LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XIV: TOUR DE SUISSE 2012
Dopo il Giro di California Sagan va a far incetta di vittorie anche al Tour de Suisse. E riesce nell’intento facendo man bassa e portandosi a casa quattro delle nove tappe a disposizione
1a TAPPA: LUGANO – LUGANO (cronometro individuale)
LA NOUVELLE VAGUE LIQUIGAS SBANCA LUGANO
43 anni in due per Peter Sagan, che conferma la straordinaria forma dell’ultimo periodo aggiudicandosi il prologo del Tour de Suisse davanti al grande favorito Cancellara, e Moreno Moser che chiude 3° dopo aver cullato a lungo sogni di vittoria. Bene anche l’altro azzurro Cataldo, più indietro i duellanti di un anno fa Cunego e Leipheimer.
Si è aperta per il terzo anno consecutivo con un prologo di 7,3 km in quel di Lugano, caratterizzato da 2 km in salita verso Castagnola nella prima parte seguiti da altrettanti in discesa, la 75a edizione del Tour de Suisse, tradizionalmente quarta corsa a tappe per importanza dopo i tre grandi Giri in cui si confronteranno per la classifica generale atleti che puntano al prossimo Tour de France, sebbene la maggior parte di essi sia in gara al Critérium du Dauphiné, e altri appena usciti dal Giro d’Italia. Le squadre faro saranno l’Omega-QuickStep di Cataldo, Peter Velits e del campione uscente Leipheimer, la Rabobank di Gesink, Mollema e Kruijswijk e soprattutto la RadioShack di Kloeden, Fuglsang, Monfort e di un Frank Schleck che dopo il controverso ritiro alla corsa rosa ha dimostrato buona condizione al Giro del Lussemburgo e punta a bissare il successo del 2010, che se la vedranno con Kreuziger e Kiserlovski (Astana), Danielson (Garmin), Frank (Bmc), Hoogerland e Poels (Vacansoleil), Anton e Nieve (Euskaltel), Valverde e Bruseghin (Movistar), Gadret e Roche (Ag2r), Pinot (Fdj), Chris Soerensen (Saxo Bank) e Cunego (Lampre), sempre competitivo in passato al Giro di Svizzera e a caccia di rivincite dopo il beffardo secondo posto della passata edizione a soli 4” da Leipheimer: a caccia di successi parziali andranno invece Boonen (Omega-QuickStep), Freire (Katusha), Sagan e Viviani (Liquigas), Gavazzi (Astana), Farrar (Garmin), Albasini (Orica-GreenEdge), Petacchi (Lampre), Van Avermaet (Lotto-Belisol), Marcato (Vacansoleil), Rui Costa e Rojas (Movistar), Breschel (Rabobank), Hutarovich (Fdj) e Cancellara (RadioShack), già vincitore del Tour de Suisse 2009 sia pure su un tracciato molto adatto alle sue caratteristiche e sopratutto di ben cinque prologhi in terra elvetica tra cui gli ultimi due disputati a Lugano.
Proprio il diretto di Berna, pur essendo da poco rientrato alle corse dopo la brutta caduta della Parigi-Roubaix, era il grande favorito anche in quest’occasione ma la condizione non al top gli ha impedito di dare il meglio di sè soprattutto salendo verso Castagnola e malgrado abbia fatto segnare il miglior tempo negli ultimi 4 km in discesa e pianura ha dovuto accontentarsi del 2° posto battuto per 4” da uno straordinario Sagan (Liquigas), già 3° un anno fa a Lugano ma che questa volta si è superato confermando lo stato di grazia del Giro di California in cui si era aggiudicato ben cinque tappe; le buone notizie per Amadio non finiscono qui con il 21enne Moreno Moser, partito tra i primi a differenza dello slovacco e di Cancellara, che sulle orme dello zio Francesco ha dimostrato grande attitudine per i prologhi facendo segnare addirittura il miglior tempo nel tratto in salita e chiudendo al 3° posto con un distacco di 7”. Ai piedi del podio il sorprendente Elmiger (Ag2r) staccato di 11”’ seguito dall’ex biker Kessiakoff (Astana) a 15”, da Albasini a 17”, da un ottimo Cataldo a 18” e da Kreuziger a 19”: per quanto riguarda gli altri uomini di classifica Fuglsang ha chiuso a 22”, Monfort a 23”, un positivo Poels a 25” così come Peter Velits e Kloeden entrambi piuttosto deludenti, Valverde, Roche e Gesink a 31”, un Danielson sotto tono a 33”, un Gadret molto più avanti rispetto alle aspettative a 34” e Mollema, Frank Schleck e Cunego, quest’ultimo leggermente al di sotto rispetto alla prestazione di un anno fa, a 36”, mentre Leipheimer, in ritardo di condizione dopo l’incidente alla tibia patito al Giro dei Paesi Baschi, ha perso ben 41” facendo meglio tra i big rispetto ai soli Nieve e Anton staccati rispettivamente di 44” e 53”.
