LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXXI: TOUR OF CALIFORNIA 2015

dicembre 9, 2023
Categoria: News

Dopo una campagna nel nord fallimentare, nella quale ottiene come miglior piazzamenti due quarti posti a Sanremo e Fiandre Sagan si sposta nella “sua” California e qui torna a sorridere. Anzi, qui si troverà a sfoggiare un sorriso a 32 denti perchè stavolta non porterà a casa solo due vittorie di tappa, ma farà sua anche la classifica generale, per la prima e unica volta in carriera. Decisivi saranno gli abbuoni in palio durante l’ultima tappa, vinta da Mark Cavendish, che gli consentiranno di spodestare il francese Alaphilippe per soli 3 secondi

4a TAPPA: PISMO BEACH – AVILA BEACH

SAGAN SCODINZOLA E ROSICCHIA UN BELL’OSS

Dopo esserci andato vicinissimo nelle prime tre tappe il campione slovacco torna a finalmente a vincere in quel di Avila Beach, facendo valere le sue doti di guida della bicicletta nel tortuoso finale e precedendo Wouter Wippert e Mark Cavendish. Sfuma in prossimità della linea bianca il sogno del trentino della BMC, scattato in corrispondenza dell’ultimo chilometro e 8° al traguardo, mentre Tom Skujins conserva senza patemi la maglia gialla.

La quarta tappa del Giro di California, 173,1 km da Pismo Beach ad Avila Beach, si presentava come una frazione interlocutoria con l’abbordabile ascesa di Tepusquet Canyon, distante peraltro 90 km dal traguardo, come unica difficoltà altimetrica di giornata. A rappresentare una variabile poteva essere il vento laterale, ma in realtà non vi sono state raffiche di tali portata da poter creare scompiglio nel gruppo e pertanto la corsa ha avuto un andamento tranquillo, con le consuete scaramucce iniziali per entrare in fuga finchè non è nata l’azione di William Clarke (Drapac), Kiel Reijnen (UnitedHealthCare), Jesse Anthony (Optum) e Gregory Daniel (Axeon Cycling), ai quali si è successivamente accodato Daniel Teklehaimanot (MTN-Qhubeka). I cinque sono stati tenuti sotto controllo da un gruppo guidato dapprima dalla Hincapie Racing della maglia gialla Toms Skujins e successivamente dalle varie formazioni dei velocisti come la Drapac di Tyler Farrar, la Tinkoff-Saxo di Peter Sagan e naturalmente la Etixx-QuickStep di Mark Cavendish. Un’altra compagine che si è fatta più volte vedere nelle prime posizioni è stata la Lotto-Jumbo, il cui obiettivo era quello di tenere davanti il leader per la classifica generale Robert Gesink e magari provare con l’aiuto del vento a mettere in difficoltà alcuni dei diretti rivali dell’olandese, ma in realtà il plotone si è sempre mantenuto compatto.
