LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XII: LA PANNE 2012 – 2013 – 2014
Ci sono corse o traguardi per i quali diversi corridori avevano l’abbonamento fisso o quasi. È per esempio il caso dell’australiano Richie Porte e della collina di Willunga, classico arrivo in salita del Tour Down Under che ha fatto suo per ben 6 volte. Anche Sagan he ha avuti e non ci stiamo riferendo ora ai 3 mondiali vinti consecutivamente (unico al mondo ad aver siglato questa impresa), dei quali parleremo più avanti. Adesso concentriamoci su quella che è stata la sua prima vittoria in una corsa disputate sulle strade delle grande classiche, la frazione d’apertura della Tre Giorni di La Panne, corsa a tappe che dal 2018 è stata trasformata in una gara di un solo giorno. Ebbene Sagan l’abbonamento ce l’avrà proprio con la prima tappa di questa “classica a tappe” che pure conquisterà per tre anni di fila.
2012
E ORA CHIAMATELO PETER IL GLADIATORE
Fantastico uomo-squadra nel gestire il tentativo di fuga del compagno di squadra Daniel Oss, protagonista in prima persona nell’annullare gli attacchi dei più pericolosi avversari, fenomenale nello sprint vincente di Oudenaarde. Questo è il bollettino odierno di Peter Sagan, 22enne slovacco della Liquigas – Cannondale che alla Tre Giorni di La Panne ha colto la ventitreesima vittoria in carriera e che va di diritto tra i favoriti del Giro delle Fiandre domenica.
Oramai non esistono più aggettivi per descrivere il talento di Peter Sagan: fuoriclasse, fenomeno, spettacolare, e tanti altri ancora sono stati detti. La prestazione di oggi nella prima tappa della Driedaagse van De Panne – Koksjide è forse la migliore della sua carriera, dove ha unito le sue doti di grande velocista a quelle di uomo-squadra fondamentale: l’esempio più evidente è quando, mentre il suo compagno di squadra Daniel Oss si trova in fuga solitaria all’ultimo giro, lui stesso in prima persona annulla ogni tentativo di attacco provato da avversari pericolosi come il belga Devolder o Chavanel. Infine il colpo di reni sull’arrivo, quanto basta per battere l’ex compagno di squadra Guarnieri, passato quest’anno all’Astana dopo un anno difficilissimo in casa Liquigas – Cannondale. Una giornata grandiosa per i bianco-verdi-blu che come ciliegina sulla torta hanno anche in bacheca il 3° e il 4° posto in classifica di Fabio Sabatini e del polacco Bodnar.
La città di Oudenaarde, oltre a traguardo della tappa di oggi domenica prossima sarà sede di arrivo anche del Giro delle Fiandre: se tutti aspettano l’ennesimo duello serratissimo tra Boonen e Cancellara, non si dovrebbe tralasciare il fenomeno nato a Zilina nel 1990, il quale ha saputo comportarsi egregiamente sui muri belgi tra Harelbeke, la Gand – Wevelgem e questo avvio di 3 Giorni di La Panne. Sagan è tra i possibili outsider candidati alla vittoria, forse il primo dopo Boonen e Cancellara. Il belga avrà dalla sua parte un Sylvain Chavanel in formissima, autore di diverse progressioni quest’oggi dimostrando di essere un uomo su cui il proprio capitano alla Omega Pharma – Quickstep potrà contare a occhi chiusi. Dall’altra parte c’è un Devolder che dimostra sempre la sua pericolosità sul pavè: la battaglia per domenica è viva e apertissima.
Andrea Giorgini
2013
SAGAN HA PRESO LA MALATTIA DELLA VITTORIA
Dopo l’affermazione di domenica nella Gent-Wevelgem, Peter Sagan (Cannondale) replica oggi nella prima tappa della Tre Giorni di La Panne. Lo slovacco della Cannondale ha regolato un gruppetto di dieci corridori che si era staccato dal gruppo ad 8 chilometri dall’arrivo, precedendo d’un soffio Arnaud Demare (FDJ) e Alexander Kristoff (Katusha). Quinto posto per Oscar Gatto (Vini Fantini). Sagan diventa anche leader della piccola corsa a tappe belga con un vantaggio di 4 secondi su Demare 6 su Kristoff.
Non c’è niente da fare. Quando Peter Sagan si mette in testa di vincere, lo può fare in tutti i modi e per gli avversari non c’è scelta se non accettare la sconfitta. Stavolta è toccato ad Arnaud Demare, anche se nella volata finale il ragazzo francese ha peccato di paura nell’infilarsi nel varco, sì stretto, offertogli da Peter Sagan, e quell’indecisione è costata parecchio a Demare dato che gli ha precluso la possibilità di vincere.
