LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LVI: TOUR DE FRANCE 2018

gennaio 6, 2024
Categoria: News

Dodici mesi dopo la clamorosa “cacciata” dal Tour de France, per aver provocato la rovinosa caduta di Mark Cavendish sul traguardo di Vittel, Peter Sagan torna alla Grande Boucle per riabilitarsi alla faccia degli estimatori della corsa francese. E riesce a farsi perdonare vincendo 3 tappe, prima però d’imboccare il lento declino della sua parabola agonistica: nelle ultime cinque stagioni della sua carriera non ci saranno più classiche ad arricchire il suo palmares, mentre le sue vittorie si faranno sempre più rare.

2a TAPPA: MOUILLERON-SAINT-GERMAIN – LA ROCHE-SUR-YON

GIALLO SULL’IRIDE PER SAGAN, CADUTE ANCORA DETERMINANTI

Il campione del mondo slovacco mette la propria ruota davanti a tutti, precedendo un bravissimo Colbrelli ma, ancora una volta, una caduta nel finale causa scompiglio. Stavolta nessun problema per gli uomini di classifica, perché il frazionamento è avvenuto negli ultimi 3 Km, ma uomini importanti, come ad esempio il vincitore dei ieri, rimangono tagliati fuori dai giochi.

Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), dopo il secondo posto di ieri, conquista tappa e maglia sul traguardo di La Roche-sur-Yon, ma la volata disputata dal campione del mondo è risultata abbastanza ristretta a causa di una caduta avvenuta a meno di due chilometri dall’arrivo che ha tagliato fuori uomini come Michael Matthews (Team Sunweb), e soprattutto il vincitore di ieri Fernando Gaviria (Quick-Step Floors), che aveva dato l’impressione di trovarsi in stato di grazia.
Stavolta la caduta non ha provocato alcun movimento in classifica generale, nonostante al traguardo si siano presentati in testa non più di 20 corridori, perché il frazionamento è avvenuto negli ultimi 3 Km ed i ritardatari hanno potuto beneficiare della neutralizzazione.
Da rimarcare anche la mancata presenza di Marcel Kittel (Team Katusha – Alpecin), dovuta ad un incidente meccanico a 7 Km dalla conclusione, e il ritiro di Luis León Sánchez (Astana), a causa di un’altra caduta, avvenuta a circa 40 km dall’arrivo e che ha provocato la frattura del gomito al corridore spagnolo. E’ andata meglio ad Adam Yates (Mitchelton-Scott), finito a terra senza conseguenze ai -32 dopo il capitombolo nel quale era stato coinvolto nel finale della prima frazione.
Questo bollettino di guerra fa capire che, anche se oggi non ci sono state le gravi conseguenze andate in scena ieri, le tappe pianeggianti del Tour riservano costantemente insidie da non sottovalutare anche per il nervosismo che c’è in gruppo e le elevate velocità.
La tappa odierna è stata caratterizzata dalla lunghissima fuga solitaria di Sylvain Chavanel (Direct Énergie) che, abbandonato molto presto dai due compagni di avventura con i quali si era avvantaggiato, non ha voluto rialzarsi ed ha proseguito in un’azione senza speranza per guadagnare qualche traguardo parziale e il premio della combattività.
Il francese era evaso dal gruppo al terzo chilometro di gara insieme a Dion Smith (Wanty-Groupe Gobert) e Michael Gogl (Trek-Segafredo), i quali si staccano dopo il GPM di 4a categoria posto al Km 28 e conquistato da Smith. Gogl ha, infatti, un problema fisico e si rialza mentre Smith, che era in odore di maglia a pois, lo imita dopo essersi consultato con il direttore sportivo.
