LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XXIV: USA PRO CYCLING CHALLENGE 2013
Portano davvero bene le strade americane a Peter Sagan. Dopo aver fatto “razzia” di tappe al Giro di California il campione slovacco sbarca in Colorado e anche alla USA Pro Cycling Challenge fa incetta di vittorie prendendosene ben quattro (sulle sette a disposizione). E, due anni più tardi, qui otterrà il primo dei suoi tre mondiali
1a TAPPA: CIRCUITO DI ASPEN
SAGAN RIPARTE CON IL BOTTO AD ASPEN
Malgrado non avesse più corso dopo il Tour de France il fuoriclasse slovacco conquista la frazione inaugurale dell’Usa Pro Challenge precedendo in uno sprint ristretto nella nota località sciistica Greg Van Avermaet e la rivelazione di giornata Kiel Reijnen. Buona prova anche per Damiano Caruso che chiude 6° mentre escono subito dai giochi per la classifica generale Chris Froome e Richie Porte, entrambi in forte ritardo al traguardo.
E’ stata una breve frazione di 97,6 km con partenza e arrivo in quel di Aspen, località nota agli appassionati di sport invernali per ospitare ogni anno una tappa della Coppa del Mondo di sci alpino, la 3a edizione dell’Usa Pro Challenge, corsa a tappe di sette giorni sulle strade del Colorado che, come già avvenuto negli anni scorsi, presenta una start list piuttosto ridotta dal punto di vista numerico con soli 132 atleti in gara ma di qualità eccelsa a partire dalle due stelle Chris Froome (Team Sky), accompagnato dal fedelissimo Richie Porte, e Peter Sagan (Cannondale), entrambi al rientro dopo un trionfale Tour de France in cui hanno portato a casa rispettivamente la maglia gialla e quella verde, che iniziano da queste strade la preparazione per il Mondiale di Firenze. Con loro al via anche le corazzate Garmin-Sharp, che schiera il campione uscente Chris Vandevelde, Tom Danielson e Andrew Talansky, e RadioShack che punta su Andy Schleck, Tony Gallopin, Andreas Klöden e Jens Voigt oltre a Tejay Van Garderen e Greg Van Avermaet (Bmc), Michael Rogers (Saxo-Tinkoff), Darwin Atapuma e Fabio Duarte (Colombia), senza dimenticare i rappresentanti delle agguerritissime formazioni Professional statunitensi sempre in grado di regalare sorprese. In casa Italia proveranno a lottare per la classifica generale Damiano Caruso e Alessandro De Marchi (Cannondale) e a centrare un successo parziale nelle frazioni meno impegnative Fabio Sabatini (Cannondale) e Alessandro Bazzana (UnitedHealtcare). La prima tappa, caratterizzata da un circuito da ripetere per tre volte comprendente gli strappi di Snowmass e McLain Flats, è vissuta sulla fuga di Craig Lewis (Champions System), Matt Cooke (Jamis-Hagens Berman) e Ian Burnett (Jelly Belly), partiti al km 8 dopo che in precedenza aveva tentato di andarsene anche lo stagista milanese della Cannondale Davide Villella, che al pari dei compagni di squadra si è poi portato in testa al gruppo per inseguire i tre battistrada che hanno acquisito un vantaggio massimo di 2′35” al termine del primo giro del circuito di Aspen. Il susseguirsi delle salite ha fatto sì che strada facendo davanti rimanesse il solo Cooke, che verrà comunque riassorbito a 15 km dal traguardo, e soprattutto che ci fosse una grande selezione nel gruppo con nomi illustri a farne le spese quali Talansky, Duarte e soprattutto Porte, che pure si è messo in evidenza nelle fasi centrali della corsa, e Froome, per la prima volta staccato in maniera significativa in questo 2013, anche se l’anglo-keniano stesso aveva dichiarato alla vigilia di essere ancora molto lontano dal top della condizione e di non puntare alla classifica generale dell’Usa Pro Challenge. Nel finale Sagan si è mosso in prima persona in compagnia di George Bennett (RadioShack), Carter Jones (Bissell), Javier Mejías Leal (Novo Nordisk), Ben Jacques-Maynes (Jamis-Hagens Berman) e Tom Zirbel (Kelly Benefit) ma successivamente, di fronte all’inseguimento condotto dalla RadioShack, ha preferito rialzarsi mentre Bennett e Jones hanno proseguito nell’azione. La scelta dello slovacco si è rivelata vincente dal momento che i due uomini al comando, pur resistendo fino a 1 km dal traguardo, sono stati ripresi dal gruppo comprendente una cinquantina di corridori mentre il fuoriclasse della Cannondale ha potuto disputare con le energie intatte uno sprint in cui ha accelerato ai -250 metri e ha conquistato agevolmente il suo 15° successo stagionale precedendo Van Avermaet e la rivelazione di giornata Kiel Reijnen (UnitedHealtcare), atleta che comunque in stagione si è aggiudicato il prestigioso Gp di Philadelphia ed è arrivato 3° nel campionato statunitense alle spalle di Fred Rodriguez e Brent Boowalter. Ai piedi del podio ha chiuso Gallopin davanti a un Van Garderen a caccia di riscatto dopo il deludente Tour de France e a un positivo Damiano Caruso. Della prima parte del gruppo facevano parte anche Danielson, Klöden e Schleck mentre, a causa di un buco creatosi negli ultimi metri, hanno chiuso con un distacco di 5” Rogers, Atapuma e Vandevelde con Froome che ha finito la tappa a 4′59” insieme a Talansky e Duarte e Porte addirittura a 6′41”. In assenza di abbuoni la classifica generale ricalca perfettamente quella dell’arrivo di tappa ma subirà significative variazioni al termine della seconda frazione, 202,9 km da Aspen a Breckenridge: l’interminabile Independence Pass che verrà scalato in partenza non potrà incidere più di tanto nell’economia della corsa ma il finale è impegnativo con l’ascesa di Hoosier Pass ai -25 dal traguardo e il breve ma strappo di Moonstone Road che presenta pendenze fino al 15% e che termina a soli 4 km dalla linea bianca.
