FEBBRAIO 2024, IL PIATTO È GIÀ RICCO
gennaio 29, 2024
Categoria: Approfondimenti
Arriva il mese di Febbraio, corto ma ricco di gare tutte da seguire con passione. A cavallo con gli ultimi giorni di gennaio si disputerà l’AlUla Tour, l’ex Giro dell’Arabia Saudita che darà la stura a una serie di brevi ma interessanti corse a tappe. Si correrà prevalentemente in Spagna, ma ci sarà spazio anche per la Francia, il Portogallo, la Colombia e nuovamente la penisola araba. Alla fine del mese si aprirà la stagione delle classiche belghe e si correrà anche la prima gara organizzata sul suolo italiano, il tradizionale Trofeo Laigueglia.
“Febbraio ricco, mi ci ficco” verrebbe da gridare all’appassionato di ciclismo a veder quello che propone il mese più corto dell’anno. Nell’arco di 29 giorni – il 2024 è bisestile ben 95 saranno di gara, considerando sia le corse di un giorno, sia le singole frazioni delle corse a tappe che si succederann e che arriveranno anche a strabordare nel mese precedente. Il 30 gennaio prenderà, infatti, il via la prima delle quattordici corse a tappe che si succederanno in questo periodo, l’AlUla Tour, gara che da quest’anno impareremo a conoscere con questo nome dopo che nelle precedenti quattro edizioni era stata chiamata Saudi Tour. Gli organizzatori di quello che è nato come Giro dell’Arabia Saudita hanno, infatti, deciso di concentrare la corsa nella zona del Governatorato di ‘Ula, che ha stabilito di puntare sul ciclismo a 360° gradi anche tramite la sponsorizzazione di due team professionistici, uno maschile e uno femminile. I grandi protagonisti della corsa araba saranno i velocisti, che avranno a loro disposizione quattro dei cinque palcoscenici offerti, a cominciare da quello della tappa d’apertura, 149 Km disegnati attraverso il deserto con circuito finale sulle strade del capoluogo Al-’Ula, dove il traguardo sarà fissato presso la stazione ferroviaria di Al Manshiyah. Pur essendo ancora il finale adatto a diversi degli sprinter presenti in gara, più complicati saranno per loro gli ultimi chilometri della frazione successiva, la più lunga dall’alto dei suoi 199 Km, che scatterà dal Winter Park di Al-’Ula per concludersi sulle strade della Sharaan Nature Reserve, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 3 Km al 4.5% di pendenza media. Non presenterà particolari difficoltà la terza tappa, che prenderà via dall’AlUla International Airport per “decollare” verso l’AlUla Camel Cup Track, ippodromo concepito per ospitare le corse dei cammelli e attorno al quale si dovranno percorrere due giri quasi completi del circuito finale. Uno strappo di 600 metri al 4.3% avrà in vetta l’arrivo della quarta tappa, che partirà dal sito archeologico di Hegra – iscritto dal 2008 tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO – per terminare di fronte alla Maraya Concert Hall, dove lo scorso anno si concluse l’ultima tappa, vinta dall’italiano Simone Consonni. Nella vecchia Al-’Ula, infine, sarà abbassata la bandierina del via della frazione conclusiva, che avrà il suo momento saliente nella ripidissima salita di 3 Km al 12%, con picchi del 22%, che precederà di una decina di chilometri l’approdo presso lo spettacolare belvedere dell’Harrat Uwayrid.
