3 Km al 4.5% collocato a metà strada e l’ultimo in corrispondenza dei 400 metri conclusivi (media del 3.6%). Il giorno successivo ci sarà l’arrivo sul Mont Brouilly, percorsa un’ascesa di 3 Km al 7.7% (ultimo chilometro al 9.1%) che dovrà essere ripetuta due volte negli ultimi 40 Km e che si affronterà al termine di una tappa lunga 183 Km, con partenza da Chalon-sur-Saône e ben 10 ascese da superare lungo il percorso, tracciato tra i celebri vigneti del Beaujolais: tra le altre difficoltà altimetriche spiccano i 5 Km al 7.2% del Col du Fût d’Avenas e i 2.3 Km all’8.7% del Col de Durbize, ascesa che propone un indigesto ripieno di 1000 metri nel quale la strada diventa un vero e proprio muro (pendenza media dell’11.7%). Per l’ultima volta in questa edizione della “Corsa verso il sole” i velocisti saranno protagonisti l’indomani al termine della tappa tracciata tra Saint-Sauveur-de-Montagut e Sisteron, il cui percorso non sarà comunque una passeggiata perché si dovranno affrontare quattro salite, che porteranno i corridori fino poco sotto i 1000 metri di quota, e un ultimo strappo di 1 Km al 6% che si dovrà scavalcare a 9 Km dalla conclusione. A questo punto sarà recuperata la tappa dei muri con arrivo a La Colle-sur-Loup che era prevista lo scorso anno e che fu annullata a causa del forte vento, anche se il tracciato è stato notevolmente alleggerito: di fatto, la prima parte di gara presenterà salite non particolarmente difficili, mentre le fasi più interessanti si vedranno nel circuito finale di 30 Km, che ha in serbo un muro di quasi 2 Km al 10.3% – che si attaccherà subito dopo il passaggio sulla linea d’arrivo – e dalla successiva e più breve rampetta di Tourrettes-sur-Loup (800 metri all’8.3%). Saranno verosimilmente le ultime 48 ore a decretare il nome del successore di Tadej Pogačar nell’albo d’oro della corsa transalpina e in particolare le attenzioni sono calamitate dalla tappa di montagna del penultimo giorno, che collegherà in 173 Km il livello del mare di Nizza con i 1614 metri di Auron, stazione di sport invernali delle Alpi Marittime situata non distante da Isola 2000, la località sciistica dove a luglio terminerà uno dei più impegnativi tapponi del Tour de France: tutto si deciderà lungo l’ascesa finale di 7.4 Km al 6.9%, alla quale si giungerà dopo esser saliti in precedenza ai 1500 metri del Col de la Colmiane (7.5 Km al 6.9%). Se tutto ciò non dovesse bastare la situazione potrebbe cambiare nel corso della conclusiva frazione di Nizza che, nonostante l’aspetto collinare, spesso in passato è riuscita a ribaltare i verdetti stabiliti il giorno prima in montagna. Oppure potrebbe confermarli, come accaduto lo scorso anno quando Pogacar è riuscito prima a tagliare in solitaria sia la linea del traguardo stesa ai quasi 1700 metri del Col de la Couillole e poi quello della conclusiva frazione nizzarda, il cui tracciato è stato riproposto quasi fedelmente quest’anno. I 110 Km che metteranno i sigilli alla Parigi-Nizza vedranno così i corridori superare sei salite, con le più interessanti piazzate nella seconda parte del tracciato, che prevede prima la Côte de Peille (6.5 Km al 6.9%), poi la salita simbolo della corsa francese (Col d’Èze, 1.6 Km al 9.1%) e per ultimo il Col des Quatre Chemins, 3.8 Km all’8.1% che contengono un muro di 1000 metri al 12.5%.