La prima tappa in linea vedrà il Giro di Svizzera tornare in Italia, a 14 anni di distanza dal 1998 quando una frazione si concluse a Varese, con la partenza da Verbania e sarà già una frazione decisiva per la classifica generale: si tornerà in terra elvetica attraverso il Sempione ma soprattutto il traguardo è posto a Verbier, al termine di una salita di 8,8 km al 7,5% di pendenza media che nel Tour de France 2009 mise le ali a Contador che conquistò il successo parziale e strappò la maglia gialla al nostro Nocentini portandola poi fino a Parigi; il Tour de Suisse a sua volta ha fatto a più riprese visita nella località sciistica del Vallese con i successi in tempi recenti di Kirchen nel 2008, Lastras nel 2005 e Moos nel 2002.
Marco Salonna
3a TAPPA: MARTIGNY – AARBERG
CHI FERMERA’ SUPER-SAGAN?
In una tappa resa emozionante da un passaggio a livello chiuso che ha frenato la rincorsa del gruppo ai fuggitivi Bonnafond e Morkov ripresi a 1 km dal traguardo il fuoriclasse slovacco, malgrado un inconveniente all’ultima curva, supera a doppia velocità Cooke sul rettilineo di Aarberg conquistando il decimo successo stagionale e il settimo nelle ultime 11 gare disputate. Giornata tranquilla per Lastras che conserva la maglia gialla.
La terza tappa del Giro di Svizzera, 194,7 km da Martigny ad Aarberg, malgrado la presenza dell’insidioso strappo di Frienisberg a 25 km dal traguardo e del ben più abbordabile Innerberg a 10, era considerata per velocisti e come tale è stata interpretata dai corridori, anche perchè la pioggia battente caduta nella prima parte di gara non ha incentivato la combattività, con Bonnafond (Ag2r), Vangenechten (Lotto-Belisol) e l’ex campione mondiale dell’inseguimento a squadre Morkov (Saxo Bank) che hanno preso il largo dopo 5 km acquisendo un vantaggio massimo vicino agli ultimi 11′ e il gruppo che intorno a metà percorso ha iniziato l’inseguimento con gli uomini della Liquigas di Sagan che hanno iniziato a tirare insieme ai Movistar della maglia gialla Rui Costa. Tutto sembrava dovesse svolgersi secondo copione con il plotone a giocare al gatto con il topo con i battistrada per poi andarli a riprendere nel momento più opportuno ma tutto è cambiato a 55 km dal traguardo quando i primi 20 corridori del gruppo tra cui il leader hanno incontrato un passaggio a livello sul punto di chiudersi ma sono ugualmente passati, mentre tutti gli altri sono stati costretto ad arrestarsi: la giuria ha fermato il plotoncino di Rui Costa fino al rientro del grosso ma con una decisione piuttosto discutibile non ha fatto lo stesso con i fuggitivi, che da questa situazione hanno guadagnato oltre 2′ ritrovandosi con ancora ben 8′30” di margine quando mancavano 45 km.