L’ultimo ad alzare bandiera bianca tra i battistrada, che avevano avuto un vantaggio massimo di poco superiore ai 3 minuti, è stato Teklehaimanot, che ai -30 dal traguardo si è avvantaggiato dapprima insieme a Clarke per poi proseguire tutto solo l’azione, ma anche per il 20enne statunitense non c’è stato nulla fare con il gruppo che ha completato il ricongiungimento quando mancavano 15 km. Il finale si presentava decisamente tortuoso con diverse curve, l’ultima delle quali a non più di 200 metri dal traguardo, il che rendeva pressochè impossibile per le squadre degli sprinter organizzare un treno; di ciò ha tentato di approfittare l’inesauribile Daniel Oss (Bmc) che, con indosso la maglia a pois di miglior scalatore conquistata con i continui attacchi nelle tappe precedenti, ha prodotto una grande sparata guadagnando alcune decine di metri e mantenendole fino in prossimità della linea bianca ma proprio nel finale la fatica e la strada in leggera ascesa hanno tagliato le gambe al trentino che è stato infilzato dal suo ex compagno alla Liquigas Sagan, che ha fatto valere le sue doti di guida per uscire come un proiettile dall’ultima curva e tornare finalmente, dopo i tre secondi posti consecutivi nelle prime tre frazioni, a un successo che mancava ormai dalla Tirreno-Adriatico, in quel di Porto Sant’Elpidio. Alle spalle del campione slovacco, salito peraltro a quota 12 vittorie in carriera al Giro di California, si è piazzato il non più sorprendente Wouter Wippert (Drapac) davanti a un Cavendish che non è riuscito ad approcciare lo sprint nelle posizioni di testa, al redivivo Lucas Haedo (Jamis-Hagen), a Farrar, a Jasper Stuyven (Trek), a Jean-Pierre Drucker (BMC) e a un esausto Oss, che ha dovuto dunque accontentarsi dell’8° posto.
In classifica generale Sagan riduce a 22” il suo distacco da Skujins con Rob Britton (Team SmartStop) 3° a 43”, Julian Alaphilippe (Etixx-QuickStep) e Daniel Jaramillo (Jamis-Hagens) 4° e 5° a 44” e Gesink 6° a 47”, stesso ritardo degli altri uomini che puntano al successo finale. Alla luce del percorso vallonato della quinta tappa, 154 km da Santa Barbara a Santa Clarita, Sagan potrebbe fare il bis ma sulla corsa pesa l’incognita del meteo, poichè è infatti prevista pioggia e, con essam un brusco abbassamento delle temperature, al punto che l’organizzazione ha deciso di far disputare a Santa Clarita anche la tappa successiva, una cronometro individuale originariamente prevista sul circuito del Big Bear Lake, a un’altitudine di 2000 metri.

