LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXV: MONTRÉAL 2013
Un’altra corsa d’oltreoceano finisce dritta nel palmares di Peter Sagan. È il Grand Prix Cycliste de Montréal, che il campione slovacco vince presentandosi al traguardo con 4 secondi di vantaggio sull’italiano Simone Ponzi
SAGAN ARREMBANTE, STACCA TUTTI E SI PRESENTA SOLO AL TRAGUARDO
Il fenomeno slovacco Peter Sagan (Cannondale) detta legge anche al Gran Prix de Montreal, timbrando così la vittoria numero 22 della stagione 2013. Nella classica canadese Sagan ha voluto esagerare: sulla Cote du Polytechnique lo slovacco ha salutato tutta la compagnia, viaggiando da solo fino al traguardo e anticipando di pochi metri il bresciano Simone Ponzi (Astana) ed il beniamino di casa Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp).
Niente, Peter Sagan non si vuole accontentare. Forse è questo il suo segreto che gli permette di vincere un’enorme quantità di corse ogni anno. Non sussistono nemmeno i paragoni, non è un velocista come i vari Cavendish, Petacchi perché sa’ vincere anche per distacco ma nemmeno un mero uomo da classiche alla Gilbert perché vince anche le volate. É un corridore alla Sagan, quello che vince dappertutto, fuorché i grandi giri. Nell’odierna classica di Montreal ha dato dimostrazione di essere in ottima condizione soprattutto in ottica Firenze (dove sarà, assieme a Cancellara, Gilbert, Nibali e Valverde, uno degli uomini da battere), riuscendo così ad entrare nel terzo picco di condizione, difficile da trovare per chiunque, soprattutto dal punto di vista mentale.
Per quanto riguarda il percorso, questo Gran Premio di Montreal offriva un circuito di 12 chilometri ciascuno da ripetere per 17 volte con la presenza, ad ogni giro, di due salite: la prima ad inizio tornata, la Cote de Camillien-Houde lunga due chilometri per una pendenza media dell’8%, e la seconda a metà circuito, la Cote de Polytechnique, 780 metri al 6%, e infine una rampetta sul traguardo al 4%.
Nella prima parte di gara la fuga non impiega molto tempo prima di partire ed è composta da sette corridori: Zachary Bell (Selezione Canadese), Ruben Perez (Euskaltel Euskadi), Danilo Hondo (Radioshack-Trek), Sergio Paulinho (Saxo Bank-Tinkoff), William Clarke (Argos-Shimano), Valerio Agnoli (Astana) e Adriano Malori (Lampre-Merida). Ma il loro tentativo è destinato a fallire dato che il gruppo concederà loro un vantaggio massimo di cinque minuti, troppo esiguo per poter sperare di arrivare fino alla fine.
Il gruppo inizia a menare piuttosto forte a cominciare dal settimo giro e col passare di sei tornate il vantaggio dei battistrada è completamente scemato cosicché la situazione torna di gruppo compatto, anche se non per molto.
A metà del terzultimo giro alcuni corridori si muovono sulla salita del Polytechnique, e tra di loro un pimpante Damiano Cunego, Daniel Oss, Kolobnev, Izaguirre, Herrada, Wellens e Gautier, che in poco tempo riescono a distanziare il gruppo anche di 25 secondi, ma il non perfetto accordo tra i fuggitivi non permette loro di guadagnare molto vantaggio, ed è nella successiva tornata che si riportano sulla testa della corsa corridori del calibro di Contador, Van Garderen e lo stesso Sagan; tuttavia l’accordo resta precario e il plotone riesce a rientrare su di loro.
Qualche attimo dopo il ricongiungimento parte Micheal Albasini (Orica-Greenedge) e nonostante nessun altro si accodi allo svizzero, il corridore elvetico tenta comunque l’attacco solitario che dura fino all’ultimo attracco della prima salita dove scoppia la bagarre. Il primo ad attaccare è Chris Froome che se non altro allunga il gruppo, ma più profondo è l’attacco di Robert Gesink che non sembra avere rivali in salita e guadagnerà un centinaio di metri; a quel punto il primo (e l’unico) a reagire è Sagan, che con un passo forte ma regolare, si riporta sull’olandese, assieme ad un gruppetto di corridori selezionatisi dal ritmo dello slovacco.
Sono quindi una ventina di corridori che comandano la corsa, ma l’assenza di una squadra organizzata rende la gara molto anarchica, con un sacco di scatti e controscatti. É sulla successiva salita che si decide la corsa, con l’attacco di Sagan in persona che mostra subito la sua superiorità guadagnando terreno su tutti gli altri corridori: il vantaggio impenna immediatamente toccando i 18”, mentre gli inseguitori ancora stentavano a trovare un passo regolare che avrebbe potuto permettere loro di rientrare sullo slovacco.
Negli ultimi metri la situazione di corsa vede ancora Sagan ben saldo in testa alla gara, mentre dietro riuscivano a guadagnare qualche metro la coppia formata da Ponzi e Hesjedal, inseguiti a loro volta da un gruppetto comprendente una decina di corridori tra i quali Pozzato, Gasparotto, Rui Costa.
A festeggiare sul traguardo è comunque Peter Sagan, che anticipa Simone Ponzi e Ryder Hesjedal, mentre si classificano appena fuori dal podio Van Avermaet, Pozzato, Rui Costa, Gasparotto, Nordhaug, Izaguirre Insausti e Bakelants.
Il tutto con l’ottica puntata su Firenze, tra due settimane.
Paolo Terzi