Il 31 gennaio s’inaugurerà il calendario UCI ProSeries con il via della 75a edizione della Volta a la Comunitat Valenciana, che inizierà con una frazione di media montagna di 167 Km tracciata tra Benicássim e Castellón de la Plana, traguardo al quale si giungerà 17 Km dopo aver superato la cima della principale difficoltà di giornata, la salita del “Deserto delle Palme” (7.7 Km al 5.1%). Molto simile nella struttura sarà la successiva frazione che da Canals condurrà in 163 Km a Simat de la Valldigna, anche se il finale sarà più semplice, per via dei 5 Km al 3,9% che si dovranno percorrere per raggiungere la cima dell’Alto Pla de Corrals, piazzato a 10 Km dalla conclusione. Dopo la tappa San Vicente del Raspeig – Orihuela, l’unica alla portata dei velocisti, si correrà la frazione più impegnativa, che da Moraira condurrà a La Vall d’Ebo in 175 Km: di questi i più interessanti in chiave classifica saranno gli ultimi 20 Km, che prevedono il breve ma ripido Alto del Miserat (4900 metri al 10.3% di pendenza media) e l’ascesa finale verso il Pla de la Corona, poco meno di 2 Km inclinati al 7.5%. Un’altra impegnativa salita, il Puerto de la Frontera (5 Km al 9.2%), sarà programmata il giorno successivo nel corso della frazione conclusiva da Bétera a Valencia, il cui finale (salita compresa) ricalcherà quello dell’ultima tappa dell’edizione 2023 che, nonostante l’assoluta mancanza di difficoltà negli ultimi 45 Km, fu determinante per la vittoria finale del portoghese Rui Costa, che proprio all’ultimo giorno tolse la maglia di leader dalle spalle dell’italiano Giulio Ciccone per soli 16 secondi.
Come puntualmente avviene dal 2011, sarà la cittadina di Bellegarde a ospitare la partenza dell’Étoile de Bessèges, la prima gara a tappe del calendario francese, che scatterà con una frazione in circuito di 161 Km totalmente pianeggiante con l’eccezione della Côte de la Tour (700 metri all’8.2%), strappo che termina a poche centinaia di metri dal traguardo. Apparentemente simile, ma in realtà molto più duro, sarà il finale della seconda tappa che da Marguerittes condurrà a Rousson, dove i corridori troveranno la linea del traguardo tracciata al termine di un’ascesa di 1.6 Km al 6.4% che ha caratteristiche di vero e proprio muro nei 600 metri conclusivi, nei quali la pendenza media schizza violentemente al 12%. In circuito attorno a Bessèges, la città titolare della corsa, si snoderà la terza frazione, intitolata alla memoria di Raymond Poulidor e movimentata da una serie di ascese non difficilissime come il Col des Brousses (2.4 Km al 5.1%), che dovrà essere ripetuto tre volte. Il comune di Méjannes-le-Clap accoglierà partenza e arrivo della penultima tappa, un anello di circa 160 Km che avrà il suo momento clou nell’ascesa alla Côte de Tharaux (4.5 Km al 4.7%), che si può considerare alla stregua di un arrivo in salita dovendosi percorrere soli 800 metri tra lo scollinamento e il traguardo. A questo punto prima di sancire il vincitore della 54a edizione della corsa transalpina bisognerà attendere la conclusione della tradizionale cronometro tracciata sulle strade di Alès, poco meno di 11 Km da percorrersi in pianura fino al piede dell’ascesa finale verso il colle dell’Ermitage, 2.8 Km al 5.6% che nel 2021 e nel 2022 non furono d’intralcio per la vittoria del nostro Filippo Ganna, mentre nel 2020 a imporsi era stato un altro italiano, Alberto Bettiol.
La prima corsa a tappe interamente organizzata nel secondo mese dell’anno sarà il Tour Colombia (6-11 febbraio), che tornerà in calendario dopo quattro anni d’assenza e che non va confusa con il Giro di Colombia, in programma a giugno. Nel momento nel quale pubblichiamo l’articolo ancora non si conoscono i dettagli delle sei tappe, la cui lista è stata già annunciata da tempo e in particolare risalta l’arrivo della penultima frazione, che scatterà dalla capitale Bogotà per terminare agli oltre 2800 metri dell’Alto del Vino, interminabile ascesa di quasi 30 Km al 5.8% di pendenza media.