Gli inseguitori non si sono comunque persi d’animo e accanto alla Liquigas e alla Movistar, che malgrado i tre battistrada non fossero pericolosi per la generale ha continuato a tirare avendo in Rojas un potenziale vincitore, sono arrivati il Team Sky di Swift, l’Orica-GreenEdge di Davis e Cooke e la Lampre di Petacchi che hanno iniziato a recuperare rapidamente terreno portando il ritardo a meno di 3′ all’imbocco della salita di Frienisberg; qui Vangenechten non ha retto il ritmo di Morkov e Bonnafond e dietro hanno perso contatto tra gli altri un Viviani (Liquigas) ancora in ritardo di condizione, Bole (Lampre), Bonnet (Fdj) e Paolini (Katusha) nonchè molti degli atleti che avevano tirato in precedenza, ma Sky e Liquigas, con Moreno Moser attivissimo pur essendo messo ancora piuttosto bene in classifica generale, hanno avuto ancora sufficienti energie per inseguire e, malgrado l’asfalto bagnato e il tracciato piuttosto tortuoso di lì al traguardo favorissero i fuggitivi, il loro sogno si è spento poco oltre lo striscione dell’ultimo km.
Nel finale caratterizzato anch’esso da diverse curve l’Orica-GreenEdge ha preso il comando con Davis a tirare la volata a Cooke ma qui è iniziato il capolavoro di Sagan che ai 300 metri si è portato a ruota del veterano australiano con una staccata da motociclista ai danni di Van Avermaet (Bmc) e, malgrado nell’ultima curva gli si fosse sganciato il piede dal pedale costringendolo a perdere qualche metro, si è prodotto in un’accelerazione devastante sul breve rettileo conclusivo che gli ha consentito di recuperare il gap e bruciare lo stesso Cooke con Swift (Sky) 3° davanti al cremonese Guarnieri (Astana), a Davis, a Hutarovich (Fdj) e a Mondory (Ag2r). Per Sagan si tratta del decimo successo stagionale ma soprattutto del settimo, dopo il prologo di Lugano e le cinque tappe del Giro di California, nelle ultime 11 gare disputate, dato già incredibile di suo ma che diventa fantascientifico se si pensa che le quattro che non ha vinto erano due frazioni di montagna e una lunga crono non adatte alle sue caratteristiche e nella rimanente era arrivato 2° vincendo la volata del gruppo preceduto dal fuggitivo Georges.
Nulla cambia nella classifica generale guidata da Rui Costa con 8” su Frank Schleck, 15” su Kreuziger, 19” su Pinot, 21” su Roche e Lovkvist e 23” su Valverde; la quarta tappa, 188,8 km da Aarberg a Trimbach/Often, presenta a metà percorso la scalata allo Scheltespass e soprattutto nel finale le ascese di Unter Hauenstein e Salhöhe, gpm di 2a categoria posto a 18 km dal traguardo che potrebbe tagliare fuori gli sprinter puri e rendere ancora una volta Sagan più che mai l’uomo da battere.
Marco Salonna
4a TAPPA: AARBERG – TRIMBACH/OLTEN
SAGAN, SEMPRE LUI
Trimbach lo slovacco della Liquigas conquista l’undicesima vittoria stagionale, dimostrandosi ancora una volta imbattibile in volata in questo Giro di Svizzera
La quarta tappa del Giro di Svizzera 2012, 189 Km da Aarberg a Trimbach/Olten, si annunciava come di trasferimento per i big della classifica, ma lo spettacolo non è mancato. Il percorso presentava l’impegnativo Scheltenpass (cat. 1 dopo 81,5 Km) e le due facili salite di UnterHauenstein (cat. 3 al Km 153,5) e di Salhöhe (cat. 2 al Km 171), ma è stata soprattutto la pioggia e una successione continua di saliscendi, con strappi anche molto ripidi, a movimentare la corsa.
Nei primi 70 Km di gara, molto mossi pur senza essere contrassegnati da GPM, ci sono stati svariati tentativi di fuga, con il nostro Francesco Gavazzi tra i più attivi assieme a Michael Albasini, e il gruppo ad un certo punto si è trovato frazionato in tre tronconi, ricomposti a fatica ai piedi dello Scheltenpass. Durante questa salita, lunga 8,2 Km al 6% medio ma con gli ultimi 3,5 Km sempre superiori al 7,5% e con tratti oltre il 10%, ha preso il largo una fuga di nove uomini: Martin Kohler, Grégory Rast, Ruben Perez, Sébastien Minar, Sergio Paulinho, Javier Megias, Brian Vandborg Bach, Dario Cataldo e MathewHayman. I fuggitivi hanno guadagnato subito terreno e allo scollinamento, dove Vandborg Bach si è imposto su Hayman e Minard, avevano tre minuti di vantaggio sul gruppo.
