LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXVI: TOUR OF OMAN 2014
Per il terzo anno consecutivo la stagione di vittorie di Sagan si apre al Giro dell’Oman, dove lo slovacco va a segno nella quarta tappa.
4a TAPPA: WADI AL ABIYAD – MINISTRY OF HOUSING
SI SBLOCCA SAGAN. PRIMA GIOIA STAGIONALE PER LO SLOVACCO
Nella quarta tappa del Tour dell’Oman si rivede vittorioso Peter Sagan (Cannondale) che, in una volata a tre, precede il colombiano Rigoberto Urán (Omega-Quick Step) e Vincenzo Nibali (Astana). In sofferenza sulle ultime asperità di giornata, André Greipel é costretto a cedere la leadership a Peter Sagan.
Funziona così da un paio di stagioni. Prima affronta almeno una corsa per sciogliere i muscoli, poi, quando Peter Sagan giunge in Oman, scioglie la riserva e vince sempre una tappa. Per come é andata negli anni scorsi dovremmo aggiungere “la prima di una lunga serie”, ma tocca al campioncino di Žilina di dimostrarlo. La lista degli obiettivi dei prossimi due mesi è lunga e contiene corse come la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre e, per la prima volta, la Parigi-Roubaix; sicuramente quello che Sagan non ci farà mancare sarà lo spettacolo, e questo indipendentemente dai risultati.
Già oggi il campione della Cannondale ha fatto intravedere momenti spettacolari, in particolare durante la discesa finale, dove ha esibito, assieme a Nibali e a Urán, la sua fenomenale capacità di guidare la bicicletta e di impostare al meglio le numerose curve, per poi battere successivamente gli avversari in volata, portando a casa la prima vittoria stagionale.
Per quanto riguarda il tracciato, questa quarta tappa, che partiva da Wadi Al Abiyad per giungere dopo 173 chilometri alla sede del Ministry of Housing dell’Oman, prevedeva un percorso parecchio accidentato nella seconda parte di gara e questo per la presenza della salita di Bousher Alamrat, strappo lungo poco meno di quattro chilometri con una pendenza media del 10%, da ripetere per ben quattro volte, con la prospettiva di assistere ad una lotta tra i big della classifica.
Dopo 16 chilometri di corsa si formava la fuga che sarebbe andata a caratterizzare la prima parte di giornata e composta da quattro corridori: Popovich (Trek), Huffman (Astana), Van Avermaet (BMC) e Wallays (ennesima fuga per l’uomo della Topsport Vlaanderen). Questi battistrada raggiungevano al chilometro 50 un vantaggio massimo di oltre otto minuti, facendo allarmare gli squadroni, la Belkin e la Sky su tutte, che in poco tempo diminuivano con grande lena il distacco portandolo a livelli accettabili.
Durante la penultima scalata alla Bousher Alamrat si sfaldava il drappello in testa alla corsa con Greg Van Avermaet che, ancora fresco, se ne andava in solitaria, mentre in gruppo provava ad allungare lo spagnolo Nieve (Team Sky), soprattutto per creare selezione in funzione del proprio capitano Chris Froome. Dopo aver pedalato per alcuni chilometri a metà strada tra il fuggitivo e il gruppo, il portacolori della Sky preferiva, però, farsi riprendere da quel che rimaneva del plotone principale.
Sull’ultima scalata ad Alamrat veniva raggiunto il fuggitivo Van Avermaet, autore di un’azione dispendiosa, oltre che coraggiosa, il che è sinonimo di grande condizione, che metterà sicuramente in mostra nelle prossime gare, a partire dalle prime semi-classiche belghe. Dopo il ricongiungimento partiva di gran carriera il corridore più atteso, ovvero Chris Froome, che in poche pedalate riusciva veramente a fare il vuoto, con il solo Rigoberto Urán a ciondolare alla sua ruota. Al GPM la coppia transitava con una vantaggio di 15″ nei confronti del gruppo, che in discesa rientrava sui due al comando mettendo fine alla loro azione. Ma dopo un’azione terminata ce n’è sempre una che nasce e stavolta i protagonista erano Sagan, Nibali ed ancora Urán che, grazie ad una discesa affrontata al massimo, potevano contare negli ultimi tre chilometri su di un vantaggio che sfiorava i venti secondi. Nonostante gli sforzi del gruppo di recuperare terreno, la tappa veniva decisa da uno sprint a tre che Peter Sagan dominava piuttosto facilmente, mettendo a segno la prima affermazione stagionale.
Alle sue spalle si classificava allo stesso tempo Rigoberto Urán, mentre si piazzava al terzo posto con un ritardo di 2″, lo stesso del gruppo, Vincenzo Nibali.
Dietro il portacolori dell’Astana si posizionavano in ordine Impey (Orica-Greenedge), Gallopin (Lotto-Belisol), Moreno Fernandez (Katusha), Gavazzi (Astana), Stybar (Omega-Quick Step), Lovkvist (IAM Cycling) e Moreno Moser (Cannondale) che, per la prima volta in questa stagione, concludeva una gara nella “Top Ten” dell’ordine d’arrivo.
In classifica generale la situazione cambiava di nuovo e stavolta era Peter Sagan a vestirsi della maglia di leader, con un vantaggio di 10″ su Urán e di 14″ su Nibali.
Domani la tappa, invece, sarà ancor più dura e questo per la scelta di arrivare sulla Green Mountain, salita lunga ed impegnativa che deciderà questa edizione del Tour dell’Oman.
Paolo Terzi