Marco Salonna

6a TAPPA: CIRCUITO A CRONOMETRO DI SANTA CLARITA

SAGAN SBANCA A CRONO… SOGNANDO LA “CALIFORNIA”

Strepitosa prestazione del campione slovacco che domina la breve prova contro il tempo di Santa Clarita, strappa la maglia gialla a Toms Skujins e tenterà di difenderla con i denti nel duro arrivo in salita di Mount Baldy. Bene Daniele Bennati, 5° dietro a Jos Van Emden, Julian Alaphilippe e Joey Rosskopf, mentre tra gli uomini di classifica Sergio Henao e Robert Gesink guadagnano sui rivali.

La sesta tappa del Giro di California sarebbe originariamente dovuta essere una cronometro di 24,1 km con partenza e arrivo a Big Bear Lake, località situata a un’altitudine di oltre 2000 metri, ma le previste nevicate hanno persuaso gli organizzatori a farla disputare in quel di Santa Clarita, già sede d’arrivo della frazione precedente, su una distanza ridotta a 10,6 km, il che almeno sulla carta avvantaggia in chiave classifica generale quegli scalatori meno avvezzi alle prove contro il tempo. Le sorprese non sono comunque mancate, a cominciare da quella di Peter Sagan (Tinkoff-Saxo) che certamente poteva essere considerato tra i favoriti della vigilia – alla luce dell’eccellente stato di forma, delle buone prestazioni già realizzate in passato in cronometro brevi (su tutte, quella di Lugano, tappa d’apertura del Tour de Suisse 2012) e della mancanza di competitori come potevano essere Tony Martin piuttosto che Fabian Cancellara o Bradley Wiggins – ma che ha impressionato per i distacchi inflitti agli avversari. Il campione slovacco è, infatti, volato a una media di quasi 51 km/h rifilando 15” allo specialista Jos Van Emden (Lotto-Jumbo), eterna promessa del ciclismo olandese mai sbocciata compiutamente, 19” a un Julien Alaphilippe (Etixx-QuickStep) che si dimostra dunque competitivo anche in questo tipo di prove, 20” a Joey Rosskopf (Bmc), sempre performante nelle gare che si disputano oltreoceano e approdato per la prima volta quest’anno in una formazione World Tour, e 22” al compagno Daniele Bennati, che fa piacere rivedere davanti e che a sua volta ci aveva comunque già abituato in passato a buone prestazioni contro il tic-tac. Per quanto riguarda gli atleti che puntano al successo finale il migliore è stato, un po’ a sorpresa, Sergio Henao (Team Sky, 7° a 26”), seguito da Robert Gesink (Lotto-Jumbo), che sulla carta avrebbe dovuto guadagnare sul colombiano, giunto 9° a 27” appena davanti a un ancora positivo Daniel Oss (Bmc), 10° a 28”. Un buon Haimar Zubeldia (Trek) si è piazzato 16° a 35”, seguito da Lawson Craddock (Giant-Alpecin, 19° a 37”), da Peter Kennaugh (Team Sky, 22° a 39”), dall’ex maglia gialla Toms Skujins (Hincapie Racing), che si è comunque dignitosamente difeso piazzandosi 34° a 46”, da Joseph Lloyd Dombrovski (Cannondale-Garmin, 39° a 50”) e dal romagnolo Manuel Senni (Bmc) che, considerando le sue caratteristiche di scalatore puro, ha limitato i danni rispetto agli avversari diretti chiudendo 43° con un distacco di 52”.
La nuova classifica generale vede pertanto Sagan, che già aveva guadagnato diverso terreno nei giorni scorsi rispetto ai big grazie agli abbuoni, al comando con 28” su Skujins, 45” su Alaphilippe, 49” su Rosskopf, 55” su Henao e 56” su Gesink. In particolare il colombiano e l’olandese sono sulla carta in grado di annullare il gap in quel di Mount Baldy, là dove si concluderà la settima e penultima tappa al termine di una lunga ascesa che in passato ha sempre creato grande selezione, a partire dal 2012 quando a imporsi fu proprio Gesink davanti a John Darwin Atapuma e Fabio Duarte. In ogni caso Sagan, che peraltro avrà dalla sua compagni capaci di sostenerlo in salita come Jay McCarthy e Johnny Hernandez, ha già dimostrato in passato di non temere i percorsi più impegnativi quando è al top della condizione, vedi la tappa vinta in quel di Grindelwald al Giro di Svizzera 2011 dopo aver scalato le durissime rampe del Grosse Scheidegg, e farà pertanto di tutto per difendere il primato.

Marco Salonna

8a TAPPA: LOS ANGELES LIVE – PASADENA

SAGAN LA SPUNTA IN UN FINALE THRILLING

Si decide letteralmente al fotofinish il Giro di California in favore dello slovacco della Tinkoff-Saxo, che per pochi centimetri riesce a mettere la propria ruota davanti a quella di Tyler Farrar conquistando in quel di Pasadena il terzo posto di giornata e con esso i 4” di abbuono che gli consentono di scavalcare Julien Alaphilippe in classifica generale. Il successo di giornata va al solito Mark Cavendish davanti a Wouter Wippert, sul podio anche un pizzico di azzurro grazie a Daniel Oss che si aggiudica la classifica di miglior scalatore.