Nel successivo tratto di fondovalle il gruppo maglia gialla, trainato dalla Movistar di Faria Da Costa, ha recuperato parte dello svantaggio, ma la fuga, composta da ottimi pedalatori, ha resistito bene, mantenendo oltre due minuti all’attacco dei 4,4 Km al 5,2% dell’UnterHaunstein, affrontato sotto il diluvio. Mentre il gruppo recuperava sotto la spinta di Astana e Orica Greenedge, la fuga si fraziona sugli attacchi di Kohler e Paulinho, ma è ancora una volta Vandborg Bach a conquistare il GPM di terza categoria.
Dopo la discesa si muovono dal gruppo principale, tiratissimo, gli svizzeri Frank e Albasini e su alcuni strappi sono i capitani in prima persona a muoversi per ricucire i vari buchi. La corsa, complice la strada stretta e tortuosa e la pioggia, resta estremamente incerta. Ai meno 30 Km dal traguardo i fuggitivi vengono raggiunti su uno strappo al 15% di pendenza, in cui prova a resistere Dario Cataldo. Non c’è un attimo di tregua né un metro di pianura e nel seguente tratto di salita più dolce scatta dal gruppo Lars-Petter Nordhaug, che con una grande azione si porta solo al comando. Appena prima dell’ultima salita ufficiale di giornata, i 3,1 Km al 7% del Salhöhe, escono dal gruppo anche Martin Elmiger e Greg Van Avermaet, che scollinano pochi secondi dopo il norvegese. Alle loro spalle il gruppo maglia gialla s’è assottigliato fino a trenta unità, con Sagan e Freire pronti in caso di volata, ma la discesa bagnata sembra lasciare ai fuggitivi uno spazio sufficiente per arrivare al traguardo, anche perché non ci sono squadre organizzate. Invece, dopo qualche chilometro di stallo, ci pensa soprattutto Moreno Moser, unico compagno rimasto a Sagan, ad incaricarsi dell’inseguimento, ottenendo collaborazione dalla Kathusha e dimostrando ancora una volta tutto il suo valore.
A 6 Km dall’arrivo Nordhaug si fa riprendere dai due inseguitori, ma il gruppo è poco dietro e rientra quando i chilometri rimanenti sono tre. Ci provano prima Vladimir Gusev e poi Johnny Hoogerland e Jakob Fuglsang, ma sarà la volata a decidere il vincitore di questa quarta tappa. È Moser a tirare il gruppo nelle ultime curve, in cui Sagan è abile a fare il buco e a mettersi coperto in quarta ruota. Lancia lunghissimo la volata Burghardt, ma il talento slovacco risale facilmente in modo imperioso, senza che né Rojas (2°) né Albasini (3°) riescano ad uscire dalla sua ruota, e taglia il traguardo a braccia alzate. Può avere qualche rammarico Oscar Freire, chiuso involontariamente da Haussler (4°) e costretto a rinunciare alla volata, ma non avrebbe comunque impensierito questo Sagan. Buona la volata del nostro Francesco Gavazzi (5°).
Non cambia nullanelle prime posizioni della classifica generale, ancora guidata da Rui Alberto Faria Da Costa davanti a Frank Schleck e Roman Kreuziger. In attesa dei tre ultimi giorni che determineranno il vincitore del Giro di Svizzera 2012, la tappa di domani da Olten/Trimbach a Gansingen di 193 Km e con sei GPM tutti di terza categoria ha, manco a dirlo, un unico grande favorito: Peter Sagan.
Giorgio Vedovati
6a TAPPA: WITTNAU – BISCHOFSZELL
SEMPLICEMENTE ASSAGANATO
Quarto successo in sei giorni per il fenomeno di Zilina che rimane chiuso nell’ultima curva dell’insidioso arrivo di Bischofszell ma riesce ugualmente a trovare il varco e battere in rimonta Swift e Davis mentre gli uomini di classifica a cominciare dal leader Rui Costa ricaricano le batterie in vista delle frazioni decisive.