Come ogni anno, la prima tappa della Tre Giorni di La Panne, lunga 199 chilometri, ci offre un piccolo antipasto di quello che verrà domenica alla Ronde. Il percorso di oggi prevedeva di affrontare tredici muri negli ultimi 100 chilometri, così da garantire un po’ di spettacolo.
Dopo la partenza si forma subito un drappello in testa alla corsa, composto da: Haller (Katusha) Reijnen (UnitedHealthcare), Barbé (Crelan-Euphony) e Bennett(An Post Sean Kelly). Scremati successivamente ai soli Barbé e Haller che, dopo aver litigato un po’, trovano l’accordo e vanno via insieme. Il loro vantaggio massimo sarà di circa otto minuti prima che il gruppo si organizzi, soprattutto per mano degli Omega Quick-Step. Ci vorrà poco tempo per diminuire il vantaggio, che a 70 chilometri dal traguardo si attesta sui due minuti. Dopo qualche chilometri iniziano i primi scatti anche dal gruppo, con l’iniziatore Vaitkus (Orica-GreenEdge) che porta via un gruppetto composto da: Gaudin, Pozzo, Bennett ed Heytens, i quali raggiungeranno i due fuggitivi, formando la testa della corsa. Quando mancano una quarantina di chilometri all’arrivo, Damien Gaudin, oggi in giornata super, stacca i suoi compagni d’avventura, tentando la fuga solitaria.
Il francese dell’Europcar non è l’unico ad avere, oggi, lo spirito d’attaccante; sarà imitato in gruppo anche da un sorprendente André Greipel, assieme ad un brillante Alan Marangoni; tuttavia questi tentativi saranno vani.
Dopo che Sagan ha dimostrato sull’ultimo muro una facilità incredibile di pedalata, iniziano una serie di scatti e controscatti che tengono il gruppo in fila indiana. Ai meno 7 chilometri su un attacco di Sagan e Oscar Gatto, si compone un gruppetto di 10 corridori, composto oltre che dai due citati, anche da: Ventomme (Crelan), Cousin (Europcar), Cimolai (Lampre-Merida), Chavanel e Terpstra (Omega-Quick Step), Le Bon e Demare (FDJ) e Kristoff (Katusha).
I battistrada tengono un margine esiguo sul gruppo che, nonostante la superiorità numerica, non riuscirà più nell’intento di raggiungerli, e saranno quelli in testa a giocarsi la tappa in uno sprint ristretto.
Ai 300 metri, dopo il grande lavoro di Le Bon per Demare, parte lungo Kristoff, ma per il norvegese non c’è niente da fare, dato che si è portato a ruota uno “scorpione” come Sagan, che a sua volta, dapprima salta il norvegese, e poi resiste con molta esperienza al tentativo di rimonta di Arnaud Demare, stringendolo quel tanto che basta per scoraggiarne il recupero.
Lo slovacco vince la tappa davanti a Demare e Kristoff, completano la Top Ten: Chavanel, Gatto, Terpstra, Ventomme, Cousin, Cimolai e Le Bon. Il gruppo giunge con un ritardo di 9 secondi, e viene regolato da Greipel.
Per Sagan c’è anche la gioia della vestizione della maglia di leader della classifica generale.
Domani tappa più semplice, con le difficoltà concentrate a metà frazione. Probabile l’arrivo in volata, con sfida Greipel-Cavendish.
Paolo Terzi
2014
SAGAN, GRAN LAVORO PER GATTO… MA SENZA MIAO
Nella prima tappa della Tre Giorni di La Panne Peter Sagan vince in volata e strozza in gola il grido di vittoria del compagno di squadra Gatto, che non riesce a sopravanzarlo sulla linea del traguardo e giunge secondo per questione di centimetri. Tappa caratterizzata da una fuga iniziale di sei ciclisti, alla quale il gruppo risponde nel finale con attacchi e contrattacchi, l’ultimo dei quali, decisivo per le sorti della tappa, portato proprio dalla coppia Sagan-Gatto ai meno 9 km dall’arrivo.