Chavanel non si fa scoraggiare dai 130 Km ancora da percorrere per andare all’arrivo e prosegue nell’azione, arrivando a sfiorare i 5 minuti di vantaggio quando mancavano 80 Km alla conclusione.
Il gruppo non si preoccupa certo della presenza di un solo uomo davanti e la lotta è tutta concentrata al traguardo volante di Beaulieu-sous-la-Roche (Km 132), sotto il cui striscione è Sagan ad aggiudicarsi la seconda posizione precedendo Gaviria e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates): l’operazione maglia gialla è già iniziata.
Nessuno scossone da registrare nelle fasi successive, se non le cadute eccellenti di Sánchez e di Yates: mentre lo spagnolo è costretto al ritiro, il britannico se la cava a buon mercato e viene riportato in gruppo da Jack Bauer.
Chavanel si rialza dopo aver conquistato il traguardo volante con abbuoni di Saint-Florent-des-Bois, quando mancano 14 Km alla conclusione e, memori di quanto accaduto ieri, nel gruppo li si cerca di mantenere le posizioni. Ai – 7 fora Kittel, che deve abbandonare le proprie possibilità di disputare la volata.
Ai meno 2 c’è una curva che immette in una breve discesa e lì si verifica una caduta nelle prime posizioni del gruppo: rimangono davanti una ventina di corridori e tra questi e non c’è il favoritissimo Gaviria.
I maggiori pretendenti alla vittoria rimasti davanti sono Sagan, Sonny Colbrelli (Bahrain Merida Pro Cycling Team), Arnaud Démare (Groupama – FDJ), Andrè Greipel (Lotto Soudal), Kristoff e John Degenkolb (Trek – Segafredo)
Con il rettilineo finale in leggera salita, la Bora si trova in superiorità numerica e Sagan, ben scortato dai suoi, prende la ruota di Démare e lo supera nel finale, ma uno splendido Colbrelli manca di poco il colpaccio in rimonta. L’azzurro è apparso deluso dopo il traguardo anche se ha conquistato il suo primo podio parziale alla Grande Boucle.
Sagan, grazie al gioco degli abbuoni, strappa la maglia gialla a Gaviria, ma domani si prospetta un altro cambio al vertice, perchè nella cronometro a squadrei sarà lotta tra le squadre degli uomini che aspirano alla vittoria finale.
La Sky potrebbe anche mandare Geraint Thomas in gallo, ma vi sono altre squadre forti ben più motivate.
Per la Sky, infatti, gestire la maglia gialla già da dopodomani potrebbe rivelarsi un dispendio di energie, più utili in seguito; d’altra parte lo stesso discorso vale per la BMC che spera in Richie Porte.
In ogni caso, i 35 Km del percorso di Cholet sono davvero tanti per una prova a squadre a lo spettacolo andato in scena all’ultimo Delfinato può dare un’idea abbastanza concreta di quello che potrebbe accadere domani. Ricordiamo che nella cronosquadre del Delfinato, lunga proprio 35 Km, si era imposta proprio la Sky precedendo di 38″ la BMC e di 53″ la Lotto Soudal mentre la Bahrain Merida di Vincenzo Nibali – che attualmente ha in classifica 51″ di vantaggio su Chris Froome (Sky) – disputò una gara decisamente sottotono e perse quasi due minuti dallo squadrone britannico.

Benedetto Ciccarone

5a TAPPA: LORIENT – QUIMPER

SAGAN BIS A QUIMPER, COLBRELLI ANCORA GRANDE SECONDO.

A Quimper show di Peter Sagan (Bora Hansgrohe) che in arrivi come questi si esalta e batte nettamente in una volata ristretta Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Philippe Gilbert (Quick Step). Greg Van Avermaet (BMC) resta in maglia gialla e domani a Mûr-de-Bretagne gli uomini di classifica saranno nuovamente impegnati a darsi battaglia.