La sesta tappa del Giro di Svizzera, 198,5 km da Wittnau a Bischofszell, era caratterizzata da un circuito finale di 29 km da ripetere tre volte con l’abbordabile dente di Schocherswil ai -6 dal traguardo e soprattutto da un ultimo km molto impegnativo non tanto perchè tutto in salita con una pendenza mai oltre il 5%, quanto per le diverse curve, la carreggiata molto stretta e un tratto in pavè tra i 250 e i 150 metri dal traguardo. Il bel tempo che finalmente ha fatto capolino sulla corsa e la fuga vincente di Isaichev nella tappa di Gansingen hanno dato coraggio ai corridori, che hanno interpretato con molta più combattività dei giorni scorsi le prime fasi di gara con innumerevoli attacchi e solo al km 34 sono riusciti a prendere il largo il forlivese Montaguti (Ag2r), Vinther (Saxo Bank), Reynes (Lotto-Belisol), lo sprinter Cooke (Orica-GreenEdge) che pure avrebbe potuto dire la sua in volata e che ha già raccolto un 2° posto nella tappa di Aarberg, e Bertogliati (Team Type 1), che però secondo un discutibile copione già visto più volte è stato costretto ai compagni d’avventura a rialzarsi e lasciarsi riassorbire dal gruppo in quanto distanziato di soli 1′45” nella generale dalla maglia gialla Rui Costa (Movistar). La formazione di Unzue non ha comunque mai concesso più di 4′ ai fuggitivi che si sono rivelati però più difficili del previsto da andare a riprendere, e solo quando la Liquigas di Sagan, il Team Sky di Swift l’Omega-QuickStep di un Boonen voglioso di riscatto dopo le prime tappe in cui non si è mai visto davanti hanno preso il comando il vantaggio dei quattro di testa ha iniziato a scendere drasticamente fino al ricongiungimento avvenuto a 3 km dal traguardo, da parte di un gruppo dal quale nel frattempo avevano perso contatto una cinquantina di atleti tra cui Farrar (Garmin) e Guarnieri (Astana).
Nell’ultimo km il Team Sky ha preso il comando delle operazioni con Swift a ruota dei compagni Barry e Rowe ma è stato Davis (GreenEdge) ad approcciare l’ultima curva in testa approfittando di un disperato tentativo a 300 metri dal traguardo di Hondo (Lampre) che ha tentato di giocare le proprie carte nel momento in cui Petacchi aveva perso le prime posizioni del gruppo; Swift è comunque riuscito ad affiancare l’australiano mentre Sagan si è trovato nella morsa dei due ed è stato costretto a smettere di pedalare perdendo qualche metro ma negli ultimi 100 metri ha iniziato la sua portentosa rimonta superando dapprima Davis e quindi anche il britannico che ha dovuto arrendersi per poco più di mezza ruota: salgono dunque a 12 in stagione, a 4 in 6 tappe del Tour de Suisse e a 9 nelle ultime 14 corse disputate le vittorie del cannibale slovacco, numeri che si commentano da sè tanto più se si considera che per trovare la sua ultima vera sconfitta in uno scontro diretto con gli avversari dobbiamo tornare all’Amstel Gold Race di aprile in cui terminò al 3° posto battuto da Gasparotto e Vanendert. Ai piedi del podio ha chiuso Albasini (Orica-GreenEdge) davanti a Freire (Katusha), Mondory (Ag2r) e ai nostri Bazzana (Team Type 1) e Marcato (Vacansoleil).
La classifica generale rimane guidata da Rui Costa con 8” su Frank Schleck, 15” su Kreuziger, 19” su Pinot, 21” su Roche e Lovkvist e 23” su Valverde mentre tra gli altri Fuglsang è 12° a 32” e Leipheimer 13° a 33”. Pur non avendo brillato fin qui il campione uscente del Tour de Suisse avrà ora a disposizione i 34,3 km della crono di Gossau, lungo un percorso molto duro in cui dai 454 metri della partenza i corridori dovranno arrampicarsi fino ai 727 di Pfannerstiel e in cui solo gli ultimi 12 km sono scorrevoli; il veterano statunitense oltre a giocarsi il successo parziale con il solito Cancellara ha la possibilità di infliggere pesanti distacchi ai rivali con i soli Kreuziger, Fuglsang e lo stesso Rui Costa in grado di limitare i danni, mentre in casa Italia dovranno difendersi Giampaolo Caruso e Cunego ed è invece atteso a un’ottima prova su un tracciato adattissimo alle sue caratteristiche Moreno Moser.
Marco Salonna