LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXVII: TIRRENO-ADRIATICO 2014
Oltre alla Milano-Sanremo c’è un’altra prestigiosa corsa nella quale Peter Sagan teneva a far bella figura, soprattutto dopo il secondo posto nell’edizione 2013, nella quale era stata preceduto di soli 6 secondi da Moreno Moser. Stiamo parlano della Strade Bianche, alla quale torna con intenzioni “bellicose” nel 2014, ma anche stavolta deve accontentarsi della piazza d’onore, 19 secondi dopo l’arrivo vittorioso di Michał Kwiatkowski in Piazza del Campo. Sei giorni più tardi lo slovacco coglie una piccola rivalsa sul polacco precedendolo sul traguardo di Arezzo, alla terza tappa della Tirreno-Adriatico
SAGAN PAREGGIA I CONTI E KWIATKOWSKI VA IN AZZURRO
Peter Sagan con una progressione incredibile scavalca un cavallo di razza come Gilbert, che aveva lanciato la volta, e pareggia il conto aperto con Kwiatkowski alla “Strade Bianche” di sabato scorso. Il polacco, però, non resta a bocca asciutta e balza in testa alla generale grazie ai distacchi inflitti ai velocisti sul difficile chilometro finale.
Un chilometro finale che sembrava fatto apposta per ammirare una progressione di Moreno Argentin. Venticinque anni fa un traguardo del genere non sarebbe certo sfuggito al corridore di San Donà di Piave che, su arrivi di questo tipo, riusciva ad esprimere al meglio le proprie caratteristiche di uomo da classiche.
La tappa di oggi ha mandato in onda una sorta di replica della sfida tra Sagan e Kwiatkowski cui avevamo assistito sabato scorso alla “Strade Bianche”. Che Sagan non avesse gradito affatto la sconfitta, peraltro netta, subita dal polacco, era chiaro a tutti, come era chiaro che l’intenzione dello slovacco era quella di rifarsi con gli interessi, intenzione che è riuscito a porre in essere nel difficile arrivo della tappa di oggi. La sconfitta per Kwiatkowski, però, è dolce, dato che è lui il nuovo leader della generale: sul difficile chilometro finale, infatti, non solo i velocisti sono rimasti irrimediabilmente staccati, ma anche molti big hanno perso secondi, probabilmente per non rischiare cadute nelle bagarre formatasi in testa al gruppo per la vittoria.Così Urán è riuscito ad incrementare il vantaggio sugli altri favoriti per la vittoria finale, Contador è ora distanziato di 26 secondi, mentre il ritardo di Quintana è di 28 secondi.
La tappa ha visto una lunga fuga partita già dai primi chilometri. Evadono in cinque: Marco Canola, in fuga anche ieri, Nicola Boem compagno di squadra di Canola alla Bardiani-CSF, Jay Thomson (MTN-Qhubeka), Bjorn Thurau (Europcar) e Cesare Benedetti (NetAPP-Endura). L’evidente scopo di Canola era quello di aggiudicarsi i GPM di giornata, rafforzando così la propria leadership nella speciale classifica degli scalatori, scopo palesatosi allorquando, finiti i traguardi validi per il GPM, Canola si è rialzato lasciandosi riassorbire dal gruppo.
Nella prima parte di gara, la Omega Pharma controlla la corsa e non lascia molto spazio ai fuggitivi ma, dopo il GPM di Poggio alla Croce, quando Canola si rialza, il gruppo rallenta ed il vantaggio dei fuggitivi si dilata sino ad arrivare a sei minuti al primo passaggio dal traguardo.
Gli uomini Lampre si portano, quindi, al comando avendo in squadra diversi uomini con caratteristiche adatte all’arrivo di giornata, mentre davanti Thurau si lancia da solo verso l’arrivo staccando irrimediabilmente gli altri fuggitivi che, a quel punto, mollano la presa e vengono in breve riassorbiti dal gruppo.
Nonostante il ritmo ottimo di Thurau, il plotone continua irrimediabilmente a recuperare finchè il fuggitivo, a 7 Km dall’arrivo, viene ripreso definitivamente e le squadre iniziano ad organizzarsi sia per lanciare lo sprint, sia per tenere i capitani in posizioni ottimali senza rischi inutili.
Fanno un ottimo lavoro sia la Saxo-Tinkoff di Contador che la Cannondale di Sagan, ma è Tony Martin che screma il gruppo con una progressione impressionante per potenza, da grande passista quale è. Ai cinquecento metri Sagan non è in posizione ottimale, mentre Gilbert è in agguato e lancia una volata ristretta a otto atleti, dato che il resto del gruppo è rimasto staccato, seppur di pochi secondi, grazie all’accelerata di Martin.
Gilbert, però, ha fatto i conti senza l’oste, partendo decisamente troppo presto e, non riuscendo a fare il vuoto, si trova alle spalle un Peter Sagan che lo salta senza problemi e va a vincere con un netto distacco su tutti gli altri.
Kwiatkowski, che faceva parte degli otto di testa, conquista la maglia azzurra con 10 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Urán.
La classifica si è in parte modificata dopo la tappa di oggi, ma resta, nei suoi contorni fondamentali, disegnata sulla falsariga del risultato della cronometro a squadre.
La progressione di Sagan è stata davvero impressionante e di tutt’altra potenza e freschezza rispetto al timido allungo visto alla “Strade Bianche” dove Sagan era sembrato un po’ sotto tono e dove lo stesso si era arreso, sostanzialmente senza lottare, ad un super Kwiatkowski.
Da domani, invece, si inizia a fare sul serio: tre gran premi della montagna con l’arrivo in quota a Selvarotonda, sopra Cittareale. La salita finale non è durissima, ha una pendenza media del 5,3% ma gli ultimi chilometri presentano una pendenza media dell’8% ed un passaggio al 10%. Non bisogna poi dimenticare l’importante chilometraggio della frazione di domani, quasi 250 chilometri con la seconda parte della frazione che non presenterà un metro di pianura. Questi fattori ci fanno ben sperare in una tappa emozionante e ricca di colpi di scena, in cui si avrà una prima idea della possibile classifica finale della Tirreno in attesa della tappa più dura di domenica e della cronometro conclusiva.
Benedetto Ciccarone