La quinta tappa del Tour 2018, dopo una cronosquadre e tre tappe per velocisti, presenta finalmente un percorso vallonato e tortuoso, in particolare nella seconda parte del tracciato, dove soltanto i velocisti più abili, e forse neanche quelli, potrebbero dire la loro in caso di un arrivo di massa. Infatti i cinque GPM che costellano la seconda parte della tappa, ai quali aggiungere parecchie altre piccole collinete e l’arrivo stesso in salita al 3-4%, dovrebbero escludere i velocisti puri dalla bagarre finale. Spazio perciò ai finisseur e, perché no, alla fuga che potrebbe dire la sua in un finale di tappa complicato come quello di oggi. Alla partenza da Lorient Greg Van Avermaet (BMC) indossava la maglia gialla mentre si segnalavano i forfait di Michael Matthews (Sunweb) e Tiesj Benoot (Lotto Soudal), il primo fermato da un’indisposizione fisica sopraggiunta nella notta, il secondo dolorante per i postumi di una brutta caduta che l’aveva coinvolto ieri e che l’aveva portato a raggiungere il traguardo di Sarzeau con il viso insanguinato. Si è trattato di defezioni importanti perchè i due ciclisti avrebbero certamente animato un finale come quello di oggi. Dopo la partenza il ritmo era subito elevato e vedeva le cadute di Gianni Moscon (Sky) e Robert Kišerlovski (Katusha), con quest’ultimo costretto al ritiro. La fuga di giornata partiva intorno al km 10 grazie all’azione di sette ciclisti: Élie Gesbert (Fortuneo-Samsic), Julien Vermote (Dimension Data), Jasper De Buyst (Lotto Soudal), Lilian Calmejane e Sylvain Chavanel (Direct Énergie), Tom Skujiņš (Trek Segafredo) e Nicolas Edet (Cofidis). Il loro vantaggio cresceva gradatamente, anche se il gruppo non sembrava dare troppo spazio agli attaccanti. Dopo 45 km il vantaggio della fuga era di poco inferiore ai 4 minuti. La prima metà di tappa si svolgeva senza troppi scossoni, favorita da un percorso fin lì privo di insidie altimetriche. Chavanel si aggiudicava il primo sprint intermedio di Roudouallec, posto al km 92.5. In vista dei primi due GPM in programma il francese lasciava sul posto i compagni di fuga e transitava in prima posizione sia sulla Côte de Kaliforn, sia sulla Côte de Trimen, poste all’inizio della seconda metà della tappa. Nel frattempo restavano in cinque a inseguire Chavanel, che aveva quarantina di secondi di vantaggio sugli ex compagni d’avventura, visto che Gesbert era vittima di una caduta e veniva ripreso dal gruppo, in testa al quale erano presenti uomini della Bora Hansgrohe e della BMC. Come previsto, alcuni velocisti iniziavano a soffrire sui saliscendi bretoni e Mark Cavendish (Dimension Data), Dylan Groenewegen ( Team