Mentre i partecipanti alla Parigi-Nizza saranno impegnati nella seconda frazione a più di mille chilometri di distanza scatterà la 59a edizione della Tirreno-Adriatico (4-10 marzo), che per il decimo anno consecutivo prenderà il via da Lido di Camaiore, teatro della cronometro d’apertura, una prova contro il tempo individuale di 10 Km che si snoderà sul litorale della Versilia in direzione di Viareggio per poi far ritorno alla città di partenza. Dalla vicina Camaiore si ripartirà il giorno dopo alla volta di Follonica, dove si assisterà al primo dei tre arrivi allo sprint previsti in questa edizione della “Corsa dei Due Mari”, affrontata una tappa di 198 Km che – a parte le pedalabili salite di Montemagno e Castellina Marittima – non presenterà particolari difficoltà altimetriche e terminerà con un circuito totalmente pianeggiante di 18 Km. Leggermente più impegnativo per le ruote veloci sarà il finale della seconda tappa, la più lunga tra le sette previste (225 Km): partiti da Volterra, si dovrà affrontare a 22 Km dall’arrivo la salita di Casacastalda (5.9 Km al 3.6%) mentre maggiori problemi ad alcuni sprinter potrebbe darli la lieve pendenza (2.3%, 4% sul rettilineo d’arrivo) dei 3 Km che precederanno il traguardo a Gualdo Tadino, lo stesso della tappa vinta da Mathieu van der Poel nel 2021. Il giorno successivo si ripartirà da Arrone per affrontare entro i primi 80 Km (la tappa ne misurerà 207) le due salite più alte dell’edizione 2024, prima quella diretta agli spettacolari Piani di Castelluccio (17 Km al 5.9%) e poi quella che condurrà ai 1536 metri della Forca di Presta (5 Km al 4.9%). Seguirà una lunga discesa prima di approdare sulle dolci colline che movimenteranno gli ultimi 80 Km verso Giulianova, traguardo che fa gola ai finisseur e ai cacciatori di tappe, anche se non va esclusa la possibilità di una volata a ranghi ridotti. Quest’anno non ci sarà la tradizionale tappa sui muri marchigiani, che era divenuta una costante delle ultime edizione, in sostituzione della quale l’organizzazione ha deciso di raddoppiare l’offerta di montagne e saranno così due le frazioni tarate sulle misure degli scalatori. La prima di queste, interamente tracciata sulle strade abruzzesi, vedrà i favoriti alla vittoria misurarsi sulla salita di San Giacomo (12 Km al 6.2%), che dovrà essere affrontata a poco meno di 24 Km dal traguardo, previsto nel comune di Valle Castellana: ci si giungerà al termine di una frazione di 144 Km che prenderà le mosse da un altro piccolo centro dell’area dei Monti della Laga, Torricella Sicura, mentre l’ascesa a San Giacomo sarà presa da un versante diverso rispetto a quello visto in occasione della tappa del Giro d’Italia del 2021 che terminò lassù, vinta da Gino Mäder, il corridore elvetico che ha drammaticamente perso la vita lo scorso anno per le conseguenze di una caduta in discesa occorsagli al Giro di Svizzera. Come in Francia, anche alla Tirreno-Adriatico la tappa “regina” si correrà al penultimo giorno di gara, quando i corridori partiranno da Sassoferrato per raggiungere in capo a 180 Km i 1088 metri del Monte Petrano, percorsa un’ascesa finale di 10 Km all’8% che è inedita per la Corsa dei Due Mari e per il gruppo “attuale” ma che non è ignota né agli appassionati, né agli organizzatori che nel 2009 vi fecero terminare l’unico vero tappone del “Giro d’Italia del Centenario”, vinto da Carlos Sastre, lo spagnolo che dodici mesi prima si era imposto al Tour de France. L’ultimo atto della corsa sarà come il solito a San Benedetto del Tronto, sede d’arrivo della frazione conclusiva sin dal 1967, l’anno della seconda edizione: dopo aver mandato (temporaneamente?) in “pensione” nel 2022 la tradizionale cronometro conclusiva anche stavolta il palcoscenico sarà riservato ai velocisti, che troveranno pane per i loro denti al termine delle cinque tornate da 14.6 Km ciascuna del circuito disegnato lungo la Riviera delle Palme, mentre la prima parte del tracciato – 154 Km in tutto – proporrà alcune facili alcune facili colline dell’entroterra piceno.
L’ultima occasione offerta ai velocisti per affinare la condizioni in vista della Classicissima sarà rappresentata dalla 105a edizione della corsa più antica del calendario italiano, disputata per la prima volta nel 1876: è la Milano-Torino (177 Km), che quest’anno presenterà un tracciato leggermente accidentato nel finale, tale da non impedire agli sprinter di giocarsi la vittoria e, contemporaneamente, di prepararli alle storiche difficoltà altimetriche che caratterizzano gli ultimi chilometri della Sanremo. Così, dopo esser partiti da Rho si arriverà fino a Salassa, dove si dovrà affrontare un circuito di una quarantina di chilometri movimentato dalle facili salite verso Prascorsano e Colleretto Castelnuovo, lunghe ciascuna circa 4 Km.
Il 16 marzo sarà il giorno della Milano-Sanremo, che per il secondo anno di fila rinuncerà alla tradizione della partenza dal capoluogo lombardo. Dopo Abbiategrasso sarà, infatti, Pavia ad avere l’onore d’accogliere il via della “Classicissima” che, dopo un tratto iniziale inedito di circa 45 Km, all’altezza di Casteggio ritroverà il tracciato storico, che non si abbandonerà più.