Marco Salonna
3a TAPPA: BRECKENRIDGE – STEAMBOAT SPRINGS
CONTINUA LA SAGA(N) DI PETER
Ennesimo successo per il corridore slovacco in questo 2013 e seconda vittoria di tappa in questa edizione dell’USA Pro Cycling Challenge. Stavolta Sagan è riuscito a precedere lo sloveno Luka Megzec (Argos-Shimano) ed il canadese Ryan Anderson (Optum-Kelly Benefit). Nessun cambiamento in classifica generale, sempre comandata dal giovane australiano Lachlan David Morton.
Ormai una vittoria di Peter Sagan non fa più notizia, dimostrando, in questo USA Pro Challange, di essere il corridore più forte sugli arrivi misti, quelli posti nelle vicinanze di uno strappo. Ma non solo: oggi, per esempio, si è lanciato con buoni, anzi ottimi, risultati, perché ha vinto, in uno dei rari arrivi allo sprint che offriva la corsa statunitense.
La terza tappa dell’ex Giro del Colorado partiva da Breckenridge per giungere in 170 chilometri a Steambot Springs, dopo aver affrontato un unico GPM, posizionato a circa 40 chilometri dall’arrivo e per giunta caratterizzato da una pendenza tutto sommato morbida, lasciando presagire dunque un finale con sprint a ranghi compatti, a condizione però che la fuga venga ripresa in tempo. Fuga che parte già nella prima parte di tappa, composta da cinque corridori: Edmonson (Team Sky), Villella (Cannondale), Voigt (Radioshack), Tvetcov (Jelly Belly-Kenda) e Wren (Jamis-Hagens Berman). Il vantaggio massimo raggiunto dai battistrada sarà di 5 minuti quando all’arrivo mancano 58 chilometri, ma evidentemente l’amalgama tra i corridori in avanscoperta non sembra funzionare ed è forse per questo motivo che Jens Voigt, esperto corridore tedesco e anche forte passista, decide di rompere gli indugi e partire in solitaria, tutto ciò con la prospettiva di pedalare ancora per 50 chilometri.
Il tedesco non è nuovo ad azioni del genere, ma se si ha un gruppo compatto al proprio inseguimento le possibilità di avere successo sono ridotte al lumicino, tuttavia Voigt non ha niente da perdere e pensa solo a dare il massimo.
Il gruppo, però, in questo caso non lascia scampo al povero Voigt e quando viene ripreso non gli rimane altro che sbuffare e accettare la sconfitta. Il plotone si prepara per la ormai certa volata e, a quel punto, prende la testa del gruppo la BMC per Greg Van Avermaet ma nello sprint finale è Sagan che trionfa, relegando al secondo posto un ottimo Luka Megzec, che ha avuto l’unica colpo di non aver provato ad anticipare il campione slovacco, mentre giunge terzo il ventiseienne canadese Anderson.
Per quanto riguarda gli italiani, da sottolineare il quinto posto di Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare) e il decimo di Damiano Caruso (Cannondale).
In classifica generale nessun problema per Lachlan David Morton (Garmin-Sharp), che riesce con successo a conservare la maglia di leader.
Paolo Terzi
6a TAPPA: LOVELAND – FORT COLLINS
SAGAN RIPRENDE LA MARCIA E BRUCIA TUTTI ALLO SPRINT
Nella sesta tappa del Giro del Colorado la vittoria va di nuovo a Peter Sagan, che nel finale batte in volata lo sloveno Luka Megzec (Argos-Shimano) e il belga Greg Van Avermaet (BMC). Buoni piazzamenti anche per gli italiani con il quinto posto di Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare) e il sesto di Andrea Peron (Team Novo-Nordisk). Nessun problema, invece, per Tejay Van Garderen che continua a capeggiare la classifica in attesa dell’ultima tappa.
