LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXVIII: TOUR OF CALIFORNIA 2014
È ancora California felix per Peter Sagan, che alla corsa statunitense porta a casa un’ennesima vittoria di tappa
7a TAPPA: SANTA CLARITA – PASADENA
ARRIVA IL SIGILLO DI SAGAN SU UN PERCORSO IDEALE
Sagan non si perde l’occasione più ghiotta del California, mette la squadra a fare il forcing sulle salite della parte centrale di gara e riesce a mettere Cavendish fuori dai giochi. Prima della sua vittoria effettiva c’è stata l’esultanza di Eloy Teruel, che pensava di aver vinto dopo aver tagliato per primo il traguardo quando mancava ancora un giro per terminare il circuito cittadino. Wiggins controlla senza problemi
Se il California prevedeva una tappa adatta a Peter Sagan, quella era la frazione odierna. Da Santa Clarita a Pasadena, con due GPM nella parte centrale della gara e la cima dell’ultima asperità posta a 50 Km dalla conclusione, c’era il terreno ideale per far fuori i velocisti e presentarsi sul traguardo insieme a corridori inferiori a lui allo sprint. Lo slovacco non ha sbagliato i calcoli e si è presentato nelle migliori condizioni all’appuntamento.
Anche oggi alcuni uomini hanno tentato la fuga, ma il primo tentativo, animato da Taylor Phinney della BMC, di nuovo all’attacco, Scott Zwizanski della Optum, Eloy Teruel della Jamis-Hagens Berman, Tao Geoghegan Hart della Bissell Development e Matteo Trentin dell’Omega Pharma – Quick Step, cui si è aggiunto in un secondo momento Matthew Hayman dell’Orica GreenEdge, non ha avuto fortuna ed il gruppo si è riportato abbastanza agevolmente e velocemente sugli attaccanti.
Poco dopo il ricongiugimento parte, però, un secondo tentativo nel quale è di nuovo presente Eloy Teruel, unitamente a Luis Enrique Davila della Jelly Belly, Chad Haga della Giant-Shimano, Lars Boom della Belkin, Greg Van Avermaet della BMC Benjamin King della Garmin Sharp e Isaac BolÃvar Hernández della UnitedHealthcare. Questi ultimi attaccano ancora a 60 Km dall’arrivo e riescono a staccare i compagni di avventura. Sui di loro si riportano ben presto Van Avermaet e Haga e, in testa alla corsa, si forma così un quartetto. BolÃvar passa primo sul secondo gran premio della montagna, mentre, da dietro, sotto le tirate della Cannondale, il gruppo recupera terreno e scollina ad un minuto e mezzo dalla testa. Molti velocisti, ivi compreso Cavendish, vengono irrimediabilmente staccati.
Nel corso della discesa, il gruppo riacciuffa Teruel e Davila e si avvicina pericolosamente ai battistrada, tra i quali si scatena la bagarre ai 15 dall’arrivo: parte Van Avermat con King a ruota, mentre gli altri non riescono a rispondere e nel gruppo passano in testa gli uomini di Wiggins.
In prossimità dell’ultimo giro, quando il gruppo è ormai a pochi secondi dai battistrada, parte Mendes, ma Teruel, che si era infilato in entrabi in tentativi di fuga, non ci sta e si riporta su di lui e sui battistrada, tagliando per primo il traguardo all’inizio dell’ultimo giro ed esultando, pensando di aver vinto. L’esultanza è piuttosto veemente e il povero Teruel ci mette un po’ per capire come stanno le cose: se ne accorgerà solo quando si vedrà superato da corridori che tirano a più non posso.
Negli ultimi chilometri non vi sono più tentativi e si va verso la volata di un gruppo che, orfano dei velocisti, vede Peter Sagan vincere con grande sicurezza davanti a Hushovd e Van Poppel e conquistare così una tappa disegnata per lui e corsa molto bene dalla sua squadra, che si è fatta carico di staccare i velocisti sulla salita più prossima all’arrivo.
Wiggins, dal canto suo, non ha nessun problema a controllare la corsa, che domani si concluderà con una tappa che, sebbene non provocherà distacchi tra gli uomini di classifica, non potrà essere considerata una normale passerella di finr giro. Il circuito di Thousand Oaks, un anello di circa 30 Km da ripetere quattro volte, prevede, infatti, l’ascesa a Rock Store, che potrebbe essere il trampolino di lancio per chi vorrà tentare di anticipare la volata, dando un’altra delusione ai velocisti.
Per la nona edizione i giochi sono ormai conclusi, ma la frazione di domani riserverà ancora momenti interessanti sui vari passaggi in vetta al GPM.
Benedetto Ciccarone