LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXXII: TOUR DE SUISSE 2015
Il binomio California – Svizzera viene rispettato anche nel 2015: dopo aver disputato il Giro di California, dal quale Sagan torna a casa con la vittoria assoluta in classifica, il campione slovacco ritrova lo spunto vincente sulle strade del Giro di Svizzera, dove si impone in due frazioni
3a TAPPA: QUINTO – OLIVONE
SAGAN, SPUNTO VINCENTE A OLIVONE. TOM DUMOULIN RESTA IN GIALLO
Peter Sagan (Team Tinkoff Saxo) vince la terza tappa del Giro di Svizzera grazie a uno spunto vincente negli ultimi metri, favorito da un tratto di strada in discesa con diverse curve, un arrivo che calzava a pennello per il funambolo slovacco, che non si è lasciato sfuggire un’altra prestigiosa vittoria in stagione, dopo le affermazioni alla Tirrreno-Adriatico e al Giro di California. La tappa, caratterizzata da una fuga a tre in cui era presente anche Marco Marcato (Wanty Groupe Gobert), non vede la classifica generale sconvolta più di tanto, con Tom Dumoulin che conserva senza troppi problemi la maglia gialla
Dopo essersi finalmente sbloccato alla Tirreno-Adriatico e dopo aver vinto proprio all’ultima tappa il Giro di California, Peter Sagan vince la terza frazione del Giro di Svizzera, favorito da un finale adattissimo alle sue caratteristiche. Il Ticino ha fatto da sfondo alla terza tappa del Giro di Svizzera, una frazione originariamente più lunga, ma accorciata a 110 km nelle scorse settimane a causa di problemi di viabilità che avevano interessato alcune zone del percorso. Nonostante il ‘taglio’, già sul GPM del Passo del San Gottardo (18,8 km al 5,8 %) si assistevano a scatti e controscatti nel gruppo per portare via una fuga. Riuscivano nell’intento Stefan Denifl (IAM Cycling) e Marco Marcato (Wanty Groupe Gobert): l’austriaco transitava primo sul GPM suddetto e nella lunga discesa verso il fondovalle riusciva a raggiungere la coppia di testa il bielorusso Samoilau (CCC Sprandi). La fuga veniva così composta da tre ciclisti, mentre il gruppo lasciava fare e il loro vantaggio aumentava fino a quasi 5 minuti, registrati a 30 Km dall’arrivo, dopodichè Orica-GreenEDGE e Tinkoff-Saxo iniziavano a imporre un ritmo sensibilmente più elevato, tant’è vero che nel giro di 10 Km dimezzavano il vantaggio dei tre fuggitivi. Ai meno 20 iniziava il GPM di seconda categoria di Leontica, 5 km al 7% con le pendenze più arcigne soprattutto nel tratto iniziale dell’ascesa. La fuga perdeva il primo pezzo, ovvero Marco Marcato, che non riusciva a tenere le ruote dei due compagni. Il gruppo controllava sulle prime rampe, mentre anche oggi si segnalava il lento defilarsi di Michal Kwiatkowski (Etixx Quick Step). Marcato era, dunque, il primo ad essere ripreso, ai meno 17. Allo scollinamento la coppia di testa non aveva più di 35 secondi sul gruppo, adesso piuttosto ridotto numericamente. La fuga si concludeva ai meno 9 quando, durante la successiva ascesa verso il GPM di 3° categoria di Aquila, Michael Albasini (Orica GreenEDGE) e Jan Bakelants (Team AG2R) riprendevano Denifl e Samoilau e rilanciavano l’azione. Il gruppo, sempre tirato dalla Tinkoff-Saxo, teneva però i due davanti nel mirino. Sergio Henao (Tean SKY) partiva dal gruppo, seguito da Winner Anacona (Team Movistar). Bakelants riusciva per il rotto della cuffia a scollinare per primo sul GPM di Aquila. Il gruppetto di testa, ridotto a non più di una trentina di unità, era ormai a 5 km dall’arrivo. La strada era comunque ancora in leggera salita e gli scatti continuavano. Era ancora Albasini a provarci ai meno 4, ma nel suo caso era il canto del cigno perché si rialzava quasi subito. Ai meno 3 un terzetto composto da Jérôme Coppel (IAM Cycling), Steve Morabito (FDJ.fr) e Miguel Angel López Moreno (Team Astana) rilanciava l’azione ma il gruppo rinveniva su di loro ai meno 2, sempre con la Tinkoff-Saxo davanti. Era questa volta Peter Sagan a controllare le prime posizioni del gruppo ed a chiudere gli scatti in prima persona. Il finale, una serpentina di curve e controcurve in discesa, era un invito a nozze per il campione slovacco, che prendeva il comando e precedeva “Dani” Moreno (Team Katusha) e Thibaut Pinot (FDJ.fr). In classifica generale Tom Dumoulin, oggi quinto, conserva agevolmente la prima posizione, anche se, per via degli abbuoni sul traguardo, “Dani” Moreno e Peter Sagan hanno ora dall’olandese entrambi 5 secondi di ritardo. Domani è prevista una tappa dal profilo altimetrico abbastanza mosso: la Flims – Schwarzenbach di 193.2 km promette ancora spettacolo nel finale, quando i ciclisti dovranno affrontare per tre volte un circuito dominato dal non semplice strappo di Kirchberg, classificato come GPM di terza categoria. Si tratta di un gustoso aperitivo prima della tappa regina di mercoledì, con arrivo sul ghiacciaio di Solden, che segnerà in modo ancora più netto la classifica generale.