Tra l’8 e il 12 febbraio si correrà il Tour de la Provence, la cui 8a edizione si sarebbe dovuto disputare lo scorso anno, quando fu annullata a causa di beghe tra l’organizzatore e il proprietario della gara. Quattro le giornata di gara, la prima delle quali sarà una cronometro individuale di 5 Km disegnata sul lungomare di Marsiglia. Il Giro della Provenza proseguirà con una prima tappa in linea che da Aix-en-Provence condurrà in 157 Km a Martigues, dove dovrebbe andare in scena un arrivo in volata “condito” dal vento che sovente spazza le lande della Camargue. La seconda frazione sarà quella sulla carta più impegnativa, anche se non sembrano durissimi i 165 Km della Forcalquier – Manosque, lungo i quali la principale difficoltà sarà rappresentata dal Col de l’Aire dei Masco (6.3 Km al 4.8%), da scavalcare a 26 Km dall’arrivo. L’ultimo atto della corsa francese sarà ancora favorevole ai velocisti, che troveranno pane per i loro denti al termine della Rognac – Arles, quasi totalmente pianeggiante e che vedrà nuovamente i corridori percorrere le insidiose strade della Camargue, dove i temuti ventagli potrebbero anche rivelarsi determinanti per la classifica finale.
Tra il 10 e il 14 febbraio si tornerà a correre sulle strade della penisola araba con la 13a edizione del Tour of Oman, il cui tracciato nel momento in cui scriviamo ancora deve essere presentato. Difficilmente, però, mancherà nel percorso l’impegnativo arrivo in salita sulla “Green Mountain” (5.7 Km al 9.9%), presenza fissa fin dalla seconda edizione.
A metà mese le attenzioni degli appassionati torneranno a rivolgersi alla penisola iberica perché tra il 14 e il 18 febbraio si disputeranno in contemporanea la Volta ao Algarve em Bicicleta in Portogallo e la Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol in Spagna. La corsa portoghese presenterà un percorso ricalcato su quello delle più recenti edizioni, strutturato sulla presenza di una tappa a cronometro e sugli immancabili arrivi in salita sugli “alti” di Fóia e Malhão. Le restanti due frazioni saranno alla mercé dei velocisti, che avranno la prima occasione al termine della frazione d’apertura disegnata tra Portimão e Lagos, su di un tracciato di 200 Km per lunghi tratti identico a quello che lo scorso anno vide imporsi allo sprint il norvegese Alexander Kristoff. Da Lagoa scatterà la tappa diretta all’Alto da Fóia, la montagna più alta della regione dell’Algarve, ai cui 902 metri si arriverà con un’ascesa di poco meno di 8 Km al 6.1% che ha visto imporsi negli anni passati campioni del calibro del belga Remco Evenepoel (2020) e dello sloveno Tadej Pogacar (2019). Ai confini con la Spagna si correrà la terza tappa (Vila Real de Santo António – Tavira), l’ultima delle due favorevole ai velocisti, poi si deciderà il vincitore della 50a edizione della corsa portoghese tra la cronometro di Albufeira (22 Km) e la conclusiva frazione che partirà da Faro per terminare ai 510 metri dell’Alto de Malhão, la salita simbolo di questa gara, i cui 2500 metri al 9.5% dovranno essere presi di petto due volte negli ultimi 25 Km, un traguardo del quale è stato mattatore Alberto Contador, vincitore lassù in tre occasioni.
A tenere a battesimo la 70a edizione della Vuelta a Andalucía sarà la cittadina di Almuñécar, prescelta dall’organizzazione per dare il via alla prima tappa, che terminerà a Cádiar dopo 162 Km di media montagna movimentati da tre colli non particolarmente difficili, l’ultimo dei quali piazzato a una cinquantina di chilometri dalla conclusione. Le prime schermaglie tra gli uomini che puntano al successo finale potrebbero andare in scena l’indomani sulla rampa che conduce al castello di Alcaudete, sede d’arrivo della tappa numero 2, che partirà da Vélez-Málaga e che per il resto non sarà molto dissimile da quella del giorno precedente. Come in Algarve anche in Andalusia saranno due le tappe offerte ai velocisti, la prima delle quali si correrà tra Arjona e Pozoblanco. Da Cordova, che ad agosto ospiterà l’arrivo di una frazione del Giro di Spagna, si ripartirà per la tappa regina, il cui finale prevede di ripetere quattro giri di un circuito disegnato attorno alla cittadina di Lucena, anello caratterizzato dalla ripida salita della Cota (pendenza media del 10%), in vetta alla quale non saranno assegnati solo i punti per la classifica degli scalatori ma anche abbuoni che saranno applicati in classifica generale. Torneranno, infine, protagonisti i velocisti nell’ultimo giorno di corsa, nel quale è previsto il raduno di partenza da Benahavís mentre il traguardo sarà presso la località balneare di La Línea de la Concepción, alle porte di Gibilterra.
