LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXXVIII: TOUR DE SUISSE 2016

dicembre 16, 2023
Categoria: News

La California chiama la vittoria e la Svizzera risponde da par suo. Come al solito Sagan dopo aver raccolto nella corsa statunitense ritorna a mieter successi nella vecchia Europa al Giro di Svizzera, dopo porta a casa un ugual numero di affermazioni, 2 come negli USA

1a TAPPA: CIRCUITO DI BAAR

SAGAN BRACCIA AL CIELO: COPIONE RISPETTATO, MA…

Il campione del mondo conquista da favorito la prima tappa in linea del Giro di Svizzera 2016 vincendo agevolmente uno sprint senza storia, anche per la caduta di Gaviria, unico avversario credibile dello slovacco in una volata insieme a Matthews. Roelandts conquista la maglia di leader ai danni di Fabian Cancellara grazie ad un buco formatosi negli ultimi metri. Gesink, vittima di una caduta, è costretto al ritiro.

Chi si fosse informato per conoscere il nome del vincitore della tappa di oggi del Giro di Svizzera potrebbe pensare che quella odierna sia stata una frazione priva di colpi di scena ed emozioni.
In effetti è vero, dato che è andata in scena la più classica delle fughe ripresa anche troppo presto dal gruppo che poi ha fatto buona guardia per impedire ulteriori tentativi di avanscoperta. In realtà, sono accadute anche altre cose che meritano di essere segnalate.
Che Fabian Cancellara non potesse dormire sonno tranquilli lo si era capito dal vantaggio davvero minimo rimediato su un uomo come Roelandts, che è un velocista e quindi oggi, in virtù degli abbuoni, avrebbe potuto aspirare a conquistare il vessillo del primato; che ci sarebbe riuscito grazie ad un buco creatosi negli ultimi metri era, invece, un po’ più difficile da pronosticare. In ogni caso, il belga, che ieri ha mancato la vittoria per un battito di ciglia, ha meritatamente conquistato la maglia di leader poiché è stato attentissimo nelle fasi salienti, facendosi trovare tra gli uomini davanti e andando a disputare lo sprint.
I migliori pagano tre secondi ai primi 5 e così Cancellara si ritrova alle spalle di Roelandts per lo stesso lasso di tempo con il quale ventiquattrore fa aveva conquistato la maglia gialla nel cronoprologo.
Per quel che riguarda la vittoria di tappa lo slovacco Sagan ha avuto buon gioco, dato che Gaviria, il più pericoloso avversario di oggi in quanto velocista puro, è caduto nel corso della frazione riportando diverse escoriazioni che gli hanno di fatto impedito di andare a disputare lo sprint. Al suo posto la Etixx ha lanciato nella mischia Richeze, che è riuscito a precedere il principale outsiders dopo la caduta di Gaviria, ovvero Michael Matthews.
Da segnalare, infine, il ritiro di Robert Gesink che, vista la starlist non proprio eccezionale, poteva essere certamente protagonista per la classifica generale. Un peccato per una bella corsa che soffre una partecipazione non proprio eccezionale.
La corsa, come si diceva, si è svolta senza sussulti e dopo una decina di chilometri è andata via la fuga, formata da Marcel Wyss (IAM Cycling), Sébastien Minard (Ag2r La Mondiale), Matthias Krizek (Team Roth) e Antwan Tolhoek (Roompot – Oranje). La Trek non sembra avere intenzione di dannarsi l’anima nell’inseguimento e i battistrada riescono tosto a conquistare un vantaggio importante, che arriva sino a 5 minuti.
A circa 60 km dalla conclusione si portano in testa anche altre squadre, tra le quali una delle più attive risulta essere l’Astana. A 35 chilometri dall’arrivo i fuggitivi devono alzare bandiera bianca ma, vista la distanza che ancora separa il gruppo dal traguardo, immancabilmente qualche speranzoso, che nel caso di specie risponde al nome di Samojlaŭ, tenta la fortuna con una azione abbastanza sballata e prontamente annullata dal gruppo. Identica sorte tocca a tutti quelli che tentano, anche timidamente, di mettere il naso davanti.
Allo sprint, come si diceva poco sopra, non c’è sostanzialmente storia e il campione del mondo va a vincere facile, precedendo imperiosamente Richeze e Matthews sulla linea del traguardo, mentre Roelandts, in agguato per tentare di conquistare un abbuono (poi sfuggitogli), riesce a rimanere con i primi 5 i quali, nel disputare la volata, creano un buco di tre secondi, fatale per Cancellar che perde la maglia di leader, passata sulle spalle del belga.
Domani tappa di collina con alcune asperità nella seconda parte, mentre per vedere le prime montagne bisognerà attendere mercoledi con il tappone d’alta quota con Furkapass, Passo del San Gottardo e l’arrivo in salita a Carì.