Rimandato a giugno l’appuntamento con la Per sempre Alfredo (la quarta edizione della corsa intitolata all’ex commissario tecnico Alfredo Martini quest’anno assegnerà al vincitore la maglia tricolore di campione nazionale), le attenzioni degli appassionati si rivolgeranno verso la Spagna, dove tra il 18 e il 24 marzo si correrà la 103a edizione del Giro della Catalogna, anche quest’anno votata agli scalatori per la presenza di ben tre tappe d’alta montagna, senza frazioni a cronometro a controbilanciarle. Per il terzo anno di fila a ospitare la partenza della corsa iberica sarà Sant Feliu de Guíxols, località balneare della Costa Brava che per noi è avara di ricordi positivi tra il malore che colse Sonny Colbrelli alla fine della prima tappa nel 2022, fatto che pose fine alla sua carriera, e la disastrosa caduta che coinvolse lo scorso anno Fabio Cataldo: come in questi precedenti si affronterà un circuito collinare di 174 Km che prevede due colli di seconda categoria e l’arrivo posto al termine di uno strappo lungo circa mille metri, traguardo che negli scorsi anni ha visto imporsi il velocista australiano Michael Matthews nel 2022 e lo sloveno Primož Roglič nel 2023, proprio il corridore che farà sua anche la classifica generale finale. La seconda frazione sarà la prima delle tre di montagna e come dodici mesi fa si disputerà tra Mataró e la stazione di sport invernali di Vallter, dove il traguardo sarà collocato a 2135 metri sul livello del mare: salita tradizionale per la corsa catalana, quella che conduce all’arrivo misura 13 Km, presenta una pendenza media del 7.3% e negli scorsi anni ha visto imporsi corridori del calibro dello stesso Roglič, del colombiano Nairo Quintana e il britannico Adam Yates, che con due affermazioni è al momento il plurivittorioso su questo traguardo. Ha, invece, l’aspetto di un vero e proprio tappone, che non sfigurerebbe nel tracciato di una Vuelta o un Tour, il tracciato che l’indomani condurrà da Sant Joan de les Abadesses a Port Ainé, altra località sciistica che si raggiungerà in 177 Km dopo aver affrontato nell’ordine il Collado de Toses (9.5 Km al 6.5%), l’interminabile Port del Cantó (25 Km al 4.4%) e per ultima la salita che porterà a un altro traguardo classico per la Volta, 18 Km al 6.7% per arrivare poco sotto i 2000 metri di quota. La quarta tappa, che prenderà le mosse da Sort, sarà la frazione sulla carta più facile, caratterizzata dalla sola ascesa al pedalabile Port d’Àger (10 Km al 4.3%) da scavalcare a un centinaio di chilometri dal traguardo di Lleida, poi un altro arrivo allo sprint, a ranghi più ridotti, dovrebbe il giorno successivo andare in scena al termine della Altafulla – Viladecans, tappa che prevede due colli di seconda categoria con l’ultimo di questi piazzato a 30 Km dall’arrivo. Si tornerà quindi sui Pirenei per un’altra giornata da trascorrere in montagna che vedrà i corridori pedalare da Berga al Santuario di Queralt, due luoghi che distano tra loro solo 6 Km, distanza che la fantasia degli organizzatori ha dilatato ai 155 Km della penultima tappa, che sarà anche quella dotata del maggior numero di metri di dislivello da superare (quasi 4100 metri), pur non presentando “salitone” come quelle affrontate nelle frazioni precedenti: saranno in programma ben cinque salite e in particolare lasceranno il segno le ultime tre, il Coll de Pradell (14.5 Km al 7% con gli ultimi 5.6 Km all’11% di media), la Collada de Sant Isidre (5 Km all’8.8%) e quella di 6 Km al 7.2% verso il traguardo. Con queste premesse è lecito aspettarsi un percorso semplice per la tappa conclusiva di Barcellona ma, come ben sanno gli “aficionados” di questa corsa, non sarà così perché l’atto finale si svolgerà sul tradizionale circuito del Montjuïc, che prevede sei passaggi in vetta alla breve salita diretta all’omonimo castello, 2700 metri al 4.7% con una rampa finale di mezzo chilometro al 10.7% medio. Si tratta di un epilogo che potrebbe anche ispirare i “big” della corsa, come ci ricorda quanto successo lo scorso anno, quando i protagonisti sul circuito furono i primi due corridori della classifica generale, il già citato Roglič e Remco Evenepoel, che da soli si presentarono sul rettilineo d’arrivo dove ebbe la meglio il belga in maglia iridata.