LottoNL-Jumbo) e Marcel Kittel (Katusha) si segnalavano nelle retrovie del gruppo inseguitore. Chavanel transitava ancora in prima posizione anche sulla Côte de la Roche du Feu, terzultimo GPM in programma a poco più di 60 km dall’arrivo. Intanto Chris Froome (Sky) era vittima di un inconveniente meccanico che lo costringeva a cambiare la bici. Skujiņš, Edet e Calmejane raggiungevano Chavanel in testa alla corsa a 62 km dall’arrivo. A 50 km dall’arrivo il quartetto in fuga aveva meno di 2 minuti di vantaggio sul gruppo che stava imprimendo un ritmo decisamente più sostenuto. La Côte de Menez Quelerc’h era il successivo GPM, il più arcigno della tappa odierna, con un chilometro che presentava tratti al 16%. Questa volta era Skujiņš a transitare in prima posizione, mentre il gruppo scollinava a 2 minuti e 20 secondi di ritardo. A 30 km dall’arrivo i tre di testa avevano 1 minuto e 40 secondi sul gruppo. Anche le squadre degli uomini di classifica erano arrivate in testa tirare mentre iniziava l’ultimo GPM in programma, la Côte de la Montagne de Locronan, in cima al quale transitava in prima posizione ancora il corridore lettone. A 20 km dall’arrivo il vantaggio degli uomini in testa era di 1 minuto, 5 Km più avanti il gruppo aveva recuperato altri 30 secondi. Julian Alaphilippe (Quick Step) si aggiudicava i 3 secondi d’abbuono al bonus point, a 12 km dall’arrivo, davanti a Van Avermaet, a testimonianza del fatto che la fuga era stata annullata. A 10 km dall’arrivo partiva al contrattacco Rein Taaramäe (Direct Énergie). Ai meno 7 la Sky prendeva l’iniziativa e si metteva in massa a tirare in testa al gruppo. Taaramäe veniva ripreso a 6 km dalla conclusione. La volata ristretta in leggera pendenza vedeva la vittoria di Peter Sagan (Bora Hansgrohe) davanti a Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) e Philippe Gilbert (Quick Step). Chiudevano la top five Alejandro Valverde (Movistar) e Alaphilippe, mentre erano da segnalare il nono posto di Andrea Pasqualon (Wanty Groupe Gobert) ed il decimo di Vincenzo Nibali (Bahrain Merida). Sagan conquista così la sua seconda vittoria di tappa al Tour 2018 ed è sempre più saldo al comando della classifica della maglia verde. Per quanto riguarda la classifica generale Van Avermaet resta in giallo con 2 secondi sul compagno di squadra Tejay Van Garderen ed con 3 secondi su Gilbert.
Domani è in programma la sesta tappa da Brest a Mûr-de-Bretagne, altra tappa attesa e imprevedibile. La Côte de Ploudiry e la Côte de Roc’h Trevezel faranno da antipasto alla doppia scalata verso il traguardo, 2 Km al 6,9% che vedranno gli uomini di classifica sicuramente protagonisti.