La felicità di Oscar Gatto per la vittoria di un compagno di squadra (e che compagno!), alla fine della prima tappa della Tre Giorni di La Panne, stride senz’altro con la delusione che un po’ lo accompagnerà a mente fredda, quando realizzerà di quanto non è riuscito a vincere, dopo che la sua ultima affermazione risale proprio a circa un anno fa, da queste parti, alla Dwars door Vlaanderen, quando militava ancora nella Vini Fantini. La Tre Giorni di La Panne, breve corsa a tappe belga incastonata tra la Gand-Wevelgem e il Giro delle Fiandre e giunta alla 38° edizione , offre come sempre una varietà di percorsi adatti a più categorie di ciclisti: dagli attaccanti nati ai velocisti puri, dai grandi nomi delle classiche fino ai cronoman puri. La prima tappa offriva un percorso adatto agli attaccanti ed un’opportunità ai più scaltri del gruppo nel cercare il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo. La partenza da La Panne doveva, purtroppo, registrare il forfait dell’ultimo minuto di Mark Cavendish, che non si è ancora ripreso dai problemi gastrointestinali patiti dopo la Milano-Sanremo, anche se l’Omega padrona di casa poteva contare alla partenza nomi altrettanto altisonanti come Niki Terpstra, Gert Steegmans e Guillaume Van Keirsbulck, tra l’altro protagonisti proprio nel finale di questa tappa. La fuga di giornata si formava dopo circa trenta chilometri dal via ed era formata da sei ciclisti: Tim De Troyer (Wanty – Groupe Gobert), Stijn Steels (Topsport Vlaanderen – Baloise), Kevin Peeters (Vastgoedservice – Golden Palace), Tom Devriendt (Team 3M), Bradley Potgieter e Jay Robert Thompson (MTN Qhubeka). L’azione del sestetto di testa veniva però controllata dal gruppo, in particolare dalla Cannondale e dalla FDJ, mentre più sorniona si manteneva l’Omega. Ai meno 70 il vantaggio era di 3 minuti, che però si riducevano rapidamente di una trentina di secondi dopo un’improvvisa accelerazione della Katusha mentre la corsa di avvicinava al Ten Bosse, quinto dei tredici muri che costellavano la tappa odierna. Dal gruppo uscivano quindi Hayman (Orica GreenEDGE), Ligthart (Lotto Belisol) e Baugnies (Wanty), che provavano ad accodarsi alla fuga dalla quale si staccavano irrimediabilmente alcuni ciclisti e che era segnalata a soli un minuto e 24 secondi di ritardo dal gruppo principale quando transitava sull’ultimo sprint intermedio di Zottegem, ai meno 40. Intanto i tre dietro resistevano al ritorno del gruppo e, anzi, riuscivano a raggiungere la fuga, o almeno ciò che restava di essa, ai meno 30. Da qui alla fine era un continuo susseguirsi di attacchi, sia in testa al gruppo che tra gli uomini della fuga. In un primo momento un drappello di uomini, tra cui Van Keirsbulck, Finetto, Cordeel, Jérôme, Van Bilsen, De Vreese, si staccava dal gruppo inseguitore andando a raggiungere Thompson, ultimo reduce della fuga iniziale. Successivamente, ai meno 10, una violenta accelerazione della Cannondale con Sagan e Gatto spezzettava il gruppo sull’Eikenmolen. Ai due uomini Cannondale riuscivano ad accodarsi Gert Steegmans e Niki Terpstra ed il quartetto in breve tempo raggiungeva la testa della corsa, composta da 11 uomini i quali, a questo punto, si sarebbero giocati la volata, nonostante un coraggioso inseguimento, alle loro spalle, del duo Démare-Durbridge. Sagan lanciava la volata per Gatto, il quale però non riusciva a superare il compagno sul traguardo. Terzo si classificava Kenneth Van Bilsen mentre Steegmans, velocista riciclato dell’Omega dopo il forfait di Cavendish, doveva accontentarsi del quarto posto. Il gruppo veniva regolato, a 19 secondi di ritardo, da Kittel su Kristoff. In classifica generale Peter Sagan conduce con 4 secondi di vantaggio su Gatto e 6 su Van Bilsen. La tappa di domani, tra Zottegem e Koksijde per 206 km, non dovrebbe sfuggire ad un arrivo in volata a ranghi compatti, visto che i muri da scalare sono soltanto quattro ma posizionati a metà tappa. Ci aspettiamo quindi la rivincita dei velocisti – tra cui Démare, Kittel e Kristoff, che vorranno sicuramente rifarsi dopo la delusione di oggi – anche se la presenza di un corridore come Sagan nasconde sempre l’eventualità di qualche sorpresa.
Antonio Scarfone