Giuseppe Scarfone
6a TAPPA: WIL – BIENNE
STAVOLTA NESSUNO DAVANTI E SAGAN FA IL BIS
Dopo le fatiche del tappone di ieri, Sagan era decisamente il favorito della tappa di oggi anche perché, rispetto ai velocisti puri, lo slovacco riesce a digerire meglio tappe come quella di ieri e in frazione come quella odierna riesce ad esprimere al meglio le sue ottime capacità di recupero. Ripresa una fuga proprio in vista dell’ultimo chilometro, lo slovacco non ha rivali e non viene saltato da nessuno, come era invece accaduto l’altro ieri.
La domanda da un milione era: chi tra i favoriti in un percorso come quello di oggi avrà recuperato meglio le fatiche del tappone?
La risposta più ovvia era Peter Sagan, ma nel ciclismo spesso un’inezia qualunque può rivoluzionare tutti i pronostici. Non è stato, comunque, il caso della tappa di oggi che ha consegnato il bis all’ottimo corridore slovacco, favorito anche dal finale bagnato.
La cosa non è stata del tutto indolore, dato che la fuga partita molto presto è stata ripresa solo in prossimità del triangolo rosso e grazie in particolare al disegno degli ultimi chilometri, decisamente sfavorevoli ad avventurieri che sui lunghi rettifili non potevano certo esprimere velocità in grado di limitare il recupero del gruppo.
Subito dopo il via ufficiale evadono in due, Axel Domont (Ag2r La Mondiale) e il polacco Marek Rutkiewicz (CCC Sprandi Polkowice): la coppia al comando viene poco dopo raggiunta da altri due avventurieri, Matej Mohorič (Cannondale – Garmin) e Jérôme Baugnies (Wanty – Groupe Gobert). Il gruppo non sembra preoccuparsi del tentativo, ma è anche plausibile che, dopo l’impegnativa tappa di ieri, le forze in gruppo inizino a scarseggiare e che le squadre avessero deciso di prendersi un giorno di pausa. In realtà, l’andatura sembra abbia lo scopo di evitare al contempo un ricongiungimento precoce, ma anche quello di non lasciare del tutto campo libero agli attaccanti.
Il vantaggio si mantiene quindi sui cinque minuti, fino a che non cominciano a fare capolino in testa la Etixx-QuickStep e la Giant-Alpecin, che cercano d’evitare che i fuggitivi possano accumulare un margine incolmabile.
Ai 25 all’arrivo avviene la svolta, quando dal gruppo partono Adriano Malori e Francisco Ventoso, entrambi in forza Movistar. L’impressione è che Ventoso, preoccupato per un possibile esito positivo della fuga, abbia chiesto ad un cronoman come Malori di aiutarlo a riportarsi sulla testa della corsa, popolata da uomini che in volata non avrebbero avuto alcuna possibilità contro di lui. Inoltre, un uomo come Malori poteva essere utile negli ultimi dieci chilometri pieni di rettilinei, per cercare di evitare il rientro del gruppo. Se si pensa che i fuggitivi sono stati ripresi solo all’ultimo chilometro, il ragionamento dei Movistar, seppur rischioso, non era del tutto da scriteriati.
Il lavoro del corridore italiano è molto generoso ma, nonostante la riduzione del gap fino a 20 secondi, il duo non riesce nell’operazione di aggancio ed è costretto ad alzare bandiera bianca. Gli ultimi dieci chilometri sono una sequela di rettilinei pianeggianti, ossia il terreno meno adatto per chi è davanti e non può raggiungere le velocità del gruppo. Niente da fare per gli attaccanti, quindi, che devono dire addio ai sogni di gloria quando erano molto vicini alla conclusione. Da segnalare alcune cadute negli ultimi chilometri.
Dall’ultima curva esce Sagan, ben lanciato da Bennati che continuava a guardarsi indietro per controllare la posizione del compagno, che taglia il traguardo per primo nettamente davanti a Roelandts e Kristoff.
Benedetto Ciccarone