Nei medesimi giorni si svolgerà in Italia la 23a edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali (19-23 marzo), i cui percorsi dettagliati devono ancora essere svelati ma l’elenco delle tappe, già anticipato a dicembre, permette di farsi un’idea del tracciato. Il via sarà dato da Pesaro, che accoglierà due semitappe, una mattutina riservata ai velocisti e una breve cronometro a squadre nel pomeriggio. L’unica frazione a non snodarsi interamente in circuito sarà la seconda, che scatterà da Riccione per raggiungere il ritrovato traguardo di Sogliano al Rubicone, presenza fissa della corsa emiliana dal 2013 al 2021, dove verosimilmente sarà riproposto il tradizionale anello disegnato attorno al borgo romagnolo, caratterizzato da un arrivo in salita di 3 Km al 6.4% . Si tornerà a Riccione per la terza tappa, poi il giorno successivo ci sarà l’arrivo a Brisighella, una “new entry” per questa corsa dove potrebbe essere proposto un finale molto simile a quello della terza frazione dell’Adriatica Ionica Race del 2022, che presentava l’impegnativa ascesa al Valico della Valletta (3 Km al 9.8% e una punta del 18% che negli anni ’70 costrinse Eddy Merckx a metter piede a terra), ma non escludiamo la possibilità che nel tracciato sia inserito anche il Monte Trebbio, storica ascesa del Giro di Romagna, corsa che quest’anno dovrebbe ritornare in calendario dopo 13 anni d’assenza (al momento è calendarizzata il 21 aprile). Il velodromo Glauco Servadei di Forlì ospiterà, infine, l’arrivo della tappa conclusiva, per la quale gli organizzatori dovranno scegliere se proporre il circuito visto negli scorsi anni con la ripetuta ascensione alla Rocca delle Caminate (3.6 Km al 6.4%) oppure quello sperimentato nel 2023, quando erano previsti tre passaggi sulla salita sterrata di Monte Cavallo (4.7 Km al 7.1%).
La seconda metà del mese vedrà anche la ripresa del discorso con le Classiche del Nord, iniziato e subito interrotto alla fine di febbraio con lo svolgimento della Omloop Het Nieuwsblad Elite, della Kuurne-Bruxelles-Kuurne e della “Le Samyn”. Il 13 marzo si correrà la 78a edizione della Danilith Nokere Koerse, vera a propria sbornia di muri più o meno facili (ne sono previsti 11) e di tratti in pavé (ben 26) per una corsa che nelle ultime due edizioni è stata vinta dal belga Tim Merlier. Il 15 alla vigilia della Sanremo andrà in scena la Bredene Koksijde Classic, corsa riservata ai velocisti così come la Classic Brugge-De Panne del 20 marzo, totalmente pianeggiante e priva di tratti di pavé ma resa insidiosa dai territori attraversati, in prossimità delle ventose coste del Mare del Nord. Il 22 sarà, invece, il giorno della E3 Saxo Classic, nome che per esigenze di sponsor ha assunto la corsa più nota agli appassionati come “E3 Harelbeke” ma anche come “Piccolo Giro delle Fiandre” perché il suo percorso è una sorta di versione soft della classica fiamminga. Domenica 24 toccherà, invece, alla Gand-Wevelgem, giunta al traguardo dell’86a edizione e il cui percorso non dovrebbe discostarsi troppo da quello tradizionale, con il muro in porfido del Kemmelberg (700 metri al 10.4%) da superare a circa 35 Km dall’arrivo. Il 27 si disputerà quindi la Dwars door Vlaanderen (letteralmente “Attraverso le Fiandre”), una sorta di aperitivo dello storico Giro delle Fiandre, la cui 108a edizione si correrà il giorno di Pasqua (31 marzo) partendo da Anversa in direzione di Oudenaarde, la cittadina che ospita l’arrivo della classica monumento sin dal 2012: i muri ne che costituiscono la principale difficoltà saranno in tutti 17, dominati in durezza dai 600 metri al 9.5% del Koppenberg (pendenza massima del 22%), inserito nel tracciato a 45 Km dall’arrivo e che si affronterà subito dopo altre due storiche ascese del Fiandre, il “vecchio” Kwaremont (2600 metri al 3.5%) e il Paterberg (400 metri al 9.7%).
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Parigi-Nizza
Tirreno-Adriatico
Milano-Torino
Milano-Sanremo
Volta Ciclista a Catalunya
Settimana Internazionale Coppi e Bartali
Sito non ancora attivo
Danilith Nokere Koerse
Bredene Koksijde Classic
https://bredenekoksijdeclassic.be/
Classic Brugge-De Panne
https://classicbruggedepanne.be/fr/
E3 Saxo Classic
Gand-Wevelgem
Dwars door Vlaanderen
Giro delle Fiandre