Per l’ultima volta in questa stagione i riflettori dei media ciclistici torneranno a puntare verso il Medio Oriente tra il 19 e il 25 febbraio, quando si correrà la sesta edizione dell’UAE Tour, corsa organizzata da RCS Sport – gli stessi artefici del Giro d’Italia e delle altre competizioni targate “Gazzetta dello Sport” – e nata nel 2019 dalla fusione dei preesistenti “giri” di Dubai e Abu Dhabi. Il deserto sarà l’assoluto protagonista della frazione d’avvio, 143 Km che da Madinat Zayed condurranno al Liwa Palace dopo aver attraversato a continui saliscendi l’omonima e spettacolare oasi di dune, sulla quali spicca quella di Moreeb, la più alta del mondo. Come già avvenuto nel 2021, la tappa a cronometro – che tornerà a essere individuale, dopo che lo scorso anno si era disputata a squadre – si correrà sull’isola artificiale di Al Hudayriat, su di un percorso di 13 Km che per ovvie ragioni sarà totalmente pianeggiante. Con un trasferimento “monstre” di quasi 230 Km ci si trasferirà quindi su un’altra isola creata dall’uomo, quella di Al Marjan, dalla quale si ripartirà alla volta della montagna più alta degli Emirati Arabi Uniti, la Jebel Jais: l’ascesa finale verso il traguardo, poco sotto i 1500 metri di quota, non è durissima (pendenza media del 5.6%), ma negli scorsi anni si è sempre rivelata selettiva a causa della lunghezza di 19 Km e della caratura dei corridori che vi si sono dati battaglia, testimoniata dalle vittorie di Pogacar nel 2022 e del due volte vincitore del Tour de France Jonas Vingegaard l’anno precedente, mentre nel 2019 ci aveva lasciato la firma il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia Primoz Roglic. Interamente sulle filanti strade di Dubai si disputerà la quarta tappa, che terminerà presso il porto cittadino, sullo stesso rettilineo dove lo scorso anno aveva messo per primo le sue ruote davanti a quelle degli avversari il colombiano Juan Sebastián Molano. Un altro traguardo preso a “piene mani” dal tracciato dell’edizione 2023 sarà quello del giorno successivo a Umm Al Quwain, dove vinse l’olandese Dylan Groenewegen e al quale si giungerà al termine della tappa più lunga, 182 Km con partenza da Al Aqah e l’attraversamento nel mezzo della penisola del “Corno d’Arabia”. La capitale Abu Dhabi, alla quale è stato assegnato recentemente l’onere di organizzare i campionati del mondo del 2029, sarà il palcoscenico della penultima tappa, un’altra cavalcata favorevole agli sprinter che si aprirà nei pressi del Louvre emiratino per concludersi sull’isola artificiale del “frangiflutti”. Il nome del successore di Pogacar sarà ufficialmente annunciato l’indomani al termine della conclusiva frazione, la seconda delle due di montagna, che da Al Ain vedrà i corridori pedalare nel mezzo del deserto in direzione della Jebel Hafeet, arrivo in salita presente in tutte le edizioni dell’UAE Tour finora disputate e i cui 11 Km al 6.7% lo scorso anno erano stati “domati” proprio dal forte scalatore sloveno.