Benedetto Ciccarone

3a TAPPA: GROSSWANGEN – RHEINFELDEN

BIS DI SAGAN. MA STAVOLTA C’È ANCHE LA MAGLIA

Il giallo sopra l’iride per uno straordinario Peter Sagan, che sta facendo man bassa nella terra dei cantoni. Il campione del mondo riesce prima con il ritmo, poi allungando a sua volta, a riportarsi su Albasini, che si era involato in precedenza, e sul fuggitivo della prima ora Dillier. Sul traguardo lo slovacco trionfa allo sprint sui due avversari e infligge tre secondi al gruppo, conquistando così il primo posto nella classifica generale.

I complimenti degli appassionati vanno oggi, prima ancora che al vincitore, allo stoico Silvan Dillier. Il corridore della BMC è partito subito dopo il via ufficiale ed è stato l’unico a giungere al traguardo insieme al vincitore Sagan ed al bravo corridore di casa Albasini, in una tappa che ha visto anche il gruppo dei migliori notevolmente assottigliato sotto la linea dell’arrivo.
La fuga di giornata è partita, come si diceva, sin dai primi chilometri, composta oltre che dal bravissimo Dillier, anche da Sven Erik Byström (Katusha), Gregory Rast (Trek-Segafredo), Mathew Hayman (Orica GreenEDGE), Branislau Samoilau (CCC Sprandi), Bruno Pires (Roth), Antwan Tolhoek e Huub Duijn (Roompot – Oranje).
Il gruppo, guidato dai Tinkoff e dai Lotto Soudal, lascia abbastanza spazio a questo tentativo e i battistrada riescono così a guadagnare fino a 5 minuti e mezzo sul plotone.
A questo punto il gruppo alza leggermente la velocità, riducendo lentamente ma inesorabilmente il gap fino ad arrivare con 2 minuti di ritardo all’ingresso del circuito finale, caratterizzato da due asperità.
Nel corso primo giro è Amets Txurruka (Orica GreenEDGE) che tenta di evadere dal gruppo sulla prima salita, ma sulla seconda asperità questo tentativo vede il proprio tramonto poiché in gruppo sono gli uomini di Sagan ad imporre un deciso cambio di ritmo che, unito alla strada bagnata, provoca un frazionamento del gruppo principale, con molti corridori che non rientreranno più e giungeranno all’arrivo in forte ritardo.
Durante il secondo giro, mentre il vantaggio della fuga iniziale continua a scendere lentamente, vi sono le prime defezioni tra i battistrada. I primi ad alzare bandiera bianca sono Samoilau, Pires e Rast che attendono di essere riassorbiti dal gruppo dal quale evade, in bella progressione, il corridore di casa Albasini che, a dispetto della maglia dei GPM conquistata al Giro di Svizzera del 2006 , non è proprio un provetto scalatore. L’elvetico riesce però a mettere in scena un allungo pregevole e a riprendere il compagno Hayman, che faceva parte della fuga iniziale e che lo aiuta a riportarsi sulla testa della corsa. Sull’ultima asperità il campione del mondo deve lavorare in prima persona, dopo aver sfruttato al massimo il lavoro della squadra. Lo slovacco non si fa pregare ed impone un cambio di ritmo che costa caro a molti, tra i quali il leader della classifica Roelandts. In vista dello striscione del GPM Sagan accelera ulteriormente e se ne va tutto solo all’inseguimento dei due di testa, raggiungendoli nel corso della discesa. Nell’ultimo tratto di pianura i tre riescono a resistere all’inseguimento, portato in particolare della Etixx e della Giant, che però non è convinto, dato che anche Roelandts riesce ad rientrare su questo gruppo abbastanza assottigliato.
Allo sprint Albasini, che non è male in volata, tenta di sorprendere Sagan ma il campione del mondo ha decisamente una marcia in più e riesce di potenza a mettere la propria ruota davanti a quella del rivale.
Il gruppo dei migliori giunge a tre secondi, regolato da Richeze che toglie l’abbuono a Roelandts e proprio in virtù delle bonificazioni Sagan conquista la maglia di leader, che dovrebbe mantenere sino alla prima tappa di montagna, prevista dopodomani.
Roelandts ce l’ha messa tutta per mantenere la propria posizione in classifica ma le salite, pur non impossibili, sono risultate fatali a lui che è un velocista. In ogni caso ha dimostrato grande tenacia riuscendo a non mollare durante il primo giro, laddove atleti più forti di lui in salita hanno ceduto e, successivamente, a rientrare in discesa sul gruppo principale, andando addirittura a disputare lo sprint per tentare di conquistare l’ultimo posto valevole per gli abbuoni. Ottima, come si era già detto, la prova di Dillier, che in fuga dalla prima battuta ha tenuto il ritmo di Albasini in salita e successivamente quello di Sagan in discesa e nel tratto finale.
Il campione del mondo è stato superlativo, sia nell’inseguimento all’ottimo Albasini, sia nella volata nella quale ha fatto valere la propria potenza su un corridore come l’elvetico dell’Orica che, oltre ad essere forte allo sprint, ha pure le giuste motivazioni per mettersi in mostra sulle strade di casa

Benedetto Ciccarone

Il campione del mondo in carica vince facile la prima tappa in linea del Tour de Suisse 2016 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Il campione del mondo in carica vince facile la prima tappa in linea del Tour de Suisse 2016 (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

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