Per la prima volta da quando questa corsa è stata introdotta nel calendario internazionale il Giro di California è approdato all’ultima tappa, 105 km interamente pianeggianti da Los Angeles a Pasadena con un circuito finale da ripetere per 10 volte, con una situazione tutta da decidere in virtù di una classifica generale che vedeva la maglia gialla Julien Alaphilippe (Etixx-QuickStep) e il suo più diretto inseguitore Peter Sagan (Tinkoff-Saxo), peraltro atleti di spessore ma che pochissimi si sarebbero immaginati in grado di giocarsi il successo finale, separati da soli 2”, un’inezia se si considera la presenza degli abbuoni previsti, sia nello sprint intermedio posto al termine del primo giro del circuito, sia al traguardo. Per tale ragione non si è assistito alla passerella che caratterizza di consueto la frazione conclusiva di una gara a tappe ma c’è stata corsa vera fin dalle prime fasi, con la Tinkoff-Saxo impegnata nel tenere cucita la situazione e la Etixx-QuickStep che, al contrario, sarebbe stata più che soddisfatta di veder prendere il largo una fuga. Anzi, essa stessa ha tentato in diverse occasioni di promuoverla, in particolare con Yves Lampaert e Matteo Trentin, che nel tratto in linea iniziale è stato tra i più attivi al pari di Danny Pate (Team Sky) e dell’ex maglia gialla Tom Skujins (Hincapie Racing). Ma la Tinkoff-Saxo ha raggiunto il primo obiettivo di giornata riuscendo ad annullare tutti i tentativi prima dello sprint intermedio, in cui Mark Cavendish ha svolto il ruolo di gregario di lusso per Alaphilippe, transitando davanti a Sagan e al francese che ha visto comunque così ridursi a 1” il suo vantaggio sullo slovacco.
Una volta approdati a Pasadena il copione non è cambiato, con continui scatti che hanno visto protagonisti tra gli altri Christian Knees e Nathan Earle (Team Sky), Ben King (Cannondale-Garmin), l’immancabile Daniel Oss (Bmc) e ancora una volta Lampaert, ma nessuno è riuscito a fare la differenza e come era prevedibile si è arrivato in volata, con Daniele Bennati che è stato abilissimo a portarsi in testa con a ruota Sagan all’ingresso del rettilineo finale. Il 25enne di Zilina, cui bastava piazzarsi sul podio di giornata per conquistare gli abbuoni necessari a scavalcare Alaphilippe, è partito lunghissimo venendo superato da Cavendish e da Wouter Wippert (Drapac) e rimontato anche da Tyler Farrar (MTN-Qhubeka), che gli si è affiancato proprio in corrispondenza della linea bianca. A seguire ci sono stati minuti di incertezza finchè il fotofinish non ha decretato che lo statunitense non era riuscito a mettere le proprie ruote davanti a quelle dello slovacco, che pertanto ha conquistato il successo finale, mentre la Etixx-QuickStep si è almeno in parte consolata con il quarto trionfo in questi 8 giorni di gara – oltre che tredicesimo stagionale – di Cavendish.
E’ stata indubbiamente una vittoria a sorpresa quella di Sagan che è stata favorita da un campo partenti buono ma non eccezionale e da un percorso non particolarmente impegnativo, se si eccettua l’arrivo in salita di Mount Baldy. Va dato comunque atto allo slovacco, che da sempre ha avuto un grande feeling con il Giro di California, di essersi difeso alla grande in quell’occasione tanto da piazzarsi 6°, di aver dominato la crono di Santa Clarita – peraltro disputata su soli 10,6 km rispetto ai 24,1 originariamente previsti in quel di Big Bear Lake -, e di aver concluso nei primi tre tutte le altre frazioni in linea. Vedremo se questo trionfo contribuirà a rasserenare l’ambiente in squadra dopo le recenti pesanti critiche di Oleg Tinkov per via di una stagione di Sagan che fin qui era stata al di sotto delle aspettative. Alaphilippe ha chiuso 2° a 3” dimostrandosi a sua volta competitivo su tutti i terreni, con la perla del successo in cima a Mount Baldy davanti a scalatori sulla carta più quotati di lui. Terzo a 37” si è piazzato il favorito della vigilia Sergio Henao (Team Sky), che si conferma comunque tornato quello di un paio di stagioni or sono, 4° a 1′14” un ritrovato Joseph Dombrovski (Cannondale-Garmin), 5° a 1′15” un Robert Gesink (Lotto-Jumbo) cui manca sempre qualcosa per arrivare al top e 6° a 1′16” il regolarista per eccellenza Haimar Zubeldia (Trek). Per quanto riguarda le altre classifiche il 22enne Alaphilippe è stato anche il miglior giovane, Cavendish ha conquistato la graduatoria a punti e Daniel Oss quella di miglior scalatore al termine di una settimana da protagonista che lo ha a più riprese visto all’attacco, mentre la classifica a squadre è andata al Team Sky.

Marco Salonna

Unistantanea di Peter Sagan, scattata lunga la strada della crono alternativa di Santa Clarita (Getty Images Sport)

Un'istantanea di Peter Sagan, scattata lunga la strada della crono ''alternativa'' di Santa Clarita (Getty Images Sport)

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