In parallelo agli ultimi giorni dell’UAE Tour si disputerà in Spagna la terza edizione della O Gran Camiño (22-25 febbraio), gara ideata nel 2022 dall’ex corridore Ezequiel Mosquera per riportare una corsa a tappe nella sua regione d’origine, la Galizia, la cui specifica “vuelta” non veniva più organizzata dal 2000. A differenza delle prime due edizioni, vinte rispettivamente dallo spagnolo Alejandro Valverde e dal danese Vingegaard, la cronometro individuale non sarà tappa di chiusura ma sarà affrontata il primo giorno, quando si dovranno percorrere quasi 15 Km sulle strade de La Coruña, con la linea d’arrivo fissata presso il monumento simbolo del capoluogo galiziano, il faro noto con il nome di “Torre di Ercole”. Il volto del leader della classifica generale potrebbe cambiare già il giorno successivo al termine della tappa che da Taboada porterà i corridori fino a Chantada, dove si giungerà dopo aver ripetuto per due volte la salita di San Pedro de Líncora, 5 Km al 6.3%, che si concluderà a pochi chilometri dal traguardo. La terza frazione da Xinzo de Limia a Ribadavia sarà sulla carta la tappa più semplice, alla portata di quei velocisti che avranno smaltito i due colli di terza categoria che si dovranno superare negli ultimi 65 Km. A metter la parola fine alla corsa iberica sarà la tappa regina, che da Ponteares condurrà fino a Tui, dove l’arrivo sarà collocato al termine dell’ascesa al Monte Aloia (7 Km all’8%), pure da scalare due volte.
Calato il sipario sulle corse a tappe del mese, negli ultimi giorni si alzerà quello delle grandi classiche del nord, la cui ouverture sarà rappresentata dall’Omloop Het Nieuwsblad Elite, la cui edizione numero 79 si celebrerà il 24 febbraio su di un percorso non molto differente da quello del 2023, con la partenza da Gand, l’arrivo a Ninove e il tratto conclusivo nel quale si ricalcherà lo storico finale visto al Giro delle Fiandre fino al 2011, quando le ultime asperità della classica fiamminga erano i mitici muri di Grammont e del Bosberg.
Ventiquattrore più tardi si rimarrà in zona per la Kuurne-Bruxelles-Kuurne che, in virtù della totale mancanza di difficoltà negli ultimi 60 Km, è una delle competizioni della “Campagna del Nord” più adatte agli sprinter, anche se non sono mancate edizioni terminate con soluzioni diverse dalla volata finale (l’ultima volta è successo lo scorso anno, la precedente nel 2020).
Il programma proseguirà poi con Le Samyn del 27 febbraio, corsa che ha il suo piatto forte nella presenza di una quindicina di brevi settori di pavé, tratti che già fanno respirare l’aroma della Parigi-Roubaix, quest’anno calendarizzata il 7 aprile.
E l’Italia? Per vedere per la prima volta il gruppo in azione sulle strade nella nostra nazione occorrerà pazientare fino il 28 febbraio, quando si disputerà il Trofeo Laigueglia, tradizionale gara d’apertura del calendario italiano. Non ci saranno grandissime novità nel tracciato di questa storica gara e, dopo aver affrontato nella prima parte le storiche ascese di Cima Paravenna e del Testico, nel finale si dovranno percorrere quattro tornate dell’impegnativo circuito che il suo “perno” nella salita di Colla Micheri (2 Km all’8.2%), inserito per la prima volta nel percorso nel 2015.
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
AlUla Tour
Volta a la Comunitat Valenciana
Étoile de Bessèges
Tour Colombia
Tour de la Provence
Tour of Oman
Volta ao Algarve em Bicicleta
Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol
UAE Tour
O Gran Camiño
Omloop Het Nieuwsblad Elite
www.omloophetnieuwsblad.be/en/race/elite-men/race-info
Kuurne-Bruxelles-Kuurne
www.kuurne-brussel-kuurne.be/en
Le Samyn
Trofeo Laigueglia