Giuseppe Scarfone

13a TAPPA: LE BOURG-D’OISANS – VALENCE

PETER, ANCORA TU. SAGAN SENZA RIVALI A VALENCE

Dopo le Alpi, fatali a Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) costretto al ritiro per l’incredibile caduta sull’Alpe D’Huez, a Valence ritornano di scena i velocisti con Peter Sagan (Bora-Hansgrohe ) che batte Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Arnaud Démare (Groupama-FDJ). La classifica generale non cambia con Geraint Thomas (Sky) che resta in maglia gialla. Domani probabile occasione per i fuggitivi.

Il ciclismo in generale ed il Tour de France in particolare devono fare i conti ancora una volta con l’esibizionismo e l’irresponsabilità di alcuni tifosi che falsano il mero risultato sportivo causando gravi danni ai ciclisti. A farne le spese questa volta è purtroppo Vincenzo Nibali (ìBahrain Merida) che ieri, a quattro km dall’arrivo dell’Alpe d’Huez, in un restringimento della carreggiata dovuto alle transenne è caduto dopo essere stato agganciato dalla cinghia di una macchina fotografica di un tifoso a bordo strada, evidentemente non a congrua distanza di sicurezza dai ciclisti. Lo “Squalo” stava bene e nel dopo tappa aveva dichiarato che si trovava alla ruota di Chris Froome (Sky) in previsione dell’attacco decisivo nel tratto finale della salita. Nonostante un generoso inseguimento ed il piazzamento finale ad una decina di secondi dai primi, Nibali non ha ripreso il via nella tredicesima tappa da Bourg d’Oisans a Valence a causa della frattura composta di una vertebra toracica, per cui il dottore del Team Bahrain Merida ha disposto 15 giorni di riposo assoluto. Nibali deve ora focalizzare la stagione sull’altro obbiettivo primario, il Mondiale su strada di Innsbruck, ma gli appassionati di ciclismo e, crediamo, soprattutto il siciliano, recriminano per un podio al Tour ampiamente alla sua portata. Venendo alla cronaca della tappa odierna, a parte Nibali erano non partenti anche fior fiori di velocisti, nomi del calibro di Andrè Greipel (Lotto Soudal), Fernando Gaviria (Quick Step) e Dylan Groenewegen (Lotto NL Jumbo), tutti e tre ritiratisi durante la dura tappa dell’Alpe. E così se i quasi 170 km previsti oggi non presentano particolari difficoltà altimetriche, includendo soltanto due semplici GPM di terza e quarta categoria, l’arrivo in volata non è per niente scontato, visto che si prevede un’acerrima lotta per la fuga e siamo curiosi di capire se e quanto le squadre dei pochi velocisti rimasti avranno voglia di chiudere sugli attaccanti. Queste ultime erano “aiutate” in un certo modo dal numero limitato dei fuggitivi, che era ridotto ad un quartetto formato da Michael Schär (BMC), Dimitri Claeys (Cofidis), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Thomas Scully (EF Education First-Drapac). Il gruppo inizialmente lasciava fare, anche perché la fuga non preoccupava più di tanto. Al primo GPM di giornata, la Côte de Brié posta al km 32.5, transitava in prima posizione De Gendt con il gruppo che inseguiva a circa 2 minuti e 40 secondi di ritardo. De Gendt si aggiudicava il successivo traguardo intermedio di Saint-Quentin-sur-Isère posto al km 71. In testa al gruppo inseguitore si alternavano uomini della Groupama-FDJ, della Bora-Hansgrohe e dell’UAE Team Emirates. Scully transitava in prima posizione al secondo GPM di giornata, la Côte de Sainte-Eulalie-en-Royans. A 40 km dall’arrivo il vantaggio del quartetto in fuga era sceso a meno di 1 minuto. A 15 km dall’arrivo alla fuga era rimasta soltanto una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo in forte rimonta. Schär era l’ultimo ciclista della fuga a impegnarsi fino in fondo ma il gruppo non faceva sconti e lo riprendeva ai meno 6. La Groupama-FDJ faceva il ritmo in testa ai meno 2. A meno di un chilometro dall’arrivo tentava lo scatto da finisseur uno scatenato Philippe Gilbert (Quick Step) che però veniva ripreso a 300 metri dall’arrivo. Jacopo Guarnieri (Groupama-FDJ) tirava la volata alla perfezione ad Arnaud Démare, ma quest’ultimo era superato prima da Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e, soprattutto, dalla maglia verde Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) che conquistava la terza vittoria in questo Tour 2018. Chiudevano la top five John Degenkolb (Trek-Segafredo) e Greg Van Avermaet (BMC), rispettivamente quarto e quinto. Sagan a questo punto ipoteca sempre di più la maglia verde mentre la classifica generale resta invariata con Geraint Thomas (Sky) in maglia gialla con 1 minuto e 39 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Chris Froome, mentre terzo è Tom Dumoulin (Sunweb) a 1 minuto e 50 secondi. Domani è in programma la quattordicesima tappa da Saint-Paul-Trois-Châteaux a Mende, un traguardo abbastanza consueto al Tour de France, al quale spesso è giunta la fuga. Anche quest’anno il copione non dovrebbe cambiare, visto che dopo una prima parte abbastanza pianeggiante, i successivi 4 GPM compresi negli ultimi 100 km dovrebbero favorire gli attaccanti della prima ora, mentre i big della classifica dovrebbero aspettare la breve ma ripida ascesa finale per sfidarsi apertamente.

Giuseppe Scarfone

Il testa a testa tra Sagan e Colbrelli sul traguardo della seconda tappa del Tour de France 2018 (foto Bettini)

Il testa a testa tra Sagan e Colbrelli sul traguardo della seconda tappa del Tour de France 2018 (foto Bettini)

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