Ha vinto ancora lui, Peter Sagan, tanto per non cambiare. Lo slovacco, dicono i numeri, è alla terza vittoria di tappa in questo USA Pro Challenge e finora nessun corridore è riuscito a dargli del filo da torcere, anche se, a dirla tutta, mancano uomini veloci del calibro di Cavendish, Kittel e compagni. Una cosa bisogna comunque dirla, ovvero che mai si era visto un Peter Sagan così brillante nelle corse post Tour de France, mentre , negli anni scorsi, in questo stesso periodo non mostrava una condizione ottima come quella che ha in questi giorni. Questo significa che lo slovacco intende seriamente puntare ai prossimi Campionati del Mondo di Firenze, in programma tra un mese.
In questa sesta tappa che partiva da Loveland per terminare a Fort Collins, si doveva pedalare per 185 chilometri su un percorso molto più abbordabile rispetto alle frazioni dei giorni scorsi, ma ciò non significa che mancassero salite. Era prevista la scalata a Devils Gulch, tuttavia questo GPM era posizionato ancora nella prima parte di gara e da lì in si sarebbe incontrato un lungo tratto di discesa fino agli ultimi 50 chilometri puntellati da qualche strappetto, ma anche questi lontani dal traguardo.
Nella prima parte di gara non sono perlomeno mancati gli scatti di chi volesse andare in fuga e, dopo tanto battagliare, il gruppo concede libertà vigilata ad un gruppetto, composto da 15 corridori: Talanski, Dekker, Edmonson, Machado, Rogers, Pires e Duggan, Geschke, Megias Leal, Anthony, Duarte, Carlson, McCarty, Louder e Jones. Tuttavia il gruppo non ha mai concesso più di due minuti a questi battistrada grazie al lavoro della BMC, in funzione del leader della corsa Van Garderen, e della Cannondale, in funzione di Peter Sagan alla caccia della vittoria di tappa. Negli ultimi chilometri l’inseguimento si fa veramente serrato con tutta la Cannondale in testa in gruppo, mentre davanti manca quel minimo di accordo che fa saltare ogni tipo di speranza e tutto ciò non può che favorire il ritorno del gruppo, che avviene passato il segnale dei meno 10 chilometri all’arrivo.
Non resta quindi che assistere allo sprint finale, dove ancora una volta Peter Sagan “timbra” il proprio cartellino, a danno di Megzec e Van Avermaet, mentre si classifica appena giù dal podio Edwin Avila (Colombia). In classifica generale rimane al comando un guardingo Tejay Van Garderen, che oggi non ha voluto concedere niente nemmeno alla fuga dei 15, piazzando la squadra a tirare per annullare il tentativo. Resta ora l’ultima tappa, prevista sul circuito di Denver. Altro sprint?
Paolo Terzi
7a TAPPA: CIRCUITO DI DENVER
E SAGAN DIVENTA…. PETERPOKER
Quarta vittoria personale di Peter Sagan nell’edizione 2013 del Giro del Colorado che ha vissuto oggi la sua ultima tappa. Il fenomeno slovacco della Cannondale è riuscito a precedere nello sprint finale il canadese Ryan Anderson (Optum Kelly Benefit) ed un ottimo Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare). Definitivamente assestata la classifica generale che vede come vincitore il dominatore della gara, Tejay Van Garderen (BMC).
I due protagonisti di questo USA Pro Challenge non potevano che riaffacciarsi alla ribalta nell’ultima tappa, e ovviamente i personaggi chiamati in causa sono Peter Sagan e Tejay Van Garderen. Il primo è stato il dominatore delle volate, mentre il secondo il più forte in montagna; lo slovacco ha vinto quattro tappe allo sprint (oggi compreso), l’americano è stato il trionfatore della classifica finale.
L’ultima frazione constatava in un circuito di otto giri da 14 chilometri ciascuno, – attorno a Denver, città che è la capitale del Colorado – e che misurava in toto 117 chilometri, con un profilo altimetrico totalmente pianeggiante, in un finale perfetto per uno sprint di gruppo.
Nella prima parte c’è spazio per la fuga di giornata, composta da sette corridori: King, Jensen, Feng, Riba, Euser, Wren e Miller. Come sempre il gruppo lascia fare sulle prime, ma neanche tanto visto che il vantaggio massimo non supera i due minuti, per poi dare tutto negli ultimi tre giri. A 10 chilometri dal traguardo il vantaggio dei 7 al comando sul plotone tirato dai Cannondale è di 30 secondi, gap che non offre nessuna speranza ai fuggitivi, eccetto Lucas Euser (Unitedhealthcare), che attacca convinto. Niente da fare nemmeno per lo statunitense che verrà ripreso da un gruppo che corre a più non posso verso la volata finale. Lo sprint ancora una volta, e fanno quattro, è dominato da Peter Sagan, che oggi castiga Anderson e Bazzana, mentre l’avversario che poteva essere il più temibile, Luka Megzec (Argos-Shimano), non va oltre la quarta posizione.
In classifica generale mancava solo l’ufficialità per celebrare la vittoria di Van Garderen, e oggi, finalmente, possiamo dire che Tejay si è aggiudicato, per la prima volta in carriera, il Giro del Colorado, distanziando di 1′30” il compagno di squadra Mathias Frank e di 1′42” Thomas Danielson.
Paolo Terzi