LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO X: TOUR OF OMAN 2012
La stagione 2012 di Peter Sagan parte dalla penisola araba. La sua prima corsa è il Giro del Qatar, dove coglie due terzi posti in volata. Meglio gli andrà in Oman dove riuscirà a cogliere la sua prima vittoria sul traguardo della seconda tappa, presso la diga di Wadi Dayqah.
VIVIANI CHIAMA, SAGAN RISPONDE
Il 22enne slovacco rilancia la sua candidatura al ruolo di capitano della Liquigas per la Sanremo messo in discussione dalle vittorie di Elia in Calabria superando sul traguardo in leggera ascesa di Wadi Dayqah Cooke e Slagter e strappando la maglia di leader a Greipel. Fuglsang guadagna terreno sui rivali per la generale, bene Nibali
La seconda tappa del Giro dell’Oman, 140,5 km da Sur a Wadi Dayqah Dam, si presentava insidiosa con diversi strappi nell’ultimo terzo di gara e un finale all’insù non adatto ai velocisti puri. La corsa è vissuta sulla fuga di Lodewijk (Bmc) partito al km 8 e subito raggiunto dal compagno di squadra Kohler (Bmc), da Boucher (Fdj) e dal nostro Caccia (Farnese) ma il gruppo guidato dalla Lotto-Belisol della maglia gialla Greipel e dalla Garmin di Farrar ma anche del campione lituano Navardauskas, già vincitore di una Liegi-Bastogne-Liegi under 23 e dunque più adatto all’arrivo rispetto allo statunitense, ha sempre controllato la situazione e i fuggitivi non sono riusciti a guadagnare più di 3′40” al km 26.
Non è stato comunque agevole riprendere i battistrada in quanto dopo i primi 100 km completamente pianeggianti il susseguirsi delle salitelle nel finale hanno fatto sì che le squadre iniziassero a sfaldarsi e il gruppo perdesse elementi tra cui Cavendish (Sky), Goss e Kruopis (GreenEdge), Galimzyanov (Katusha), Guardini (Farnese) e successivamente anche Davis (GreenEdge), Eisel (Sky) e Kittel (Project 1T4I); davanti Kohler, indubbiamente il più dotato tra gli uomini in fuga e spesso in evidenza nell’ultimo Giro d’Italia, è rimasto solo al comando e solo a 4 km dal traguardo è stato riassorbito da un gruppo ridotto ormai a una sessantina di uomini e tirato dalla Liquigas che aveva in Sagan un uomo dalle caratteristiche ideali per affrontare al meglio lo strappo finale verso Wadi Dayqah Dam.
Il giovane ma già affermato atleta slovacco, che nelle prime corse stagionali aveva raccolto solo piazzamenti in arrivi però totalmente pianeggianti e dunque non adattissimi a lui, non si è lasciato pregare e ha avuto la meglio secondo pronostico davanti a Cooke (GreenEdge), che dopo un avvio di carriera da sprinter puro è divenuto corridore più completo pur perdendo qualcosa a livello di punta di velocità, allo scalatore olandese Slagter (Rabobank), a Gallopin (RadioShack) e a Navardauskas con Fuglsang (RadioShack) che ha chiuso 8° con lo stesso tempo del vincitore guadagnando preziosi secondi sui rivali diretti per la generale: Rodriguez (Katusha) ha infatti perso 6”, un comunque positivo Nibali (Liquigas) 9” così come Velits (Omega Pharma) e Ten Dam (Rabobank) 13” mentre come spesso accade Andy Schleck (RadioShack) ha affrontato la corsa come un allenamento e si è rialzato nel finale chiudendo con un distacco di 39”: quanto a Greipel ha dato tutto per conservare la maglia gialla chiudendo 10° a 4” ma ha dovuto cedere il primato a Sagan che guida con 4” sul tedesco, 7” su Cooke, 9” su Slagter, 10” sul sorprendente francese Bouhanni (Fdj), su Gallopin e su Sutton mentre Nibali è 13° a 19”. Greipel e con lui gli altri velocisti avranno comunque la possibilità di rifarsi nella terza frazione, 144,5 km senza difficoltà altimetriche da Al Awabi a Muscat Heights.
Marco Salonna